182 resultados para Anamnesis


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Prevalence of vitamin B12 deficiency is very common in elderly people and can reach values as high as 40.5% of the population. It can be the result of the interaction among several factors. Vitamin B12 deficiencies have been associated with neurological, cognitive deterioration, haematological abnormalities and cardiovascular diseases that have an important influence on the health of the elderly and their quality of life. It is necessary to approach the problems arisen from the lack of data relative to them. The main objective of this thesis was to analyse the evolution of vitamin B12 status and related parameters, lipid and haematological profiles and their relationship to health risk factors, and to functional and cognitive status over one year and to determine the effect of an oral supplementation of 500 μg of cyanocobalamin for a short period of 28 days. An additional objective was to analyze the possible effects of medicine intakes on vitamin B status. Three studies were performed: a) a one year longitudinal follow-up with four measure points; b) an intervention study providing an oral liquid supplement of 500 μg of cyanocobalamin for a 28 days period; and c) analysis of the possible effect of medication intake on vitamin B status using the ATC classification of medicines. The participants for these studies were recruited from nursing homes for the elderly in the Region of Madrid. Sixty elders (mean age 84 _ 7y, 19 men and 41 women) were recruited for Study I and 64 elders (mean age 82 _ 7y, 24 men and 40 women) for Study II. For Study III, baseline data from the initially recruited participants of the first two studies were used. An informed consent was obtained from all participants or their mentors. The studies were approved by the Ethical Committee of the University of Granada. Blood samples were obtained at each examination date and were analyzed for serum cobalamin, holoTC, serum and RBC folate and total homocysteine according to laboratory standard procedures. The haematological parameters analyzed were haematocrit, haemoglobin and MCV. For the lipid profile TG, total cholesterol, LDL- and HDLcholesterol were analyzed. Anthropometric measures (BMI, skinfolds [triceps and subscapular], waist girth and waist to hip ratio), functional tests (hand grip, arm and leg strength tests, static balance) and MMSE were obtained or administered by trained personal. The vitamin B12 supplement of Study II was administered with breakfast and the medication intake was taken from the residents’ anamnesis. Data were analyzed by parametric and non-parametric statistics depending on the obtained data. Comparisons were done using the appropriate ANOVAs or non-parametric tests. Pearsons’ partial correlations with the variable “time” as control were used to define the association of the analyzed parameters. XIII The results showed that: A) Over one year, in relationship to vitamin B status, serum cobalamin decreased, serum folate and mean corpuscular volumen increased significantly and total homocysteine concentrations were stable. Regarding blood lipid profile, triglycerides increased and HDL-cholesterol decreased significantly. Regarding selected anthropometric measurements, waist circumference increased significantly. No significant changes were observed for the rest of parameters. B) Prevalence of hyperhomocysteinemia was high in the elderly studied, ranging from 60% to 90 % over the year depending on the cut-off used for the classification. LDL-cholesterol values were high, especially among women, and showed a tendency to increase over the year. Results of the balance test showed a deficiency and a tendency to decrease; this indicates that the population studied is at high risk for falls. Lower extremity muscular function was deficient and showed a tendency to decrease. A highly significant relationship was observed between the skinfold of the triceps and blood lipid profile. C) Low cobalamin concentrations correlated significantly with low MMSE scores in the elderly studied. No correlations were observed between vitamin B12 status and functional parameters. D) Regarding vitamin B12 status, holo-transcobalamin seems to be more sensitive for diagnosis; 5-10% of the elderly had a deficiency using serum cobalamin as a criterion, and 45-52% had a deficiency when using serum holotranscobalamin as a criterion. E) 500 μg of cyanocobalamin administered orally during 28 days significantly improved vitamin B12 status and significantly decreased total homocysteine concentrations in institutionalized elderly. No effect of the intervention was observed on functional and cognitive parameters. F) The relative change (%) of improvement of vitamin B12 status was higher when using serum holo-transcobalamin as a criterion than serum cobalamin. G) Antiaenemic drug intake normalized cobalamin, urologic drugs and corticosteroids serum folate, and psychoanaleptics holo-transcobalamin levels. Drugs treating pulmonary obstruction increased total homocysteine concentration significantly. H) The daily mean drug intake was 5.1. Fiftynine percent of the elderly took medication belonging to 5 or more different ATC groups. The most prevalent were psycholeptic (53%), antiacid (53%) and antithrombotic (47%) drugs.

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L’allevamento in cattività dei rettili è in costante crescita negli ultimi anni e richiede conoscenze mediche sempre più specialistiche per far fronte ai numerosi problemi legati a questi animali. Il corretto approccio medico prevede una profonda conoscenza delle specie prese in esame dal momento che la maggior parte delle problematiche riproduttive di questi animali sono legate ad una non corretta gestione dei riproduttori. L’apparato riproduttore dei rettili è estremamente vario a seconda delle specie prese in considerazione. Sauri ed ofidi possiedono due organi copulatori denominati emipeni e posizionati alla base della coda caudalmente alla cloaca che vengono estroflessi alternativamente durante l’accoppiamento per veicolare lo spera all’interno della cloaca della femmina. In questi animali il segmento posteriore renale è chiamato segmento sessuale, perché contribuisce alla formazione del fluido seminale. Tale porzione, durante la stagione dell’accoppiamento, diventa più voluminosa e cambia drasticamente colore, tanto che può essere confusa con una manifestazione patologica. I cheloni al contrario possiedono un unico pene che non viene coinvolto nella minzione. In questi animali. I testicoli sono due e sono situati all’interno della cavità celomatica in posizione cranioventrale rispetto ai reni. I testicoli possono variare notevolmente sia come forma che come dimensione a seconda del periodo dell’anno. Il ciclo estrale dei rettili è regolato, come pure nei mammiferi, dagli ormoni steroidei. La variazione di questi ormoni a livello ematico è stata studiato da diversi autori con il risultato di aver dimostrato come la variazione dei dosaggi degli stessi determini l’alternanza delle varie fasi del ciclo riproduttivo. La relazione tra presenza di uova (anche placentari) ed alti livelli di progesterone suggerisce che questo ormone gioca un ruolo importante nelle riproduzione delle specie ovipare per esempio stimolando la vascolarizzazione degli ovidutti durante i tre mesi in cui si ha lo sviluppo delle uova. Il 17-beta estradiolo è stato descritto come un ormone vitellogenico grazie alla sua capacità di promuovere lo sviluppo dei follicoli e la formazione di strati protettivi dell’uovo. L’aumento del livello di estradiolo osservato esclusivamente nelle femmine in fase vitellogenica è direttamente responsabile della mobilizzazione delle riserve materne in questa fase del ciclo. Va sottolineato come il progesterone sia in effetti un antagonista dell’estradiolo, riducendo la vitellogenesi e intensificando gli scambi materno fetali a livello di ovidutto. Le prostaglandine (PG) costituiscono un gruppo di molecole di origine lipidica biologicamente attive, sintetizzate sotto varie forme chimiche. Sono noti numerosi gruppi di prostaglandine ed è risputo che pesci, anfibi, rettili e mammiferi sintetizzano una o più prostaglandine partendo da acidi grassi precursori. Queste sostanze anche nei rettili agiscono sulla mucosa dell’utero aumentandone le contrazioni e sui corpi lutei determinandone la lisi. La maturità sessuale dei rettili, dipende principalmente dalla taglia piuttosto che dall’età effettiva dell’animale. In cattività, l’alimentazione e le cure dell’allevatore, possono giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento della taglia necessaria all’animale per maturare sessualmente. Spesso, un animale d’allevamento raggiunge prima la maturità sessuale rispetto ai suoi simili in natura. La maggior parte dei rettili sono ovipari, ovvero depongono uova con guscio sulla sabbia o in nidi creati appositamente. La condizione di ovoviviparità è riscontrabile in alcuni rettili. Le uova, in questo caso, vengono ritenute all’interno del corpo, fino alla nascita della progenie. Questa può essere considerata una strategia evolutiva di alcuni animali, che in condizioni climatiche favorevoli effettuano l’ovo deposizione, ma se il clima non lo permette, ritengono le uova fino alla nascita della prole. Alcuni serpenti e lucertole sono vivipari, ciò significa che l’embrione si sviluppa all’interno del corpo dell’animale e che è presente una placenta. I piccoli fuoriescono dal corpo dell’animale vivi e reattivi. La partenogenesi è una modalità di riproduzione asessuata, in cui si ha lo sviluppo dell’uovo senza che sia avvenuta la fecondazione. Trenta specie di lucertole e alcuni serpenti possono riprodursi con questo metodo. Cnemidophorus uniparens, C. velox e C. teselatus alternano la partenogenesi a una riproduzione sessuata, a seconda della disponibilità del maschio. La maggior parte dei rettili non mostra alcuna cura materna per le uova o per i piccoli che vengono abbandonati al momento della nascita. Esistono tuttavia eccezioni a questa regola generale infatti alcune specie di pitoni covano le uova fino al momento della schiusa proteggendole dai predatori e garantendo la giusta temperatura e umidità. Comportamenti di guardia al nido sono poi stati documentati in numerosi rettili, sia cheloni che sauri che ofidi. Nella maggior parte delle tartarughe, la riproduzione è legata alla stagione. Condizioni favorevoli, possono essere la stagione primaverile nelle zone temperate o la stagione umida nelle aree tropicali. In cattività, per riprodurre queste condizioni, è necessario fornire, dopo un periodo di ibernazione, un aumento del fotoperiodo e della temperatura. L’ atteggiamento del maschio durante il corteggiamento è di notevole aggressività, sia nei confronti degli altri maschi, con i quali combatte copiosamente, colpendoli con la corazza e cercando di rovesciare sul dorso l’avversario, sia nei confronti della femmina. Infatti prima della copulazione, il maschio insegue la femmina, la sperona, la morde alla testa e alle zampe e infine la immobilizza contro un ostacolo. Il comportamento durante la gravidanza è facilmente riconoscibile. La femmina tende ad essere molto agitata, è aggressiva nei confronti delle altre femmine e inizia a scavare buche due settimane prima della deposizione. La femmina gravida costruisce il nido in diverse ore. Scava, con gli arti anteriori, buche nel terreno e vi depone le uova, ricoprendole di terriccio e foglie con gli arti posteriori. A volte, le tartarughe possono trattenere le uova, arrestando lo sviluppo embrionale della prole per anni quando non trovano le condizioni adatte a nidificare. Lo sperma, inoltre, può essere immagazzinato nell’ovidotto fino a sei anni, quindi la deposizione di uova fertilizzate può verificarsi senza che sia avvenuto l’accoppiamento durante quel ciclo riproduttivo. I comportamenti riproduttivi di tutte le specie di lucertole dipendono principalmente dalla variazione stagionale, correlata al cambiamento di temperatura e del fotoperiodo. Per questo, se si vuole far riprodurre questi animali in cattività, è necessario valutare per ogni specie una temperatura e un’illuminazione adeguata. Durante il periodo riproduttivo, un atteggiamento caratteristico di diverse specie di lucertole è quello di riprodurre particolari danze e movimenti ritmici della testa. In alcune specie, possiamo notare il gesto di estendere e retrarre il gozzo per mettere in evidenza la sua brillante colorazione e richiamare l’attenzione della femmina. L’aggressività dei maschi, durante la stagione dell’accoppiamento, è molto evidente, in alcuni casi però, anche le femmine tendono ad essere aggressive nei confronti delle altre femmine, specialmente durante l’ovo deposizione. La fertilizzazione è interna e durante la copulazione, gli spermatozoi sono depositati nella porzione anteriore della cloaca femminile, si spostano successivamente verso l’alto, dirigendosi nell’ovidotto, in circa 24-48 ore; qui, fertilizzano le uova che sono rilasciate nell’ovidotto dall’ovario. Negli ofidi il corteggiamento è molto importante e i comportamenti durante questa fase possono essere diversi da specie a specie. I feromoni specie specifici giocano un ruolo fondamentale nell’attrazione del partner, in particolar modo in colubridi e crotalidi. La femmina di queste specie emette una traccia odorifera, percepita e seguita dal maschio. Prima dell’accoppiamento, inoltre, il maschio si avvicina alla femmina e con la sua lingua bifida o con il mento, ne percorre tutto il corpo per captare i feromoni. Dopo tale comportamento, avviene la copulazione vera e propria con la apposizione delle cloache; gli emipeni vengono utilizzati alternativamente e volontariamente dal maschio. Durante l’ovulazione, il serpente aumenterà di volume nella sua metà posteriore e contrazioni muscolari favoriranno lo spostamento delle uova negli ovidotti. In generale, se l’animale è oviparo, avverrà una muta precedente alla ovo deposizione, che avviene prevalentemente di notte. Gli spermatozoi dei rettili sono morfologicamente simili a quelli di forme superiori di invertebrati. La fecondazione delle uova, da parte di spermatozoi immagazzinati nel tratto riproduttivo femminile, è solitamente possibile anche dopo mesi o perfino anni dall’accoppiamento. La ritenzione dei gameti maschili vitali è detta amphigonia retardata e si ritiene che questa caratteristica offra molti benefici per la sopravvivenza delle specie essendo un adattamento molto utile alle condizioni ambientali quando c’è una relativa scarsità di maschi conspecifici disponibili. Nell’allevamento dei rettili in cattività un accurato monitoraggio dei riproduttori presenta una duplice importanza. Permette di sopperire ad eventuali errori di management nel caso di mancata fertilizzazione e inoltre permette di capire quale sia il grado di sviluppo del prodotto del concepimento e quindi di stabilire quale sia il giorno previsto per la deposizione. Le moderne tecniche di monitoraggio e l’esperienza acquisita in questi ultimi anni permettono inoltre di valutare in modo preciso lo sviluppo follicolare e quindi di stabilire quale sia il periodo migliore per l’accoppiamento. Il dimorfismo sessuale nei serpenti è raro e anche quando presente è poco evidente. Solitamente nei maschi, la coda risulta essere più larga rispetto a quella della femmina in quanto nel segmento post-cloacale vi sono alloggiati gli emipeni. Il maschio inoltre, è generalmente più piccolo della femmina a parità di età. Molti cheloni sono sessualmente dimorfici sebbene i caratteri sessuali secondari siano poco apprezzabili nei soggetti giovani e diventino più evidenti dopo la pubertà. In alcune specie si deve aspettare per più di 10 anni prima che il dimorfismo sia evidente. Le tartarughe di sesso maschile tendono ad avere un pene di grosse dimensioni che può essere estroflesso in caso di situazioni particolarmente stressanti. I maschi sessualmente maturi di molte specie di tartarughe inoltre tendono ad avere una coda più lunga e più spessa rispetto alle femmine di pari dimensioni e la distanza tra il margine caudale del piastrone e l’apertura cloacale è maggiore rispetto alle femmine. Sebbene la determinazione del sesso sia spesso difficile nei soggetti giovani molti sauri adulti hanno dimorfismo sessuale evidente. Nonostante tutto comunque anche tra i sauri esistono molte specie come per esempio Tiliqua scincoides, Tiliqua intermedia, Gerrhosaurus major e Pogona vitticeps che anche in età adulta non mostrano alcun carattere sessuale secondario evidente rendendone molto difficile il riconoscimento del sesso. Per garantire un riconoscimento del sesso degli animali sono state messe a punto diverse tecniche di sessaggio che variano a seconda della specie presa in esame. L’eversione manuale degli emipeni è la più comune metodica utilizzata per il sessaggio dei giovani ofidi ed in particolare dei colubridi. I limiti di questa tecnica sono legati al fatto che può essere considerata attendibile al 100% solo nel caso di maschi riconosciuti positivi. L’eversione idrostatica degli emipeni esattamente come l’eversione manuale degli emipeni si basa sull’estroflessione di questi organi dalla base della coda, pertanto può essere utilizzata solo negli ofidi e in alcuni sauri. La procedura prevede l’iniezione di fluido sterile (preferibilmente soluzione salina isotonica) nella coda caudalmente all’eventuale posizione degli emipeni. Questa tecnica deve essere eseguita solo in casi eccezionali in quanto non è scevra da rischi. L’utilizzo di sonde cloacali è il principale metodo di sessaggio per gli ofidi adulti e per i sauri di grosse dimensioni. Per questa metodica si utilizzano sonde metalliche dello spessore adeguato al paziente e con punta smussa. Nei soggetti di genere maschile la sonda penetra agevolmente al contrario di quello che accade nelle femmine. Anche gli esami radiografici possono rendersi utili per il sessaggio di alcune specie di Varani (Varanus achanturus, V. komodoensis, V. olivaceus, V. gouldi, V. salvadorii ecc.) in quanto questi animali possiedono zone di mineralizzazione dei tessuti molli (“hemibacula”) che possono essere facilmente individuate nei maschi. Diversi studi riportano come il rapporto tra estradiolo e androgeni nel plasma o nel liquido amniotico sia un possibile metodo per identificare il genere sessuale delle tartarughe. Per effettuare il dosaggio ormonale, è necessario prelevare un campione di sangue di almeno 1 ml ad animale aspetto che rende praticamente impossibile utilizzare questo metodo di sessaggio nelle tartarughe molto piccole e nei neonati. L’ecografia, volta al ritrovamento degli emipeni, sembra essere un metodo molto preciso, per la determinazione del sesso nei serpenti. Uno studio compiuto presso il dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma, ha dimostrato come questo metodo abbia una sensibilità, una specificità e un valore predittivo positivo e negativo pari al 100%. La radiografia con mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata possono essere utilizzate nel sessaggio dei sauri, con buoni risultati. Uno studio, compiuto dal dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, dell’Università di Parma, ha voluto mettere a confronto diverse tecniche di sessaggio nei sauri, tra cui l’ecografia, la radiografia con e senza mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata con e senza mezzo di contrasto. I risultati ottenuti, hanno dimostrato come l’ecografia non sia il mezzo più affidabile per il riconoscimento degli emipeni e quindi del sesso dell’animale, mentre la radiografia e la tomografia computerizza con mezzo di contrasto siano tecniche affidabili e accurate in queste specie. Un metodo valido e facilmente realizzabile per il sessaggio dei cheloni anche prepuberi è la cistoscopia. In un recente studio la cistoscopia è stata effettuata su quindici cheloni deceduti e venticinque cheloni vivi, anestetizzati. In generale, questo metodo si è dimostrato non invasivo per le tartarughe, facilmente ripetibile in diversi tipi di tartarughe e di breve durata. Tra le principali patologie riproduttive dei rettili le distocie sono sicuramente quelle che presentano una maggior frequenza. Quando si parla di distocia nei rettili, si intendono tutte quelle situazioni in cui si ha una mancata espulsione e deposizione del prodotto del concepimento entro tempi fisiologici. Questa patologia è complessa e può dipendere da diverse cause. Inoltre può sfociare in malattie sistemiche a volte molto severe. Le distocie possono essere classificate in ostruttive e non ostruttive in base alle cause. Si parla di distocia ostruttiva quando si verificano delle condizioni per cui viene impedito il corretto passaggio delle uova lungo il tratto riproduttivo (Fig.13). Le cause possono dipendere dalla madre o dalle caratteristiche delle uova. Nel caso di distocia non ostruttiva le uova rinvenute sono solitamente di dimensioni normali e la conformazione anatomica della madre è fisiologica. L’eziologia è da ricercare in difetti comportamentali, ambientali e patologici. Non esistono sintomi specifici e patognomonici di distocia. La malattia diviene evidente e conclamata solamente in presenza di complicazioni. Gli approcci terapeutici possibili sono vari a seconda della specie animale e della situazione. Fornire un’area adeguata per la nidiata: se la distocia non è ostruttiva si può cercare di incoraggiare l’animale a deporre autonomamente le uova creando un idoneo luogo di deposizione. Il trattamento medico prevede la stimolazione della deposizione delle uova ritenute mediante l’induzione con ossitocina. L’ossitocina viene somministrata alle dosi di 1/3 UI/kg per via intramuscolare. Uno studio condotto presso l’Università veterinaria di Parma ha comparato le somministrazioni di ossitocina per via intramuscolare e per via intravenosa, confrontando le tempistiche con le quali incominciano le contrazioni e avviene la completa ovodeposizione e dimostrando come per via intravenosa sia possibile somministrare dosi più basse rispetto a quelle riportate solitamente in letteratura ottenendo comunque un ottimo risultato. Nel caso in cui il trattamento farmacologico dovesse fallire o non fosse attuabile, oppure in casi di distocia ostruttiva è possibile ricorrere alla chirurgia. Per stasi follicolare si intende la incapacità di produrre sufficiente quantità di progesterone da corpi lutei perfettamente funzionanti. Come per la distocia, l’eziologia della stasi follicolare è variegata e molto ampia: le cause possono essere sia ambientali che patologiche. La diagnosi clinica viene fatta essenzialmente per esclusione. Come per la distocia, anche in questo caso l’anamnesi e la raccolta del maggior quantitativo di informazioni è fondamentale per indirizzarsi verso il riconoscimento della patologia. Per prolasso si intende la fuoriuscita di un organo attraverso un orifizio del corpo. Nei rettili, diversi organi possono prolassare attraverso la cloaca: la porzione terminale dell’apparato gastroenterico, la vescica urinaria, il pene nel maschio (cheloni) e gli ovidutti nella femmina. In sauri e ofidi gli emipeni possono prolassare dalle rispettive tasche in seguito ad eccesiva attività sessuale97. La corretta identificazione del viscere prolassato è estremamente importante e deve essere effettuata prima di decidere qualsiasi tipologia di trattamento ed intervento. Nei casi acuti e non complicati è possibile la riduzione manuale dell’organo, dopo un accurato lavaggio e attenta pulizia. Se questo non dovesse essere possibile, l’utilizzo di lubrificanti e pomate antibiotiche garantisce all’organo una protezione efficiente. Nel caso in cui non si sia potuto intervenire celermente e l’organo sia andato incontro a infezione e congestione venosa prolungata con conseguente necrosi, l’unica soluzione è l’amputazione

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Introdução: Estudos têm demonstrado que doenças crônicas e alterações metabólicas podem atuar como fator de aceleração na degeneração do sistema auditivo decorrente da idade. Todavia, os estudos sobre a associação entre a perda auditiva com o diabetes mellitus (DM) e com a hipertensão arterial (HA) em idosos mostraram conclusões controversas. Sendo assim, novos estudos sobre este assunto são necessários, a fim de esclarecer o efeito destas doenças crônicas sobre o sistema auditivo. Objetivos: Comparar uma audiometria inicial (A1) com uma audiometria sequencial (A2) realizada com um intervalo de 3 a 4 anos em uma população de idosos portadores de DM e/ou HA; realizar um estudo comparativo entre quatro grupos de idosos: grupo controle (GC), formado por idosos sem alterações crônicas, grupo de idosos portadores de DM; grupo de idosos portadores de HA, grupo de idosos portadores de DM e HA. Métodos: Foi realizado um levantamento em 901 prontuários do Estudo Longitudinal de Saúde Auditiva do Adulto (ELSAA), de indivíduos atendidos no Hospital Universitário (HU) da Universidade de São Paulo, no período de 2009 a 2015. De acordo com os critérios de inclusão, foram selecionados 100 indivíduos para participarem da presente pesquisa. A avaliação inicial (A1), constando de anamnese, audiometria tonal e imitânciometria foram utilizadas e foi feita uma nova avaliação audiológica (A2) após o período de 3 a 4 anos. Os participantes foram distribuídos em quatro grupos: 20 indivíduos portadores de DM (grupo DM), 20 indivíduos portadores de HA (grupo HA), 20 indivíduos portadores de DM e HA (grupo DMHA) e 40 indivíduos não portadores de DM nem de HA (GC). Para cada grupo estudo (HA, DM e DMHA), foram selecionados indivíduos (entre os 40 do GC) de forma a parear as características referentes a idade e sexo. Foram utilizados os testes estatísticos ANOVA, teste exato de Fisher e Kruskal-Wallis, com nível de significância de 0,05. Foi também calculada a odds ratio, com intervalo de confiança de 95%. Resultados: Não houve diferença estatisticamente significante entre as orelhas para nenhum dos grupos; sendo assim, as orelhas direita e esquerda foram agrupadas para as outras comparações. Na comparação da média de aumento anual dos limiares auditivos da primeira avaliação A1 com a segunda avaliação A2 entre os grupos, pode-se observar que para o grupo DM, não houve diferença estatisticamente significante para nenhuma das frequências avaliadas, quando comparado ao seu respectivo controle; para o grupo HA foram observadas diferenças significantes a partir de 4kHz, bem como tendência à diferença estatisticamente significante em 3 kHz, quando comparado a seu respectivo controle. Já para o grupo DMHA, quando comparado a seu grupo controle, foram observadas diferenças significantes nas frequências de 500, 2k, 3k e 8kHz, além de tendência à diferença estatisticamente significante em 4k e 6kHz. Considerando-se os casos novos de perda auditiva, pode-se observar que houve diferença estatisticamente significante apenas para o grupo HA, para as frequências altas. Verificou-se também que, para as frequências altas (3k a 8kHz), os números de casos novos de perda auditiva foram sempre maiores nos grupos estudo quando comparados aos seus respectivos controles. Na comparação das médias dos limiares auditivos, tanto na avaliação A1 quanto na avaliação A2, observou-se que os grupos estudo (DM, HA e DMHA) apresentaram limiares auditivos mais prejudicados, quando comparados a seus respectivos grupos controle. Na comparação entre os grupos apenas para a avaliação A2, pode-se observar que para as frequências altas, houve associação estatisticamente significante entre apresentar as condições clínicas (DM, HA e DMHA) e a presença de perda auditiva. A OR para DM foi de 5,57 (2,9-14,65), para HA foi de 4,2 (1,35-13,06) e para DMHA foi de 5,72 (1,85-17,64). Conclusão: Verificou-se que os idosos portadores de DM, HA ou ambos apresentaram limiares auditivos mais rebaixados quando comparados a seus respectivos grupos controle, principalmente nas altas frequências, o que sugere que estas patologias podem ter um efeito deletério sobre a audição. Além disso, nota-se que o grupo HA apresentou limiares auditivos piores para a maioria das frequências e foi o que apresentou maior queda dos limiares auditivos no segmento de 3 a 4 anos, quando comparado aos outros dois grupos estudo (DMHA e DM), sugerindo que dentre as três condições estudadas, a hipertensão parece ser a que teve maior influência sobre a audição

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A Estratégia Saúde da Família (ESF) nem sempre contempla a integralidade, apesar deste ser um princípio estruturante do Sistema Único de Saúde (SUS), nas definições da Organização Mundial de Saúde (OMS) e da legislação brasileira que ampliam o conceito de saúde, atribuindo ao processo saúde/doença as influências das determinações sociais. As profissões da saúde ainda funcionam com abordagem reducionista. Infelizmente, conceitos, definições e legislação não são suficientes para conscientizar e tão pouco transformar as práticas de saúde. Esse trabalho propõe a elaboração de um questionário anamnetico ampliado focada em pacientes poliqueixosos, baseada na teoria de Fernando González Rey o que significa trabalhar com o enfoque histórico-cultural e subjetividade, portanto mais humanizado, a fim de experimentar outros modos de intervir no processo saúde/doença e romper sua abordagem fragmentada positivista visando contribuir para uma melhora na relação profissional/usuário na ESF. Para testar a efetividade do questionário, foi realizado um piloto que indicou ser importante para se alcançar os objetivos esperados, a necessidade da capacitação da equipe e a alteração nos processos de trabalho encontrados atualmente na ESF.

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Estudo de caso (metodologia qualitativa) realizado em 2013sobre inteligência emocional em alunos portugueses, frequentando 1.º ciclo educação básica, com idades de 6-7 anos de 2 escolas urbanas:2 crianças (M=microcefalia, A=autismo atípico); 2 crianças (N= criança normal, H= perturbação de hiperatividade com défice de atenção). Os objetivos pretenderam: Demonstrar a importância das emoções na aprendizagem; identificar e lidar com as emoções em situações; propor estratégias para cada criança, aquando dos resultados obtidos com aplicação do teste projetivo e utilização material didático. Metodologia: atividades com ―Uma caixa cheia de emoções‟; prova projetiva ―Era uma vez…‖ Teresa Fagulha; ficha de anamnese aos pais; análise documental aos processos; observação participante; notas de campo e triangulação. Os resultados permitiram estabelecer estratégias para diminuir os fatores de distratibilidade, facilitar a atenção com material visualmente atrativo e manuseável e fornecer instruções acompanhadas de observação. Houve dificuldades nos sujeitos em identificar a ‘ira’ e ‘raiva‘.

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Tese de mestrado, Nutrição Clínica, Universidade de Lisboa, Faculdade de Medicina, 2016

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La tesis El animal como mediador en los discursos escultóricos actuales, aúna la investigación sobre los procesos de creación en torno a la animalística durante los siglos XX y XXI (documental, gráfica, histórica y conceptual) con el desarrollo de la creación artística personal como sustrato. Se trata de una investigación marcadamente transversal, que recurre a disciplinas tales como: lenguajes artísticos (en especial la escultura), biología, antropología, filosofía, crítica artística, historia del arte, zoología y ética. Todas estas ramas resultan necesarias para abordar un tema de tanta complejidad como lo es la diversidad de discursos que el arte actual establece en relación al tema. La tesis busca como objetivo establecer un marco desde el que discutir, analizar y proponer el quehacer artístico personal, dialogado y contextualizado, con el arte animalista del momento. Tras un profundo estudio del panorama, que se encuentra muy escasamente desarrollado en España, se establecen siete territorios discursivos (incluido el propio personal) cuyo denominador común es recurrir al animal; en unos casos como instrumento para transmitir el discurso de los artistas y, en otros, como eje central de las obras. En ellos se otorga especial interés a aspectos como: la metodología chamánica, empleada por los actuales artistas con un afán sanador y una preocupación por la relación arte/vida; las consideraciones relativas al símbolo y la transcendencia; la mediación del animal para los discursos políticos sociales; el valor terapéutico, incluyendo en ellos los procesos catárticos; y la metáfora que suponen para los alegatos ecológicos. Todo esto sin olvidar la enorme sugerencia formal que los animales aportan como objetos estéticos, y como sugerencias para la creación de mundos fantásticos. Las inquietantes e interesantes propuestas que se han analizado determinan, en último extremo, el posicionamiento de la autora de la tesis dentro de un discurso a favor del animal, su dignidad, su valor sanador y su poder como aliado. Tras el estudio de 94 artistas reconocidos en este campo, se alcanza a ofrecer un horizonte clarificado de los mecanismos que operan en la animalística, dividiendo su estudio en los siguientes 7 apartados: En un primer capítulo, dedicado al símbolo de la trascendencia, se analiza la reutilización del símbolo, lo que conduce a determinar el comportamiento simbólico y el sentimiento poético; se recorren los diferentes procedimientos de anamnesis y viajes de iniciación propios de las tradiciones religiosas; y se observa el papel que juega el animal como espíritu auxiliar, recorriendo dentro de la escultura un camino hacia la abstracción y por tanto hacia la captación de la esencia. En estos desarrollos la materia es utilizada como vehículo de lo sagrado, de tal modo que la creación artística aspira a la inmortalidad y a la trascendencia del ser...

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The aim of this paper is to tackle the role of oblivion in the Plato’s dialogues. It takes as work texts the dialogues where the anamnesis doctrine is exposed, and from these writings, but also attending to several other ones, the connexions between oblivion and other Platonic issues, as, e. g., language, memory, experience or love are explored, in order to clarify their relations of mutual dependence. In this way, we attempt to find out in the Platonic oblivion a philosophical sense, which is not disdainful in comparison with the sense and the relevance that the readers of all times have granted to anamnesis; for anamnesis and oblivion are inseparable indeed.

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Identificar o perfil sociodemográfico de pacientes submetidos à prostatectomia. Método: estudo quantitativo, transversal e descritivo, realizado na clínica cirúrgica de um Hospital Universitário na cidade de Natal/RN/Brasil, com 50 indivíduos em pós-operatório imediato de prostatectomia. A coleta de dados deu-se com um roteiro de anamnese e exame físico. Para a análise estatística dos dados foi utilizado o Programa Statistical Package for the Social Sciences, versão 16.0. O projeto de pesquisa foi aprovado pelo Comitê de Ética da Universidade Federal do Rio Grande do Norte, protocolo nº 130/10 CEP/UFRN. Resultados: os homens entrevistados tinham idade média de 67,78 anos, 80% tinham companheiros, com número de filhos variando de zero a quatro (56%). Conclusão: o conhecimento do perfil sociodemográfico dos pacientes prostatectomizados proporciona um direcionamento das ações de enfermagem frente à realidade de vida dessa clientela, uma vez que os pacientes estudados apresentaram perfil similar ao observado em outras cidades brasileiras

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Nos últimos anos com a evolução dos sistemas de saúde tem-se verificado uma melhoria na qualidade dos serviços médicos prestados, conduzindo a uma esperança média de vida mais longa. Muitas patologias, apesar de patentes, são tratadas e/ou controladas de modo a permitir que a população possa adquirir um estilo de vida normal. As doenças cardiovasculares com o seu carácter multidimensional, têm consequências graves para o cidadão comum, para a sociedade e para o sistema de saúde, o que determina que sejam encaradas como um dos mais importantes problemas de saúde pública, problema este que urge minorar. Dentro das doenças cardiovasculares, a cardiopatia isquémica tem um significado relevante, uma vez que, engloba condições que necessitam de cuidados médicos especiais, em situações de emergência, como o enfarte agudo do miocárdio e a angina de peito (estável e instável). O médico dentista deve estar atento ao doente com cardiopatia isquémica, tendo em conta os cuidados especiais em consultório dentário que o mesmo necessita. A recolha de uma anamnese detalhada e história clínica atualizada, são fundamentais para o sucesso do tratamento dentário. O médico dentista deverá estar habilitado para atuar em situações de emergência e ter o consultório devidamente equipado, de forma a agir em conformidade com estes possíveis eventos.

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Se analizó un estudio de caso atendido en la Clínica “VIDA ” el 21 de noviembre del 2013. Inicialmente se procedió a la valoración de su estado físico y de salud considerando la edad de la paciente. A partir de la inspección clínica y anamnesis se procedió a brindar un diagnóstico de la patología que presentaba, para fundamentar las principales causas y consecuencia que gen eran las patologías reproductivas en la especie canina. El estudio de caso es una investigación cualitativa de tipo participativa, cuya base es la descripción de sucesos ocurridos en un momento determinado el cual consistía en el análisis de un estudio de caso que no pueden duplicarse por las condiciones individuales del sujeto y de su entorno en particular . El paciente era una perra de 12 años , llamada princesa que t enía completo su programa de vacunación y desparasitación. Después del último celo tuvo descargas vaginal es hemorrágicas , durante 6 días el cual alarmó a la dueña, ya que no mostró síntomas característicos de postraciones . Era alimentada con concentrado, su estro era normal . Se le brindó atención ambulatoria y s e le realizaron exámenes clínicos , realizando la anamnesis , sin mostrar dolor a la palpación, no se detectaron masas abdominales, no se realizó exploración vagina l debido a que la paciente no habí a sido incorporada para reproducción. Se determinó como piómetra en diagnostico presu ntivo, aplicándole vit. K p or tres días y al cuarto día una dosis de medroxiprogesterona para detener el sangrado. A l no haber efecto en el sangrado, se optó por la extirpación quirúrgica del útero el cual se real izó sin problemas, encontrándose: cuernos uterinos y útero hiperplásicos , endometrio con fibromas y pequeñas neoplasias. Se identificó neoplasia uterina causada por quistes ováricos, estrés, trastorno psicológico de adaptabilidad a la ausencia de la dueña, creando un desorde n en las estructuras de cascada del sistema endocrino, viéndose afectado por la relació n de la edad de la paciente. Terminada la cirugía se le entregó la mascota a su dueña junto con las indicaciones postoperatoria pero ya en su casa la paciente murió por complicaciones post quirúrgica no identificadas .

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Relatório de Estágio apresentado à Escola Superior de Educação de Paula Frassinetti para obtenção do grau de Mestre em Educação Pré-Escolar e Ensino do 1º Ciclo do Ensino Básico

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Identificar o perfil sociodemográfico de pacientes submetidos à prostatectomia. Método: estudo quantitativo, transversal e descritivo, realizado na clínica cirúrgica de um Hospital Universitário na cidade de Natal/RN/Brasil, com 50 indivíduos em pós-operatório imediato de prostatectomia. A coleta de dados deu-se com um roteiro de anamnese e exame físico. Para a análise estatística dos dados foi utilizado o Programa Statistical Package for the Social Sciences, versão 16.0. O projeto de pesquisa foi aprovado pelo Comitê de Ética da Universidade Federal do Rio Grande do Norte, protocolo nº 130/10 CEP/UFRN. Resultados: os homens entrevistados tinham idade média de 67,78 anos, 80% tinham companheiros, com número de filhos variando de zero a quatro (56%). Conclusão: o conhecimento do perfil sociodemográfico dos pacientes prostatectomizados proporciona um direcionamento das ações de enfermagem frente à realidade de vida dessa clientela, uma vez que os pacientes estudados apresentaram perfil similar ao observado em outras cidades brasileiras

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Dissertação de Mestrado, Neurociências Cognitivas e Neuropsicologia, Faculdade de Ciências Humanas e Sociais, Universidade do Algarve, 2016