Multi-year Trends in MODIS and MISR Observed Cloud Fraction over the Extratropical Oceans

Thesis (Master's)--University of Washington, 2016-06

Heritability and nineteen-year stability of long and short EPQ-R Neuroticism scales

The heritability and stability over a 19 year period of long (23-item) and short (12-item) versions of Eysenck's Neuroticism scale were compared in a large Australian twin-family sample. Stability over 19 years of the 23-item Neuroticism scale was 0.62 and for the 12-item scale 0.59. Correlations between scores obtained by mailed questionnaire and telephone interview a few weeks apart were 0.87 for the long scale and 0.85 for the short scale; scores obtained by mail were slightly higher, particularly for females. The 12-item scale had slightly reduced power to discriminate both high and low scoring individuals on the full 23-item scale. Mean Neuroticism score for the 12-item scale was atypically low when compared to the distribution of the complete set of scores for all possible combinations (> 1 million) of 12-items drawn from the full 23-item EPQ-R. Mean heritabilities for the lowest and highest 300,000 of these combinations were 43.2% and 42.7%, respectively, somewhat higher than the 41.0% for the actual EPQ-R-S 12-item scale. Heritability for the 23-item scale was 46.5%. We conclude that there is little loss of either stability or heritability in using the short EPQ-R scale, but the choice of which 12-items could have been better. (c) 2005 Elsevier Ltd. All rights reserved.

Using Rasch modeling to re-evaluate three scales related to physical activity: Enjoyment, perceived benefits and perceived barriers

Studies suggest that enjoyment, perceived benefits and perceived barriers may be important mediators of physical activity. However, the psychometric properties of these scales have not been assessed using Rasch modeling. The purpose of this study was to use Rasch modeling to evaluate the properties of three scales commonly used in physical activity studies: the Physical Activity Enjoyment Scale, the Benefits of Physical Activity Scale and the Barriers to Physical Activity Scale. The scales were administered to 378 healthy adults, aged 25–75 years (50% women, 62% Whites), at the baseline assessment for a lifestyle physical activity intervention trial. The ConQuest software was used to assess model fit, item difficulty, item functioning and standard error of measurement. For all scales, the partial credit model fit the data. Item content of one scale did not adequately cover all respondents. Response options of each scale were not targeting respondents appropriately, and standard error of measurement varied across the total score continuum of each scale. These findings indicate that each scale's effectiveness at detecting differences among individuals may be limited unless changes in scale content and response format are made.

Assembly processes of invertebrate communities in springs across different spatial scales

Il presente lavoro ha lo scopo di comprendere i processi sottesi ai pattern di coesistenza tra le specie di invertebrati sorgentizi, distinguendo tra dinamiche stocastiche e deterministiche. Le sorgenti sono ecosistemi complessi e alcune loro caratteristiche (ad esempio l’insularità, la stabilità termica, la struttura ecotonale “a mosaico”, la frequente presenza di specie rare ed endemiche, o l’elevata diversità in taxa) le rendono laboratori naturali utili allo studio dei processi ecologici, tra cui i processi di assembly. Al fine di studiare queste dinamiche è necessario un approccio multi-scala, per questo motivi sono state prese in considerazione tre scale spaziali. A scala locale è stato compiuto un campionamento stagionale su sette sorgenti (quattro temporanee e tre permanenti) del Monte Prinzera, un affioramento ofiolitico vicino alla città di Parma. In questa area sono stati valutati l’efficacia e l’impatto ambientale di diversi metodi di campionamento e sono stati analizzati i drivers ecologici che influenzano le comunità. A scala più ampia sono state campionate per due volte 15 sorgenti della regione Emilia Romagna, al fine di identificare il ruolo della dispersione e la possibile presenza di un effetto di niche-filtering. A scala continentale sono state raccolte informazioni di letteratura riguardanti sorgenti dell’area Paleartica occidentale, e sono stati studiati i pattern biogeografici e l’influenza dei fattori climatici sulle comunità. Sono stati presi in considerazione differenti taxa di invertebrati (macroinvertebrati, ostracodi, acari acquatici e copepodi), scegliendo tra quelli che si prestavano meglio allo studio dei diversi processi in base alle loro caratteristiche biologiche e all’approfondimento tassonomico raggiungibile. I campionamenti biologici in sorgente sono caratterizzati da diversi problemi metodologici e possono causare impatti sugli ambienti. In questo lavoro sono stati paragonati due diversi metodi: l’utilizzo del retino con un approccio multi-habitat proporzionale e l’uso combinato di trappole e lavaggio di campioni di vegetazione. Il retino fornisce dati più accurati e completi, ma anche significativi disturbi sulle componenti biotiche e abiotiche delle sorgenti. Questo metodo è quindi raccomandato solo se il campionamento ha come scopo un’approfondita analisi della biodiversità. D’altra parte l’uso delle trappole e il lavaggio della vegetazione sono metodi affidabili che presentano minori impatti sull’ecosistema, quindi sono adatti a studi ecologici finalizzati all’analisi della struttura delle comunità. Questo lavoro ha confermato che i processi niche-based sono determinanti nello strutturare le comunità di ambienti sorgentizi, e che i driver ambientali spiegano una rilevante percentuale della variabilità delle comunità. Infatti le comunità di invertebrati del Monte Prinzera sono influenzate da fattori legati al chimismo delle acque, alla composizione e all’eterogeneità dell’habitat, all’idroperiodo e alle fluttuazioni della portata. Le sorgenti permanenti mostrano variazioni stagionali per quanto riguarda le concentrazioni dei principali ioni, mentre la conduttività, il pH e la temperatura dell’acqua sono più stabili. È probabile che sia la stabilità termica di questi ambienti a spiegare l’assenza di variazioni stagionali nella struttura delle comunità di macroinvertebrati. L’azione di niche-filtering delle sorgenti è stata analizzata tramite lo studio della diversità funzionale delle comunità di ostracodi dell’Emilia-Romagna. Le sorgenti ospitano più del 50% del pool di specie regionale, e numerose specie sono state rinvenute esclusivamente in questi habitat. Questo è il primo studio che analizza la diversità funzionale degli ostracodi, è stato quindi necessario stilare una lista di tratti funzionali. Analizzando il pool di specie regionale, la diversità funzionale nelle sorgenti non è significativamente diversa da quella misurata in comunità assemblate in maniera casuale. Le sorgenti non limitano quindi la diversità funzionale tra specie coesistenti, ma si può concludere che, data la soddisfazione delle esigenze ecologiche delle diverse specie, i processi di assembly in sorgente potrebbero essere influenzati da fattori stocastici come la dispersione, la speciazione e le estinzioni locali. In aggiunta, tutte le comunità studiate presentano pattern spaziali riconoscibili, rivelando una limitazione della dispersione tra le sorgenti, almeno per alcuni taxa. Il caratteristico isolamento delle sorgenti potrebbe essere la causa di questa limitazione, influenzando maggiormente i taxa a dispersione passiva rispetto a quelli a dispersione attiva. In ogni caso nelle comunità emiliano-romagnole i fattori spaziali spiegano solo una ridotta percentuale della variabilità biologica totale, mentre tutte le comunità risultano influenzate maggiormente dalle variabili ambientali. Il controllo ambientale è quindi prevalente rispetto a quello attuato dai fattori spaziali. Questo risultato dimostra che, nonostante le dinamiche stocastiche siano importanti in tutte le comunità studiate, a questa scala spaziale i fattori deterministici ricoprono un ruolo prevalente. I processi stocastici diventano più influenti invece nei climi aridi, dove il disturbo collegato ai frequenti eventi di disseccamento delle sorgenti provoca una dinamica source-sink tra le diverse comunità. Si è infatti notato che la variabilità spiegata dai fattori ambientali diminuisce all’aumentare dell’aridità del clima. Disturbi frequenti potrebbero provocare estinzioni locali seguite da ricolonizzazioni di specie provenienti dai siti vicini, riducendo la corrispondenza tra gli organismi e le loro richieste ambientali e quindi diminuendo la quantità di variabilità spiegata dai fattori ambientali. Si può quindi concludere che processi deterministici e stocastici non si escludono mutualmente, ma contribuiscono contemporaneamente a strutturare le comunità di invertebrati sorgentizi. Infine, a scala continentale, le comunità di ostracodi sorgentizi mostrano chiari pattern biogeografici e sono organizzate lungo gradienti ambientali principalmente collegati altitudine, latitudine, temperatura dell’acqua e conducibilità. Anche la tipologia di sorgente (elocrena, reocrena o limnocrena) è influente sulla composizione delle comunità. La presenza di specie rare ed endemiche inoltre caratterizza specifiche regioni geografiche.

The impact of learning outcomes in business education: assessing value, relevance and graduate ability in a multi-country study of employers and business graduates

This paper discusses critical findings from a two-year EU-funded research project involving four European countries: Austria, England, Slovenia and Romania. The project had two primary aims. The first of these was to develop a systematic procedure for assessing the balance between learning outcomes acquired in education and the specific needs of the labour market. The second aim was to develop and test a set of meta-level quality indicators aimed at evaluating the linkages between education and employment. The project was distinctive in that it combined different partners from Higher Education, Vocational Training, Industry and Quality Assurance. One of the key emergent themes identified in exploratory interviews was that employers and recent business graduates in all four countries want a well-rounded education which delivers a broad foundation of key business knowledge across the various disciplines. Both groups also identified the need for personal development in critical skills and competencies. Following the exploratory study, a questionnaire was designed to address five functional business areas, as well as a cluster of 8 business competencies. Within the survey, questions relating to the meta-level quality indicators assessed the impact of these learning outcomes on the workplace, in terms of the following: 1) value, 2) relevance and 3) graduate ability. This paper provides an overview of the study findings from a sample of 900 business graduates and employers. Two theoretical models are proposed as tools for predicting satisfaction with work performance and satisfaction with business education. The implications of the study findings for education, employment and European public policy are discussed.

On the use of likert-type scales in multilevel data:Influence on aggregate variables

In multilevel analyses, problems may arise when using Likert-type scales at the lowest level of analysis. Specifically, increases in variance should lead to greater censoring for the groups whose true scores fall at either end of the distribution. The current study used simulation methods to examine the influence of single-item Likert-type scale usage on ICC(1), ICC(2), and group-level correlations. Results revealed substantial underestimation of ICC(1) when using Likert-type scales with common response formats (e.g., 5 points). ICC(2) and group-level correlations were also underestimated, but to a lesser extent. Finally, the magnitude of underestimation was driven in large part to an interaction between Likert-type scale usage and the amounts of within- and between-group variance. © Sage Publications.

Blurred edges look faint, and faint edges look sharp:The effect of a gradient threshold in a multi-scale edge coding model

A multi-scale model of edge coding based on normalized Gaussian derivative filters successfully predicts perceived scale (blur) for a wide variety of edge profiles [Georgeson, M. A., May, K. A., Freeman, T. C. A., & Hesse, G. S. (in press). From filters to features: Scale-space analysis of edge and blur coding in human vision. Journal of Vision]. Our model spatially differentiates the luminance profile, half-wave rectifies the 1st derivative, and then differentiates twice more, to give the 3rd derivative of all regions with a positive gradient. This process is implemented by a set of Gaussian derivative filters with a range of scales. Peaks in the inverted normalized 3rd derivative across space and scale indicate the positions and scales of the edges. The edge contrast can be estimated from the height of the peak. The model provides a veridical estimate of the scale and contrast of edges that have a Gaussian integral profile. Therefore, since scale and contrast are independent stimulus parameters, the model predicts that the perceived value of either of these parameters should be unaffected by changes in the other. This prediction was found to be incorrect: reducing the contrast of an edge made it look sharper, and increasing its scale led to a decrease in the perceived contrast. Our model can account for these effects when the simple half-wave rectifier after the 1st derivative is replaced by a smoothed threshold function described by two parameters. For each subject, one pair of parameters provided a satisfactory fit to the data from all the experiments presented here and in the accompanying paper [May, K. A. & Georgeson, M. A. (2007). Added luminance ramp alters perceived edge blur and contrast: A critical test for derivative-based models of edge coding. Vision Research, 47, 1721-1731]. Thus, when we allow for the visual system's insensitivity to very shallow luminance gradients, our multi-scale model can be extended to edge coding over a wide range of contrasts and blurs. © 2007 Elsevier Ltd. All rights reserved.