938 resultados para Caratterizzazione costruttiva architettura storica palazzo Mauruzi Gherardi urbino


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Il processo di localizzazione risponde all'esigenza dell'uomo di avere una percezione sempre più dettagliata e precisa del contesto in cui si trova, con l'intento di migliorare e semplificare l'interazione con oggetti e cose ivi presenti. L'idea attuale è quella di progettare sistemi di posizionamento con particolare riguardo agli ambienti indoor, caratterizzati da proprietà e densità di elementi che limitano fortemente le prestazioni dei consolidati sistemi di tracking, particolarmente efficienti in spazi aperti. Consapevole di questa necessità, il seguente elaborato analizza le prestazioni di un sistema di localizzazione sviluppato dall'Università di Bologna funzionante in tecnologia Ultra-Wide Bandwidth (UWB) e installato nei laboratori DEI dell'Alma Mater Studiorum con sede a Cesena. L'obiettivo è quello di caratterizzare l'accuratezza di localizzazione del sistema, suggerendo nuovi approcci operativi e de�finendo il ruolo dei principali parametri che giocano nel meccanismo di stima della posizione, sia in riferimento a scenari marcatamente statici sia in contesti in cui si ha una interazione dinamica degli oggetti con lo spazio circostante. Una caratteristica della tecnologia UWB è, infatti, quella di limitare l'errore di posizionamento nel caso di localizzazione indoor, grazie alle caratteristiche fisiche ed elettriche dei segnali, aprendo nuovi scenari applicativi favorevoli in termini economici, energetici e di minore complessità dei dispositivi impiegati.

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La tecnica di Diffusion Weighted Imaging (DWI) si basa sullo studio del moto diffusivo delle molecole d’acqua nei tessuti biologici ed è in grado di fornire informazioni sulla struttura dei tessuti e sulla presenza di eventuali alterazioni patologiche. Il più recente sviluppo della DWI è rappresentato dal Diffusion Tensor Imaging (DTI), tecnica che permette di determinare non solo l’entità, ma anche le direzioni principali della diffusione. Negli ultimi anni, grazie ai progressi nella tecnica di risonanza magnetica, l’imaging di diffusione è stato anche applicato ad altri distretti anatomici tra cui quello renale, per sfruttarne le potenzialità diagnostiche. Tuttavia, pochi sono ancora gli studi relativi all’applicazione delle metodiche di diffusione per la valutazione della malattia policistica renale autosomica dominante (ADPKD). ADPKD è una delle malattie ereditarie più comuni ed è la principale causa genetica di insufficienza renale dell’adulto. La caratteristica principale consiste nella formazione di cisti in entrambi i reni, che progressivamente aumentano in numero e dimensioni fino a causare la perdita della funzionalità renale nella metà circa dei pazienti. Ad oggi non sono disponibili terapie capaci di arrestare o rallentare l’evoluzione di ADPKD; è possibile controllare le complicanze per evitare che costituiscano componenti peggiorative. Il lavoro di tesi nasce dalla volontà di indagare se la tecnica dell’imaging di diffusione possa essere utile per fornire informazioni sullo stato della malattia e sul suo grado di avanzamento. L’analisi di studio è concentrata sul calcolo del coefficiente di diffusione apparente (ADC), derivato dalle immagini DWI e valutato nella regione della midollare. L’obiettivo di questo lavoro è verificare se tale valore di ADC sia in grado di caratterizzare la malattia policistica renale e possa essere utilizzato in ambito clinico-diagnostico come indicatore prognostico nella progressione di questa patologia.

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Questo elaborato presenta la caratterizzazione sperimentale di un sistema di comunicazione e localizzazione della DecaWave. Il sistema analizzato �è il kit EVK1000, che permette di e�ffettuare stime di distanza tra due nodi e una comunicazione robusta ai disturbi e immune alla propagazione multicammino grazie alla tecnologia UWB.

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La tesi ha come oggetto di studio la progettazione e realizzazione in autocostruzione del padiglione temporaneo dal nome Modulo Eco in Piazzale della Pace a Parma. Per “autocostruzione” si intende il processo in cui il committente di un immobile partecipa attivamente alla fase realizzativa dello stesso. È un percorso molto impegnativo, che richiede una forte motivazione ma allo stesso tempo molto appagante. Ad oggi in Italia non esiste una normativa nazionale che codifichi le modalità e le regole dell’edificare in autocostruzione. La partecipazione attiva nel processo realizzativo di personale non addetto ai lavori aumenta automaticamente i rischi legati all’inesperienza e alla mancanza di formazione in materia. L’attenzione quindi alla sicurezza e soprattutto all’iniziale formazione dei nuovi operai in cantiere permette di ridurre notevolmente tali pericoli. Il progetto è stato ideato dall’associazione culturale Manifattura Urbana in collaborazione con il Comune di Parma. Posizionato in Piazzale della Pace, in pieno centro, questo spazio ospiterà l’ufficio Sportello Energia del Comune stesso. È infatti interesse dell’amministrazione dare un’importanza significativa alle tematiche energetiche, non lasciando tutte le relative riflessioni solamente a tecnici ma rivolgendosi invece direttamente ai cittadini, per informarli e sensibilizzarli. È stato quindi deciso di progettare e realizzare un padiglione temporaneo, facilmente costruibile (con l’aiuto di studenti, volontari e interessati), con un minimo impatto ambientale e allo stesso tempo ad alta efficienza energetica, non solo rispettante ma superante tutti gli standard di bassi consumi energetici previsti dalla normativa per le nuove costruzioni. Il progetto è totalmente autofinanziato dalle aziende fornitrici partner, che sponsorizzano in forma gratuita il materiale da costruzione e formano direttamente in cantiere i volontari per imparare a gestirlo, in cambio di visibilità all’interno del progetto.

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Il presente lavoro di tesi è finalizzato all'ottimizzazione della formulazione iniziale e delle condizioni di stagionatura per ottenere un materiale utilizzabile come refrattario in applicazioni che richiedono elevate temperature di esposizione. L’interesse della ricerca scientifica verso questa nuova classe di materiali nasce dai vantaggi ambientali ed economici che essi possono fornire. Inoltre, le buone proprietà di resistenza e stabilità termica evidenziate dagli studi condotti negli ultimi anni inducono a sperimentare l’impiego dei materiali geopolimerici in sostituzione dei materiali refrattari o cementiferi attualmente in commercio. A tal fine sono state determinate le caratteristiche fisico-meccaniche, microstrutturali e termiche di matrici geopolimeriche additivate con scarti refrattari. Lo studio svolto, si può suddividere in tre fasi successive. Inizialmente sono state ottimizzazione le formulazioni geopolimeriche. Successivamente i prodotti ottenuti sono stati oggetto di caratterizzazione fisico-meccanica, microstrutturale e termica. Tali caratterizzazioni sono state eseguite attraverso: analisi al microscopio ottico, assorbimento di acqua, determinazione della densità geometrica, prove ultrasoniche per la determinazione dell’omogeneità del materiale, resistenza meccanica a compressione, diffrattometria ai raggi X (XRD), microscopio riscaldante, ciclo termico in muffola e analisi dilatometriche. Nella terza fase sono stati analizzati ed elaborati i risultati ottenuti, evidenziando le soddisfacenti proprietà di stabilità e resistenza termica. È stata inoltre effettuata una analisi economica preliminare evidenziando la competitività nel marcato del sistema geopolimerico studiato. Se a questo si aggiungono i considerevoli benefici ambientali dovuti al fatto che il prodotto è ottenuto con sostanze di recupero, non sarebbe sorprendente che in un futuro prossimo i geopolimeri possano essere largamente prodotti e commercializzati.

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A partire da un’analisi complessiva della struttura di Palazzo Italia Expo, è stata approfondita nel dettaglio la realizzazione del rivestimento. Sono emerse soluzioni costruttive fortemente innovative, dettate da necessità architettoniche ben precise: si è cercato di conciliare il concept della foresta urbana con le esigenze funzionali che il palazzo doveva soddisfare. Nella scelta del materiale da rivestimento si è optato per un “cemento biodinamico” brevettato per l’occasione da ItalCementi, e studiato anch’esso con obiettivi ben definiti: ricercare una brillantezza e purezza del colore durevole nel tempo, e avvicinarsi sempre più all’esigenza di sostenibilità ambientale delle strutture. Si è cercato di analizzare l'effettiva capacità di questo cemento di soddisfare i requisiti prefissati nel corso tempo, anche attraverso un'analisi comparativa con il cemento utilizzato nella chiesa Dives in Misericordia a Roma di Richard Meier.

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Nel presente elaborato è stato studiato l'effetto prodotto dall'inserimento di interstrati di rinforzo tra strati legati di una pavimentazione. Si è realizzato un confronto tra due pavimentazioni, una rinforzata e l'altra di controllo, mediante il software di calcolo OLCRACK, aventi le medesime caratteristiche geometriche e gli stessi materiali. In questo modo è stato possibile osservare l'effetto della griglia di rinforzo nel contrastare e ritardare il fenomeno del reflective cracking. Parallelamente è stata effettuata un'indagine sperimentale in laboratorio su travetti bi-strato rinforzati con due tipologie differenti di griglie. I risultati hanno evidenziato l'importanza del ricoprimento sulla griglia, poiché i travetti più spessi hanno dato una risposta migliore alla vita a fatica. In più è stata osservata l'importanza della resistenza a trazione della griglia nell'incremento dei cicli a rottura dei provini.

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Nelle società moderne, il problema del “rifiuto”, costituisce un fenomeno strettamente connesso allo stile di vita dei cittadini, nonché al sistema di produzione e distribuzione dei beni di consumi e alle normative che regolano questi due aspetti.Ogni anno, solamente in Italia, sono circa 380.000 le tonnellate di pneumatici che sono destinate a discarica, e sono oltre 100 gli anni che un pneumatico impiega per la biodegradazione. L’utilizzo del bitume modificato con polverino di gomma è nato negli Stati Uniti, ma al giorno d'oggi viene utilizzato sempre più frequentemente anche in Italia e in Europa quale valida alternativa per il confezionamento di conglomerati bituminosi. L’attività sperimentale presentata in questa tesi consiste nel confronto di 2 miscele: una di conglomerato bituminoso standard e l’altra sperimentale con polverino di gomma da PFU, progettata nel Laboratorio di Strade dell’Università di Ingegneria e Architettura di Bologna. Per procedere con la comparazione delle due materiali si è realizzato un campo prove in vera grandezza, in viale Togliatti a Bologna. Nel laboratorio di Strade dell'Università di Bologna si sono poi confezionati dei provini con il materiale prelevato in sito, e su di essi sono state svolte le prove di caratterizzazione statica (ITS) e dinamica (ITSM). Il risultati ottenuti dimostrano che la miscela sperimentale presenta caratteristiche meccaniche inferiori a quella vergine, ma in ogni caso soddisfacenti e superiori a quelli mediamente riconosciuti per miscele bituminose tradizionali per strati di usura. Da sottolineare è che la minore rigidezza presentata dalle miscele additivate con PFU, secondo consolidata bibliografia scientifica, potrebbe conferirle una maggiore resistenza ai carichi ripetuti e determinare così un miglioramento delle caratteristiche di durabilità della pavimentazione bituminosa.

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I robot industriali iniziano a diffondersi in maniera significativa verso la metà degli anni ’70, quando affrontare economicamente il costo legato alla loro progettazione e costruzione risultò più vantaggioso rispetto all’assunzione di manodopera. Nella categoria dei robot industriali rientrano anche i polsi robotici che, posti all’estremità di un braccio meccanico, possono essere impiegati in diverse applicazioni industriali. In questo ambito si inserisce il meccanismo sferico ideato da Wu e Carricato. Esso presenta un’architettura ibrida seriale-parallela e, grazie ad una disposizione simmetrica dei membri che lo costituiscono, è in grado di riprodurre il movimento del polso umano. L’attività svolta e presentata in questo elaborato è stata finalizzata alla progettazione, attraverso l’ausilio dei software Creo e Matlab, sia degli organi che compongono il dispositivo sia della trasmissione meccanica che consente l’attuazione dei 2 gradi di libertà (gdl) posseduti dal meccanismo. Sono state realizzate due versioni CAD del polso; la prima è volta alla realizzazione in materiale plastico dei componenti, sfruttando la tecnologia della stampa 3D, in modo da ottenere un primo prototipo funzionante ed operativo, in cui si sono previsti accoppiamenti rotoidali tra le parti del tipo a strisciamento. Costruito ed assemblato il prototipo in plastica, si è potuta verificare la compatibilità tra precisione costruttiva, tolleranze dimensionali e geometriche garantite dalla stampa 3D e corretto funzionamento del meccanismo. La seconda versione rappresenta una versione ingegnerizzata della precedente. In particolare, prevede la realizzazione in alluminio del polso e la progettazione dei giunti cinematici (principalmente rotoidali) utilizzando accoppiamenti volventi e non a strisciamento. In questo modo si riescono a ridurre le imperfezioni di montaggio ed i notevoli giochi introdotti dall’impiego di componenti in plastica.

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One of the main causes of failure of historic buildings is represented by the differential settlements of foundations. Finite element analysis provides a useful tool for predicting the consequences of given ground displacements in terms of structural damage and also assesses the need of strengthening techniques. The actual damage classification for buildings subject to settlement bases the assessment of the potential damage on the expected crack pattern of the structure. In this paper, the correlation between the physical description of the damage in terms of crack width and the interpretation of the finite element analysis output is analyzed. Different discrete and continuum crack models are applied to simulate an experiment carried on a scale model of a masonry historical building, the Loggia Palace in Brescia (Italy). Results are discussed and a modified version of the fixed total strain smeared crack model is evaluated, in order to solve the problem related to the calculation of the exact crack width.

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This thesis has been focused on the proteomic characterization of human saliva from donors of different ages, starting from birth up to adult age, and pediatric brain tumor tissues. The first study has been performed in order to compare the acid-insoluble fraction of saliva from preterm with at-term newborns and adults and establish if differences exist. In the second study medulloblastoma and pilocytic astrocytoma pediatric brain tumor extracts have been compared. In both studies 2- DE analysis was coupled with high resolution tandem mass spectrometry (MS/MS). The proteomic characterization of the acid-insoluble fractions of saliva from preterm newborns allowed to integrate data previously obtained on the acid-soluble fraction by HPLC-electrospray ionization (ESI)-mass spectrometry (MS), and to evidence several differences between preterm newborns, at-term newborns and adults. Spots differentially expressed between the three groups, according to image analysis of the gels, were submitted to in-gel tryptic digestion and the peptide mixture analyzed by high performance HPLC-ESI-MS/MS for their characterization. By this strategy, we identified three over-expressed proteins in atterm newborns with respect to preterm newborns and adults (BPI fold-containing family A member 1, two proteoforms of annexin A1, and keratin type 1 cytoskeletal 13), and several over-expressed proteins in adults (fatty acid-binding protein, S100A6, S100A7, two proteoforms of S100A9, several proteoforms of prolactin-inducible protein, Ig kappa chain, two proteoforms of cystatin SN, one proteoform of cystatin S and several proteoforms of α-amylase 1). Moreover, for the first time, it was possible to assign by MS/MS four spots of human saliva 2-DE, already detected by other authors, to different proteoforms of S100A9. The strategy applied used a sequential staining protocol to the 2-DE gels, first with Pro-Q Diamond, that allows specific detection of phosphoproteins, and successively with total protein SYPRO Ruby stain. In the second study, proteomic analysis of two pediatric brain tumor tissues pointed out differences between medulloblastoma, the prevalent malignant tumor in childhood, and pilocytic astrocytoma, the most common, that only rarely shows a malignant progression. Due to the limited availability of bioptic tissue, the study was performed on pooled tumor tissues, and was focused on acid-insoluble fraction to integrate the characterization performed by a group of colleagues in Rome on the acid-soluble fraction by high performance HPLC-ESI-MS/MS. The results indicated that the two tumors exhibit different proteomic profiles and evidenced interesting differential expression of several proteins. Among them, peroxiredoxin- 1, peptidyl-prolyl cis–trans isomerase A, heterogeneous nuclear ribonucleoproteins A2/B1, mitochondrial isoform of malate dehydrogenase, nucleoside diphosphate kinase A, glutathione S-transferase P and fructose bisphosphate aldolase A resulted significantly over-expressed in medulloblastoma while glial fibrillary acidic protein, serotransferrin, α crystallin B chain, ferritin light chain, annexin A5, fatty acid-binding protein (brain), sorcin and apolipoprotein A-I resulted significantly over-expressed in pilocytic astrocytoma. In conclusion, the work done allowed to evidence the usefulness of using an integrated bottom-up/top-down approach, based on 2-DE-MS analysis and high performance MS in order to obtain a complete characterization of the proteome under investigation, revealing and identifying, not only peptides and small proteins, but also proteins with higher MW, that often it is not possible to identify by using exclusively a top-down ESI-MS approach.

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The High Grade Metamorphic Complex (HGMC) of Variscan basement of north Sardinia is characterized by the widespread of migmatites. This study is focused on two localities of NE Sardinia (Porto Ottiolu and Punta Sirenella) where ortho- and para-derivates migmatites outcrop. A geological and structural survey was carried out, leading to the realization of a geological schematic map of Punta Sirenella area. Several samples of different rocks were collected for petrographic, micro-structural minero-chemical and geochemical analyses. In the Porto Ottiolu area three main deformation phases have been identified; D1, characterized by tight folds with sub-horizontal axes, rarely preserved in paragneisses; D2, that produce a pervasive foliation oriented N100° 45°SW marked by biotite and sillimanite blastesis and locally transposed by shear zone oriented N170°; D3, late deformation phase caused symmetric folds with sub-horizontal axes with no axial plane schistosity. Leucosomes form pods and layers along S2 schistosity but also leucosomes along shear zones have been observed. In the Punta Sirenella area, three main deformation phases have been identified; D1, is manifested by the transposition of centimeter-sized leucosomes and is rarely observed in paragneisses were produce open folds with sub-vertical axes; D2, NW-SE oriented on whose XY plane three mineralogical lineation (quartz+plagioclase, fibrolite+quarz and muscovite) lie; D3, a ductile-brittle deformation phase that produce a mylonitc S3 foliation that locally become the most evident schistosity in the field oriented N140° steeply dipping toward NE. In both areas, leucosomes of sedimentary-derived migmatites are generally trondhjemitic pointing out for a H2O fluxed melting reaction, but also granitic leucosomes have been found, produced by muscovite dehydration melting. Leucosomes of migmatitic orthogneiss instead, have granitic compositions. Migmatization started early, during the compressional and crustal thickening (sin-D1, pre-D2) and was still active during exhumation stage. For each studied outcrop of migmatite pseudosections for the average mesosome composition have been calculated; these pseudosections have been used to model the P-T conditions of anatexis on the basis of the melt volume (%) of melt, Si/Al and Na/K molar ratios, modal content of garnet and Si content in metamorphic white mica. Further pseudosections have been calculated for the average composition of leucosomes in order to define the P-T conditions of the end of the crystallization through intersection of solidus curve and isopleths of Si content in white mica and/or XMg ratio in biotite. Thermodynamic modeling on ortho- and sedimentary-derived migmatites of Punta Sirenella yield P-T conditions of 1.1-1.3 GPa - 670-740°C for migmatitic event and 0.75-0.90 GPa - 660-730°C for the end of crystallization. These conditions are fit well with previous studies on adjacent rocks. Modeling of Porto Ottiolu ortho- and sedimentary-derived migmatites yield P-T conditions of 0.85-1.05 GPa - 690-730°C for migmatitic event and 0.35-0.55 GPa - 630-690°C strongly affected by re-equilibration during exhumation, expecially for crystallization conditions. Geochemical analyses of samples belonging to Porto Ottiolu and Punta Sirenella orthogneisses show a strong link with those of other orthogneisses outcropping in NE Sardinia (for instance, Lode-Mamone and Golfo Aranci) that are considered the intrusive counterparts of middle-Ordovician metavolcanics rocks outcropping in the Nappe Zone. Thus, the studied ortogneiss bodies, even lacking radiometric data, can be considered as belonging to the same magmatic cycle.

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The watershed constituted by the historical novels of Leonardo Sciascia (1921- 1989), Vincenzo Consolo (1933-2012) and Andrea Camilleri (born 1925), are starting points for analysing subsequent writings of history in Sicily, particularly those that deal with the hermeneutical function of literature as a means of critically reading official historiography. Nevertheless, whereas ample critical attention has been paid to male writers, whose work is deemed ‘mainstream’, there has been insufficient analysis of the role of female authors in relation to literary representations of Sicilian history. By considering the distinctiveness of the Sicilian literary tradition, the thesis identifies a series of transformations of the genre which have occurred in recent years within the context of feminine writing, and examines the historical narratives of contemporary Sicilian writers Maria Attanasio, Silvana La Spina and Maria Rosa Cutrufelli produced between 1990 and 2007. The study problematizes the lack of critical debate about feminine narratives in Sicily, and places these works in relation to developments in gender and genre theory, focusing particularly on Margherita Ganeri’s studies on the historical genre and the canon. After an introductory chapter which argues the case for examining Sicilian female historical fiction as a distinct literary practice, the subsequent chapters feature textual analyses of each author’s main historical fiction works, supporting the reading of the texts with theoretical readings, including the micro-history of Carlo Ginzburg, the écriture féminine of Hélène Cixous, the abjection theory of Julia Kristeva, the theoretical propositions on “experience” by Joan Wallach Scott and Teresa De Lauretis, and the theory of gender as performance proposed by Judith Butler. The analyses underline the importance of the authors’ distinct feminine perspective over Sicilian history and ultimately suggest that the three writers represent significant examples of a “nomadic writing” to be placed outside the Sicilian male literary tradition.

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A través de un recorrido histórico centrado en el Renacimiento, se exponen las aportaciones más significativas de teóricos y artistas en la evolución del escorzo de la figura humana desde un punto de vista geométrico. Los artistas que con sus dibujos y escritos ayudaban a otros en el aprendizaje de la representación, se apresuraron a incluir el estudio del escorzo en sus tratados, buscando métodos que facilitaran su dibujo sobre cualquier soporte y en cualquier posición en el espacio. En este artículo se analizan y enlazan los trazados propuestos por los estudiosos de la geometría, con las obras de arte que reflejan importantes avances en este sentido. Soportes como el lienzo, el muro o la bóveda, presentan al pintor superficies diferentes de trabajo y en distintas posiciones en el espacio. La figura humana, protagonista en la escena, tendrá que adaptarse a ellos para ser contemplada desde unos espacios arquitectónicos cada vez más amplios y con más posibilidades. Fue necesario dominar la perspectiva en la pintura, y muy particularmente en la mural, para ofrecer composiciones cada día más ambiciosas y sorprendentes.