988 resultados para II-VI semiconductor


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La ricerca è stata incentrata su di una fonte di grande importanza per una più puntuale comprensione della vita del regno di Federico II: il Quaternus excadenciarum Capitinate. Essa ha tenuto presenti le altre fonti coeve: Liber Augustalis, Registro della Cancelleria di Federico II degli anni 1239-1240, fonti cronachistiche. Il Quaternus è un inventario di talune particolari categorie di beni demaniali, le excadencie, la cui concessione è scaduta e pertanto ritornano al fisco. Tali beni sono situati in 33 località del Giustizierato di Capitanata. Senza data, è stato redatto tra il 1249 e il 1250 (risultano inseriti i beni confiscati a Pier della Vigna, bollato di tradimento nel febbraio 1249). Obiettivo della ricerca è stato duplice: 1) analizzare e approfondire le questioni di natura giuridico-istituzionale ed economica implicate nel documento e tentare di ricostruire uno spaccato della Capitanata del XIII sec.; 2) offrire una nuova e più corretta edizione del testo. La prima parte dello studio ha inteso inquadrare il documento nel contesto delle esigenze proprie delle monarchie del tempo di tenere sotto controllo i beni immobili di ciascun regno ed analizzare la politica economica fridericiana (capp. I, II). La seconda parte è stata dedicata agli approfondimenti innanzi ricordati. Essa è struttura in sette capitoli (I. Il Quaternus excadenciarum Capitinate; II. Beni e diritti costituenti le excadencie Capitinate; III. Il Quaternus come specchio di una politica dispotica; IV. La gestione delle excadencie; V. Pesi e misure; VI. Monete e valori; VII. Il Quaternus come documento sullo stato della Capitanata nel XIII secolo). In appendice: tabelle che offrono per ciascuna delle 33 località considerate, puntuali indicazioni dei beni e diritti censiti, dei nomi dei titolari delle concessioni (spesso personaggi di rango) e delle relative rendite.

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The main goals of this thesis were the design, synthesis, and characterization of novel organic semiconductors, together with their applications in electronics, such as OFETs, OPVs, and OLEDs. The results can be summarized as follows:rn1. In chapter II, two novel angular n-type molecules were presented. Their different alkyl chains play a pivotal role in the molecular orientation relative to surface. One molecule with longer branched chains is tilted with respect to the substrate, thereby resulting in poor device performance, while the other adopt an edge-on orientation with an OFET electron mobility of 0.01 cm2 V-1 s-1.rn2. In chapter III, fused bis-benzothiadiazoles with different molecular geometries, namely linear benzoquinone-fused bis(benzothiadiazole) and V-shaped sulfone-fused bis(benzothiadiazole), were shown. This work not only contributes to the diversity of electron acceptors based on bis-benzothiadiazole moieties, but also highlights the important role of molecular shape for the solid-state packing of organic conjugated materials. In chapter IV, we demonstrated the synthesis of layered acceptors via dimerization of thiadiazole end-capped acenes. Interestingly, they feature huge differences in their photophysical properties. One compound showed a new strong emission in the near-infrared region introduced by the aggregation effect. The planosymmetric compound featured intramolecular excimer (IEE) fluorescence in solution. rn3. In chapter V and VI, we have demonstrated the synthesis of novel spiro-bifluorene based asymmetric and symmetric cruciform electron acceptors with dicyanovinylene substitutions. The solar cells based on PTB7:asymmetric acceptor yields the highest PCE of 0.80%. Such results demonstrate for the first time that dicyanovinylene substituted acceptor could be an alternative to fullerene-based acceptors. rn4. In chapter VII, two novel blue-emitting compounds were shown, which consist of dihydroindenofluorenyl units and ladder-type poly-p-phenylene groups, respectively. The two novel cruciform rigid compounds present not only excellent thermal and electrochemical stability but also high PLQYs. Through analysis of their triplet energy levels, both molecules can be served as hosts for other normal fluorescent or phosphorescent materials.rn

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Nel presente lavoro espongo i risultati degli esperimenti svolti durante la mia internship all’Institut des NanoSciences de Paris (INSP), presso l’Università Pierre et Marie Curie (Paris VI), nel team "Phisico-Chimie et Dynamique des Surfaces", sotto la supervisione del Dott. Geoffroy Prévot. L’elaborato è stato redatto e in- tegrato sotto la guida del Dott. Pasquini, del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. La tesi s’inserisce nel campo di ricerca del silicene, i.e. l’allotropo bidimensionale del silicio. Il cosidetto free-standing silicene è stato predetto teoricamente nel 2009 utilizzando calcoli di Density Functional Theory, e da allora ha stimolato un’intensa ricerca per la sua realizzazione sperimentale. La sua struttura elettronica lo rende particolarmente adatto per eventuali appli- cazioni tecnologiche e sperimentali, mentre lo studio delle sue proprietà è di grande interesse per la scienza di base. Nel capitolo 1 presento innanzitutto la struttura del silicene e le proprietà previste dagli studi pubblicati nella letteratura scientifica. In seguito espongo alcuni dei risultati sperimentali ottenuti negli ultimi anni, in quanto utili per un paragone con i risultati ottenuti durante l’internship. Nel capitolo 2 presento le tecniche sperimentali che ho utilizzato per effettuare le misure. Molto tempo è stato investito per ottenere una certa dimistichezza con gli apparati in modo da svolgere gli esperimenti in maniera autonoma. Il capitolo 3 è dedicato alla discussione e analisi dei risultati delle misure, che sono presentati in relazione ad alcune considerazioni esposte nel primo capitolo. Infine le conclusioni riassumono brevemente quanto ottenuto dall’analisi dati. A partire da queste considerazioni propongo alcuni esperimenti che potrebbero ulteriormente contribuire alla ricerca del silicene. I risultati ottenuti su Ag(111) sono contenuti in un articolo accettato da Physical Review B.

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Leipzig, Univ., Diss. 1888

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Die im Katalog angegebenen Seitenzahlen weichen von den vorhandenen ab; zusätzlich gibt es die Seite 29a.

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Este artículo busca indagar en los aspectos metaliterarios de la Oda II, 12 una clave de lectura de la propuesta poética horaciana. Observamos que el autor utiliza un artificio literario de raigambre helenística, ampliamente desarrollado en la literatura del período augusteo y romanizado, según D'Anna (1979), a partir de Virgilio en la Egloga VI: la recusatio-excusatio. Este recurso funciona en Horacio para distanciarse no sólo del genus grande sino también del género elegíaco y para proponer su propio genus tenue, cuyos rasgos característicos se concentran en la expresión dulcis cantus

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Este artículo busca indagar en los aspectos metaliterarios de la Oda II, 12 una clave de lectura de la propuesta poética horaciana. Observamos que el autor utiliza un artificio literario de raigambre helenística, ampliamente desarrollado en la literatura del período augusteo y romanizado, según D'Anna (1979), a partir de Virgilio en la Egloga VI: la recusatio-excusatio. Este recurso funciona en Horacio para distanciarse no sólo del genus grande sino también del género elegíaco y para proponer su propio genus tenue, cuyos rasgos característicos se concentran en la expresión dulcis cantus

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Este artículo busca indagar en los aspectos metaliterarios de la Oda II, 12 una clave de lectura de la propuesta poética horaciana. Observamos que el autor utiliza un artificio literario de raigambre helenística, ampliamente desarrollado en la literatura del período augusteo y romanizado, según D'Anna (1979), a partir de Virgilio en la Egloga VI: la recusatio-excusatio. Este recurso funciona en Horacio para distanciarse no sólo del genus grande sino también del género elegíaco y para proponer su propio genus tenue, cuyos rasgos característicos se concentran en la expresión dulcis cantus

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Fission product (90Sr-90Y, 137Cs, total beta) and 21OPb-210Po activities were measured in core samples from the temperate vernagtferner (3150 m altitude, Oetztal Alps, Austria). The results show that the investigated fission products are transported with water resulting from melting processes, and are sorbed on dust or dirt horizons. These products are, therefore, not suited for dating temperate glaciers. 210Pb is also transported with water and displaced from its original deposition. However, despite large fluctuations, the specific activity of 210Pb decreases with depth, and can be used to estimate accumulation rates and the age of the ice. The average annual accumulation rate amounts to about 80 cm water equivalent, and the deepest sample (81 m i.e. ab. 65 m w. e.) was deposited in the beginning of this century. These results agree with data obtained from other observations on this glacier and show that the 210Pb_method is suitable to date temperate glaciers, if the ice cores cover a time interval of about 100 years (i.e. ab. 4 half-lives of 210Pb). The surface activity of 210Pb was found to be 5 ± 1 dpm per kg of ice in agreement with other locations in the Alps and with measurements of fresh snow.