237 resultados para ORTHOREXIA NERVOSA


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L’erosione dentale è definita come una perdita progressiva e irreversibile dei tessuti duri del dente, a causa di un processo chimico che non coinvolge i batteri. La sua prevalenza è accresciuta negli ultimi anni nella popolazione generale, particolarmente nei bambini e negli adolescenti e rappresenta attualmente un’enorme sfida per la cura della salute orale. L'eziologia delle erosioni è difficile da diagnosticare perché può essere il risultato di una varietà di fattori e si può manifestare in maniera differente in base alla causa che l’ha determinata. L’eziologia può essere intrinseca, cioè derivante dal contenuto acido dello stomaco associato a disordini alimentari come l’anoressia, la bulimia nervosa, il reflusso gastro-esofageo e il regurgito, o estrinseca, derivante dal contenuto acido proveniente dall’ambiente esterno (cibi dietetici, bevande analcoliche, succhi di frutta, ecc). L’erosione è particolarmente frequente nei bambini e poiché i soggetti che presentano erosioni in dentizione decidua hanno un rischio aumentato di manifestare erosioni in dentizione permanente, una diagnosi precoce e una prevenzione attuata in tenera età, aiuterà a prevenire il danno a carico dei denti permanenti. Inoltre se l’erosione dentale non è controllata e stabilizzata, il bambino potrebbe soffrire di severe perdite di superfici dentali, sensibilità dentale, malocclusione, inestetismi o anche ascessi dentali dei denti affetti. Lo studio caso-controllo è stato condotto dalla Sezione di Odontostomatologia del Dipartimento Testa - Collo, in collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Univesitaria di Parma. Il gruppo di studio comprende 60 pazienti di età compresa tra i 4 e i 13 anni. Dei 60 bambini arruolati, 30 presentano sintomi e storia clinica di GERD, mentre gli altri 30 sono bambini sani senza alcun sintomo di GERD o di altri disturbi gastrointestinali. Il gruppo campione A include anche soggetti affetti, oltre che dal reflusso gastro-esofageo, da varie forme di disabilità, in alcune delle quali il GERD sembra essere parte del quadro sindromico. I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato una prevalenza maggiore di erosioni dentali nel gruppo di bambini affetti da GERD, rispetto ai bambini sani, in accordo con quanto riportato dalla letteratura.

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Obiettivo della tesi è stato quello di studiare il ruolo svolto dall’ipotalamo laterale (LH) nella regolazione dei processi di integrazione dell’attività autonomica e termoregolatoria con quella degli stati di veglia e sonno. A questo scopo, l’attività dell’LH è stata inibita per 6 ore (Esperimento A) mediante microiniezioni locali dell’agonista GABAA muscimolo nel ratto libero di muoversi, nel quale sono stati monitorati in continuo l’elelttroencefalogramma, l’elettromiogramma nucale, la pressione arteriosa (PA) e la temperatura ipotalamica (Thy) e cutanea. Gli animali sono stati studiati a temperatura ambientale (Ta) di 24°C e 10°C. I risultati hanno mostrato che l’inibizione acuta dell’LH riduce l’attività di veglia e sopprime la comparsa del sonno REM. Ciò avviene attraverso l’induzione di uno stato di sonno NREM caratterizzato da ipersincronizzazione corticale, con scomparsa degli stati transizionali al sonno REM. Quando l’animale è esposto a bassa Ta, tali alterazioni si associano a un ampio calo della Thy, che viene compensato da meccanismi vicarianti solo dopo un paio d’ore dall’iniezione. Sulla base di tali risultati, si è proceduto ad un ulteriore studio (Esperimento B) volto ad indagare il ruolo del neuropeptide ipocretina (prodotto in modo esclusivo a livello dell’LH) nei processi termoregolatori, mediante microiniezioni del medesimo nel bulbo rostrale ventromediale (RVMM), stazione cruciale della rete nervosa preposta all’attivazione dei processi termogenetici. La somministrazione di ipocretina è stata in grado di attivare la termogenesi e di potenziare la comparsa della veglia, con concomitante lieve incremento della PA e della frequenza cardiaca, quando effettuata alle Ta di 24°C o di 10°C, ma non alla Ta di 32°C. In conclusione, i risultati indicano che l’LH svolge un ruolo cruciale nella promozione degli stati di veglia e di sonno REM e, per tramite dell’ipocretina, interviene in modo coplesso a livello del RVMM nella regolazione dei processi di coordinamento dell'attività di veglia con quella termoregolatoria.

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OBIETTIVI: Per esplorare il contributo dei fattori di rischio biomeccanico, ripetitività (hand activity level – HAL) e forza manuale (peak force - PF), nell’insorgenza della sindrome del tunnel carpale (STC), abbiamo studiato un’ampia coorte di lavoratori dell’industria, utilizzando come riferimento il valore limite di soglia (TLV©) dell’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH). METODI: La coorte è stata osservata dal 2000 al 2011. Abbiamo classificato l’esposizione professionale rispetto al limite di azione (AL) e al TLV dell’ACGIH in: “accettabile” (sotto AL), “intermedia” (tra AL e TLV) e “inaccettabile” (sopra TLV). Abbiamo considerato due definizioni di caso: 1) sintomi di STC; 2) sintomi e positività allo studio di conduzione nervosa (SCN). Abbiamo applicato modelli di regressione di Poisson aggiustati per sesso, età, indice di massa corporea e presenza di patologie predisponenti la malattia. RISULTATI: Nell’intera coorte (1710 lavoratori) abbiamo trovato un tasso di incidenza (IR) di sintomi di STC di 4.1 per 100 anni-persona; un IR di STC confermata dallo SCN di 1.3 per 100 anni-persona. Gli esposti “sopra TLV” presentano un rischio di sviluppare sintomi di STC di 1.76 rispetto agli esposti “sotto AL”. Un andamento simile è emerso per la seconda definizione di caso [incidence rate ratios (IRR) “sopra TLV”, 1.37 (intervallo di confidenza al 95% (IC95%) 0.84–2.23)]. Gli esposti a “carico intermedio” risultano a maggior rischio per la STC [IRR per i sintomi, 3.31 (IC95% 2.39–4.59); IRR per sintomi e SCN positivo, 2.56 (IC95% 1.47–4.43)]. Abbiamo osservato una maggior forza di associazione tra HAL e la STC. CONCLUSIONI: Abbiamo trovato un aumento di rischio di sviluppare la STC all’aumentare del carico biomeccanico: l’aumento di rischio osservato già per gli esposti a “carico intermedio” suggerisce che gli attuali valori limite potrebbero non essere sufficientemente protettivi per alcuni lavoratori. Interventi di prevenzione vanno orientati verso attività manuali ripetitive.

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Adrenocortical tumors are rare in children and present with variable signs depending on the type of hormone excess. We herein describe the unusual presentation of a child with adrenocortical tumor and introduce the concept of in vitro chemosensitivity testing. CASE REPORT: A 10.5-year-old girl presented with hypertrichosis/hirsutism and weight loss. The weight loss and behavioral problems, associated with halted puberty and growth, led to the initial diagnosis of anorexia nervosa. However, subsequent weight gain but persisting arrest in growth and puberty and the appearance of central fat distribution prompted further evaluation. RESULTS AND FOLLOW-UP: 24h-urine free cortisol was elevated. Morning plasma ACTH was undetectable, while cortisol was elevated and circadian rhythmicity was absent. Thus a hormonally active adrenal cortical tumor (ACT) was suspected. On magnetic resonance imaging (MRI) a unilateral, encapsulated tumor was found which was subsequently removed surgically. Tissue was investigated histologically and for chemosensitivity in primary cell cultures. Although there were some risk factors for malignancy, the tumor was found to be a typical adenoma. Despite this histology, tumor cells survived in culture and were sensitive to cisplatin in combination with gemcitabine or paclitaxel. At surgery, the patient was started on hydrocortisone replacement which was unsuccessfully tapered over 3 months. Full recovery of the hypothalamus-pituitary-adrenal axis occurred only after 3 years. CONCLUSIONS: The diagnosis of a hormonally active adrenocortical tumor is often delayed because of atypical presentation. Cortisol replacement following unilateral tumor excision is mandatory and may be required for months or years. Individualized chemosensitivity studies carried out on primary cultures established from the tumor tissue itself may provide a tool in evaluating the effectiveness of chemotherapeutic drugs in the event that the adrenocortical tumor may prove to be carcinoma.

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There is increasing preclinical and clinical evidence of the important role played by the gastric peptide hormone ghrelin in the pathogenesis of symptoms of depression and eating disorders. To investigate the role of ghrelin and its considered counterpart, peptide tyrosine tyrosine (PYY), in the development of bulimic and depressive symptoms induced by catecholamine depletion, we administered the tyrosine hydroxylase inhibitor alpha-methyl-paratyrosine (AMPT) in a randomized, double-blind, placebo-controlled crossover, single-site experimental trial to 29 healthy controls and 20 subjects with fully recovered bulimia nervosa (rBN). We found a decrease between peprandial and postprandial plasma ghrelin levels (p < 0.0001) and a postprandial rise in plasma PYY levels (p < 0.0001) in both conditions in the entire study population. Plasma ghrelin levels decreased in the entire study population after treatment with AMPT compared to placebo (p < 0.006). AMPT-induced changes in plasma ghrelin levels were negatively correlated with AMPT-induced depressive symptoms (p < 0.004). Plasma ghrelin and plasma PYY levels were also negatively correlated (p < 0.05). We did not observe a difference in ghrelin or PYY response to catecholamine depletion between rBN subjects and healthy controls, and there was no correlation between plasma ghrelin and PYY levels and bulimic symptoms induced by catecholamine depletion. These findings suggest a relationship between catecholamines and ghrelin with depressive symptoms.

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En el caso clínico se trató periodontalmente a la paciente C. J., con diagnóstico de bulimia y anorexia nerviosa purgativa. Se destacó el importante trabajo de motivación, que dio como resultado una respuesta excelente en su salud bucal. Se contó con la posibilidad de colocar implantes dentales con buen resultado postoperatorio, lo cual es promisorio en cuanto a lograr rehabilitarla con una solución fija, que no sufrirán de patologías como la caries, pero sí pueden afectarlos las secuelas de una enfermedad periodontal, por lo que se remarca la importancia de los mantenimientos periodontales para lograr un muy buen pronóstico en su futura salud y rehabilitación oral.

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Als man nach dem ersten Weltkrieg im verkleinerten Deutschland nach der Möglichkeit von Neulandgewinnung suchte, dachte man auch an eineTrockenlegung der ostpreußischen Haffe. Aus diesem Anlaß wurden umfangreiche Bohrungen ausgeführt, um ein möglichst genaues Bild vom Untergrunde der Haffe zu bekommen. Auf Veranlassung der Preußischen Geologischen Landesanstalt wurde ich mit der Untersuchung der Diatomeen in den Bohrproben beauftragt. Die Arbeit wurde 1934 begonnen und Ende 1937 wurde der letzte Arbeitsbericht abgeliefert. Die beabsichtigte Veröffentlichung ist bisher unterblieben, weil die Druckvorlagen später verloren gegangen sind. Seitdem sind über die Haffuntersuchungen mehrere Teilergebnisse veröffentlicht worden, von denen hier schon wegen der Terminologie die pollenanalytischen Arbeiten von L. HEIN (1941) und HUGO GROSS (1941) erwähnt seien, auf die im Abschnitt Il 2e näher eingegangen wird. Bei der geologischen Auswertung war Zurückhaltung geboten; denn es wäre gewagt, allein aus der Perspektive der Diatomeenforschung endgültige Aussagen machen zu wollen. Darum habe ich mich bemüht, das Material so weit aufzuschließen, daß es Geologen später auch bei veränderter Fragestellung auswerten können. "Die Theorien wechseln, aber die Tatsachen bleiben." Der Initiative des Herrn Prof. Dr. K. GRIPP und der finanziellen Hilfe der Deutschen Forschungsgemeinschaft ist es zu verdanken, daß die vorliegende Arbeit im Druck erscheinen kann. Zusammenfassung 1. Nur in den alluvialen Schichten des Kurischen Haffs wurden Diatomeen gefunden. 2. Die Diatomeenflora des Kurischen Haffs besteht zur Hauptsache aus Süßwasserformen. 3. Salzwasserformen finden sich in allen Schichten verstreut unter der Süßwasserflora. Wenn sie auch nach Zahl der Arten in manchen Proben einen erheblichen Prozentsatz der Flora ausmachen, so ist doch die Zahl der Individuen stets so gering, daß man nirgends von einer Brackwasserflora sprechen kann. 4. Die Süßwasserflora besteht in den unteren Schichten vorwiegend aus Grundformen; und zwar machen die epiphytischen Bewohner flacher Sumpfgewässer einen großen Teil der Flora aus. 5. In einzelnen Bohrungen kommt in den untersten alluvialen Schichten eine Grundflora mit zahlreichen Mastogloien vor. Dies sind die ältesten diatomeenführenden Schichten, entstanden in isolierten Sumpfgewässern. 6. Die übrigen Schichten mit überwiegender Grundflora sind vermutlich Ablagerungen der Ancyluszeit. 7. Die oberen Schichten, in denen die Planktondiatomeen überwiegen, dürften größtenteils der Litorina-Transgressionszeit angehören, jedoch ist der Transgressions-Kontakt nicht klar zu erkennen. 8. Das Ende der Litorinazeit ist noch weniger erkennbar, da eine grundsätzliche Veränderung der Flora nach oben nicht zu beobachten ist. 9. Die ostbaltischen Charakterformen sind in allen Schichten vertreten.

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Although conventional sediment parameters (mean grain size, sorting, and skewness) and provenance have typically been used to infer sediment transport pathways, most freshwater, brackish, and marine environments are also characterized by abundant sediment constituents of biological, and possibly anthropogenic and volcanic, origin that can provide additional insight into local sedimentary processes. The biota will be spatially distributed according to its response to environmental parameters such as water temperature, salinity, dissolved oxygen, organic carbon content, grain size, and intensity of currents and tidal flow, whereas the presence of anthropogenic and volcanic constituents will reflect proximity to source areas and whether they are fluvially- or aerially-transported. Because each of these constituents have a unique environmental signature, they are a more precise proxy for that source area than the conventional sedimentary process indicators. This San Francisco Bay Coastal System study demonstrates that by applying a multi-proxy approach, the primary sites of sediment transport can be identified. Many of these sites are far from where the constituents originated, showing that sediment transport is widespread in the region. Although not often used, identifying and interpreting the distribution of naturally-occurring and allochthonous biologic, anthropogenic, and volcanic sediment constituents is a powerful tool to aid in the investigation of sediment transport pathways in other coastal systems.

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I measured the strength of interaction between a marine herbivore and its growing resource over a realistic range of absolute and relative abundances. The herbivores (hermit crabs: Pagurus spp.) have slow and/or weak functional and numerical responses to epiphytic diatoms (Isthmia nervosa), which show logistic growth in the absence of consumers. By isolating this interaction in containers in the field, I mimicked many of the physical and biological variables characteristic of the intertidal while controlling the densities of focal species. The per capita effects of consumers on the population dynamics of their resource (i.e., interaction strength) were defined by using the relationship between hermit crab density and proportional change in the resource. When this relationship is fit by a Weibull function, a single parameter distinguishes constant interaction strength from one that varies as a function of density. Constant interaction strength causes the proportion of diatoms to fall linearly or proportionally as hermit crab density increases whereas per capita effects that increase with density cause an accelerating decline. Although many mathematical models of species interactions assume linear dynamics and invariant parameters, at least near equilibrium, the per capita effects of hermit crabs on diatoms varied substantially, apparently crossing a threshold from weak to strong when consumption exceeded resource production. This threshold separates a domain of coexistence from one of local extinction of the resource. Such thresholds may help explain trophic cascades, resource compensation, and context-dependent interaction strengths, while indicating a way to predict trophic effects, despite nonlinearities, as a function of vital rates.

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Anorexia nervosa is a disorder characterized by ego-syntonic self-starvation and is associated with impairment in functioning, emotional distress, psychiatric comorbidity, and an elevated mortality risk. Evidence-based data on treatment interventions for anorexia nervosa are scarce despite the need for more targeted and effective treatments. This paper offers an integrative model using humor as a therapeutic intervention for the treatment of anorexia nervosa. It proposes that the integration and application of humor in psychotherapy can be a powerful adjunct in treatment because it has the potential to activate change in the physiological, cognitive, emotional, and interpersonal realms negatively affected by this disorder.

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Trabalho Final do Curso de Mestrado Integrado em Medicina, Faculdade de Medicina, Universidade de Lisboa, 2014