944 resultados para Anthologie Palatine I, 119. VII (extr.)
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Eclipta brasiliensis (Fisher, 1947) is transferred to Ischasioides Tavakilian & Peñaherrera-Leiva, 2003, and synonymized with I. crassitarsis (Gounelle, 1911). Ischasia m. atrocephala Fuchs, 1956 and Ischasia m. nigrovittata Fuchs, 1956, although without nomenclatural status, are confirmed as equal to I. crassitarsis. Ischasioides berkovae sp. nov. is described from Brazil. A key to the species of Ischasioides is provided.
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Cosa e’ stato fatto e il fine della ricerca in questi tre anni si è esaminato il materiale edito sui sarcofagi del periodo in esame, sui culti funerari, i problemi religiosi ed artistici. Per trovare confronti validi si sono resi necessari alcuni viaggi sia in Italia che all’estero. Lo scopo della ricerca è stato quello di “leggere” i messaggi insiti nelle figurazioni delle casse dei sarcofagi, per comprendere meglio la scelta dei committenti verso determinati temi e la ricezione di questi ultimi da parte del pubblico. La tomba, infatti, è l’ultima traccia che l’uomo lascia di sé ed è quindi importante cercare di determinare l’impatto psicologico del monumento funerario sul proprietario, che spesso lo acquistava quando ancora era in vita, e sui familiari in visita alla tomba durante la celebrazione dei riti per i defunti. Nell’ultimo anno, infine, si è provveduto a scrivere la tesi suddivindendo i capitoli e i pezzi in base all’argomento delle figurazioni (mitologici, di virtù, etc.). I capitoli introduttivi Nel primo capitolo di introduzione si è cercato di dare un affresco per sommi capi del periodo storico in esame da Caracalla a Teodosio e della Chiesa di III e IV secolo, mettendo in luce la profonda crisi che gravava sull’Impero e le varie correnti che frammentavano il cristianesimo. In particolare alcune dispute, come quella riguardante i lapsi, sarà alla base di ipotesi interpretative riguardanti la raffigurazione del rifiuto dei tre giovani Ebrei davanti a Nabuchodonosor. Nel capitolo seguente vengono esaminati i riti funerari e il ruolo dei sarcofagi in tali contesti, evidenziando le diverse situazioni emotive degli osservatori dei pezzi e, quindi, l’importanza dei temi trattati nelle casse. I capitolo Questo capitolo tratta dei sarcofagi mitologici. Dopo una breve introduzione, dove viene spiegata l’entrata in uso dei pezzi in questione, si passa alla discussione dei temi, suddivisi in paragrafi. La prima classe di materiali è qualla con la “caduta di Fetonte” la cui interpretazione sembra chiara: una tragedia familiare. Il compianto sul corpo di un ragazzo morto anzi tempo, al quale partecipa tutto il cosmo. L’afflizione dei familiari è immane e sembra priva di una possibile consolazione. L’unico richiamo a riprendere a vivere è solo quello del dovere (Mercurio che richiama Helios ai propri impegni). La seconda classe è data dalle scene di rapimento divino visto come consolazione e speranza in un aldilà felice, come quelle di Proserpina e Ila. Nella trasposizione della storia di Ila è interessante anche notare il fatto che le ninfe rapitrici del giovane – defunto abbiano le sembianze delle parenti già morte e di un fanciullo, probabilmente la madre, la nonna e un fratello deceduto anzi tempo. La terza classe presenta il tema del distacco e dell’esaltazione delle virtù del defunto nelle vesti dei cacciatori mitici Mealeagro, Ippolito e Adone tutti giovani, forti e coraggiosi. In questi sarcofagi ancor più che negli altri il motivo della giovinezza negata a causa della morte è fondamentale per sottolineare ancora di più la disperazione e il dolore dei genitori rimasti in vita. Nella seguente categoria le virtù del defunto sono ancora il tema dominante, ma in chiave diversa: in questo caso l’eroe è Ercole, intento ad affrontare le sue fatiche. L’interpretazione è la virtù del defunto che lo ha portato a vincere tutte le difficoltà incontrate durante la propria vita, come dimostrerebbe anche l’immagine del semidio rappresentato in età diverse da un’impresa all’altra. Vi è poi la categoria del sonno e della morte, con i miti di Endimione, Arianna e Rea Silvia, analizzato anche sotto un punto di vista psicologico di aiuto per il superamento del dolore per la perdita di un figlio, un marito, o, ancora, della sposa. Accanto ai sarcofagi con immagini di carattere narrativo, vi sono numerosi rilievi con personaggi mitici, che non raccontano una storia, ma si limitano a descrivere situazioni e stati d’animo di felicità. Tali figurazioni si possono dividere in due grandi gruppi: quelle con cortei marini e quelle con il tiaso dionisiaco, facendo dell’amore il tema specifico dei rilievi. Il fatto che quello del tiaso marino abbia avuto così tanta fortuna, forse, per la numerosa letteratura che metteva in relazione l’Aldilà con l’acqua: l’Isola dei Beati oltre l’Oceano, viaggi per mare verso il mondo dei morti. Certo in questo tipo di sarcofagi non vi sono esplicitate queste credenze, ma sembrano più che altro esaltare le gioie della vita. Forse il tutto può essere spiegato con la coesistenza, nei familiari del defunto, della memoria retrospettiva e della proiezione fiduciosa nel futuro. Sostanzialmente era un modo per evocare situazioni gioiose e di godimento sensibile, riferendole ai morti in chiave beneaugurale. Per quanto rigurda il tiaso di Bacco, la sua fortuna è stata dettata dal fatto che il suo culto è sempre stato molto attivo. Bacco era dio della festa, dell’estasi, del vino, era il grande liberatore, partecipe della crescita e della fioritura, il grande forestiero , che faceva saltare gli ordinamenti prestabiliti, i confini della città con la campagna e le convenzioni sociali. Era il dio della follia, al quale le menadi si abbandonavano nella danza rituale, che aggrediva le belve, amante della natura, ma che penetra nella città, sconvolgendola. Del suo seguito facevano parte esseri ibridi, a metà tra l’ordine e la bestialità e animali feroci ammansiti dal vino. I suoi nemici hanno avuto destini orribili di indicibile crudeltà, ma chi si è affidato anima e corpo a lui ha avuto gioia, voluttà, allegria e pienezza di vita. Pur essendo un valente combattente, ha caratteri languidi e a tratti femminei, con forme floride e capelli lunghi, ebbro e inebriante. Col passare del tempo la conquista indiana di alessandro si intrecciò al mito bacchico e, a lungo andare, tutti i caratteri oscuri e minacciosi della divinità scomparirono del tutto. Un esame sistematico dei temi iconografici riconducibili al mito di Bacco non è per nulla facile, in quanto l’oggetto principale delle raffigurazioni è per lo più il tiaso o come corteo festoso, o come gruppi di figure danzanti e musicanti, o, ancora, intento nella vendemmia. Ciò che interessava agli scultori era l’atmosfera gioiosa del tiaso, al punto che anche un episodio importante, come abbiamo visto, del ritrovamento di Arianna si pèerde completamente dentro al corteo, affollatissimo di personaggi. Questo perché, come si è detto anche al riguardo dei corte marini, per creare immagini il più possibile fitte e gravide di possibilità associative. Altro contesto iconografico dionisiaco è quello degli amori con Arianna. Sui sarcofagi l’amore della coppia divina è raffigurato come una forma di stupore e rapimento alla vista dell’altro, un amore fatto di sguardi, come quello del marito sulla tomba della consorte. Un altro tema , che esalta l’amore, è senza ombra di dubbio quello di Achille e Pentesilea, allegoria dell’amore coniugale. Altra classe è qualla con il mito di Enomao, che celebra il coraggio virile e l’attitudine alla vittoria del defunto e, se è presente la scena di matrimonio con Ippodamia, l’amore verso la sposa. Infine vi sono i sarcofagi delle Muse: esaltazione della cultura e della saggezza del morto. II capitolo Accanto ad i grandi ambiti mitologici dei due tiasi del capitolo precedente era la natura a lanciare un messaggio di vita prospera e pacifica. Gli aspetti iconografici diq uesto tema sono due: le stagioni e la vita in un ambiente bucolico. Nonostante la varietà iconografica del soggetto, l’idea di fondo rimane invariata: le stagioni portano ai morti i loro doni affinchè possano goderne tutto l’anno per l’eternità. Per quanto riguarda le immagini bucoliche sono ispirate alla vita dei pastori di ovini, ma ovviamente non a quella reale: i committenti di tali sarcofagi non avevano mai vissuto con i pastori, né pensavano di farlo i loro parenti. Le immagini realistiche di contadini, pastori, pescatori, tutte figure di infimo livello sociale, avevano assunto tratti idilliaci sotto l’influsso della poesia ellenistica. Tutte queste visioni di felicità mancano di riferimenti concreti sia temporali che geografici. Qui non vi sono protagonisti e situazioni dialogiche con l’osservatore esterno, attraverso la ritrattistica. I defunti se appaiono sono all’interno di un tondo al centro della cassa. Nei contesti bucolici, che andranno via, via, prendendo sempre più piede nel III secolo, come in quelli filosofici, spariscono del tutto le scene di lutto e di cordoglio. Le immagini dovevano essere un invito a godersi la vita, ma dovevano anche dire qualcosa del defunto. In una visione retrospettiva, forse, si potrebbero intendere come una dichiarazione che il morto, in vita, non si era fatto mancare nulla. Nel caso opposto, poteve invece essere un augurio ad un’esistenza felice nell’aldilà. III capitolo Qui vengono trattati i sarcofagi con l’esaltazione e l’autorappresentazione del defunto e delle sue virtù in contesti demitizzati. Tra i valori ricorrenti, esaltati nei sarcofagi vi è l’amore coniugale espresso dal tema della dextrarum iunctio, simbolo del matrimonio, la cultura, il potere, la saggezza, il coraggio, esplicitato dalle cacce ad animali feroci, il valore guerriero e la giustizia, dati soprattutto dalle scene di battaglia e di giudizio sui vinti. IV capitolo In questo capitolo si è provato a dare una nuova chiave di lettura ai sarcofagi imperiali di S. Elena e di Costantina. Nel primo caso si tratterebbe della vittoria eterna sul male, mentre nel secondo era un augurio di vita felice nell’aldilà in comunione con Dio e la resurrezione nel giorno del giudizio. V capitolo Il capitolo tratta le mediae voces, quei pezzi che non trovano una facile collocazione in ambito religioso poiché presentano temi neutri o ambivalenti, come quelli del buon pastore, di Prometeo, dell’orante. VI capitolo Qui trovano spazio i sarcofagi cristiani, dove sono scolpite varie scene tratte dalle Sacre Scritture. Anche in questo caso si andati al di là della semplice analisi stilistica per cercare di leggere il messaggio contenuto dalle sculture. Si sono scoperte preghiere, speranze e polemiche con le correnti cristiane considerate eretiche o “traditrici” della vera fede, contro la tradizionale interpretazione che voleva le figurazioni essenzialmente didascaliche. VII capitolo Qui vengono esposte le conclusioni da un punto di vista sociologico e psicologico.
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Al centro della seguente ricerca c'è il Piacentino, ossia il territorio che faceva capo alla città di Placentia in età altomedievale, più precisamente tra VII e IX secolo. L'aspetto su cui è concentrata l’analisi è quello dell’insediamento, rapportando le forme insediative alle comunità rurali e alle strutture del potere. Il Piacentino costituisce un contesto particolare, sia per la vicinanza alla capitale Pavia, sia per la presenza di enti patrimoniali molto importanti, quale il monastero di Bobbio, sia per l'estensione di vallate appenniniche che ne hanno protetto l'isolamento e impedito, fino al secolo IX inoltrato, l'insediamento di una forte aristocrazia. Ciò che sembra dedursi dall’analisi della documentazione (informatizzata) di VIII, ma soprattutto di IX secolo, è che la civitas di Piacenza, sede del conte e centro della diocesi, non costituiva di fatto il punto di riferimento per gli abitanti dell’intero territorio rurale. Dal punto di vista del possesso fondiario molti insediamenti erano autonomi. Ciò vale soprattutto per i siti di alcune zone collinari e per quelli dell’Appennino, mentre il discorso è da porsi in modo più sfumato per la pianura e per la zona dei prata vel campanea Placentina, ubicati immediatamente al di fuori della civitas. Lo studio della media e grande proprietà fondiaria ha permesso di registrare la frammentarietà dei possedimenti, ossia la loro dispersione nel sistema insediativo del comitato, la loro ubicazione e l’articolato intreccio proprietario, che in alcune zone sembra avere permesso l’esistenza di comunità locali piuttosto forti. L’attento esame della documentazione e il sicuro rimando alla bibliografia di riferimento hanno portato a risultati originali e significativi.
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Dental undertreatment is often seen in the older population. This is particularly true for the elderly living in nursing homes and geriatric hospitals. The progression of chronic diseases results in loss of their independence. They rely on daily support and care due to physical or mental impairment. The visit of a dentist in private praxis becomes difficult or impossible and is a logistic problem. These elderly patients are often not aware of oral and dental problems or these are not addressed. The geriatric hospital Bern, Ziegler, has integrated dental care in the concept of physical rehabilitation of geriatric patients. A total of 139 patients received dental treatment in the years 2005/2006. Their mean age was 83 years, but the segment with > 85 years of age amounted to 46%. The general health examinations reveald multiple and complex disorders. The ASA classification (American Society of Anesthesiologists, Physical Status Classification System) was applied and resulted in 15% = P2 (mild systemic disease, no functional limitation), 47% = P3 (severe systemic disease, definite functional limitations) and 38% = P4 (severe systemic disease, constant threat to life). Eighty-seven of the patients exhibited 3 or more chronic diseases with a prevalence of cardiovascular diseases, musculoskelettal disorders and dementia. Overall the differences between men and women were small, but broncho-pulmonary dieseases were significantly more frequent in women, while men were more often diagnosed with dementia and depression. Verbal communication was limited or not possible with 60% of the patients due to cognitive impairment or aphasia after a stroke. Although the objective treatment need is high, providing dentistry for frail and geriatric patients is characterized by risks due to poor general health conditions, difficulties in communication, limitations in feasibility and lack of adequate aftercare. In order to prevent the problem of undertreatment, elderly independently living people should undergo dental treatment regularly and in time. Training of nurses and doctors of geriatric hospitals in oral hygiene should improve the awareness. A multidisciplinary assessment of geriatric patients should include the oral and dental aspect if they enter the hospital.
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The sensory neurons (photoreceptors) in the visual system of Hermissenda are one site of plasticity produced by Pavlovian conditioning. A second site of plasticity produced by conditioning is the type I interneurons in the cerebropleural ganglia. Both photoreceptors and statocyst hair cells of the graviceptive system form monosynaptic connections with identified type I interneurons. Two proposed neurotransmitters in the graviceptive system, serotonin (5-HT) and gamma-aminobutyric acid (GABA), have been shown to modify synaptic strength and intrinsic neuronal excitability in identified photoreceptors. However, the potential role of 5-HT and GABA in plasticity of type I interneurons has not been investigated. Here we show that 5-HT increased the peak amplitude of light-evoked complex excitatory postsynaptic potentials (EPSPs), enhanced intrinsic excitability, and increased spike activity of identified type I(e(A)) interneurons. In contrast, 5-HT decreased spike activity and intrinsic excitability of type I(e(B)) interneurons. The classification of two categories of type I(e) interneurons was also supported by the observation that 5-HT produced opposite effects on whole cell steady-state outward currents in type I(e) interneurons. Serotonin produced a reduction in the amplitude of light-evoked complex inhibitory PSPs (IPSPs), increased spontaneous spike activity, decreased intrinsic excitability, and depolarized the resting membrane potential of identified type I(i) interneurons. In contrast to the effects of 5-HT, GABA produced inhibition in both types of I(e) interneurons and type I(i) interneurons. These results show that 5-HT and GABA can modulate the intrinsic excitability of type I interneurons independent of the presynaptic effects of the same transmitters on excitability and synaptic efficacy of photoreceptors.
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This multiproxy study on SE Black Sea sediments provides the first detailed reconstruction of vegetation and environmental history of Northern Anatolia between 134 and 119 ka. Here, the glacial–interglacial transition is characterized by several short-lived alternating cold and warm events preceding a meltwater pulse (~ 130.4–131.7 ka). The latter is reconstructed as a cold arid period correlated to Heinrich event 11. The initial warming is evidenced at ~ 130.4 ka by increased primary productivity in the Black Sea, disappearance of ice-rafted detritus, and spreading of oaks in Anatolia. A Younger Dryas-type event is not identifiable. The Eemian vegetation succession corresponds to the main climatic phases in Europe: i) the Quercus–Juniperus phase (128.7–126.4 ka) indicates a dry continental climate; ii) the Ostrya–Corylus–Quercus–Carpinus phase (126.4–122.9 ka) suggests warm summers, mild winters, and high year-round precipitation; iii) the Fagus–Carpinus phase (122.9–119.5 ka) indicates cooling and high precipitation; and iv) increasing Pinus at ~ 121 ka marks the onset of cooler/drier conditions. Generally, pollen reconstructions suggest altitudinal/latitudinal migrations of vegetation belts in Northern Anatolia during the Eemian caused by increased transport of moisture. The evidence for the wide distribution of Fagus around the Black Sea contrasts with the European records and is likely related to climatic and genetic factors.
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Altdort, Univ., Diss., 1757
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[Mutmassl. Verf.[[Elektronische Ressource]] : Jakob Saraval]
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hrsg. von Julius Moses
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bearb. von J. Winter und Aug. Wünsche