968 resultados para Alfa-actina
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Microfilm.
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Background/Aims: Peginterferon alfa-2a plus ribavirin improves sustained virological responses compared with interferon alfa-2b and ribavirin, or peginterferon alfa-2a alone in chronic hepatitis C. We examined the impact of these treatments on health related quality of life (HRQOL). Methods: Patients (n = 1121) were randomized to peginterferon alfa-2a weekly plus ribavirin or placebo, or interferon alfa-2b thrice weekly plus ribavirin. HRQOL was assessed with the SF-36 Health Survey and Fatigue Severity Scale (FSS). Results: Patients receiving peginterferon alfa-2a plus ribavirin reported better HRQOL than those receiving interferon alfa-2b plus ribavirin. These differences were statistically significant for three SF-36 domains and both FSS scores (p < = 0.05). Patients receiving peginterferon alfa-2a plus placebo had the least impairment; adding ribavirin significantly decreased five domains of the SF-36 and both FSS scores. Sustained virological response was associated with improvement at follow-up on all SF-36 and FSS scores. Conclusions: The effects of combination therapy on HRQOL and fatigue are less with peginterferon alfa-2a plus ribavirin than interferon alfa-2b plus ribavirin. Each medication in combination therapy with interferon and ribavirin, affects patients' quality of life differently. Understanding the relationship of specific therapeutic options to HRQOL may help physicians minimize the impact of therapy on HRQOL. (C) 2004 European Association for the Study of the Liver. Published by Elsevier B.V. All rights reserved.
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center dot PURPOSE: To evaluate topical interferon alfa-2b (IFN-alpha 2b) for the treatment of recalcitrant ocular surface squamous neoplasia (OSSN). center dot DESIGN: Prospective, noncomparative, interventional consecutive case series. center dot METHODS: Ten patients with recalcitrant OSSN were treated with topical IFN-alpha 2b (1 million IU/ml) four times a day until clinical resolution of the lesion or until the lesion appeared nonresponsive-that is, treatment failure. Progress was assessed by clinical examination and photographic records, with a minimum follow,up of six months. center dot RESULTS: Eight of 10 patients achieved clinical resolution from topical IFN-alpha 2b treatment. One patient developed invasive squamous cell carcinoma and underwent exenteration. The other patient required further mitomycin C therapy to achieve clinical resolution. The mean duration to clinical resolution for the eight patients treated with IFN-alpha 2b was 21.9 weeks (range six to 59 weeks). There have been no recurrences for any of the nine patients during follow-up (mean 55.0 weeks; range 26 to 84 weeks). center dot CONCLUSIONS: Topical IFN-alpha 2b is an important treatment modality for recalcitrant OSSN; it avoids the risks of further limbal stem cell destruction from other agents and surgical excision. If invasive disease is diagnosed at any stage, topical therapy is contraindicated, necessitating surgical excision. (Am J Ophthalmol 2006; 142:568-571. (c) 2006 by Elsevier Inc. All rights reserved.)
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La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) è una malattia polmonare cronica, irreversibile la cui eziologia risulta essere ignota, caratterizzata da un processo fibrotico progressivo che inizia nel tratto respiratorio inferiore. Le persone affette da IPF presentano età media compresa tra 55 e 77 anni. L’incidenza annuale di IPF è stata recentemente stimata tra 14 e 42,7 casi per 100.000 persone e tale dato risulta essere in aumento. IPF fa parte delle malattie Polmonari Idiopatiche Interstiziali (IIP) che comprendono patologie con quadri istologici e clinici differenti. Le affezioni su cui si concentrerà questo studio sono: UIP (Usual Interstitial Pneumonia) caratterizzata da fibrosi interstiziale e dalla presenza di foci fibrotici connessi alla pleura e corrispondente al quadro anatomopatologico della maggior parte dei casi di IPF; NSIP (Non Specific Interstitial Pneumonia) simile alla UIP ma con maggiore uniformità temporale e spaziale delle manifestazioni; Sarcoidosi, malattia granulomatosa ad eziologia ignota. Attualmente la gravità della IPF, che implica una mortalità del 50% dei pazienti a 5 anni dall’esordio, e la scarsa efficacia farmacologica nel rallentarne la progressione vedono il trapianto polmonare come unica possibilità di sopravvivenza nelle forme più severe. Al momento non è chiaro il meccanismo patogenetico di insorgenza e progressione della IPF anche se sono stati individuati alcuni fattori scatenanti quali fumo di sigaretta, infezioni respiratorie e inquinanti atmosferici; tuttavia nessuno di tali elementi può da solo determinare un così esteso e progressivo rimodellamento del parenchima polmonare. Numerose sono le evidenze di come il substrato genetico, le alterazioni del rapporto morte/proliferazione cellulare e le citochine svolgano un ruolo nella genesi e nella progressione della malattia, ma non sono ancora chiari i fenomeni biologico-cellulari che la sostengono e, quindi, quali siano i punti di attacco per poter incidere terapeuticamente nel modificare l’evoluzione della IPF. Poiché il nostro laboratorio ha partecipato alla scoperta dell’esistenza di cellule staminali nel polmone umano normale, uno degli obiettivi finali di questo progetto si basa sull’ipotesi che un’alterazione del compartimento staminale svolga un ruolo cruciale nella eziopatogenesi di IPF. Per questo in precedenti esperienze abbiamo cercato di identificare nella IPF cellule che esprimessero antigeni associati a staminalità quali c-kit, CD34 e CD133. Questo lavoro di tesi si è proposto di condurre un’indagine morfometrica ed immunoistochimica su biopsie polmonari provenienti da 9 pazienti affetti da UIP, 3 da NSIP e 5 da Sarcoidosi al fine di valutare le alterazioni strutturali principali imputabili alle patologie. Preparati istologici di 8 polmoni di controllo sono stati usati come confronto. Come atteso, è stato osservato nelle tre patologie esaminate (UIP, NSIP e Sarcoidosi) un significativo incremento nella sostituzione del parenchima polmonare con tessuto fibrotico ed un ispessimento dei setti alveolari rispetto ai campioni di controllo. L’analisi dei diversi pattern di fibrosi presenti fa emergere come vi sia una netta differenza tra le patologie con una maggiore presenza di fibrosi di tipo riparativo e quindi altamente cellulata nei casi di UIP, e NSIP mentre nelle Sarcoidosi il pattern maggiormente rappresentato è risultato essere quello della fibrosi replacement o sostitutiva. La quantificazione delle strutture vascolari è stata effettuata tenendo separate le aree di polmone alveolare rispetto a quelle occupate da focolai sostitutivi di danno (componente fibrotica). Nei campioni patologici analizzati era presente un significativo riarrangiamento di capillari, arteriole e venule rispetto al polmone di controllo, fenomeno principalmente riscontrato nel parenchima fibrotico. Tali modifiche erano maggiormente presenti nei casi di NSIP da noi analizzati. Inoltre le arteriole subivano una diminuzione di calibro ed un aumento dello spessore in special modo nei polmoni ottenuti da pazienti affetti da Sarcoidosi. Rispetto ai controlli, nella UIP e nella Sarcoidosi i vasi linfatici risultavano inalterati nell’area alveolare mentre aumentavano nelle aree di estesa fibrosi; quadro differente si osservava nella NSIP dove le strutture linfatiche aumentavano in entrambe le componenti strutturali. Mediante indagini immunoistochimiche è stata documentata la presenza e distribuzione dei miofibroblasti, positivi per actina muscolare liscia e vimentina, che rappresentano un importante componente del danno tissutale nella IPF. La quantificazione di questo particolare fenotipo è attualmente in corso. Abbiamo inoltre analizzato tramite immunoistochimica la componente immunitaria presente nei campioni polmonari attraverso la documentazione dei linfociti T totali che esprimono CD3, andando poi a identificare la sottopopolazione di T citotossici esprimenti la glicoproteina CD8. La popolazione linfocitaria CD3pos risultava notevolmente aumentata nelle tre patologie analizzate soprattutto nei casi di UIP e Sarcoidosi sebbene l`analisi della loro distribuzione tra i vari distretti tissutali risultasse differente. Risultati simili si sono ottenuti per l`analisi dei linfociti CD8pos. La componente monocito-macrofagica è stata invece identificata tramite la glicoproteina CD68 che ha messo in evidenza una maggiore presenza di cellule positive nella Sarcoidosi e nella UIP rispetto ai casi di NSIP. I dati preliminari di questo studio indicano che il rimodellamento strutturale emo-linfatico e cellulare infiammatorio nella UIP si differenziano rispetto alle altre malattie interstiziali del polmone, avanzando l’ipotesi che il microambiente vascolare ed immunitario giochino un ruolo importante nella patogenesi della malattia
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Parkinson disease (PD) is associated with motor symptoms and dopaminergic cell loss in the nigrostriatal pathway. Alpha-synuclein is the major component of the Lewy bodies, the biological hallmarks of disease, and has been associated with familial cases of PD. Recently, the spinal cord stimulation (SCS) showed to be effective to alleviate the Parkinson symptoms in animal models and human patients. In this project, we characterized the motor and electrophysiological effects of alpha-synuclein overexpression in the substantia nigra of rats. We further investigated the effects of spinal electrical stimulation, AMPT and L-dopa administration in this model. Method: Sprague-Dawley rats were injected with empty viral vector or the vector carrying the gene for alpha-synuclein in the substantia nigra, and were tested weekly for 10 weeks in the open field and cylinder tests. A separated group of animals implanted with bilateral electrode arrays in the motor cortex and the striatum were recorded in the open field, during the SCS sessions and the pharmacological experiments. Results: Alpha-synuclein expression resulted in motor asymmetry, observed as the reduction in use of contralateral forepaw in the cylinder test. Animals showed an increase of local field potential activity in beta band three and four weeks after the virus injection, that was not evident after the 5th week. AMPT resulted in a sever parkinsonian state, with reduction in the locomotor activity and significant peak of oscillatory activity in cortex and striatum. SCS was effective to alleviate the motor asymmetry at long term, but did not reduce the corticostriatal low frequency oscillations observed 24 hs after the AMPT administration. These oscillations were attenuated by L-dopa that, even as SCS, was not effective to restore the locomotor activity during the severe dopaminergic depletion period. Discussion: The alpha-synuclein model reproduces the motor impairment and the progressive neurodegenerative process of PD. We demonstrated, by the first time, that this model also presents the increase in low frequency oscillatory activity in the corticostriatal circuit, compatible with parkinsonian condition; and that SCS has a therapeutic effect on motor symptom of this model.
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The term vitamin E refers to a group of eight molecular compounds which differ in structure and bioavailability, and the RRR-alpha-tocopherol more biologically active form. The composition of vitamin E in breast milk undergoes variations during lactation, colostrum and milk richer in this micronutrient compared to transitional and mature milk. Newborns, especially premature infants are more susceptible to vitamin E deficiency and to prevent the damage caused by this deficiency has been proposed supplementation of neonates with this micronutrient, however, there is no consensus to carry out this intervention. Thus, maternal supplementation with RRRalpha-tocopherol in the postpartum period can be a good alternative to try to raise the alpha-tocopherol levels in breast milk and therefore provide the premature newborn adequate amounts of vitamin E. This study to evaluate the effect of supplementation with 400 UI acetate RRR-alpha-tocopherol in women with premature births, on the concentration of alpha-tocopherol in breast milk colostrum, transitional and mature. The study included 89 healthy adult women were enrolled in the control group (n = 51) and supplemented group (n = 38). Blood samples were collected and milk colostrum soon after birth (0h milk) twenty-four hours, new rate of colostrum milk was collected (24h milk). The transitional and mature milk were collected in seven days (7d milk) and thirty days (30d milk) after delivery, respectively. Supplementation in the supplemented group was held after the collection of blood and 0h milk. The alpha-tocopherol analyzes were performed by high-performance liquid chromatography. Serum levels of alpha-tocopherol less than 516 μg/dL were considered indicative of nutritional deficiency. The average concentration of alphatocopherol in the serum of the control group mothers was 1159.8 ± 292.4 μg/dL and the supplemented group was 1128.3 ± 407.2 μg/dL (p = 0.281). All women had nutritional status in vitamin E suitable. In both groups, it was observed that the concentration of vitamin E in colostrum milk was higher compared to transitional and mature milk. In the supplemented group, the concentration of alpha-tocopherol in the milk increased 60 % after supplementation, from 1339.3 ± 414.2 μg/dL (0h milk) to 2234.7 ± 997.3 μg/dL (24h milk). While the control group values in colostrum 0h and colostrum 24h were similar (p = 0.681). In the control group the follow-on milk alphatocopherol value was 875.3 ± 292.4 μg/dL and in the group supplemented 1352.8 ± 542.3 μg/dL, an increase of 35% in the supplemented group compared to control (p <0.001). In mature milk alpha-tocopherol concentrations between the control group (426.6 ± 187.5 μg/dL) and supplemented (416.4 ± 214.2 μg/dL) were similar (p = 0.853). Only 24h milk supplemented group answered the nutritional requirement of alpha-tocopherol (4 mg/day) of the newborn. These results show that the transport of this micronutrient for milk occurs in a controlled and limited way. Thus, the native vitamin E supplementation increases the concentration of alpha-tocopherol in colostrum and milk and transition does not influence the concentration in mature milk. Only the increase in colostrum milk was sufficient to meet the nutritional requirement of premature newborns.
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Mémoire numérisé par la Direction des bibliothèques de l'Université de Montréal.
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Mémoire numérisé par la Direction des bibliothèques de l'Université de Montréal.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Il buon funzionamento di una qualsiasi tipologia di motore prevede l’utilizzo di un componente che abbia il compito di lubrificare le parti meccaniche in movimento, come, ad esempio, l’olio motore per l’automobile. Un fattore determinante nella scelta dell’olio è la variazione della sua viscosità in relazione alla variazione di temperatura, poiché la temperatura di esercizio di un macchinario è solitamente diversa dalla temperatura di avviamento. Tale valore viene identificato in maniera assoluta dal Viscosity Index (VI). L’olio motore è una formulazione complessa in cui sono presenti l’olio base ed una serie di additivi, tra cui molto importante è il modificatore di viscosità (Viscosity Index Improver, VII), che migliora il VI e permette di utilizzare lo stesso olio a basse ed alte temperature (olio multigrade). Come VII possono essere utilizzate diverse tipologie di polimeri solubili in olio, che variano per caratteristiche e target di mercato. La famiglia presa in esame in questa tesi è quella delle poli-alfa-olefine, utilizzate prevalentemente con oli base minerali, e più precisamente copolimeri etilene/propilene. Sono state analizzate le proprietà che questa famiglia ben nota di OCP (Olefin CoPolymer) ingenera nel sistema base-polimero. In particolare si è cercato di correlare le proprietà molecolari del polimero (composizione, peso molecolare e paracristallinità) con le proprietà “tecnologico-applicative” di ispessimento, stabilità meccanica al taglio, punto di non scorrimento, avviamento a freddo, pompabilità a freddo. L’attività è proseguita con la progettazione di un modello fisico, con l’obiettivo di predire il comportamento tecnologico del sistema olio-polimero in funzione delle proprietà molecolari di polimeri appartenenti alla classe delle poli-alfa-olefine lineari, esaminando anche le proprietà tecnologiche di un omopolimero sperimentale.