941 resultados para Cancro colo-rectal


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Il cancro batterico dell’actinidia causato da Pseudomonas syringae pv.actinidiae (Psa) suscita grande interesse a livello globale a partire dal 2008. La malattia è comparsa in Giappone e in due anni ha avuto una diffusione epidemica in tutte le aree di coltivazione mondiale di actinidia. Gravi perdite economiche hanno attirato l’attenzione internazionale su questa problematica e grandi sforzi sono stati rivolti allo studio di questo patosistema ancora poco conosciuto. E’ emerso infatti che il patogeno può rimanere in fase latente per lunghi periodi senza causare sintomi caratteristici nelle piante infette, e che dalla comparsa dei sintomi la pianta muore nell’arco di un paio d’anni. Il monitoraggio ed il controllo della situazione è perciò di fondamentale importanza ed è ancora più importante prevenire la comparsa di nuovi focolai di infezione. A questo proposito sarebbe opportuno l’impiego di materiale vegetale di propagazione non infetto, ma in molti casi questo diventa difficile, dal momento che il materiale impiegato è generalmente quello asintomatico, non analizzato precedentemente per la presenza del patogeno. Negli ultimi anni sono state perciò messe a punto molte tecniche molecolari per l’identificazione di Psa direttamente da materiale vegetale. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di studiare l’epidemiologia di Psa in piante adulte infette e di verificare l’efficacia di metodi di diagnosi precoce per prevenire la malattia. A tale scopo il lavoro sperimentale è stato suddiviso in diverse fasi: i) studio della localizzazione, traslocazione e sopravvivenza di Psa nelle piante, a seguito di inoculazione in piante adulte di actinidia di ceppi marcati Psa::gfp; ii) studio della capacità di Psa di essere mantenuto in germogli di actinidia attraverso sette generazioni di micropropagazione dopo l’inoculazione delle piante madri con lo stesso ceppo marcato Psa::gfp; iii) studio ed applicazioni di un nuovo metodo di diagnosi precoce di Psa basato sull’analisi molecolare del “pianto”.

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L’introduzione della tomografia computerizzata nelle applicazioni oncologiche è stata rivoluzionaria per la diagnostica delle immagini di molti organi e apparati, superando i limiti della radiologia convenzionale. Questa tecnica rappresenta, infatti, un efficace strumento nella diagnosi e caratterizzazione di numerosi tumori, in quanto questo tipo di applicazione perfusionale amalgama informazioni di natura morfologica, tipiche della TC tradizionale, con studi funzionali sui tessuti in esame. Tuttavia, diversi problemi, tra cui la mancanza di un protocollo standard sia durante la fase di acquisizione dei dati, sia durante la fase di elaborazione dei dati, costituiscono un ostacolo per la trasposizione in clinica della TCp. In questo lavoro di Tesi si è trattato principalmente della modalità di analisi dei dati: ad oggi, infatti, non è ancora stato formulato un protocollo che stabilisca in modo univoco una tecnica di analisi delle mappe perfusionali risultanti dall’elaborazione delle immagini TCp. In particolare, si è tentato di affiancare ai classici metodi di analisi di immagini noti in letteratura un ulteriore tecnica che si basa sull’analisi voxel-by-voxel della regione d’interesse su più slice e non solo su quella di riferimento. Questo studio è stato fortemente motivato dall’elevato grado di eterogeneità che caratterizza molti tessuti neoplastici. A tal proposito, l’elaborato mira ad analizzare in modo qualitativo le mappe perfusionali di slice adiacenti a quella di riferimento e a verificare se queste possano restituire informazioni aggiuntive che risultino indispensabili ai fini della formulazione di una corretta diagnosi e scelta del piano terapeutico da applicare al paziente.

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Negli ultimi decenni la nanotecnologia contestualizzata nel campo medico ha rivolto le sue applicazioni alla cura e alla diagnosi del cancro. In questo elaborato di tesi sono passati in rassegna lo stato dell'arte riguardante le attuali metodologie di cura e di diagnosi nonché le caratteristiche biologiche fondamentali del cancro.Inoltre sono approfonditi tutti gli aspetti innovativi e le potenzialità della nanomedicina e delle nanotecnologie che negli anni hanno dato risultati promettenti e che in futuro potranno consentire un nuovo tipo di approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare basato su una diagnosi precoce e su una terapia personalizzata.

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The presence of tumor budding (TuB) at the invasive front of rectal cancers is a valuable indicator of tumor aggressiveness. Tumor buds, typically identified as single cells or small tumor cell clusters detached from the main tumor body, are characterized by loss of cell adhesion, increased migratory, and invasion potential and have been referred to as malignant stem cells. The adverse clinical outcome of patients with a high-grade TuB phenotype has consistently been demonstrated. TuB is a category IIB prognostic factor; it has yet to be investigated in the prospective setting. The value of TuB in oncological and pathological practice goes beyond its use as a simple histomorphological marker of tumor aggressiveness. In this paper, we outline three situations in which the assessment of TuB may have direct implications on treatment within the multidisciplinary management of patients with rectal cancer: (a) patients with TNM stage II (i.e., T3/T4, N0) disease potentially benefitting from adjuvant therapy, (b) patients with early submucosally invasive (T1, sm1-sm3) carcinomas at a high risk of nodal positivity and (c) the role of intratumoral budding assessed in preoperative biopsies as a marker for lymph node and distant metastasis thus potentially aiding the identification of patients suitable for neoadjuvant therapy.

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The objective of this investigation was to assess whether preoperative carcinoembryonic antigen (CEA) level is an independent predictor of overall survival in rectal cancer patients.

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To assess the efficacy of paracetamol (acetaminophen) for neonatal pain relief.

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BACKGROUND: Control of breathing, heart rate, and body temperature are interdependent in infants, where instabilities in thermoregulation can contribute to apneas or even life-threatening events. Identifying abnormalities in thermoregulation is particularly important in the first 6 months of life, where autonomic regulation undergoes critical development. Fluctuations in body temperature have been shown to be sensitive to maturational stage as well as system failure in critically ill patients. We thus aimed to investigate the existence of fractal-like long-range correlations, indicative of temperature control, in night time rectal temperature (T(rec)) patterns in maturing infants. METHODOLOGY/PRINCIPAL FINDINGS: We measured T(rec) fluctuations in infants every 4 weeks from 4 to 20 weeks of age and before and after immunization. Long-range correlations in the temperature series were quantified by the correlation exponent, alpha using detrended fluctuation analysis. The effects of maturation, room temperature, and immunization on the strength of correlation were investigated. We found that T(rec) fluctuations exhibit fractal long-range correlations with a mean (SD) alpha of 1.51 (0.11), indicating that T(rec) is regulated in a highly correlated and hence deterministic manner. A significant increase in alpha with age from 1.42 (0.07) at 4 weeks to 1.58 (0.04) at 20 weeks reflects a change in long-range correlation behavior with maturation towards a smoother and more deterministic temperature regulation, potentially due to the decrease in surface area to body weight ratio in the maturing infant. alpha was not associated with mean room temperature or influenced by immunization CONCLUSIONS: This study shows that the quantification of long-range correlations using alpha derived from detrended fluctuation analysis is an observer-independent tool which can distinguish developmental stages of night time T(rec) pattern in young infants, reflective of maturation of the autonomic system. Detrended fluctuation analysis may prove useful for characterizing thermoregulation in premature and other infants at risk for life-threatening events.

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BACKGROUND We conducted a randomized, phase II, multicenter study to evaluate the anti-epidermal growth factor receptor (EGFR) mAb panitumumab (P) in combination with chemoradiotherapy (CRT) with standard-dose capecitabine as neoadjuvant treatment for wild-type KRAS locally advanced rectal cancer (LARC). PATIENTS AND METHODS Patients with wild-type KRAS, T3-4 and/or N+ LARC were randomly assigned to receive CRT with or without P (6 mg/kg). The primary end-point was pathological near-complete or complete tumor response (pNC/CR), defined as grade 3 (pNCR) or 4 (pCR) histological regression by Dworak classification (DC). RESULTS Forty of 68 patients were randomly assigned to P + CRT and 28 to CRT. pNC/CR was achieved in 21 patients (53%) treated with P + CRT [95% confidence interval (CI) 36%-69%] versus 9 patients (32%) treated with CRT alone (95% CI: 16%-52%). pCR was achieved in 4 (10%) and 5 (18%) patients, and pNCR in 17 (43%) and 4 (14%) patients. In immunohistochemical analysis, most DC 3 cells were not apoptotic. The most common grade ≥3 toxic effects in the P + CRT/CRT arm were diarrhea (10%/6%) and anastomotic leakage (15%/4%). CONCLUSIONS The addition of panitumumab to neoadjuvant CRT in patients with KRAS wild-type LARC resulted in a high pNC/CR rate, mostly grade 3 DC. The results of both treatment arms exceeded prespecified thresholds. The addition of panitumumab increased toxicity.

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Background:In colorectal cancer (CRC), tumour budding at the invasion front is associated with lymph node (LN) and distant metastasis. Interestingly, tumour budding can also be detected in biopsies (intratumoural budding; ITB) and may have similar clinical importance. Here we investigate whether ITB in preoperative CRC biopsies can be translated into daily diagnostic practice.Methods:Preoperative biopsies from 133 CRC patients (no neoadjuvant therapy) underwent immunohistochemistry for pan-cytokeratin marker AE1/AE3. Across all biopsies for each patient, the densest region of buds at × 40 (high-power field; HPF) was identified and buds were counted.Results:A greater number of tumour buds in the biopsy was associated with pT stage (P=0.0143), LN metastasis (P=0.0007), lymphatic (P=0.0065) and venous vessel invasion (P=0.0318) and distant metastasis (cM1) (P=0.0013). Using logistic regression, a 'scale' was developed to estimate the probability of LN and distant metastasis using the number of tumour buds (e.g. 10 buds per HPF: 64% chance of LN metastasis; 30 buds per HPF: 86% chance). Inter-observer agreement for ITB was excellent (intraclass correlation coefficient: 0.813).Conclusion:Tumour budding can be assessed in the preoperative biopsy of CRC patients. It is practical, reproducible and predictive of LN and distant metastasis. Intratumoural budding qualifies for further investigation in the prospective setting.