996 resultados para Redação tecnica
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Esta pesquisa se dedica ao debate em torno da redação e composição do livro de Amós, e pretende, primeiramente, apresentar e criticar algumas hipóteses sobre as camadas literárias, que poderiam pertencer ao próprio profeta, e os acréscimos tardios. Como primeiro passo para uma abordagem do problema redacional, este estudo examina algumas contribuições de especialistas estrangeiros e de estudiosos brasileiros, e tenta fazer um julgamento crítico de suas hipóteses sobre a redação do livro de Amós. A questão do processo redacional do livro de Amós tem sido, na verdade, objeto de uma animada discussão entre muitos estudiosos. Em segundo lugar, a leitura diacrônica é complementada com o estudo sincrônico do livro, isto é, com o debate em torno da estrutura não só da composição em Amós 6,1-14, mas também do livro todo. Em terceiro lugar, a partir da avaliação do resultado da pesquisa e com a utilização do método histórico-crítico, a composição em Amós 6,1-14 é analisada como uma unidade literária de sentido. Para tal análise são, indubitavelmente, relevantes algumas considerações prévias sobre o gênero literário da lamentação, a denúncia profética da injustiça social e a instituição do banquete do marzeah. Em seqüência, esta tese analisa o fenômeno literário dos panfletos proféticos e da organização social, que poderia estar por detrás de sua autoria. Por isso, e levando em conta o desafio de novas propostas metodológicas, esta pesquisa visa dar uma contribuição específica ao estudo de Amós. Ela se empenha em demonstrar que, em relação a Amós 6,1-14, o leitor está diante de uma criação coletiva. De fato, a mencionada composição é o resultado não só da pregação oral do próprio profeta, mas também, em razão de sua forma compósita, das vozes proféticas de pessoas oprimidas, que, impulsionadas pelo Espírito, confirmaram a denúncia severa de Amós e até a completaram com suas próprias experiências e sofrimentos. Finalmente, um despretensioso excursus examina o livro de Amós em um contexto literário mais amplo, para dar uma visão geral do debate em torno do processo redacional do Livro dos Doze Profetas, particularmente a partir de sua perspectiva escatológica mediante a categoria teológica do Dia do Senhor.(AU)
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O estudo descreve os metodos atualmente utilizados na colheita de sementes de alface e apresenta-se um metodo alternativo de colheita, que consiste no corte manual das inflorescencias, associado a irrigacao e adubacao nitrogenada de cobertura. Este metodo, alem de reduzir as perdas de sementes, permite a utilizacao das reservas da planta para uma segunda colheita.
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Descreve-se uma metodologia de analise e representacao de dados de pesquisa sobre parametros do metodo de irrigacao por sulcos. Na coleta de ados usou-se um oxissolo (latossolo 37 AB) do Projeto de Irrigacao de Bebedouro. Fizeram-se determinacoes de densidade aparente, curvas de retencao de umidade, infiltracao ao nivel de 50% de agua disponivel, e testes de avanco de agua em sulcos com diferentes declividades e vazoes: 0,15% (2,5 - 3,1 - 4 - 5 litros/seg.), 0,24% (2 - 2,5 - 3 litros/seg.) e 0,37% (1 - 1,5 - 2,5 litros/seg.). A profundidade efetiva do sistema radicular das culturas e definida em funcao do ciclo fenologico. A vazao maxima nao-erosiva e mais eficiente foi definida a partir dos dados dos testes de avanco de agua nos sulcos, sendo que se as combinacoes mais eficientes de vazao-declividade foram: 2,5 litros/seg. -0,15%, 2 litros/seg. -0,24% e 1,5 litros/seg. -0,37%. Os dados foram analisados para responder a pergunta "quando irrigar", construindo-se nomogramas para menejo de irrigacao, visando seu uso rapido pela assistencia tecnica. Os nomogramas, usados em forma sequencial, permitem definir: profundidade efetiva das raizes em funcao do tempo apos o plantio, lamina de reposicao em funcao do nivel de agua disponivel e profundidade do sistema radicular, vazao mais eficiente em funcao da declividade dos sulcos, eficiencia de aplicacao em funcao do comprimento de sulcos e combinacao vazao-declividade, e tempo de irrigacao em funcao da lamina bruto e comprimento de sulcos. A metodologia pode ser extrapolada e deve ser aplicada em cada solo.
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Durante la vita operativa di un aeromobile, gli elementi costitutivi possono essere soggetti a diverse tipologie di carichi. Questi carichi possono provocare la nascita e la propagazione di eventuali cricche, le quali una volta raggiunta una determinata dimensione possono portare alla rottura del componente stesso causando gravi incidenti. A tale proposito, la fatica costituisce uno dei fattori principali di rottura delle strutture aeronautiche. Lo studio e l’applicazione dei principi di fatica sugli aeroplani sono relativamente recenti, in quanto inizialmente gli aerei erano realizzati in tela e legno, un materiale che non soffre di fatica e assorbe le vibrazioni. I materiali aeronautici si sono evoluti nel tempo fino ad arrivare all’impiego dei materiali compositi per la costruzione degli aeromobili, nel 21. secolo. Il legame tra nascita/propagazione delle cricche e le tensioni residue ha portato allo sviluppo di numerose tecniche per la misurazione di queste ultime, con il fine di contrastare il fenomeno di rottura a fatica. Per la misurazione delle tensioni residue nei componenti metallici esistono diverse normative di riferimento, al contrario, per i materiali compositi, la normativa di riferimento è tuttora oggetto di studio. Lo scopo di questa tesi è quello di realizzare una ricerca e studiare dei metodi di riferimento per la misurazione delle tensioni residue nei laminati compositi, tramite l’approfondimento di una tecnica di misurazione delle tensioni residue, denominata Incremental Hole Drilling.
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La nozione di ambiente non è una nozione recente. Al giorno d’oggi il riferimento all’ambiente compare in maniera sempre più diffusa nei dibattiti, nelle opere scientifiche e artistiche, negli spazi di divulgazione e sempre più entra all’interno degli spazi affettivi individuali e all’interno delle teorie e delle prassi politiche individuali e collettive. L’ambiente tanto entra nel campo assiologico, quanto vi entra come elemento fragile, indissociabile dall’azione antropica individuale e collettiva, attraverso ciò che noi riassumiamo con la nozione di crisi ambientale. La crisi ambientale permette di riaprire degli ambiti di valore e di interesse nel presente, allo stesso tempo provoca una reinterpretazione e un riorientamento delle teorie e delle prassi del passato. Dal nostro presente di crisi ambientale, è possibile rintracciare delle figure che, nel passato, hanno rappresentato l’inerenza degli enti con il loro ambiente e, tra questi, dell’uomo con il suo ambiente di vita. Sono due le principali figure attraverso le quali si intende riprendere un rapporto con il nostro passato letto attraverso la crisi ambientale: la figura dell’interfaccia come ciò che demarca un rapporto di inerenza e di separazione tra un interno e un esterno che hanno un rapporto tra loro necessario e tuttavia contingente, e la figura della relazione di “esposizione”, tramite la quale si vuole pensare a forme di soggettività vulnerabili, esposte alle relazioni e ai concatenamenti nei quali sono inserite e che tuttavia non possono che esporre a loro volta le altre soggettività e l’ambiente di vita comune a continue modificazioni. Tramite i concetti di interfaccia e di esposizione abbiamo potuto seguire il prodursi di forme di sapere relative all’inerenza tra forme e modi dell’interiorità rispetto all’ambiente che si sono prodotte nella storia e che sono emerse tramite la provocazione di un passato indotto dalla trasformazione che è il nostro presente di crisi ambientale.
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In questo lavoro di tesi si illustrano la storia, la legislazione, le caratteristiche compositive e la tecnica di produzione del Vermouth, con una attenzione particolare alla recente introduzione dell'Indicazione Geografica "Vermouth di Torino". Sarà delineata la storia dei vini aromatizzati che porterà alla creazione del primo Vermouth nel 1786 e la tecnica di produzione, illustrando la lavorazione delle erbe e piante officinali, la produzione del vino base e l'unione di questi due processi inizialmente distinti. Inoltre, saranno discussi i contenuti del disciplinare del Vermouth di Torino, evidenziandone le caratteristiche distintive rispetto ad altri Vermouth senza Indicazione Geografica. Infine, saranno passate in rassegna le attività svolte negli anni per la promozione e la diffusione del marchio, a partire dalle informazioni e dalle etichette storiche che hanno permesso di far conoscere un prodotto dalla fortissima impronta italiana.
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Nell’industria chimica i processi di miscelazione hanno un impatto considerevole sulla maggior parte delle operazioni unitarie ed è, pertanto, di fondamentale importanza studiarne i meccanismi. Per tale motivo, durante questo lavoro di tesi sono stati investigati i regimi di miscelazione all’interno di reattori agitati meccanicamente, che contengono miscele bifase gas-liquido. In particolare, l’analisi è stata condotta su un fermentatore realizzato in scala di laboratorio in cui è stata installata una girante a pale concave che prende il nome di BT-6, con la tecnica sperimentale della tomografia a resistenza elettrica (ERT). L’obiettivo del presente elaborato consiste nell’esaminare la distribuzione della fase gassosa con l’utilizzo di suddetta tecnica all’interno del liquido, in quanto parametro chiave per la progettazione e la valutazione delle prestazioni di questo tipo di apparecchiature. Attraverso l’utilizzo della tomografia, si misura la distribuzione di conducibilità della sostanza da cui, mediante l’implementazione di un algoritmo, si risale alla frazione di gas dispersa in fase liquida. Infine, i vari regimi di miscelazione analizzati durante questo lavoro di tesi, sono stati confrontati con prove analoghe condotte in una precedente sperimentazione su una girante di tipo Rushton.
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La dimensione giuridica del tempo, cioè il ruolo del tempo nel diritto, ha contribuito a far emergere il lavoro quale concetto legale astratto dal prestatore, funzionale alla sua alienazione. Rompere l’unitarietà del tempo della persona, per consacrarne una parte al lavoro, ha dato ai rapporti di potere tra gli individui una forma giuridica in grado di legittimarli. Il primo capitolo si sofferma sulla costruzione legale del lavoro subordinato attraverso la definizione del suo tempo. Tra gli elementi essenziali del contratto tipizzato dall’art. 2094 c.c., il tempo nella causa, oltre a mostrare la non istantaneità dello scambio e la indeterminatezza del regolamento contrattuale, non assurge a criterio discretivo dalle collaborazioni o dal lavoro autonomo. Se dalla causa si passa ad indagare l’oggetto, l’interprete si imbatte nel pudore di svelare quale sia il vero elemento su cui incide il contratto, la persona del lavoratore, che induce a prediligere la finzione di allontanare l’attività dal corpo di chi la produce: l’orario è la tecnica giuridica che rende possibile la partecipazione del lavoro ad una logica di scambio. Il secondo e il terzo capitolo si concentrano sulla regolazione e interpretazione del tempo di lavoro in chiave diacronica. La legislazione lavoristica ha trovato i propri albori nella disciplina eteronoma dell’orario, come strumento per tutelare i prestatori dagli eccessi mercantilistici. L’attuale quadro normativo è molto attento alle ragioni creditorie ma la giurisprudenza della Corte di giustizia testimonia l’irrequietudine di una materia viva e in movimento. Non è un caso che il legislatore europeo, nei piccoli passi compiuti per rafforzare il diritto sociale comune agli Stati membri, abbia assegnato al tempo un ruolo centrale, come prevedibilità delle condizioni di lavoro (direttiva n. 1152 del 2019), come equilibrio tra attività professionale e vita familiare (direttiva n. 1158 del 2019) e un domani, forse, come diritto alla disconnessione.
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Questo studio si concentra sull'ischemia critica cronica dell'arto inferiore (CLTI), una patologia globale con gravi complicanze e impatto sociale elevato. Recentemente, la "Medial Artery Calcification" (MAC) è emersa come fattore prognostico significativo nei pazienti con CLTI e malattia grave dei vasi del piede, ma le informazioni sono principalmente retrospettive. Questa tesi esplora la relazione tra MAC e CLTI in tre sezioni. Nella sezione clinica, 248 pazienti sono stati divisi in gruppi MAC per valutare l'impatto prospettico sulla guarigione e sul salvataggio dell'arto. Nella sezione isto-patologica, campioni arteriosi di 26 pazienti sottoposti ad amputazione maggiore sono stati analizzati per comprendere la relazione tra MAC, aterosclerosi e occlusione vascolare. Nella sezione di arterializzazione, 16 pazienti sottoposti all'arterializzazione delle vene del piede (AVP) sono stati esaminati per valutare i risultati clinici prospettici. I risultati della sezione clinica indicano che la presenza di MAC severa è associata a risultati clinici peggiori nei pazienti affetti da CLTI. L'analisi isto-patologica mostra una prevalenza elevata di MAC rispetto all'aterosclerosi, con una associazione importante tra MAC e iperplasia intimale. L'AVP presenta risultati promettenti nei pazienti affetti da CLTI. In conclusione, la MAC influisce sui risultati clinici della CLTI, e l'AVP potrebbe essere una strategia efficace di trattamento.
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Il Ground Penetrating Radar (GPR) è una tecnica di indagine non distruttiva che si basa sulla teoria della propagazione delle onde elettromagnetiche. Questa tecnologia venne inizialmente utilizzata per indagini geologiche, ma più recentemente è stata introdotta anche per lo studio di altri materiali quali calcestruzzo, legno e asfalto. Questa tecnologia investigativa può essere utilizzata per varie problematiche : • Localizzazione di oggetti all’interno del materiale inglobante • Determinazione dello spessore dello strato del materiale oggetto di studio (calcestruzzo, asfalto, terreno, legno) • Proprietà del materiale, inclusa umidità ed eventuale presenza di vuoti Nella fase iniziale di questo lavoro di tesi sono stati studiati i principi fisici di funzionamento, la metodologia di elaborazione dei dati restituiti dallo strumento e di interpretazione dei risultati. Successivamente, è stato posto l’obbiettivo di verificare l’applicabilità del georadar nel rintracciare i ferri di armatura nelle travi da ponte. Quest’ultime sono spesso realizzate tramite l’impiego della precompressione con cavi post-tesi che implica la presenza di guaine con all’interno i relativi trefoli di tensionamento. Per simulare tali condizioni sono state realizzate in laboratorio delle “travi campione” con guaine in differente materiale, con differente posizionamento e con differente tecnologia di posa, in modo tale da permettere di studiare diversi scenari. Di seguito le differenti tipologie di travi : - Trave con guaine metalliche ; - Trave con guaine plastiche ; - Trave con interruzioni in polistirolo lungo le guaine (per simulare la corrosione delle stesse); - Travi con trefoli inseriti all’interno delle guaine (per studiarne l’influenza sul segnale).