927 resultados para Hollanda, Chico Buarque de, 1944-


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Pós-graduação em Letras - FCLAS

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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As espécies estudadas neste projeto, Dendropsophus nanus e Dendropsophus sanborni, são pererecas de pequeno porte, morfologicamente semelhantes e ocupam nichos similares. O presente trabalho foi realizado na Floresta Estadual Edmundo Navarro de Andrade, município de Rio Claro, estado de São Paulo e teve como objetivo obter informações acerca da biologia reprodutiva de ambas as espécies. Os principais resultados obtidos foram referentes à: (1) Relações de tamanho-fecundidade em fêmeas de D. nanus, sendo que foi significativa a correlação entre número de ovos e comprimento rostro-cloacal de fêmeas, o que não ocorreu para correlações entre tamanho dos ovos e CRC de fêmeas e entre tamanho e número de ovos, (2) Seleção do tamanho dos machos em D. nanus, com as fêmeas aparentemente acasalando com machos proporcionalmente mais leves e (3) Comportamento de desova de D. sanborni semelhante ao relatado para D. werneri, havendo dois tipos de interação parecidos: um envolvendo movimentos da cabeça e o outro das patas traseiras do macho, ambos descritos pela primeira vez para D. sanborni neste estudo.

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Pós-graduação em Ciências Sociais - FFC

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In this short but suggestive study, sociologist Rod Bantjes examines how contending visions of modernity shaped the social and physical landscapes of the Canadian prairies. "[B]oth statesmen and prairie farmers were infused with the modernist spirit of innovation, the will creatively (and destructively) to transform their worlds," Bantjes argues. His provocative view of farmers as agents of modernity reflects recent scholarship that seeks to explore "multiple modernities," or the notion that ideas and practices of modernism must be regarded not as monolithic but rather as contested and multivocal, and must be examined in their historical and geographical contexts.

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Investiga como a Ação Integralista Brasileira, movimento social que emerge no Brasil Republicano, educava corporalmente, por meio da Educação Física e dos esportes, membros inscritos em suas fileiras. Analisa artigos publicados em A Offensiva, jornal doutrinário e prescritivo do movimento, publicados de 17/05/1934 a 19/03/1938, com destaque para os artigos de Francisco de Assis Hollanda Loyola. Os escritos de Loyola, Mestre de Campo da Milícia e diretor da Escola de Instructores de Educação Physica integralista, ganham destaque porque instituíram um modo inovador de conceber a prática esportiva e o treinamento físico na AIB. Loyola conquistou espaço no jornal e traçou o "Plano Geral" de Educação Física voltado para as necessidades e características do povo brasileiro, aspecto enfatizado pelo autor. Concluiu que agregando as prescrições de Loyola a práticas ritualistas e simbólicas, o integralismo impunha ao corpo um modo muito próprio de ser integralista, modo de ser um "soldado-integral".

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[ES]El lugar que ocupan en las pirámides alimentarias y su papel regulador de determinadas especies, hacen de las rapaces un grupo de especial interés. Su importancia se incrementa en Canarias al tratarse de ecosistemas aislados donde, al presentar pocos eslabones, la fragilidad de las cadenas tróficas es manifiesta. Las aves rapaces nocturnas de nuestro archipiélago pertenecen a dos especies: el búho chico (Asio otus canariensis), motivo de este trabajo; y la lechuza común (Tyto alba) con dos subespecies T.a.alba y T.a. gracilirostris, esta última restringida a las dos islas más orientales de Lanzarote y Fuerteventura. Si se compara su distribución dentro del marco macaronésico, se aprecia que el poblamiento de Canarias ha debido producirse de forma independiente del resto de las islas de ésta región zoogeográfica (si bien Cabo Verde presenta diferencias faunísticas, de por sí). Se aportan datos acerca de la morfología, biología y ecología de esta especie canaria y sus diferencias con la especie típica A. o. otus, así como metodología de muestreo, conservación del material y contabilización de las especies-presa. Así mismo se analiza su régimen alimentario en la isla de Gran Canaria y se comprueba si existen diferencias estacionales, como sucede en otras partes del mundo. Por último, cabe destacar la presencia de reptiles en la dieta de esta especie, hecho muy poco frecuente fuera de Canarias, y que ha sido confirmado posteriormente por otros autores en estudios realizados posteriormente en otras islas del archipiélago.

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Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.

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Questa tesi di laurea è uno studio magmatologico, sedimentologico e morfostrutturale dei depositi dell’eruzione del Vesuvio del 1944, con particolare riferimento ai depositi di valanghe ardenti associati ad essa. Lo studio è stato affrontato utilizzando metodologie petrografiche, di chimica dei minerali e geotermo-barometriche al fine di ricavare informazioni sul sistema magmatico e sulla dinamica eruttiva nel corso dell’eruzione. I dati petrochimici e l’utilizzo di modelli geotermo-barometrici, unitamente alle informazioni dalla letteratura, indicano che il fattore di trigger che ha determinato il passaggio dalla iniziale effusione di colate laviche alle successive intense fasi di attività esplosiva ultrastromboliana è rappresentato dalla risalita di magma meno evoluto e più ricco in volatili dalla camera magmatica profonda (11-22 km) verso quella più superficiale (circa 3 km) dove ha interagito con il magma lì presente. Durante queste fasi a maggiore esplosività si è avuto sulla parte sommitale del cono un rapido accumulo di materiale ad elevata temperatura e l’instaurarsi di condizioni di overloading dei fianchi con aumento dell’angolo di pendio e conseguente instabilità. Ciò ha verosimilmente determinato la generazione di flussi di valanghe ardenti per rimobilizzazione sin-deposizionale del materiale piroclastico da caduta, probabilmente in seguito ad eventi sismici come elementi di innesco. I flussi di valanghe ardenti del 1944 sono stati interpretati come flussi granulari secchi, in base ai dati sedimentologici e vulcanologici raccolti nel corso dell’attività di terreno, rendendo possibile l’applicazione dei modelli elaborati da Castioni (2015) per la stima della velocità massima del flusso e degli assi maggiore e minore del deposito corrispondente. Sono state ricavate velocità che variano da un minimo di circa 4 m/s ad un massimo di circa 16 m/s in un range che è tipico di flussi granulari in ambiente vulcanico. Le variazioni della velocità sono state messe in relazione con la morfologia del pendio, il tipo di materiale coinvolto nel processo di rimobilizzazione e l’organizzazione interna del flusso, evidenziando in particolare come le maggiori lunghezze siano raggiunte dai flussi che hanno la possibilità di scorrere su pendii più omogenei e con più ridotte variazioni dell'angolo di pendio. La definizione di valori di velocità per i flussi di valanghe ardenti dell'eruzione del 1994 fornisce un ulteriore elemento utile per la valutazione della pericolosità vulcanica del Vesuvio.