949 resultados para Filosofia Grego-Romana
Resumo:
Es tracta d’una obra fruit d’un conveni de col·laboració signat l’any 2004 entre la URV, l’ICAC i Repsol YPF, i resultat d’un projecte de recerca de l’ICAC inclòs en la línia de recerca Arqueologia del paisatge, poblament i territori, que ha comptat amb el cofinançament de Repsol YPF i la col·laboració de Codex. Aquesta obra se centra en les excavacions arqueològiques efectuades en una vil·la romana situada entre la via Tarraco-Ilerda i la llera del riu Francolí, a l’actual terme municipal del Morell. És un assentament datat entre els segles II aC i V dC que reflecteix els patrons d’ocupació romana a l’àrea central de l’ager Tarraconensis i complementa, a partir d’una exhaustiva anàlisi, les dades històriques que, fins a l’actualitat, oferien les vil·les de Centcelles a Constantí o de Paret Delgada a la Selva del Camp. L’estudi parteix de les excavacions que l’empresa Codex hi va efectuar l’any 1996 arran d’una actuació d’urgència motivada per la construcció d’una nova planta industrial de l’aleshores Repsol Química SA. L’obra és fruit de l’estudi de la documentació, fins ara inèdita, elaborada per l’empresa Codex i que ha estat cedida per a aquest projecte de recerca. La publicació ha estat coordinada per Josep M. Macias Solé i Joan J. Menchon Bes i els textos són obra del Dr. Domènec Campillo, M. Milagros Cuesta i Laura Devenat (Laboratori de Paleopatologia i Paleoantropologia, Museu d’Arqueologia de Catalunya), Montserrat García Noguera (Codex – Arqueologia i Patrimoni), Miguel Á. González Pérez (Grup de Recerca d’Arqueologia Clàssica, Protohistòrica i Egípcia, Universitat de Barcelona), Josep M. Macias Solé (ICAC), Joan J. Menchon Bes (Museu d’Història de Tarragona), Joan S. Mestres i Torres (Laboratori de Datació per Radiocarboni, Universitat de Barcelona), Rosario Navarro Sáez (Universitat de Barcelona), Josep M. Palet Martínez (ICAC) i Jordi Principal Ponce (Museu d’Arqueologia de Catalunya). Amb la nova col·lecció Hic et nunc l’ICAC assumeix el compromís de difondre regularment la documentació arqueològica bàsica generada des del camp universitari o empresarial, entenent que la publicació d’aspectes més concrets és imprescindible per a l’elaboració de síntesis més globalitzadores.
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La vil·la romana del Mas d’en Gras és una de les vil·les més interessants de l’ager de Tàrraco, ja que ens ha permès documentar un important conjunt hidràulic d’època romana republicana (segles II-I aC) que podria correspondre ja en aquells moments a una vil·la romana que seria una de les més antigues del país. Els seus banys, datats entre finals del segle I i principis del segle II dC, molt ben conservats, són un magnífic exemple d’aquest tipus d’estructures a casa nostra. Aquest llibre és la monografia de les excavacions d’urgència del 1994. Els autors són Ramon Járrega (investigador de l’ICAC) i Eduard Sánchez (Arqueociència Serveis Culturals, SL).
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Aquest és el llibre més complet que hi ha sobre la pedra de Santa Tecla i el llisós, dos materials procedents de Tarragona i molt utilitzats en època romana. Els autors, arqueòlegs i geòlegs, caracteritzen aquestes dues varietats i presenten el panorama de les seves aplicacions, i també donen pautes per identificar-les i diferenciar-les d’altres pedres que s’hi podrien confondre, com la “portasanta” o la pedra de Buixcarró.
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Introduzione : Plinio il Giovane erogò una somma di denaro per costruire una biblioteca e assicurarne il funzionamento. Una cittadina donò al Municipio di Balerna due case di appartamenti con lo scopo di mantenervi pigioni moderate e di mettere i vani a disposizione quale abitazione primaria per la popolazione del Comune. Questi due esempi illustrano casi di donazioni gravate da un onere. Da essi si evince che la donazione modale consta di due elementi: un dono e una finalità posta allo stesso. Una tale donazione esemplifica l'idea di alterità dell'unità, come Giano - dio del Pantheon romano - il quale è rappresentato con due volti, che gli permettevano di vedere il passato e di scrutare il futuro. Così, il presente lavoro - anch'esso paradigma dell'alterità dell'unità - si prefigge lo scopo di creare un ponte tra il passato e il potenziale futuro, sulla scorta anche di testi filosofici e letterari, senza tacere la sua dimensione giuridica. Un'invocazione a Giano si giustifica: anche Seneca, nel suo canzonatorio poema sulla trasformazione in zucca dell'imperatore Claudio - l'Apocolocintosi - narra che il dio patrocinò l'interessato, siccome abile oratore e aduso all'arte forense poiché i suoi due volti indicano in senso metaforico - e ironico - la capacità di esaminare le questioni sotto tutti i loro aspetti. Ciò posto, giovi considerare che la donazione modale è costituita di due scorciatoie cognitive che espongono la sua alterità: l'una, il dono, rimanda all'idea di gratuità, di benevolenza, di amicizia, di reciprocità; l'altra, l'onere, riconduce all'onerosità, allo scambio, al contratto, alla commutatività. Così, per enucleare l'unità della donazione gravata da un onere occorre chinarsi sulla sua alterità e percorrere i cammini che essa propone: la gratuità e l'onerosità, per poi ridurre gli esiti nell'unitarietà dell'istituto. Il presente lavoro vaglia invero la donazione modale. Esso è nondimeno condito di riflessioni più generali inerenti alla teoria dei contratti e alla filosofia del diritto, in una digressione temporale che dal diritto romano porta al diritto svizzero, passando per alcuni glossatori e umanisti e, anche, attraverso alcune legislazioni regionali del XIX secolo. Donde un lavoro che, in ultima analisi, abbraccia più tematiche, suddivise come esposto in appresso. Il primo capitolo, di introduzione al tema, è un compendio della terminologia latina del dono, ottenuto individuando esempi addotti dalle fonti giuridiche e fatti narrati da scrittori latini. Dacché la legge si palesa mediante uno scritto insieme di segni che esprimono concetti - mi è parso opportuno soffermarmi sulle sfaccettature linguistiche del "dono". La società romana era tributaria di molteplici rapporti di amicizia, i cui contenuti hanno poi dato adito ai cosiddetti contratti gratuiti. A Roma, la gratuità era un concetto bicefalo. Esisteva una gratuità propriamente detta e una gratuità qualificata di lucrativa. L'una escludeva l'altra. Esse godevano di un campo d'applicazione autonomo e indipendente. Queste due nozioni sono l'oggetto del secondo capitolo. Dato che la donazione modale è una commistione tra gratuità e onerosità, dopo aver esposto i criteri della gratuità, il terzo capitolo si incentra sull'analisi del modus testamentario e del concetto di donazione remuneratoria. Lungo le pagine del quarto capitolo, preludio al nucleo stesso della tesi, si tratteggia lo sviluppo giuridico della donazione nel diritto romano: da causa di atti a contratto indipendente. Dopo avere tracciato i contorni degli elementi che si fondono nel concetto di donazione gravata da un onere (dono, gratuità, onerosità), il quinto capitolo contiene la base del presente studio: l'analisi della donazione modale. Assemblando i risultati emersi nei capitoli precedenti, si definisce e si delimita questo istituto, si elabora la sua maturazione storica e concettuale. L'incedere della tesi, in ambito svizzero, segue quasi pedissequamente la struttura romanistica del primo titolo. Dopo una presentazione di alcune legislazioni del XIX secolo, nel preludio, il secondo capitolo si concentra sulla nozione di gratuità, quale può essere estrapolata dal Codice civile, dal Codice delle obbligazioni e dalla Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Il terzo capitolo tratta dell'onerosità, limitata al Codice civile e, principalmente, all'onere successorio. La tesi si chiude, nel quarto capitolo, con una digressione sulla donazione gravata da un onere nel diritto svizzero. In questo lavoro i quesiti di fondo, cui si cerca di fornire una risposta, riguardano la natura e la struttura dell'istituto in esame: di che tipo di contratto si tratta? È gratuito, lucrativo o oneroso? Come risponde il donatario inadempiente? Permettetemi un'avvertenza preliminare: i testi letterari, giuridici e filosofici su cui poggia il primo titolo sono vecchi di un paio di millenni, e, prima di giungere nelle nostre biblioteche e nelle nostre case, hanno subito un percorso tortuoso. Alcuni sono stati alterati, altri modificati. Errori di trascrizione si sommano ad adeguamenti alle nuove realtà storiche. Ciò premesso, i testi letterari e filosofici sono presentati nelle versioni indicate nelle pagine della bibliografia e non sono stati l'oggetto di particolari attenzioni interpolazionistiche, critiche che affiorano tuttavia per i frammenti giuridici più interessanti per il presente lavoro.
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This work is conceived to provide a general approach to the study of the different structures of Roman architecture - and of its representations – that combine the arched system with the architrave and that are traditionally grouped under terms like “arcuated trabeation” and “Syrian pediment” or other similar (“Syrian arch”, “arcuated lintel”, “arcuated architrave”, “arcuated gable”, “arcuated pediment”). This paper will address all-round issues of form and terminology, of origin and spread (with particular attention to the problem presented by the site of Sî῾ Syria), of use in constructions and iconography and of possible symbolic value. The study focuses on key concepts and basic bibliography as well as on some technical, functional and symbolic aspects able to broaden what has been outlined so far.
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Mediante programa informático es posible simular las vías de comunicación existentes entre asentamientos humanos, siendo muchos los trabajos publicados y varias las formas de aproximación al problema. El objetivo del trabajo que nos ocupa ha consistido en la generación de un nuevo modelo a partir del cual fuera posible simular una vía de comunicación, con la salvedad de que en este caso ya existía una idea aproximada de cual sería su trayectoria a partir de trabajos de otros autores. Esta vía de comunicación es la vía Augusta, en el tramo que une el Coll de Panissars y la ciudad de Girona.
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El present treball se centra en l’estudi d’un fragment de mosaic, inèdit fins ara, provinent d’una estança calefactada que representa dues sandàlies. És un dels materials recollits per l’arquitecte Joan Abril l’any 1910 a la vil·la romana de Barrugat (Bítem, Tortosa) mentre s’estava construint el Canal de l’Esquerra de l’Ebre. Actualment es conserva al Museu de Tortosa.