992 resultados para Mosca-varejeira - Larva


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Pós-graduação em Zootecnia - FCAV

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Pós-graduação em Medicina Veterinária - FCAV

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Several studies have required Haematobia irritans (L.) raising in laboratory. The present study assessed two methods of inoculating immature forms of H. irritans to obtain adults. In 2007, 15 Nellore steers (Bos indicus) (L.) were used for the collection of feces free of anthelmintic treatment and flies to produce for eggs and larva. For method I, 30 eggs were incubated in square filter paper (5 × 5 cm) and deposited on bovine feces (500 g) where they were kept until hatching and spontaneous penetration of larvae (L1) into the fecal mass. After 24 h, eggs were analyzed under a stereoscope microscope (40×) for the number of larvae that instinctively penetrated the feces. In method II, larvae were obtained only by natural egg hatching. At birth, 30 larvae were collected and individually inoculated, directly onto the fecal plate by employing a moistened brush. The tests were carried out at controlled temperature (28˚C ± 2˚C) and saturated humidity (80%) until the emergence of flies with both methods. The number of emerged flies was considered in the result. Using method I, 276 (76.7%) flies emerged from 360 inoculated eggs, while using method II, 283 (78.6%) flies emerged from 360 inoculated larvae. There was no significant difference (P = 0.7821) between methods for the number of flies; however, the proportion between males and females by means of larva inoculation was different from 1:1 (P = 0.0146). Results indicated that both methods led to a satisfactory production of flies and egg inoculation provided an easier establishment.

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Larvae of Potamophilops cinereus (Blanchard, 1841) from Brazil, Sao Paulo, Ribeirao Grande (Fazenda Intervales, Rio Carmo) are described for the first time and illustrated. The larvae were found associated with adults. The larva of P. cinereus is most similar to larvae of species of the Mexican and Central American genera Disersus Sharp and Hispaniolara Brown, but can be easily distinguished chiefly by the head being not visible when seen from above, due to being concealed by the anterior projection of the pronotum. Comparisons of the three genera are presented. Photographs of the adult habitus of P. cinereus are also furnished. A key to the larvae of the genera of Larainae of Brazil is included.

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The larval stage of Amblyomma oblongoguttatum Koch is redescribed using optical and scanning electron microscopy. Unfed larvae were obtained from a colony of A. oblongoguttatum originated from engorged females collected on domestic pigs from Monte Negro municipally (10 degrees 29'S, 63 degrees 32'W), State of Rondonia, Western Amazon, Brazil. Several characters are presented including the chaetotaxy of the idiosoma, palpi and Haller's organ, as well as morphological features of the idiosoma, gnathosoma and legs. In addition, the porotaxy (topographical and numerical patterns of integumentary structures) were presented by using a new nomenclature recently proposed. The chaetotaxy of the larvae of A. oblongoguttatum, in general, is similar to other Neotropical Amblyomma species. Three types of integumentary structures were observed on the idiosoma: lyrifissures, small glands, and large wax glands. Topographic and numerical patterns of the integumentary structures consisted of 5 pairs of large wax glands (1 dorsal/4 ventral), 24 pairs of lyrifissures (11 dorsal/13 ventral), and 49 pairs of small glands (28 dorsal/21 ventral). These topographic and numerical patterns found for A. oblongoguttatum show only minor differences when compared with patterns of other Amblyomma larvae, however, a few key features can be used for identification of these species.

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The final instar larva of Mnesarete pudica is described and illustrated based on reared specimens collected in Brazil. This species can be distinguished from others by presenting: a) five palpal and three premental setae; b) no posterodorsal hooks on abdominal segments; c) lateral spines only in S9-10. M. pudica is compared to other South American calopterygids and biological notes are presented.

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La tesi ha come oggetto lo studio dei legami culturali posti in essere tra la Russia e l’Italia nel Settecento effettuato a partire dall’analisi del teatro di Arkhangelskoe (nei pressi di Mosca), ideato da Pietro Gonzaga. Ciò ha consentito di inquadrare l’atmosfera culturale del periodo neoclassico a partire da un’angolazione insolita: il monumento in questione, a dispetto della scarsa considerazione di cui gode all’interno degli studi di storia dell’arte, racchiude diverse ed interessanti problematiche artistiche. Queste ultime sono state tenute in debito conto nel processo dell’organizzazione della struttura del lavoro in relazione ai differenti livelli di analisi emersi in riferimento alla tematica scelta. Ogni capitolo rappresenta un punto di partenza che va utilizzato al fine di approfondire problematiche relative all’arte ed al teatro nei due Paesi, il tutto reso possibile grazie all’applicazione di un originale orientamento analitico. All’interno della tesi vengono infatti adoperati approcci e tecniche metodologiche che vanno dalla storia dell’arte all’analisi diretta dei monumenti, dall’interpretazione iconografica alla semiotica, per arrivare agli studi sociologici. Ciò alla fine ha consentito di rielaborare il materiale già noto e ampiamente studiato in modo convincente ed efficace, grazie al ragionamento sintetico adottato e alla possibilità di costruire paralleli letterari e artistici, frutto delle ricerche svolte nei diversi contesti. Il punto focale della tesi è rappresentato dalla figura di Pietro Gonzaga. Tra i decoratori e gli scenografi italiani attivi presso la corte russa tra il Settecento e l’Ottocento, questi è stato senza dubbio la figura più rilevante ed affascinante, in grado di lasciare una ricca eredità culturale e materiale nell’ambito dell’arte scenografica russa. Dimenticata per lungo tempo, l’opera di Pietro Gonzaga è attualmente oggetto di una certa riconsiderazione critica, suscitando curiosità e interesse da più parti. Guidando la ricerca su di un duplice binario, sia artistico che interculturale, si è quindi cercato di trovare alcune risonanze tra l’arte ed il pensiero di Gonzaga ed altre figure di rilievo non solo del suo secolo ma anche del Novecento, periodo in cui la cultura scenografica russa è riuscita ad affrancarsi dai dettami impartiti dalla lezione settecentesca, seguendo nuove ed originali strade espressive. In questo contesto spicca, ad esempio, la figura di Vsevolod Meyerchold, regista teatrale (uno dei protagonisti dell’ultimo capitolo della tesi) che ha instaurato un legame del tutto originale con i principi della visione scenica comunicati da Pietro Gonzaga. Lo sviluppo dell’argomento scelto ha richiesto di assumere una certa responsabilità critica, basandosi sulla personale sicurezza metodologica ed esperienza multidisciplinare al fine di tener conto dall’architettura, della teoria e della pratica teatrale – dalla conoscenza delle fonti fino agli studi del repertorio teatrale, delle specifiche artistiche locali, del contesto sociale dei due paesi a cavallo tra il ‘700 e l’‘800. Le problematiche toccate nella tesi (tra le quali si ricordano il ruolo specifico rivestito dal committente, le caratteristiche proprie della villa neoclassica russa, il fenomeno di ‘spettacoli muti’, la “teatralità” presente nel comportamento dei russi nell’epoca dei Lumi, la risonanza delle teorie italiane all’interno del arte russa) sono di chiara attualità per quanto concerne le ricerche relative al dialogo storico-artistico tra i due Paesi.

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"Ricordi di scuola", il più celebre e personale tra i romanzi del giornalista, scrittore, umorista, nonché vignettista Giovanni Mosca, è il diario di un giovane maestro delle scuole elementari nella Roma fascista degli anni ’30. Il libro presenta uno stile semplice, fresco e lineare e racconta gli episodi di un maestro elementare e dei suoi alunni. La figura prevalente è sicuramente quella del maestro, un uomo “speciale” dalla personalità gentile, disponibile e per nulla severo, come ci si potrebbe aspettare, data l’epoca in cui il romanzo è ambientato, dimostrandosi comprensivo ed indulgente con i propri alunni senza però dimenticare la sua funzione educativa. Dal punto di vista della didattica il maestro Mosca si mostra diverso, quasi “rivoluzionario”. E’ un maestro che non dà voti e non boccia, che critica il nozionismo, i problemi astrusi e le poesie a memoria. Il racconto si compone di ventuno episodi, nei quali l’autore non nasconde la sua simpatia nei confronti degli alunni per la loro fantasia e la loro candida immaginazione e la sua ironia e la sua disapprovazione nei confronti degli adulti, di quei “grandi” che pensano di possedere la saggezza e la verità, ma che spesso si rivelano personaggi più immaturi e fragili dei loro stessi alunni. L’elaborato si compone di: introduzione al libro, traduzione di alcuni capitoli in lingua spagnola e analisi delle difficoltá traduttive incontrate durante la stesura.

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Fil: Moyano, Alejandro. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Agrarias