718 resultados para Maxixe (Musica)
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Référence bibliographique : Wild, II, 102
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Contrairement à l'opinion formulée dans la littérature, les motets de Victoria sont majoritairement homophoniques. Cette prééminence se manifeste notamment dans le premier livre de motets du compositeur (Venise, 1572), qui comporte plus de la moitié des pièces qu'il a laissées dans le genre. Dans cette publication, 58% de l'ensemble des sections qui composent les motets sont homophoniques. En outre, plus le nombre de voix des pièces est élevé (5, 6 et 8 voix, par opposition aux motets à 4 voix), plus l'homophonie est utilisée. Cependant, les débuts des motets sont majoritairement imitatifs. Deux types de sections homophoniques jouent un rôle de poids. Le premier fait intervenir des sous-sections basées sur le même sujet dans une combinatoire répétition/variation. Dans les motets à 6, une opposition de registre aigu/grave renforce le procédé. Le second type voit se succéder des sous-sections nouvelles qui reposent sur des unités textuelles non répétées. Les sections homophoniques déploient une grande variété d'écriture, qui va de l'extrême « simplicité » à une complexité marquée. L'immédiate succession de sections bien différenciées constitue un marqueur formel fort. L'écriture, quel que soit le degré de complexité, repose régulièrement sur des modèles de progression intervallique. Si l'homophonie est prépondérante, son utilisation conjointe avec l'imitation reste primordiale dans la conception du motet qu'a le compositeur. Ces deux facteurs participent de la « modernité » des pièces. Ils répondent aux préoccupations humanistes des érudits de la musique, à qui le recueil est destiné et appartiennent de ce fait à la musica reservata.
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Opinnäytetyössäni tarkastelen Bolognan konservatorion huilunsoiton opetusta. Työ on vaihto-opiskelijan silmin tehty katsaus vieraan kulttuurin opetuskäytäntöihin ja niitä ohjaavaan opetussuunnitelmaan. Tarkastelussa painottuu myös vertaileva näkökulma suomalaiseen musiikkioppilaitosjärjestelmään. Kohtaamani erilainen opetus- ja soittokulttuuri herätti kysymään, miten tuntitilannetyöskentely vaikuttaa oppimistuloksiin. Opetustilanteiden osalta keskityn tarkastelemaan ohjelmiston käyttöä ja vuorovaikutusta tunneilla sekä käsittelen lyhyesti opetuksessa esiintyviä rooleja. Taustana tarkastelulle esittelen opetussuunnitelmaa ja sen opetukselle asettamia tavoitteita. Näin pyrin avaamaan lukijalle yleisemmin huilun soiton opetusta Bolognan konservatoriossa. Työn kirjallisena aineistona olen käyttänyt Bolognan konservatorion opetussuunnitelmaa ja tuntitilanteista tekemiäni muistiinpanoja. Havainnoin yhden huilunsoitonopettajan työskentelyä kuuden eri oppilaan kanssa keväällä 2005. Oppilaat olivat iältään 12-20 vuotiaita ja soittaneet 3-6 vuotta. Lisäksi kirjallisuutena käytän suomalaisesta musiikkioppilaitosjärjestelmästä kirjoitettuja teoksia. Hyödynnän työssäni myös Bolognan konservatorion huilunsoitonopettajien ja -opiskelijoiden kanssa käymiäni keskusteluja. Lähestymistavakseni olen valinnut suomalaisen musiikinopiskelijan subjektiivisen näkökulman. Olen poiminut tarkastelun kohteeksi muutamia kiinnostavia tuntitilanteissa ilmeneviä teemoja, mutta aihe tarjoaa runsaasti materiaalia lisätutkimusta varten. Työn tarkoitus on herättää kysymään, mitä voisimme oppia toisen kulttuurin opetuskäytännöistä. Toivon työn antavan ideoita erityisesti huilunsoitonopettajille oman opetuksen kehittämiseen ja suomalaisessa soitinmusiikin opetuksessa vallitsevien käytäntöjen pohtimiseen.
L’educació emocional a través de la música per afavorir la convivencia l’aula en l’Educació Primària
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L’educació emocional cada dia guanya més rellevància en l’àmbit educatiu. S’està comprovant que les emocions estan molt lligades al desenvolupament intel·lectual i social de les persones. La pràctica inclosa en aquest treball pretén afirmar la hipòtesi de que l’educació emocional a través de la música afavoreix la convivència a l’aula. Grans teòrics, al llarg de la història, han destinat part de la seva carrera a l’estudi de l’evolució del concepte d’emoció i les diferents vessants relacionades amb aquesta, com la intel·ligència emocional i/o l’educació emocional. L’ús de la musica com a recurs per treballar l’educació emocional ha permès un progrés en la convivència a l’aula, gràcies al seu efecte socialitzador.
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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.
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La presente tesi di ricerca si propone di studiare la danza della sarabanda come capolavoro di musica, retorica e poesia in tre delle Sechs Partiten für klavier di J. S. Bach (BWV 825-830). Lo studio svolto è fondamentalmente di tipo retorico: permette di individuare e interpretare la struttura oratorialepoetica del discorso letterario-musicale nelle tre danze scelte e di imarcarne i suoi aspetti più salienti di ritmica e ornatus. L’approccio permette di osservare, con uno sguardo di comparazione, la presenza di un percorso retorico comune alle tre sarabande, che evolve con gradualità, differenziandole nettamente: ciò riesce a valorizzare a pieno la danza nella sua forza ed efficacia espressiva, che la rende di fatto il movimento di massima commozione di ogni Partita.
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Este artículo analiza el proceso de implementación de una plataforma municipal basada en el catastro para la recogida sistemática de datos para el diseño y monitoreo de las políticas públicas mediante el uso de aplicaciones de software libre en las ciudades mozambiqueñas de Manhiça, Inhambane y Maxixé, apuntando elementos para discernir en qué medida el uso de software libre es determinante o no en el éxito en la implementación de este tipo de plataformas.
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Digitoitu 26. 8. 2008.
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Soitinnus: orkesteri.
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Soitinnus: jousiorkesteri.
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Soitinnus: orkesteri.
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Soitinnus: orkesteri.
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Soitinnus: orkesteri.
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Digitoitu 15. 7. 2008.
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Digitoitu 15. 7. 2008.