999 resultados para Traduzione Letteratura Delibes


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La tesi il frutto di un lavoro di ricerca sul rapporto tra educazione e politica sviluppato considerando letteratura, studi e ricerche in ambito pedagogico, sociologico e delle scienze politiche. I nuclei tematici oggetto delle letture preliminari e degli approfondimenti successivi che sono diventati il corpo della tesi sono i seguenti: la crisi del ruolo dei partiti politici in Italia e in Europa: diminuiscono gli iscritti e la capacit di dare corpo a proposte politiche credibili che provengano dalla basedei partiti; la crisi del sistema formativo1 in Italia e il fatto che leducazione alla cittadinanza sia poco promossa e praticata nelle scuole e nelle istituzioni; la diffusa mancanza di fiducia degli adolescenti e dei giovani nei confronti delle istituzioni (scuola inclusa) e della politica in molti Paesi del mondo2; i giovani sono in linea con il mondo adulto nel dimostrare i sintomi di apatia politica che si manifesta anche come avversione verso la politica; il fatto che le teorie e gli studi sulla democrazia non siano stati in grado di prevenire la sistematica esclusione di larghi segmenti di cittadinanza dalle dinamiche decisionali dimostrando che la democrazia formale sia drasticamente differente da quella sostanziale. Una categoria tra le pi escluse dalle decisioni quella dei minori in et. Queste tematiche, se poste in relazione, ci inducono a riflettere sullo stato della democrazia e ci invitano a cercare nuovi orizzonti in cui inserire riflessioni sulla cittadinanza partendo dallinteresse centrale delle scienze pedagogiche: il ruolo delleducazione. Essenziale il tema dei diritti umani: per cominciare, rileviamo che sebbene la Convenzione internazionale sui diritti dellinfanzia sia stata approvata da quasi ventanni (nel 1989) e malgrado numerose istituzioni nazionali e internazionali (Onu, Consiglio dEuropa, Banca Mondiale, Unesco) continuino ad impegnarsi nella promozione dei diritti sanciti e ratificati con leggi da quasi tutti i Paesi del mondo, questi diritti sono spesso trascurati: in particolare i diritti di bambini, adolescenti e giovani fino a 18 anni ad essere ascoltati, ad esprimersi liberamente, a ricevere informazioni adeguate nonch il diritto ad associarsi. Leffetto di tale trascuratezza, ossia la scarsa partecipazione di adolescenti e giovani alla vita sociale e politica in ogni parte del mondo (Italia inclusa) un problema su cui cercheremo di riflettere e trovare soluzioni. Dalle pi recenti ricerche svolte sul rapporto tra giovani e politica3, risulta che sono in particolare i giovani tra i quindici e i diciassette anni a provare disgusto per la politica e a non avere alcune fiducia n nei confronti dei politici, n delle istituzioni. Il disgusto strettamente legato alla sfiducia, alla delusione , alla disillusione che oltretutto porta al rifiuto per la politica e quindi anche a non informarsi volutamente, a tenere ci che riguarda la politica lontano dalla propria sfera personale. In Italia, ci non una novit. N i governi che si sono succeduti dagli anni dellUnit ad oggi, n le teorie democratiche italiane e internazionali sono riusciti a cambiare lapproccio degli italiani alla politica: fissit della cultura politica, indolenza di fronte alla mancanza di cultura della legalit, livelli bassi di informazione, di competenza, di fiducia nella democrazia4. Tra i numerosi fattori presi in analisi nelle ricerche internazionali (cfr. Cap. I par.65) ve ne sono due che si scoperto influenzano notevolmente la partecipazione politica della popolazione e che vedono lItalia distante dalle altre democrazie europee: 1) la vicinanza alla religione istituzionale , 2) i caratteri della morale6. Religione istituzionale Non c studio o ricerca che non documenti la progressiva secolarizzazione degli stati. Eppure, dividendo la popolazione dei Paesi in: 1) non credenti, 2) credenti non praticanti e 3) credenti praticanti, fatto salvo per la Francia, si assiste ad una crescita dei credenti non praticanti in Europa e dei credenti praticanti in particolare in Italia (risultavano da unindagine del 2005, il 42% della popolazione italiana). La spiegazione di questa controtendenza dellItalia, spiega la Sciolla, potrebbe essere il crescente ruolo pubblico assunto dalla Chiesa italiana e della sua sempre pi pervasiva presenza su temi di interesse pubblico o direttamente politico (dalla fecondazione assistita alle unioni tra omosessuali) oltrech alla sua visibilit mediatica che, insieme al generale e diffuso disorientamento, potrebbe aver esercitato un autorevole richiamo. Pluralismo morale Frutto innanzitutto del processo di individualizzazione che erode le forme assolute di autorit e le strutture gerarchiche e dellaffermarsi dei diritti umani con lampliamento degli spazi di libert di coscienza dei singoli. Una conferma sul piano empirico di questo quadro data dal monitoraggio di due configurazioni valoriali che pi hanno a che vedere con la partecipazione politica: 1) Grado di civismo (in inglese civicness) che raggruppa giudizi sui comportamenti lesivi dellinteresse pubblico (non pagare le tasse, anteporre il proprio interesse e vantaggio personale allinteresse pubblico). 2) Libertarismo morale o cultura dei diritti ovvero difesa dei diritti della persona e della sua liber di scelta (riguarda la sessualit, il corpo e in generale la possibilit di disporre di s) In Italia, il civismo ha subito negli anni novanta un drastico calo e non pi tornato ai livelli precedenti. Il libertarismo invece aumentato in tutti i Paesi ma Italia e Stati Uniti hanno tuttora un livello basso rispetto agli altri Stati. I pi libertari sono gli strati giovani ed istruiti della popolazione. Queste caratteristiche degli italiani sono riconducibili alla storia del nostro Paese, alla sua identit fragile, mai compatta ed unitaria. Non possibile tralasciare linfluenza che la Chiesa ha sempre avuto nelle scelte politiche e culturali del nostro Paese. Limitando il campo al secolo scorso, dobbiamo considerare che la Chiesa cattolica ha avuto continuativamente un ruolo di forte ingerenza nei confronti delle scelte dei governi (scelte che, come vedremo nel Cap. I, par.2 hanno influenzato le scelte sulla scuola e sulleducazione) che si sono succeduti dal 1948 ad oggi7. Ci ha influito nei costumi della nostra societ caratterizzandoci come Stato sui generis nel panorama europeo Inoltre possiamo definire lItalia uno "Stato nazionale ed unitario" ma la sua identit resta plurinazionale: vi sono nazionalit, trasformate in minoranze, comprese e compresse nel suo territorio; lo Stato afferm la sua unit con le armi dell'esercito piemontese e questa unit ancora da conquistare pienamente. Lo stesso Salvemini fu tra quanti invocarono un garante per le minoranze constatando che di fronte a leggi applicate da maggioranze senza controllo superiore, le minoranze non hanno sicurezza. Riteniamo queste riflessioni sullidentit dello Stato Italiano doverose per dare a questa ricerca sulla promozione della partecipazione politica di adolescenti e giovani, sulleducazione alla cittadinanza e sul ruolo degli enti locali una opportuna cornice culturale e di contesto. Educazione alla cittadinanza In questo scritto consideriamo che lo stimolo al cambiamento e al controllo di ci che succede nelle sfere della politica, la difesa stessa della democrazia, pi facile che avvenga se i membri di una comunit, singolarmente o associandosi, si tengono bene informati, possiedono capacit riflessive e argomentative, sono dunque adeguatamente competenti e in grado di formarsi unopinione autonoma e di esprimerla pubblicamente. In questo senso potremmo dire che proprio leducazione alla democrazia, di chi nella democrazia vive, godendone i vantaggi, stata rappresentata da Montiesquieu e da J.S Mill come uno dei caratteri basilari della democrazia stessa e la sua assenza come uno dei peggiori rischi in cui si pu incorrere8 Leducazione alla cittadinanza - considerata come cornice di un ampio spettro di competenze, complessivamente legate alla partecipazione e pienamente consapevole alla vita politica e sociale - e in particolare la formazione alla cittadinanza attiva sono da tempo riconosciute come elementi indispensabili per il miglioramento delle condizioni di benessere dei singoli e delle societ e sono elementi imprescindibili per costituire un credibile patto sociale democratico. Ma che tipo di sistema formativo meglio si adatta ad un Paese dove - decennio dopo decennio - i decisori politici (la classe politica) sembrano progressivamente allontanarsi dalla vita dei cittadini e non propongono unidea credibile di stato, un progetto lungimirante per lItalia, dove la politica viene vissuta come distante dalla vita quotidiana e dove sfiducia e disgusto per la politica sono sentimenti provati in particolare da adolescenti e giovani? Dove la religione e il mercato hanno un potere concorrente a quello dei principi democratici ? La pedagogia pu in questo momento storico ricoprire un ruolo di grande importanza. Ma non possibile formulare risposte e proposte educative prendendo in analisi una sola istituzione nel suo rapporto con adolescenti e giovani. Famiglia, scuola, enti locali, terzo settore, devono essere prese in considerazione nella loro interdipendenza. Certo, rispetto alleducazione alla cittadinanza, la scuola ha avuto, almeno sulla carta, un ruolo preminente avendo da sempre lobiettivo di formare luomo e il cittadino e prevedendo linsegnamento delleducazione civica. Ma oggi, demandare il ruolo della formazione del cittadino unicamente alla scuola, non una scelta saggia. La comunit, il territorio e quindi le istituzioni devono avere un ruolo forte e collaborare con la scuola. Educazione formale, non formale e informale devono compenetrarsi. Gli studi e le riflessioni della scrivente hanno portato all individuazione degli enti locali come potenziali luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e delleducazione alla cittadinanza. Gli enti locali I Comuni, essendo le Istituzioni pi vicine ai cittadini, possono essere il primo luogo dove praticare cittadinanza attiva traducendo in pratiche anche le politiche elaborate a livello regionale e nazionale. Sostiene la Carta riveduta della partecipazione dei giovani9 La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attivit a livello locale e regionale essenziale se si vogliono costruire societ pi democratiche, solidali e prospere. Partecipare alla vita politica di una comunit, qualunque essa sia, non implica per unicamente il fatto di votare e presentarsi alle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo vuol dire avere i diritti, gli strumenti intellettuali e materiali, il luogo, la possibilit, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attivit e iniziative che possano determinare la costruzione di una societ migliore. In Italia, il ruolo degli enti locali stato per lo pi dominante nella definizione delle politiche sociali, sanitarie ed educative ma divenuto centrale soprattutto in seguito alla riforma del titolo V della Costituzione italiana operata nel 2001. Sono gli enti locali le Regioni in primis ad avere la funzione istituzionale di legiferare rispetto ai temi inerenti il sociale. Le proposte e le azioni di Province e Comuni dovrebbero ispirarsi al principio di sussidiariet espresso nellart. 118 della Costituzione: Stato, Regioni, Province, Citt metropolitane, Comuni favoriscono lautonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attivit di interesse generale, sulla base del principio di sussidiariet10 e nei Trattati dellUnione Europea. Il Trattato istitutivo della Comunit europea accoglie il principio nellart.5 La Comunit agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato. Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunit interviene, secondo il principio della sussidiariet, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario (). Il principio di sussidiariet pu dunque essere recepito anche prevedendo, promuovendo e accogliendo la partecipazione dei cittadini alla vita della citt in molteplici forme. Conseguentemente, facilitare lavvicinamento degli adolescenti e dei giovani (in quanto cittadini) alla vita collettiva, al bene pubblico, alla politica considerandoli una risorsa e mettendoli nelle condizioni di essere socialmente e politicamente attivi rientra nelle possibili applicazioni del principio di sussidiariet. Loggetto della ricerca La ricerca condotta dalla scrivente prende le mosse dal paradigma ecologico e si ispira allo stile fenomenologico prendendo in analisi un contesto determinato da numerosi soggetti tra loro interrelati. La domanda di ricerca: gli enti locali possono promuovere di progetti e interventi di educazione alla cittadinanza di cui adolescenti e giovani siano protagonisti? Se si, in che modo?. Gli studi preliminari alla ricerca hanno mostrato uno scenario complesso che non era mai stato preso in analisi da chi si occupa di educazione. E stato dunque necessario comprendere: 1) Il ruolo e le funzioni degli enti locali rispetto alle politiche educative e di welfare in generale in Italia 2) La condizione di adolescenti e giovani in Italia e nel mondo 3) Che cos leducazione alla cittadinanza 4) Che cosa si pu intendere per partecipazione giovanile Per questo il lavoro di ricerca empirica svolto dalla scrivente basato sulla realizzazione di due indagini esplorative (Enti locali, giovani e politica (2005/2006)11 e Nuovi cittadini di pace (2006/2007)12) tramite le quali stato possibile esaminare progetti e servizi di promozione della partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita dei Comuni di quattro regioni italiane e in particolare della Regione Emilia-Romagna. Loggetto dellinteresse delle due indagini (attraverso lanalisi di progetti e servizi e di testimonianze di amministratori, tecnici e politici) esplorare le modalit con cui gli enti locali (i Comuni in particolare) esplicano la loro funzione formativa rivolta ad adolescenti e giovani in relazione alleducazione alla cittadinanza democratica. Ai fini delle nostre riflessioni ci siamo interessati di progetti, sevizi permanenti e iniziative rivolti alla fascia det che va dagli 11 ai 20/22 anni ossia quegli anni in cui si giocano molte delle sfide che portano i giovani ad accedere al mondo degli adulti in maniera piena e autentica o meno. Dallanalisi dei dati, emergono osservazioni su come gli enti locali possano educare alla cittadinanza in rete con altre istituzioni (la scuola, le associazioni), promuovendo servizi e progetti che diano ad adolescenti e giovani la possibilit di mettersi allopera, di avere un ruolo attivo, realizzare qualche cosa ed esserne responsabili (e nel frattempo apprendere come funziona e che cos il governo di una citt, di un territorio), intrecciare relazioni, lavorare in gruppo, in una cornice che va al di l delle politiche giovanili e che propone politiche integrate. In questo contesto il ruolo degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, politici) centrale: dunque essenziale che le famiglie, il mondo della scuola, gli attivisti dei partiti politici, le istituzioni e il mondo dellinformazione attraverso lagire quotidiano, dimostrino ad adolescenti e giovani coerenza tra azioni e idee dimostrando fiducia nelle istituzioni, tenendo comportamenti coerenti e autorevoli improntati sul rispetto assoluto della legalit, per esempio. Per questo, la prima fase di approfondimento qualitativo delle indagini avvenuta tramite interviste in profondit a decisori politici e amministratori tecnici. Il primo capitolo affronta il tema della crisi della democrazia ossia il fatto che le democrazie odierne stiano vivendo una fase di dibattito interno e di riflessione verso una prospettiva di cambiamento necessaria. Il tema dellinserimento dei diritti umani nel panorama del dibattito sulle societ democratiche e sulla cittadinanza si intreccia con i temi della globalizzazione, della crisi dei partiti politici (fenomeno molto accentuato in Italia). In questa situazione di smarrimento e di incertezza, unoperazione politica e culturale che metta al primo posto leducazione e i diritti umani potrebbe essere lancora di salvezza da gettare in un oceano di incoerenza e di speranze perdute. E necessario riformare il sistema formativo italiano investendo risorse sulleducazione alla cittadinanza in particolare per adolescenti e giovani ma anche per coloro che lavorano con e per i giovani: insegnanti, educatori, amministratori. La scolarizzazione, la formazione per tutto larco della vita sono alcuni dei criteri su cui oggi nuovi approcci misurano il benessere dei Paesi e sono diritti inalienabili sanciti, per bambini e ragazzi dalla Convenzione internazionale sui diritti dellinfanzia.13 La pedagogia e la politica devono avere in questo momento storico un ruolo di primo piano; gli obiettivi a cui dovrebbero tendere sono la diffusione di una cultura dei diritti, una cultura del rispetto dellinfanzia e di attenzione prioritaria ai temi deleducazione alla cittadinanza. Rimuovere gli ostacoli sociali ed economici14 a che questi diritti vengano rispettati compito dello Stato e anche degli enti locali. Il secondo capitolo descrive la condizione dei giovani nel mondo e in Italia in rapporto ai diritti di partecipazione. Il contesto mondiale che la Banca Mondiale (organismo dellOnu)15 dipinge potenzialmente positivo: il numero di giovani tra i 12 e i 24 anni intorno a 1, 3 miliardi ossia il livello pi elevato della storia; questo gruppo in migliore salute e meglio istruito di sempre. I Paesi ricchi come quelli poveri devono approfittare di questa opportunit prima che linvecchiamento della societ metta fine a questo periodo potenzialmente assai fruttuoso per il mondo intero. In Italia invece Viene dipinto un quadro deprimente in cui gli adulti mandano segnali incerti, ambigui, contraddittori. Se si pu dunque imputare qualcosa alle generazioni dei giovani oggi di essere, per certi versi, troppo simili ai loro padri e alle loro madri16 Nel capitolo vengono mostrati e commentati i dati emersi da rapporti e ricerche di organizzazioni internazionali che dimostrano come anche dal livello di istruzione, di accesso alla cultura, ma in particolare dal livello di partecipazione attiva alla vita civica dei giovani, dipenda il futuro del globo intero e dunque anche del nostro Paese . Viene inoltre descritto levolversi delle politiche giovanili in Italia anche in rapporto al mutare del significato del concetto controverso di partecipazione: il termine presente in numerose carte e documenti internazionali nonch utilizzato nei programmi politici delle amministrazioni comunali ma sviscerarne il significato e collocarlo al di fuori dei luoghi comuni e dellutilizzo demagogico obbliga ad unanalisi approfondita e multidimensionale della sua traduzione in azioni. Gli enti locali continuano ad essere loggetto principale del nostro interesse. Per questo vengono riportati i risultati di unindagine nazionale sui servizi pubblici per adolescenti che sono utili per contestualizzare le indagini regionali svolte dalla scrivente. Nel terzo capitolo si esamina l educazione alla cittadinanza a partire dalla definizione del Consiglio dEuropa (EDC) cercando di fornire un quadro accurato sui contenuti che le pertengono ma soprattutto sulle metodologie da intraprendere per mettere autenticamente in pratica lEDC. La partecipazione di adolescenti e giovani risulta essere un elemento fondamentale per promuovere e realizzare leducazione alla cittadinanza in contesti formali, non formali e informali. Il quarto capitolo riporta alcune riflessioni sulla ricerca pedagogica in Italia e nel panorama internazionale e pone le basi ontologiche ed epistemologiche della ricerca svolta dalla scrivente. Nel quinto capitolo vengono descritte dettagliatamente le due indagini svolte dalla scrivente per raccogliere dati e materiali di documentazione sui progetti di promozione della partecipazione dei giovani promossi dagli Enti locali emiliano-romagnoli ai fini delleducazione alla cittadinanza. Enti locali, giovani e politica indagine sui progetti di promozione della partecipazione sociale e politica che coinvolgono ragazzi tra i 15 e i 20 anni. E Nuovi cittadini di pace, unindagine sui Consigli dei ragazzi nella Provincia di Bologna. Nel sesto capitolo la scrivente formula alcune conclusioni e proposte operative concentrando la propria attenzione in particolare sulle questione della formazione di educatori e facilitatori che operano in contesti di educazione non formale interistituzionale, sulla necessit di una ampia diffusione di una cultura dei diritti dellinfanzia e delladolescenza nel mondo della politica e della scuola e su un utilizzo del dialogo autentico (in quanto principio democratico) per far s che adolescenti, giovani e adulti possano collaborare e contribuire insieme alla formulazione di politiche e alla realizzazione di progetti comuni. Ci sembra infine che si debba riconoscere che tempo di puntare con tutte le forze e in tutti i setting educativi disponibili su un impegno formativo in cui la dimensione politica non solo sia chiaramente e consapevolmente presente, ma sia considerata una delle sue caratteristiche principali. Il nostro tempo lo richiede con urgenza: lalternativa rischia di essere la disfatta dellintera umanit e dunque limpossibilit per luomo di realizzarsi nel suo pi elevato significato e nel suo autentico valore. I giovani sempre pi lo chiedono anche se non sempre utilizzano linguaggi decifrabili dagli adulti.

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Confrontarsi con lo stile di un autore e riuscire a trasferirlo con tutte le sue sfumature in unaltra lingua rappresenta da sempre per il traduttore una sfida di non poco conto, soprattutto se le peculiarit stilistiche da riprodurre sono quelle di un autore come Flaubert. nellincredibile universo racchiuso negli studi e nelle ricerche relative alla traduzione, nel quale, timidamente, ci proponiamo di inoltrarci, attraverso uno dei capolavori della letteratura mondiale, Madame Bovary, e in particolare attraverso unindagine critica di alcune traduzioni italiane realizzate da scrittori in proprio: Diego Valeri (1936), Oreste del Buono (1965), Natalia Ginzburg (1983) e Maria Luisa Spaziani (1997). Focalizzeremo la nostra attenzione innanzitutto sulla traduzione dautore, nella quale, pi che in ogni altra tipologia di atto traspositivo, si intersecano fedelt e tradimento, creativit e interventismo, letteralit e rielaborazione. Proseguiremo con unampia e articolata analisi del testo di partenza, in cui verranno messe in luce le principali peculiarit del romanzo e dello stile autoriale. Entrando poi nella specificit delle diverse traduzioni, procederemo a un esame comparativo della resa di alcuni tratti caratteristici del romanzo da parte dei vari traduttori, in particolare circa le metafore e le similitudini; la terminologia specialistica, che denota il realismo flaubertiano; i vocaboli appartenenti a diversi livelli linguistici, attinti sia dalle variet diacroniche sia da quelle sincroniche del francese e infine, alcune configurazioni frastiche particolari del testo, quelle che, anzich improntarsi alla varietas grammaticale, mostrano una monotonia grammaticale voluta, con la funzione di riprodurre a livello sintattico quanto espresso semanticamente. Seguir lanalisi del contesto socio-letterario in cui si collocano le traduzioni oggetto di studio, articolata in unindagine comparativa sullo stadio della lingua italiana, sullo statuto della traduzione e sulle attitudini traspositive riguardo a certi elementi del discorso. La determinazione del quadro dinsieme, unitamente agli aspetti estrapolati nel corso della trattazione, consentir la definizione di ogni sujet traduisant e della sua position traductive circa il significato, le finalit, le forme e i modi del tradurre, nel tentativo di ricondurre le variazioni apportate al testo originale allo stile di ogni singolo scrittore in proprio. A completamento del lavoro inseriremo in appendice la nostra proposta traduttiva degli atti del processo a Madame Bovary.

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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La societ siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sad Allah Wannus. Breve presentazione. - Riti di segni e trasformazioni., (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri pi intimi, le contraddizioni e le angosce di una societ in crisi. Interessante lanalisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella societ e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - I giorni ubriachi. , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta loccidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie lordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sad Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sad Allah Wannus (1941 1997) sicuramente uno dei principali protagonisti nellambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento quello di analizzare lopera di questautore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno doggi ancora quasi interamente non tradotte dallarabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della societ araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Saad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla citt di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studier con Jean-Louis Barrault, e dove far la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha loccasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonch di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sar chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece pi importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, Lelefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ras al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra maa Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attivit artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sar capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David lanno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E linizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritorner a scrivere solamente nel 1989, con linizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta unanalisi della struttura dellelite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 lUNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per unamara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engag: limportanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Unanalisi dellinfluenza e dellimportanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della societ araba, e soprattutto il suo impegno costante nelluso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della societ contemporanea. Punto cardine dellopera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la societ araba ripropone e che Wannus ha cercato pi volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla societ araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. Lindividuo, la famiglia, la societ ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo lessere umano nella sua fragilit. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.

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Tale lavoro di ricerca ha indagato lopera di sette scrittrici immigrate in Italia o nate da genitori immigrati che hanno composto in lingua italiana. Esse sono: Christiana de Caldas Brito, Cristina Ubax Ali Farah, Gabriella Kuruvilla, Ingy Mubiayi, Ornela Vorpsi, Laila Wadia, Jarmila Okayov. La tesi consta di una premessa, un primo capitolo in cui sono riportate le interviste fatte alle scrittrici, un secondo capitolo di analisi dei loro testi, un terzo di riflessioni di teoria letteraria ed un quarto conclusivo. In appendice sono riportate integralmente le interviste.

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This study concerns the representation of space in Caribbean literature, both francophone and Anglophone and, in particular, but not only, in the martinican literature, in the works of the authors born in the island. The analysis focus on the second half of the last century, a period in which the martinican production of novels and romances increased considerably, and where the representation and the rule of space had a relevant place. So, the thesis explores the literary modalities of this representation. The work is constituted of 5 chapters and the critical and methodological approaches are both of an analytical and comparative type. The first chapter The caribbean space: geography, history and society presents the geographic context, through an analysis of the historical and political major events occurred in the Caribbean archipelago, in particular of the French Antilles, from the first colonization until the dpartementalisation. The first paragraph The colonized space: historical-political excursus the explores the history of the European colonization that marked forever the theatre of the relationship between Europe, Africa and the New World. This social situation take a long and complex process of Re-appropriation and renegotiation of the space, (second paragraph) always the space of the Other, that interest both the Antillean society and the writers universe. So, a series of questions take place in the third paragraph Landscape and identity: what is the function of space in the process of identity construction? What are the literary forms and representations of space in the Caribbean context? Could the writing be a tool of cultural identity definition, both individual and collective? The second chapter The literary representation of the Antillean space is a methodological analysis of the notions of literary space and descriptive gender. The first paragraph The literary space of and in the novel is an excursus of the theory of such critics like Blanchot, Bachelard, Genette and Greimas, and in particular the recent innovation of the 20th century; the second one Space of the Antilles, space of the writing is an attempt to apply this theory to the Antillean literary space. Finally the last paragraph Signs on the page: the symbolic places of the antillean novel landscape presents an inventory of the most recurrent antillean places (mornes, ravines, traces, cachots, En-ville,), symbols of the history and the past, described in literary works, but according to new modalities of representation. The third chapter, the core of the thesis, Re-drawing the map of the French Antilles focused the study of space representation on francophone literature, in particular on a selected works of four martinican writers, like Roland Brival, douard Glissant, Patrick Chamoiseau and Raphal Confiant. Through this section, a spatial evolution comes out step by step, from the first to the second paragraph, whose titles are linked together The novel space evolution: from the forest of the morne to the jungle of the ville. The virgin and uncontaminated space of the Antilles, prior to the colonisation, where the Indios lived in harmony with the nature, find a representation in both works of Brival (Le sang du roucou, Le dernier des Aloukous) and of Glissant (Le Quatrime sicle, Ormerod). The arrival of the European colonizer brings a violent and sudden metamorphosis of the originary space and landscape, together with the traditions and culture of the Carabes population. These radical changes are visible in the works of Chamoiseau (Chronique des sept misres, Texaco, Lesclave vieil homme et le molosse, Livret des villes du deuxime monde, Un dimanche au cachot) and Confiant (Le Ngre et lAmiral, Eau de Caf, Ravines du devant-jour, Ngre marron) that explore the urban space of the creole En-ville. The fourth chapter represents the 2nd step: the Anglophone novel space in the exploration of literary representation of space, through an analytical study of the works of three Anglophone writers, the 19th century Lafcadio Hearn (A Midsummer Trip To the West Indies, Two Years in the French West Indies, Youma) and the contemporary authors Derek Walcott (Omeros, Map of the New World, What the Twilight says) and Edward Kamau Brathwaite (The Arrivants: A New World Trilogy). The Anglophone voice of the Caribbean archipelago brings a very interesting contribution to the critical idea of a spatial evolution in the literary representation of space, started with francophone production: The spatial evolution goes on: from the Martiniques Sketches of Hearn to the modern bards of Caribbean archipelago is the new linked title of the two paragraphs. The fifth chapter Extended look, space shared: the Caribbean archipelago is a comparative analysis of the results achieved in the prior sections, through a dialogue between all the texts in the first paragraph Francophone and Anglophone representation of space compared: differences and analogies. The last paragraph instead is an attempt of re-negotiate the conventional notions of space and place, from a geographical and physical meaning, to the new concept of commonplace, not synonym of prejudice, but common place of sharing and dialogue. The question sets in the last paragraph The commonplaces of the physical and mental map of the Caribbean archipelago: toward a non-place? contains the critical idea of the entire thesis.

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The elusive fiction of J. M. Coetzee is not a work in which you can read fixed ethical stances. I suggest testing the potentialities of a logic based on frames and double binds in Coetzee's novels. A double bind is a dilemma in communication which consists on tho conflicting messages, with the result that you cant successfully respond to neither. Jacques Derrida highlighted the strategic value of a way of thinking based on the double bind (but on frames as well), which enables to escape binary thinking and so it opens an ethical space, where you can make a choice out of a set of fixed rules and take responsibility for it. In Coetzees fiction the author himself can be considered in a double bind, seeing that he is a white South African writer who feels that his task cant be as simply as choosing to represent faithfully the violence and the racism of the apartheid or of choosing to give a voice to the oppressed. Good intentions alone do not ensure protection against entering unwittingly into complicity with the dominant discourse, and this is why is important to make the frame in which one is always situated clearly visible and explicit. The logic of the double bind becomes the way in which moral problem are staged in Coetzees fiction as well: the opportunity to give a voice to the oppressed through the same language which co-opted to serve the cause of oppression, a relation with the otherness never completed, or the representability of evil in literature, of the secret and of the paradoxical implications of confession and forgiveness.

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La tesi ha per oggetto i tre copioni danteschi di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, traspositori, rispettivamente, di Inferno, Purgatorio e Paradiso, nellambito del progetto di drammaturgia della Commedia ideato e commissionato dai Magazzini negli anni 1989-1991. Lanalisi dei copioni si basa sulle teorie espresse da Genette in Palinsesti, e si sviluppa come lettura comparativa fra ipotesto (Commedia) e ipertesti (riscritture). Contestualmente, viene approfondito il tema della ricezione di Dante nel Novecento, specie nelle forme della traduzione in immagini, e fornita un'interpretazione alla luce delle acquisizioni della critica dantesca novecentesca e della narratologia della duplice natura del poema, materia prima oscillante tra vocazione e resistenza alla trasposizione drammatica.

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Premise: In the literary works of our anthropological and cultural imagination, the various languages and the different discursive practices are not necessarily quoted, expressly alluded to or declared through clear expressive mechanisms; instead, they rather constitute a substratum, a background, now consolidated, which with irony and intertextuality shines through the thematic and formal elements of each text. The various contaminations, hybridizations and promptings that we find in the expressive forms, the rhetorical procedures and the linguistic and thematic choices of post-modern literary texts are shaped as fluid and familiar categories. Exchanges and passages are no longer only allowed but also inevitable; the post-modern imagination is made up of an agglomeration of discourses that are no longer really separable, built up from texts that blend and quote one another, composing, each with its own specificities, the great family of the cultural products of our social scenario. A literary work, therefore, is not only a whole phenomenon, delimited hic et nunc by a beginning and an ending, but is a fragment of that complex, dense and boundless network that is given by the continual interrelations between human forms of communication and symbolization. The research hypothesis: A vision is delineated of comparative literature as a discipline attentive to the social contexts in which texts take shape and move and to the media-type consistency that literary phenomena inevitably take on. Hence literature is seen as an open systematicity that chooses to be contaminated by other languages and other discursive practices of an imagination that is more than ever polymorphic and irregular. Inside this interpretative framework the aim is to focus the analysis on the relationship that postmodern literature establishes with advertising discourse. On one side post-modern literature is inserted in the world of communication, loudly asserting the blending and reciprocal contamination of literary modes with media ones, absorbing their languages and signification practices, translating them now into thematic nuclei, motifs and sub-motifs and now into formal expedients and new narrative choices; on the other side advertising is chosen as a signification practice of the media universe, which since the 1960s has actively contributed to shaping the dynamics of our socio-cultural scenarios, in terms which are just as important as those of other discursive practices. Advertising has always been a form of communication and symbolization that draws on the collective imagination myths, actors and values turning them into specific narrative programs for its own texts. Hence the aim is to interpret and analyze this relationship both from a strictly thematic perspective and therefore trying to understand what literature speaks about when it speaks about advertising, and seeking advertising quotations in post-modern fiction and from a formal perspective, with a search for parallels and discordances between the rhetorical procedures, the languages and the verifiable stylistic choices in the texts of the two different signification practices. The analysis method chosen, for the purpose of constructive multiplication of the perspectives, aims to approach the analytical processes of semiotics, applying, when possible, the instruments of the latter, in order to highlight the thematic and formal relationships between literature and advertising. The corpus: The corpus of the literary texts is made up of various novels and, although attention is focused on the post-modern period, there will also be ineludible quotations from essential authors that with their works prompted various reflections: H. De Balzac, Zola, Fitzgerald, Joyce, Calvino, etc However, the analysis focuses the corpus on three authors: Don DeLillo, Martin Amis and Aldo Nove, and in particular the followings novels: Americana (1971) and Underworld (1999) by Don DeLillo, Money (1984) by Martin Amis and Woobinda and other stories without a happy ending (1996) and Superwoobinda (1998) by Aldo Nove. The corpus selection is restricted to these novels for two fundamental reasons: 1. assuming parameters of spatio-temporal evaluation, the texts are representative of different socio-cultural contexts and collective imaginations (from the masterly glimpses of American life by DeLillo, to the examples of contemporary Italian life by Nove, down to the English imagination of Amis) and of different historical moments (the 1970s of DeLillos Americana, the 1980s of Amis, down to the 1990s of Nove, decades often used as criteria of division of postmodernism into phases); 2. adopting a perspective of strictly thematic analysis, as mentioned in the research hypothesis, the variations and the constants in the novels (thematic nuclei, topoi, images and narrative developments) frequently speak of advertising and inside the narrative plot they affirm various expressions and realizations of it: value ones, thematic ones, textual ones, urban ones, etc In these novels the themes and the processes of signification of advertising discourse pervade time, space and the relationships that the narrator character builds around him. We are looking at particle-characters whose endless facets attest the influence and contamination of advertising in a large part of the narrative developments of the plot: on everyday life, on the processes of acquisition and encoding of the reality, on ideological and cultural baggage, on the relationships and interchanges with the other characters, etc Often the characters are victims of the implacable consequentiality of the advertising mechanism, since the latter gets the upper hand over the usual processes of communication, which are overwhelmed by it, wittingly or unwittingly (for example: disturbing openings in which the protagonist kills his or her parents on the basis of a spot, former advertisers that live life codifying it through the commercial mechanisms of products, sons and daughters of advertisers that as children instead of playing outside for whole nights saw tapes of spots.) Hence the analysis arises from the text and aims to show how much the developments and the narrative plots of the novels encode, elaborate and recount the myths, the values and the narrative programs of advertising discourse, transforming them into novel components in their own right. And also starting from the text a socio-cultural reference context is delineated, a collective imagination that is different, now geographically, now historically, and from comparison between them the aim is to deduce the constants, the similarities and the variations in the relationship between literature and advertising.

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Partendo dal problema del rapporto fra la ricostruzione di un evento storico e lo statuto del testo che lo ricostruisce, la tesi si concentra nella lettura di opere riguardanti la Seconda guerra mondiale. Sono in questo senso cruciali due opere autobiografiche trattate nella prima parte del lavoro, Rue Labat Rue Ordener di Sarah Kofman (1993) e Kindheitsmuster di Christa Wolf (1976). In questi due testi la dottoranda prova a recuperare da una parte la rimemorazione letteraria di due esperienze infantili della guerra insieme opposte e complementari dal punto di vista del posizionamento della testimonianza. Il testo della Wolf ibrida la narrazione finzionale e la memoria dellevento storico vissuto nel ricordo di una bambina tedesca, il testo della Kofman recupera in una maniera quasi psicanalitica la memoria di una bambina ebrea vittima inconsapevole e quesi incosciente della Shoah. Di fronte a due topoi apparentemente gi piu volte ripercorsi nella letteratura critica del trauma postconflitto, la tesi in questione cerca di individuare il costituirsi quasi inevitabile di un soggetto identitario che osserva, vive e successivamente recupera e racconta il trauma. Se alcune posizioni della moderna storiografia e della contemporanea riflessione sulla scrittura storiografica, sottolineano la forza e limportanza dellelemento narrativo allinterno della ricostruzione storica e dellanalisi dei documenti, questa tesi sembra indicare una via possibile di studio per la letteratura comparata. Una via, cio, che non si soffermi sui fattori e sui criteri veridizionali del testo, criteri e fattori che devono restare oggetto di studio per gli storici , ma che piuttosto indaghi sul nesso ineludibile e fondativo che la scrittura stessa svela e pone in essere: il trauma, lirrompere dellevento storico nellindividuo diventa elemento costitutivo della propria identit, elemento al quale difficile dare una posizione stabile ma che allo stesso tempo non si pu evitare di raccontare, di mettere in discorso. Nella narrazione letteraria di eventi storici esiste dunque un surplus di senso che sta tutto nella costituzione di una posizione dalla quale raccontare, di un punto di vista. Il punto di vista (come ci ricorda De Certeau ne Les lieux des autres in quel saggio dedicato ai cannibali di Montaigne,che viene poi ripreso senza essere mai citato da Ginzburg ne Il filo e le tracce) non mai dato a priori nel discorso, il risultato di un conflitto e di una lotta. Il testo che rende conto e recupera la memoria di un passato storico, in particolare di un passato storico conflittuale, di una guerra, di una violenza, per quanto presenti un punto di vista preciso e posizionato, per quanto possa apparire un frutto di determinate strategie testuali e di determinati obiettivi pragmatici, pur sempre una narrazione il cui soggetto porta in s, identitariamente, le ferite e i traumi dellevento storico. Nei casi di Wolf e Kofman abbiamo quindi un rispecchiamento reciproco che fra il tentativo di una ricostruzione della memoria infantile e il recupero dellelemento intersoggettivo e storico si apre alla scrittura e alla narrazione. La posizione del soggetto che ha vissuto lirrompere del dramma storico nel discorso lo costituisce e lo delega a essere colui che parla e colui che vede. In un qualche modo la Storia per quanto possa essere creatrice di eventi e per quanto possa trasformare lesistenza del soggetto non essa stessa percepibile finch non si posiziona attraverso il soggetto trasformato e modificato allinterno del discorso. In questa continua ricerca di un equilibrio possibile fra realt e discorso si pone il problema dellessere soggetto in mezzo ad altri soggetti. E questo in un duplice aspetto: nellaspetto della rappresentazione dellaltro, cio nel problema di come la memoria riorganizzi e ricrei i soggetti in gioco nellevento storico; e poi nella rappresentazione di se stesso per gli altri, nella rappresentazione cioe del punto di vista. Se nel romanzo autobiografico di Kofman tutta la storia veniva a ricondursi alla narrazione privata del soggetto che, come in una seduta psicanalitica recupera e insieme si libera del proprio conflitto interiore, della propria memoria offesa; se nel romanzo di Wolf si cercava un equilibrio fra una soggettivita infantile ormai distante in terza persona e una soggettivit rammemorante che prendeva posizione nel romanzo nella seconda persona; la cerniera sia epistemologica sia narratologica fra la prima e la seconda parte della tesi pare essere Elsa Morante e il suo romanzo La Storia. Lopera della Morante sembra infatti farsi pieno carico della responsabilit di non poter piu ridurre la narrazione del trauma alla semplice presa in carico del soggetto autobiografico. Il soggetto che, per dirla ancora con De Certeau, pu esprimere il proprio punto di vista perche in qualche modo si salvato dalla temperie della storia, non si pone nel discorso come punto di inizio e di fine di qualsiasi percezione del trauma, ma si incarna in uno o pi personaggi che in un qualche modo rappresentino lirrapresentabile e lirrapresentato. La storia diventa quindi elemento non costitutivo di un'identit capace di ri-raccontarsi o almeno non solo, diventa fattore costitutivo di unidentit capace di raccontare laltro, anzi gli altri, tutti coloro che il conflitto, la violenza ha in un qualche modo cancellato. Cos accade allinfanzia tradita e offesa del piccolo Useppe, che viene soffocato non solo nella sua possibilita di svilupparsi, di essere punto di vista del discorso, ma anche nella possibilita di essere osservatore vivo dellevento; cosi accade a Ida, donna e madre, che la Storia lentamente e inesorabilmente spersonalizza riducendola a essere soggetto passivo e vittima degli eventi. Ecco quindi che la strada aperta dalla Morante permette alla memoria di proiettarsi in una narrazione comune e di condividere e suddividere la posizione centrale del soggetto in una costellazione differente di soggetti. A questo punto si apre, attraverso le tecniche della storia orale e la loro narrativizzazione, una strategia di recupero della memoria evidenziata nellultima parte della tesi. La strada intrapresa da autori come i Wu Ming e come Andrea Levy ne un esempio. Sganciati per evidenti ragioni biografiche e anagrafiche (sono tutti nati ben dopo la fine del secondo conflitto mondiale) da qualsiasi tentazione autobiografica, i primi intraprendono una vera e propria ridistribuzione dei punti di vista sulla storia. In romanzi come Manituana si viene a perdere, almeno a un primo e forse piu superficiale livello, qualsiasi imposizione fissa del punto di vista. Una molteplicit di soggetti si prende carico di raccontare la storia da differenti posizioni, ma la apparente molteplicit degli sguardi non si riduce a una frammentazione delletica del racconto quanto piuttosto alla volont di fare emergere tra gli altri anche il punto di vista dello sconfitto e dellinerme. Al passato oscuro della violenza storica si contrappone in un qualche modo la messa in discorso del soggetto che cerca attraverso la costituzione non solo di un soggetto ma di una pluralitdi voci , di ritrovare un armonia, di riassimilare la propria memoria condividendola nel testo letterario.

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The construction and use of multimedia corpora has been advocated for a while in the literature as one of the expected future application fields of Corpus Linguistics. This research project represents a pioneering experience aimed at applying a data-driven methodology to the study of the field of AVT, similarly to what has been done in the last few decades in the macro-field of Translation Studies. This research was based on the experience of Forlixt 1, the Forl Corpus of Screen Translation, developed at the University of Bolognas Department of Interdisciplinary Studies in Translation, Languages and Culture. As a matter of fact, in order to quantify strategies of linguistic transfer of an AV product, we need to take into consideration not only the linguistic aspect of such a product but all the meaning-making resources deployed in the filmic text. Provided that one major benefit of Forlixt 1 is the combination of audiovisual and textual data, this corpus allows the user to access primary data for scientific investigation, and thus no longer rely on pre-processed material such as traditional annotated transcriptions. Based on this rationale, the first chapter of the thesis sets out to illustrate the state of the art of research in the disciplinary fields involved. The primary objective was to underline the main repercussions on multimedia texts resulting from the interaction of a double support, audio and video, and, accordingly, on procedures, means, and methods adopted in their translation. By drawing on previous research in semiotics and film studies, the relevant codes at work in visual and acoustic channels were outlined. Subsequently, we concentrated on the analysis of the verbal component and on the peculiar characteristics of filmic orality as opposed to spontaneous dialogic production. In the second part, an overview of the main AVT modalities was presented (dubbing, voice-over, interlinguistic and intra-linguistic subtitling, audio-description, etc.) in order to define the different technologies, processes and professional qualifications that this umbrella term presently includes. The second chapter focuses diachronically on various theories contribution to the application of Corpus Linguistics methods and tools to the field of Translation Studies (i.e. Descriptive Translation Studies, Polysystem Theory). In particular, we discussed how the use of corpora can favourably help reduce the gap existing between qualitative and quantitative approaches. Subsequently, we reviewed the tools traditionally employed by Corpus Linguistics in regard to the construction of traditional written language corpora, to assess whether and how they can be adapted to meet the needs of multimedia corpora. In particular, we reviewed existing speech and spoken corpora, as well as multimedia corpora specifically designed to investigate Translation. The third chapter reviews Forlixt 1's main developing steps, from a technical (IT design principles, data query functions) and methodological point of view, by laying down extensive scientific foundations for the annotation methods adopted, which presently encompass categories of pragmatic, sociolinguistic, linguacultural and semiotic nature. Finally, we described the main query tools (free search, guided search, advanced search and combined search) and the main intended uses of the database in a pedagogical perspective. The fourth chapter lists specific compilation criteria retained, as well as statistics of the two sub-corpora, by presenting data broken down by language pair (French-Italian and German-Italian) and genre (cinemas comedies, televisions soapoperas and crime series). Next, we concentrated on the discussion of the results obtained from the analysis of summary tables reporting the frequency of categories applied to the French-Italian sub-corpus. The detailed observation of the distribution of categories identified in the original and dubbed corpus allowed us to empirically confirm some of the theories put forward in the literature and notably concerning the nature of the filmic text, the dubbing process and Italian dubbed languages features. This was possible by looking into some of the most problematic aspects, like the rendering of socio-linguistic variation. The corpus equally allowed us to consider so far neglected aspects, such as pragmatic, prosodic, kinetic, facial, and semiotic elements, and their combination. At the end of this first exploration, some specific observations concerning possible macrotranslation trends were made for each type of sub-genre considered (cinematic and TV genre). On the grounds of this first quantitative investigation, the fifth chapter intended to further examine data, by applying ad hoc models of analysis. Given the virtually infinite number of combinations of categories adopted, and of the latter with searchable textual units, three possible qualitative and quantitative methods were designed, each of which was to concentrate on a particular translation dimension of the filmic text. The first one was the cultural dimension, which specifically focused on the rendering of selected cultural references and on the investigation of recurrent translation choices and strategies justified on the basis of the occurrence of specific clusters of categories. The second analysis was conducted on the linguistic dimension by exploring the occurrence of phrasal verbs in the Italian dubbed corpus and by ascertaining the influence on the adoption of related translation strategies of possible semiotic traits, such as gestures and facial expressions. Finally, the main aim of the third study was to verify whether, under which circumstances, and through which modality, graphic and iconic elements were translated into Italian from an original corpus of both German and French films. After having reviewed the main translation techniques at work, an exhaustive account of possible causes for their non-translation was equally provided. By way of conclusion, the discussion of results obtained from the distribution of annotation categories on the French-Italian corpus, as well as the application of specific models of analysis allowed us to underline possible advantages and drawbacks related to the adoption of a corpus-based approach to AVT studies. Even though possible updating and improvement were proposed in order to help solve some of the problems identified, it is argued that the added value of Forlixt 1 lies ultimately in having created a valuable instrument, allowing to carry out empirically-sound contrastive studies that may be usefully replicated on different language pairs and several types of multimedia texts. Furthermore, multimedia corpora can also play a crucial role in L2 and translation teaching, two disciplines in which their use still lacks systematic investigation.

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La presente tesi dimostra che la letteratura nera canadese pu costituire una critica al concetto di appartenenza, cos come stato sempre rappresentato nel Canada anglofono. Pi specificatamente, prende in considerazione tre scrittori contemporanei George Elliott Clarke, Austin Clarke e Dionne Brand che mettono in evidenza, seppure non nei termini classici, ci che Stuart Hall descrive come quegli aspetti delle nostre identit che scaturiscono dal nostro appartenere a distinte culture etniche, razziali, linguistiche, religiose e soprattutto nazionali (Stuart Hall, Modernity 596). Ognuno di essi, infatti, pone in evidenza il senso di appartenenza culturale in modo incerto, ambivalente e perfino estremamente critico. Lanalisi dei loro testi, inoltre, imprescindibile, dallo studio di tre discorsi (termine da intendersi secondo la definizione proposta da Ian Angus): il nazionalismo, il multiculturalismo e la diaspora che sembrano condizionare e limitare i termini semantici, concettuali e politici dellappartenenza culturale, specialmente nellambito degli studi canadesi e postcoloniali. In realt, autori quali Austin Clarke e Dionne Brand, offrendo una prospettiva unica ed originale da cui avviare una critica a tali concetti, propongono dei linguaggi di appartenenza diversi e, di conseguenza, modi alternativi di manifestare e concretizzare, non solo un attaccamento culturale, ma anche un impegno politico profondo. Il lavoro composto dallIntroduzione, in cui vengono esplicitate le ragioni dellargomento scelto; il Capitolo I, che funge da impianto metodologico alla ricerca, spiega il concetto di appartenenza; da tre Capitoli centrali, ciascuno dedicato ad un singolo autore, che esaminano una serie di opere, di ogni singolo autore, al fine di esaminare e giudicare i tre discorsi; e dalla Conclusione che contiene delle considerazioni sul ruolo della letteratura nera canadese allinterno degli studi canadesi contemporanei e postcoloniali.