935 resultados para Classical Greek philosophy Religion Critical edition
Resumo:
La thèse se propose d’offrir la première traduction française des livres VI à VIII du traité des Simples de Galien portant sur la flore à intérêt pharmacologique. Afin de comprendre l’esprit et le but de l’œuvre, nous avons situé le médecin dans son contexte historique et culturel, le IIe siècle de notre ère, et nous avons fourni les données fondamentales de sa biographie et de sa production littéraire et, plus particulièrement, des textes pharmacologiques. Nous avons également étudié le rôle des plantes médicinales dans la médecine d’époque romaine, ainsi que les sources de l’œuvre, en particulier Dioscoride. Malgré le succès du traité au cours des siècles qui ont suivi, il n’a pas fait l’objet d’études approfondies et l’édition la plus récente demeure celle de K. G. Kühn du XIXe siècle. Une édition critique s’impose et c’est dans cette perspective que nous avons entrepris de dresser la liste définitive des manuscrits transmettant le texte galénique. Nous espérons que ces recherches permettront de comprendre un peu mieux l’importance des simples dans la pharmacologie de Galien et qu’elles seront un point de départ pour d’autres travaux sur le traité des Simples.
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L’elaborato si propone di esaminare le tappe principali della formazione intellettuale di Ezio Raimondi (Lizzano in Belvedere, 22 marzo 1924 – Bologna, 18 marzo 2014). Dopo aver illustrato i riflessi dei maestri (Lorenzo Bianchi, Franco Serra, Roberto Longhi, Carlo Calcaterra) nella produzione critica dello studioso, il nostro lavoro, grazie al materiale archivistico dell’Accademia della Crusca, ha tentato di ricostruire da una parte le dinamiche del dialogo instaurato da Ezio Raimondi con Gianfranco Contini, Giorgio Pasquali e Francesco Pagliai, e dall’altra i criteri ecdotici e filologici fissati nell’edizione critica dei Dialoghi di Torquato Tasso (1958). La lunga consuetudine con uno dei massimi poeti nostri, e con un testo di grande rilievo nella storia della cultura nell’età della Controriforma, offrì al giovane studioso la prospettiva più felice, e insieme un saldo fondamento filologico e storico, all’interesse che era venuto crescendo in lui per il Manierismo. Con il sostegno dei documenti del Fondo Riccardo Ricciardi editore, conservati al Centro Apice di Milano, non è sembrato inopportuno discutere, tramite il carteggio tra Ezio Raimondi e Gianni Antonini, le ‘scelte di canone’ dell’antologia Trattatisti e narratori del Seicento (1960). L’analisi della corrispondenza tra Charles Singleton ed Ezio Raimondi si è rivelata, invece, particolarmente stimolante per avanzare qualche proposta interpretativa sulla critica simbolica, della quale lo studioso fu uno dei maggiori promotori. La tesi si conclude con un’Appendice, in cui compare, per la prima volta, un elenco provvisorio del materiale documentario allegato ai libri del professore, da noi inventariato dopo che l’archivio culturale Ezio Raimondi è stato donato dagli eredi dello studioso alla biblioteca del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna.
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Questa tesi di dottorato “Ad summum bonum iter. Revisione testuale e commento di Seneca, Epistulae morales ad Lucilium XLVIII, CXI” (relatore Prof. F. Citti), si propone di fornire un commento scientifico al testo latino di alcune Epistulae morales ad Lucilium (48 e 111), corredato da traduzione, note esegetiche di carattere lessicale, stilistico-retorico e storico-letterario e discussione delle principali problematiche testuali (testo di riferimento l'edizione critica di Reynolds, Oxonii 1965). Scopo della ricerca è approfondire e completare lo studio delle lettere 48 e 111 del carteggio, esaminato solo episodicamente e non sistematicamente, soffermandosi sugli aspetti filosofici salienti e sui motivi conduttori più significativi, come la critica senecana alla nimia subtilitas (tema presente soprattutto nelle cosiddette epistole dialettiche, connesse alle diverse forme di sillogismi e alle modalità di contestazione degli stessi), con particolare riferimento alle ambiguità derivanti dall'uso di termini in senso proprio e metalinguistico riflessivo e non riflessivo; la ricerca si sofferma inoltre sul linguaggio colloquiale, vicino a quello della commedia e della satira, utilizzato da Seneca per ridicolizzare i sillogismi stoici; sul tema dell'amicizia; sull'uso di citazioni e/o allusioni poetiche (virgiliana e non virgiliana), decontestualizzate e risemantizzate in funzione educativa e psicagogica, piegate ad esprimere il personale messaggio etico; sull'uso del lessico specialistico, proveniente da diversi ambiti semantici (giuridico, economico, militare, medico), applicato da Seneca alla parenesi filosofica e, soprattutto, sul rapporto tra lessico filosofico latino e modelli greci. Infine, oltre ad approfondire il motivo delle egestas temporis e i riferimenti diatribici contenuti nelle epistole, sono stati individuati e approfonditi alcuni topoi presenti.
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The objective of the present dissertation is a born-digital critical edition of the Hebrew Old Testament book of Qohelet. The edition is based on an extensive collation of variant readings from indirect sources – the Septuagint, the Peshitta, the works of St. Jerome (the Vulgate and the Commentary), and the Targum – as well as from direct sources such as the Qumran fragments and Hebrew medieval manuscripts. The ultimate goal of the edition is (a) to reproduce the earliest textual form, the Archetype, that can be reconstructed on the basis of the available evidence; and (b) to propose a rehabilitation of the Original of the Author by resorting, when necessary, to conjectural emendation. We date the Archetype to the II century BCE, corresponding to the date of Hebrew fragments from Qumran, while we place the Original between the V and III centuries BCE. Unlike previous critical editions of Qohelet, ours follows the so-called eclectic model, which involves the reconstitution of a critical text and the preparation of an apparatus of secondary variants. Our edition includes, moreover, new data, taken both from primary literature, such as the recently published Göttingen Septuagint, and from up-to-date studies and critical commentaries on the text of Qohelet. The work is made up of five main parts: an introduction, which sets forth the rationale of the edition and the methodology adopted; the collation, where the variants are listed in their original language; the commentary, where they are extensively discussed; the critical text accompanied by the apparatus, which presents a selection of authentic Hebrew variants taken from the collation; and finally, a translation of the critical text. The edition uses the mark-up language of the Text Encoding Initiative (TEI). It is realized in pdf, via LaTeX, and will be available in digital form, via the TEI-Publisher editor.
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In the Leaven of the Ancients, John Walbridge studies the appropriation of non–Peripatetic philosophical ideas by an anti–Aristotelian Islamic philosopher, Shihab al-Din al-Suhrawardi (d. 1191). He proposes a comprehensive explanation of the origin of Suhrawardi's philosophical system, a revival of the “wisdom of the Ancients” and its philosophical affiliations “grounded” in Greek philosophy (p. xiii). Walbridge attempts to uncover the reasons for Suhrawardi's rejection of the prevailing neo–Aristotelian synthesis in Islamic philosophy, Suhrawardi's knowledge and understanding of non–Aristotelian Greek philosophy, the ancient philosophers Suhrawardi was attempting to follow, the relationship between Suhrawardi's specific philosophical teachings (logic, ontology, physics, and metaphysics), and his understanding of non–Aristotelian ancient philosophy and the relationship between Suhrawardi's system and the major Greek philosophers, schools, and traditions—in particular the Presocratics, Plato, and the Stoics (p. 8). Copyright © 2003 Cambridge University Press