1000 resultados para Beneficio em efectivo continuo
Resumo:
Questo lavoro è svolto nell’ambito di un progetto di “miglioramento continuo” avviato all’interno dello stabilimento di Forlimpopoli dell’azienda Marcegaglia S.p.A. con lo scopo di migliorare l’efficienza e le condizioni di lavoro lungo le linee produttive. L’elaborato inizia con una breve introduzione all’approccio “kaizen” di miglioramento continuo. Il secondo capitolo descrive lo stabilimento di Forlimpopoli e in particolare le tre linee pilota. Il capitolo tre descrive la pianificazione del progetto. Nel quarto capitolo si illustra a livello sia teorico che pratico l’implementazione del motodo 5S, lo strumento della lean production approntato all’organizzazione e la pulizia dell’area di lavoro. I capitoli cinque e sei trattano rispettivamente le fasi di raccolta e analisi dati, punto di partenza per definire le contromisure e le azioni di miglioramento. Nel settimo capitolo si riportano le contromisure identificate per diminuire i fermi macchina, mentre l’ottavo capitolo tratta l’applicazione della metodologia SMED sulle linee TX001 e TX003. L’ultimo capitolo riassume brevemente i risultati e le azioni svolte.
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Questo elaborato presenta un metodo per lo sviluppo di correlazioni lineari con lo scopo di determinare le proprietà meccaniche di un acciaio laminato e zincato utilizzando un sensore che percepisce la magnetizzazione residua del materiale. Vengono utilizzati metodi statistici di analisi della varianza per lo studio delle funzioni di regressione lineari. Lo studio effettuato è stato sviluppato per la lavorazione di zincatura di coils presso Marcegaglia spa, stabilimento di Ravenna. È risultato evidente che la sola misurazione della magnetizzazione residua non fosse sufficiente per la determinazione delle proprietà meccaniche, a tale proposito sono stati sviluppati dei modelli di calcolo con funzioni multivariabili e, attraverso risolutori che minimizzano la differenza quadratica dell'errore, si sono determinati i coefficienti di regressione. Una delle principali problematiche riscontrate per la definizione delle correlazioni è stato il reperimento dei dati necessari per considerare affidabili i risultati ottenuti. Si sono infatti analizzate solamente le famiglie di materiale più numerose. Sono stati sviluppati tre modelli di calcolo differenti per parametri di processo di produzione utilizzati per la definizione delle correlazioni. Sono stati confrontati gli errori percentuali medi commessi dalle funzioni, gli indici di regressione che indicano la qualità della correlazione e i valori di significatività di ogni singolo coefficiente di regressione delle variabili. Si è dimostrato che la magnetizzazione residua influisce notevolmente, così come i parametri dei processo di ricottura del materiale, come le temperature in forno, lo spessore e le velocità. Questo modello di calcolo è stato utilizzato direttamente in linea per lo sviluppo di un ciclo ottimale per la produzione di un nuovo materiale bifasico. Utilizzando il modello per la predizione delle proprietà meccaniche si è concluso che per limiti impiantistici la chimica del materiale utilizzata non fosse idonea. Si è perciò utilizzato un acciaio con percentuali di carbonio, manganese e cromo differenti. In conclusione del progetto si sono formulate delle possibili alternative di funzioni di regressione che utilizzano il valore della durezza piuttosto che il valore di magnetizzazione residua. Si è appurato che l'utilizzo di un durometro, anziché il sensore studiato, potrebbe risultare una valida alternativa al sensore studiato.
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Il proposito principale di questo studio è valutare, attraverso un confronto tra tecnologia Nexfin e metodo invasivo, se l’attuazione di modelli fisiologici realizzata dal Monitor Nexfin, rende possibile un preciso e accurato monitoraggio dinamico della pressione arteriosa, garantendo in questo modo l’affidabilità della suddetta tecnologia in ambito clinico. È stato deciso di porre come termine di paragone il sistema invasivo in quanto rappresenta il gold standard per la rilevazione della pressione arteriosa. I capitoli sono stati disposti in modo da introdurre gradualmente il lettore all’interno del topic principale dell’elaborato, fornendo di volta in volta tutte le conoscenze essenziali per una comprensione ottimale degli argomenti trattati. Il primo capitolo fornisce inizialmente una breve visione d’insieme sull’apparato cardiocircolatorio, per poi concentrarsi sui fenomeni che concorrono alla definizione e alla caratterizzazione della pressione arteriosa. Il secondo capitolo presenta alcuni cenni storici sulle prime misurazioni di pressione effettuate, in seguito illustra i principali metodi di misurazione non invasivi, articolando il discorso anche attraverso l’analisi dei principali sfigmomanometri ad oggi disponibili. Il terzo capitolo guida il lettore attraverso la scoperta delle più recenti metodiche non invasive per la misurazione della pressione che consentono un monitoraggio dinamico, esponendo nel dettaglio i loro limiti e le loro peculiarità. Nella parte finale del capitolo si affronta anche l’evoluzione del “Volume Clamp Method” di Peñáz partendo dal progetto originale fino a giungere al notevole contributo di Wesseling e alla ricostruzione del segnale di pressione brachiale. Il quarto capitolo delinea brevemente le caratteristiche principali del metodo invasivo, ovvero il gold standard per quanto riguarda il monitoraggio della pressione sanguigna. Il quinto capitolo infine illustra in maniera completa le proprietà del Monitor Nexfin e analizza i risultati conseguiti, confrontando la tecnologia Nexfin con il sistema invasivo, durante lo studio condotto presso l’Ospedale Maurizio Bufalini dell’Azienda USL della Romagna – Sede operativa di Cesena. Lo studio è presentato seguendo una impostazione scientifica.
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The study and understanding of the motion of the fluid phases in a mechanically stirred reactor has always been, and still are, an open problem which absorbs the study and the work of many researchers. In recent decades, thanks to the growing opportunities offered by the development of technology, we have made great strides in the understanding of mixing, one of the major unit operations at the base of many industrial processes. A complete understanding of this process and its optimization for industrial applications is a challenging task due to the complex interactions between the many factors at play that include physical, chemical and biological. The purpose of this thesis is the study of a fluid-mechanically-agitated continuous reactor through the use of optical diagnostic techniques, which allowed to determine the range of motion and the time of perfect homogenization in a reactor of standard geometry in different operating conditions.
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Digitalisat des Exemplars Mus W 47 Nr. 1
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di Graubner
Resumo:
Digitalisat des Exemplars Mus W 47 Nr. 2
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door Hk: Radeker
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Enth.: S, A, T, B, org
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Enth.: Vox prima, vox secunda, vox tertia, org
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Rerda S.A. representa la empresa en la cual se desarrollará y aplicará el objeto de este trabajo de investigación. Se trata de una empresa familiar destinada principalmente a la confección y venta de uniformes para la policía. Desde hace más de 50 años lidera en el mercado, distinguiéndose de sus competidores gracias a la calidad de sus prendas, variable que hasta el momento ninguno de ellos ha podido superar. Esta empresa ha experimentado un crecimiento importante en la última década que no ha sido acompañado de cambios en su estructura ni en la toma de decisiones. Estos dos aspectos son fundamentales a la hora de evaluar los resultados que se observan en el actuar cotidiano de sus empleados e incluso de la misma gerencia. Es de vital importancia generar cambios en este sentido para asegurar el crecimiento y continuidad de la empresa en este sector.
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En el presente trabajo se realiza un análisis del régimen especial que figura en el artículo 43 de la Ley del Impuesto al Valor Agregado 23.349, más específicamente del beneficio denominado "Solicitud de Reintegro del Impuesto Facturado", relacionado con la posibilidad de solicitar el recupero del gravamen contenido en las adquisiciones de bienes y servicios destinados a exportaciones. Generalmente los exportadores para poder realizar sus operaciones hacia el exterior necesitan consumir bienes y servicios que les son proporcionados por sujetos que, en su mayoría, revisten la calidad de responsables inscriptos. Para los proveedores de dichos bienes y servicios estas operaciones generan un Débito Fiscal; y para los adquirientes, es decir, para los exportadores, generan un Crédito Fiscal que ante determinadas situaciones pasan a ser créditos de recuperabilidad exigible frente al Fisco. De esta manera, dichos créditos fiscales no sólo son compensables contra débitos fiscales originados en operaciones del mercado interno, sino que, cumplidos los requisitos legales exigidos al efecto, existe la posibilidad de recuperarlos en diversas formas: - acreditación contra otros impuestos, - transferencia del crédito a favor de terceros, - solicitando la devolución en efectivo mediante la generación del F 404 de AFIP. El mecanismo descripto, así como también el hecho de no gravar las exportaciones hace que desaparezca, en principio, la incidencia del IVA en las exportaciones, ya que además de no gravarse dichas operaciones existe la posibilidad de obtener el reintegro de lo que se habría tributado por los insumos necesarios para las mismas en las etapas anteriores. Es por esto que al régimen se lo denomina "gravabilidad a tasa cero". Considerando la importancia que tiene el beneficio detallado anteriormente y teniendo en cuenta la Resolución General 2000 de la AFIP se ofrece un estudio profundo de dicho beneficio a través de su conceptualización, tipos de recuperos, utilización de los métodos de recuperos; además se explica el procedimiento a seguir, que requiere la AFIP, para lograr la obtención del beneficio, y se presenta un ejemplo práctico con los cálculos a efectuar para determinar los montos de recupero que se pueden solicitar, esperando que sea de utilidad para los lectores.
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Quienes enseñamos referencia especializada en particular, y bibliotecología en general nos enfrentamos día a día a un desafío: incorporar el dinamismo y cambio continuo de nuestro objeto de estudio. Si bien siempre existen conceptos generales, básicos y tradicionales es importante poder introducir a los alumnos en la realidad del uso de herramientas en constante transformación. Esta tarea implica la actualización diaria de los contenidos, la bibliografía y especialmente los trabajos prácticos. Esta ponencia pretende plantear la problemática común a varios ejes de la bibliotecología donde los contextos comerciales y tecnológicos condicionan la enseñanza. Esto se reflejado en el dinámico desarrollo de los repertorios especializados, sumado al avance continuo de cambios en las interfaces en línea, como así también de responsables institucionales y comerciales, a las fusiones o compras de pequeños recursos por parte de las grandes editoriales que posteriormente los rediseñan nos obliga a estar en permanente revisión no solo de las interfaces sino además de su cobertura y disponibilidad. Por otra parte, el acceso a los repertorios especializados implica en muchos casos una suscripción comercial que en el estado actual de Argentina está condicionado a la compra consorcial por parte de la Biblioteca Electrónica del MINCYT. Todo esto hace que la enseñanza de la referencia especializada se transforme en una carrera diaria de actualización de contenidos.
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Masten y Gewirtz (2006) sostienen que si bien desde siempre las historias que narran el triunfo de una persona frente a la adversidad han ejercido fascinación sobre la gente, el estudio científico de la resiliencia se inició entre los años sesenta y setenta. En 1990 Rutter sostuvo que el interés por conocer las características de aquellas personas que desarrollan 'resiliencia' a pesar de las condiciones adversas de crianza o en circunstancias que aumentan el riesgo de presentar psicopatologías, provenía de tres fuentes: una, el aumento y consistencia de datos empíricos sobre diferencias individuales en poblaciones infantiles de alto riesgo. La segunda se originó en las investigaciones sobre temperamento realizadas en USA en los años setenta. Para comprender la idea anglosajona de temperamento hay que pensar en 'tendencias a desarrollar la personalidad de una cierta manera' (Cyrulnik, 2008: 43). La tercera línea tuvo su origen en la observación de las distintas formas en que las personas enfrentan las experiencias vitales (Becoña, 2006). La primera generación de investigaciones eran consistentes entre sí sugiriendo la poderosa influencia del proceso adaptativo común y el interjuego de genes y experiencia en el desarrollo infantil. (Masten y Gewirtz, 2006) Uno de estos estudios pioneros fue realizado por Werner y Smith con 698 niños nacidos en Kauai (Hawai) en 1955. La totalidad de la población estudiada estaba en condiciones de riesgo pero aproximadamente un tercio estaba sujeto a múltiples factores de alto riesgo, a saber: pobreza, discordia parental, psicopatología parental y estrés perinatal. El seguimiento de la cohorte se realizó hasta los 40 años. Uno de los hallazgos fue que muchos de los jóvenes del subgrupo de alto riesgo que habían desarrollado problemas en la adolescencia se habían convertido en adultos con relaciones estables y satisfactorias en la familia y el trabajo. Solamente uno de cada seis adultos manifestaba problemas de diversa índole: pobreza, conflictos domésticos, violencia, abuso de sustancias, problemas de salud mental y baja autoestima. (Benard, 2004) Otra investigación seminal sobre resiliencia surgió de la búsqueda de las causas de la enfermedad mental. Los investigadores se concentraron en los hijos de padres mentalmente enfermos y advirtieron que muchos de estos niños se desarrollaban bien y no presentaban problemas de salud mental. Siguieron una perspectiva integrativa y de colaboración entre los especialistas clínicos y del desarrollo infantil y elaboraron un programa completo de investigación sobre resiliencia que duró varias décadas. (Masten y Powell, 2003) Estos primeros estudios se centraron en las cualidades de los niños resilientes, consideradas como atributos de los propios niños, solo posteriormente se observó la relación con características de las familias y sus comunidades de pertenencia. (Kotliarenco, Cáceres, y Fontecilla, 1997). Durante bastante tiempo se pensó que resiliencia era equivalente a invulnerabilidad y si bien desde la década del setenta dejó de utilizarse este término, aún hoy se considera que resiliencia y vulnerabilidad son los polos opuestos de un mismo continuo. Así encontramos en revisiones recientes que 'La vulnerabilidad se refiere a incrementar la probabilidad de un resultado negativo, típicamente como un resultado de la exposición al riesgo. La resiliencia se refiere a evitar los problemas asociados con ser vulnerable' aunque se admite en forma generalizada que este concepto se utiliza para referirse a 'un positivo y efectivo afrontamiento en respuesta al riesgo o a la adversidad'. (Becoña.2006:131). En sentido amplio, la vulnerabilidad afecta a cualquier sistema con un mínimo de organización sea éste natural, artificial o social. Cualquier análisis epistemológico de este concepto debe comenzar reconociendo que la diversidad de criterios responde a las diferentes unidades de análisis que recortan los investigadores y que sus definiciones dependen de los elementos articuladores que toman en consideración en cada dominio. En nuestro caso, - una investigación epidemiológica sobre salud mental infantil- partimos de dos supuestos básicos: a) la cualidad de vulnerable es una condición de todos los seres humanos pero no alcanza a todos por igual ni de la misma manera y b) toda vulnerabilidad es vulnerabilidad psicosocial dado que impacta de modo directo o indirecto sobre los sujetos en estudio. Sin embargo, el examen sería incompleto sino no se despeja previamente vulnerabilidad psicosocial de los conceptos de resiliencia y trauma con los que se lo relaciona en salud y educación. Algunas lecturas simplificadoras entienden que resiliencia es el resultado de la sumatoria de factores protectores mientras que vulnerabilidad es la sumatoria de los factores de riesgo. Dada la abundancia de investigaciones sobre estas temáticas, nos limitaremos a realizar una breve aproximación conceptual a cada uno de ellos y sus vinculaciones