998 resultados para AGN, radiogalassie, 3C 84


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Partendo dal campione di AGN presente nella survey di XMM-COSMOS, abbiamo cercato la sua controparte ottica nel database DR10 della Sloan Digital Sky Survey (SDSS), ed il match ha portato ad una selezione di 200 oggetti, tra cui stelle, galassie e quasar. A partire da questo campione, abbiamo selezionato tutti gli oggetti con un redshift z<0.86 per limitare l’analisi agli AGN di tipo 2, quindi siamo giunti alla selezione finale di un campione di 30 sorgenti. L’analisi spettrale è stata fatta tramite il task SPECFIT, presente in IRAF. Abbiamo creato due tipi di modelli: nel primo abbiamo considerato un’unica componente per ogni riga di emissione, nel secondo invece è stata introdotta un’ulteriore com- ponente limitando la FWHM della prima ad un valore inferiore a 500 km\s. Le righe di emissione di cui abbiamo creato un modello sono le seguenti: Hβ, [NII]λλ 6548,6581, Hα, [SII]λλ 6716,6731 e [OIII]λλ 4959,5007. Nei modelli costruiti abbiamo tenuto conto della fisica atomica per quel che riguarda i rapporti dei flussi teorici dei doppietti dell’azoto e dell’ossigeno, fissandoli a 1:3 per entrambi; nel caso del modello ad una componente abbiamo fissato le FWHM delle righe di emissione; mentre nel caso a due componenti abbiamo fissato le FWHM delle componenti strette e larghe, separatamente. Tenendo conto del chi-quadro ottenuto da ogni fit e dei residui, è stato possibile scegliere tra i due modelli per ogni sorgente. Considerato che la nostra attenzione è focalizzata sulla cinematica dell’ossigeno, abbiamo preso in considerazione solo le sorgenti i cui spettri mostravano la riga suddetta, cioè 25 oggetti. Su questa riga è stata fatta un’analisi non parametrica in modo da utilizzare il metodo proposto da Harrison et al. (2014) per caratterizzare il profilo di riga. Sono state determinate quantità utili come il 2 e il 98 percentili, corrispondenti alle velocità massime proiettate del flusso di materia, e l’ampiezza di riga contenente l’80% dell’emissione. Per indagare sull’eventuale ruolo che ha l’AGN nel guidare questi flussi di materia verso l’esterno, abbiamo calcolato la massa del gas ionizzato presente nel flusso e il tasso di energia cinetica, tenendo conto solo delle componenti larghe della riga di [OIII] λ5007. Per la caratterizzazione energetica abbiamo considerato l’approccio di Cano-Diaz et al (2012) e di Heckman (1990) in modo da poter ottenere un limite inferiore e superiore della potenza cinetica, adottando una media geometrica tra questi due come valore indicativo dell’energetica coinvolta. Confrontando la potenza del flusso di gas con la luminosità bolometrica dell’AGN, si è trovato che l’energia cinetica del flusso di gas è circa lo 0.3-30% della luminosità dell’AGN, consistente con i modelli che considerano l’AGN come principale responsabile nel guidare questi flussi di gas.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

In astronomia, le galassie ellittiche sono oggetti privi in molti casi di momento angolare, non presentano bracci come le galassie a spirali, hanno assenza di stelle giovani, poca presenza di nubi e polveri, quindi si potrebbe pensare che sono oggetti poco interessanti. Invece, no! Risultano essere tra i corpi celesti più affascinanti soprattutto per il loro potere emissivo e quindi per le proprietà morfologiche e spettrali che le caratterizzano. La loro luminosità viene osservata in varie bande, dette appunto bande d'emissione; qui vengono trattate soprattutto tre componenti caratterizzanti le galassie ellittiche: le stelle di popolazione stellare II, osservate in banda ottica; il mezzo interstellare, costituito da gas molto caldo che emette in banda X; ed infine, non meno importante, viene messo in risalto il potere emissivo di ellittiche giganti, dette radiogalassie o blazar, caratterizzate dalla prezenza di nuclei galattici attivi (AGN) e quindi getti che emettono soprattutto in banda radio.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

I Nuclei Galattici Attivi (AGN) sono sorgenti luminose e compatte alimentate dall'accrescimento di materia sul buco nero supermassiccio al centro di una galassia. Una frazione di AGN, detta "radio-loud", emette fortemente nel radio grazie a getti relativistici accelerati dal buco nero. I Misaligned AGN (MAGN) sono sorgenti radio-loud il cui getto non è allineato con la nostra linea di vista (radiogalassie e SSRQ). La grande maggioranza delle sorgenti extragalattiche osservate in banda gamma sono blazar, mentre, in particolare in banda TeV, abbiamo solo 4 MAGN osservati. Lo scopo di questa tesi è valutare l'impatto del Cherenkov Telescope Array (CTA), il nuovo strumento TeV, sugli studi di MAGN. Dopo aver studiato le proprietà dei 4 MAGN TeV usando dati MeV-GeV dal telescopio Fermi e dati TeV dalla letteratura, abbiamo assunto come candidati TeV i MAGN osservati da Fermi. Abbiamo quindi simulato 50 ore di osservazioni CTA per ogni sorgente e calcolato la loro significatività. Assumendo una estrapolazione diretta dello spettro Fermi, prevediamo la scoperta di 9 nuovi MAGN TeV con il CTA, tutte sorgenti locali di tipo FR I. Applicando un cutoff esponenziale a 100 GeV, come forma spettrale più realistica secondo i dati osservativi, prevediamo la scoperta di 2-3 nuovi MAGN TeV. Per quanto riguarda l'analisi spettrale con il CTA, secondo i nostri studi sarà possibile ottenere uno spettro per 5 nuove sorgenti con tempi osservativi dell'ordine di 250 ore. In entrambi i casi, i candidati migliori risultano essere sempre sorgenti locali (z<0.1) e con spettro Fermi piatto (Gamma<2.2). La migliore strategia osservativa per ottenere questi risultati non corrisponde con i piani attuali per il CTA che prevedono una survey non puntata, in quanto queste sorgenti sono deboli, e necessitano di lunghe osservazioni puntate per essere rilevate (almeno 50 ore per studi di flusso integrato e 250 per studi spettrali).

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

La forma spettrale dell’X-ray background richiede l’esistenza di un grande numero di AGN mediamente oscurati, oltre alla presenza di AGN fortemente oscurati, la cui densità di colonna supera il limite Compton (Nh>10^24 cm^(-2)). A causa della loro natura, questi oggetti risultano di difficile osservazione, per cui è necessario adottare un approccio multi-banda per riuscire a rivelarli. In questo lavoro di tesi abbiamo studiato 29 sorgenti osservate nel CDF-S e 10 nel CDF-N a 0.0710^23, spettro piatto, riga del ferro): a seguito di questa analisi sono state individuate 9 sorgenti che presentano indicazioni di forte oscuramento. Dallo studio del rapporto tra la luminosità X (2-10 keV) e quella MIR (12.3um) dedotta dal SED-fitting, si è ottenuta una conferma della possibile presenza di forte oscuramento nelle 9 sorgenti selezionate a seguito dell’analisi spettrale. Abbiamo inoltre confrontato il tasso di formazione stellare dedotto dalla banda X (0.5-8 keV) e da quella IR (8-1000um) per identificare le sorgenti nelle quali l’emissione da AGN risulta essere dominante. A seguito di questa analisi abbiamo identificato 9 sorgenti (le stesse di cui sopra) con indicazione di forte oscuramento; di queste, 3 mostrano chiare indicazioni della presenza di un AGN Compton Thick (Nh>10^24 cm^(-2), riga del ferro intensa, basso rapporto LX/MIR).

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Negli ultimi vent’anni innumerevoli sforzi sono stati compiuti a livello internazionale per ottenere un censimento completo degli “Active Galactic Nuclei” (AGN), ovvero di nuclei galattici attivi, oscurati in banda X. Tale censimento potrebbe rappresentare infatti la soluzione alla problematica del cosiddetto fondo cosmico non risolto in banda X. Gli studi finora condotti sfruttano la forte correlazione fra l'attività del SMBH e l'evoluzione della galassia ospite attraverso osservazioni in banda X hard, nel vicino-medio infrarosso e nell'ottico. Questa tesi si colloca in questo scenario con lo scopo di verificare e confermare l'affidabilità della selezione tramite la riga di emissione del CIV a 1549 Å di AGN oscurati fino a z≈3. Per raggiungere tale obiettivo è stato assunto che il CIV rappresenti un indicatore affidabile della luminosità intrinseca degli AGN e del loro alto potenziale di ionizzazione. Inoltre, allo studio in banda ottica delle sorgenti sono stati associati i dati profondi in banda X per analizzarne le proprietà X e caratterizzarne l’ammontare dell’oscuramento in tale banda in termini di densità di colonna di idrogeno. In particolare, in questo lavoro vengono presentati i risultati dell’analisi in banda X del campione di 192 AGN selezionati nella survey ottica zCOSMOS-Deep, attraverso la riga di emissione del CIV a 1549 Å. Queste 192 sorgenti hanno un redshift medio di 2.2 e una magnitudine media AB in banda B di 23.7. La copertura in banda X del campo selezionato è data dalla survey Chandra COSMOS-Legacy comprendente 4.6 Ms di osservazioni in un’area di 2.2 deg2. I risultati ottenuti in questo progetto di tesi tramite la selezione possono ritenersi soddisfacenti: metà delle AGN di Tipo 2 selezionate con il CIV e rilevate in banda X risultano fortemente oscurate (NH>10^23 cm^(-2) ). Inoltre, le AGN di Tipo 2 non rilevate in banda X risultano consistenti con uno scenario di oggetti oscurati.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Apis mellifera L., the European honeybee, is a crucial pollinator of many important agricultural crops in the United States. Recently, honeybee colonies have been affected by Colony Collapse Disorder (CCD), a disorder in which the colony fails due to the disappearance of a key functional group of worker bees. Though no direct causalrelationship has been confirmed, hives that experience CCD have been shown to have a high incidence of Deformed Wing Virus (DWV), a common honeybee virus. While the genome sequence and gene-order of DWV has been analyzed fairly recently, few other studies have been performed to understand the molecular characterization of the virus.Since little is known about where DWV proteins localize in infected host cells, the objective of this project was to determine the subcellular localization of two of the important non-structural proteins that are encoded in the DWV genome. This project focused on the protein 3C, an autocatalytic protease which cleaves itself from a longer polyprotein and helps to cut all of the other proteins apart from one another so that they can become functional, and 3D, the RNA-dependent RNA polymerase (RdRp) which is critical for replication of the virus because it copies the viral genome. By tagging nested constructs containing these two proteins and tracking where they localized in living cells, this study aimed to better understand the replication of DWV and to elicit possible targetsfor further research on how to control the virus. Since DWV is a picorna-like virus, distantly related to human viruses such as polio, and picornavirus non-structural proteins aggregate at cellular membranes during viral replication, the major hypothesis was that the 3C and 3CD proteins would localize at cellular organelle membranes as well. Using confocal microscopy, both proteins were found to localize in the cytoplasm, but the 3CDprotein was found to be mostly diffuse cytoplasmic, and the 3C protein was found to localize more specifically on membranous structures just outside of the nucleus.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

PURPOSE To explore whether population-related pharmacogenomics contribute to differences in patient outcomes between clinical trials performed in Japan and the United States, given similar study designs, eligibility criteria, staging, and treatment regimens. METHODS We prospectively designed and conducted three phase III trials (Four-Arm Cooperative Study, LC00-03, and S0003) in advanced-stage, non-small-cell lung cancer, each with a common arm of paclitaxel plus carboplatin. Genomic DNA was collected from patients in LC00-03 and S0003 who received paclitaxel (225 mg/m(2)) and carboplatin (area under the concentration-time curve, 6). Genotypic variants of CYP3A4, CYP3A5, CYP2C8, NR1I2-206, ABCB1, ERCC1, and ERCC2 were analyzed by pyrosequencing or by PCR restriction fragment length polymorphism. Results were assessed by Cox model for survival and by logistic regression for response and toxicity. Results Clinical results were similar in the two Japanese trials, and were significantly different from the US trial, for survival, neutropenia, febrile neutropenia, and anemia. There was a significant difference between Japanese and US patients in genotypic distribution for CYP3A4*1B (P = .01), CYP3A5*3C (P = .03), ERCC1 118 (P < .0001), ERCC2 K751Q (P < .001), and CYP2C8 R139K (P = .01). Genotypic associations were observed between CYP3A4*1B for progression-free survival (hazard ratio [HR], 0.36; 95% CI, 0.14 to 0.94; P = .04) and ERCC2 K751Q for response (HR, 0.33; 95% CI, 0.13 to 0.83; P = .02). For grade 4 neutropenia, the HR for ABCB1 3425C-->T was 1.84 (95% CI, 0.77 to 4.48; P = .19). CONCLUSION Differences in allelic distribution for genes involved in paclitaxel disposition or DNA repair were observed between Japanese and US patients. In an exploratory analysis, genotype-related associations with patient outcomes were observed for CYP3A4*1B and ERCC2 K751Q. This common-arm approach facilitates the prospective study of population-related pharmacogenomics in which ethnic differences in antineoplastic drug disposition are anticipated.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Vorbesitzer: Abraham Merzbacher