1000 resultados para Potestad legislativa autonómica
Resumo:
[ES] El trabajo que presentamos presenta una línea pedagógica jurídica educativa, garantista de los derechos y deberes de los jóvenes con medidas judiciales en la aplicación del Real Decreto 1774/2004, de 30 de julio, por el que se aprueba el Reglamento de la Ley Orgánica 5/2000, de 15 de enero Reguladora de la Responsabilidad Penal del Menor. Se orienta en la buena praxis y aplicación del Reglamento, realizando una combinación de la experiencia, de los marcos legales de Justicia Juvenil y de Instituciones Penitenciarias.
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Con la prima parte, si intende fornire un quadro pressoché esaustivo delle principali disposizioni in materia di società a partecipazione pubblica regionale e locale operanti nel campo dei servizi pubblici locali e della loro interpretazione giurisprudenziale e dottrinale, prendendo le mosse dagli ultimi interventi legislativo. Nella seconda parte, si affronta, invece, il tema dei limiti legislativi alla capacità di azione delle società a partecipazione pubblica e dei connessi dubbi interpretativi, anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali. In particolare, l’analisi riguarda l’art. 13 del decreto”Bersani” e il comma 9 dell’art. 23 bis (ora pedissequamente trasfuso nel comma 33 dell’art. 4 del d.l. n. 138/2011), ossia le principali disposizioni che definiscono, rispettivamente, la capacità di azione delle società (a partecipazione pubblica) strumentali e di quelle operanti nel campo dei servizi pubblici locali titolari di affidamenti diretti (assentiti con modalità diverse dall’evidenza pubblica). Vengono forniti cenni di inquadramento in relazione al cd. procedimento di riordino delle partecipazioni societarie pubbliche previsto dalla legge finanziaria del 2008 (art. 3, commi 27 – 32). Dal combinato disposto delle suddette norme, così come interpretate dalla giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, si ricavano, poi, utili indicazioni in ordine alla possibilità, per gli enti pubblici territoriali, di costituire società con scopo meramente lucrativo (ossia, soggetti societari privi del rapporto di strumentalità con gli enti costituenti o partecipanti, chiamati ad operare, in regime di concorrenza, in settori completamente liberalizzati) e società cd. multiutilities (aventi oggetto sociale complesso, la cui attività si estrinseca tanto nel campo dei servizi strumentali, quanto in quello dei servizi pubblici locali), nonché in relazione alla disciplina applicabile all’attività di detti soggetti societari. La finalità ultima del contributo consiste nell'individuazione delle linee guida finalizzate alla classificazione delle società pubbliche in funzione della loro attività.
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La presente tesi nasce dal desiderio di effettuare un confronto tra due lingue dei segni che possiedono un'origine comune: la lingua dei segni italiana (LIS) e la langue des signes française (LSF). Si è cercato di capire quanto queste ultime possano essere analoghe tutt'oggi effettuando un confronto tra le loro principali strutture sintattiche, dopo aver passato in rassegna gli avvenimenti storici ed i provvedimenti legislativi più influenti in entrambi i paesi. La pecularietà di questa tesi risiede essenzialmente nel suo carattere inedito poiché finora nessun confronto del genere era stato realizzato tra queste due lingue. Nel primo capitolo, si è deciso di passare in rassegna le varie definizioni proposte dall'OMS circa l'handicap e la disabilità in modo da distinguere due concetti che spesso vengono considerati sinonimi. Vediamo inoltre quanto è importante l'impatto dell'ambiente circostante e della società nei confronti dell'handicap, dopodiché viene rivolta particolare attenzione alla sordità. Nel secondo capitolo, ripercorriamo i sentieri della storia, dai pensatori dell'Antichità fino al giorno d'oggi, al fin di vedere quali sono state le varie correnti di pensiero riguardo la sordità e le lingue dei segni attraverso i secoli. In seguito, ci focalizziamo sull'aspetto legislativo riportando i vari disegni di legge e provvedimenti legislativi che hanno segnato un decisivo progresso nel campo del riconoscimento delle lingue dei segni in Francia ed in Italia. Nel terzo capitolo, dopo una breve introduzione sulle lingue dei segni, vengono scomposti i parametri formazionali della LIS e della LSF, soffermandoci sulle differenze circa la dattilologia e le configurazioni in LSF e in LIS. Infine, viene effettuato il confronto tra le principali strutture sintattiche in LSF e in LIS allo scopo di verificare l'ipotesi alla base della presente tesi. Dopo aver esposto l'obiettivo, ciò che emerge dal confronto, sebbene vi siano alcune piccole differenze, conferma l'ipotesi all'origine della ricerca.
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Scopo di questo lavoro di tesi è la revisione della legislazione in materia di dispositivi medici nel mercato europeo, facendone un confronto con la normativa extra-europea. In particolare si sono studiate ed analizzate anche le regolamentazioni degli Stati Uniti e del Giappone, che insieme a quella dell’Unione Europea, rappresentano attualmente i tre maggiori mercati mondiali di dispositivi medici. L’obiettivo quindi è stato la ricerca, lo studio e l’analisi critica dei vari sistemi legislativi in vigore, la loro evoluzione e le prospettive future. Considerando il punto di vista del fabbricante di dispositivi medici, si sono illustrati percorsi normativi per poter immettere sul mercato un nuovo dispositivo medico nell’Unione Europea, negli Stati Uniti e in Giappone, evidenziando le procedure da seguire, le modalità di commercializzazione nei tre mercati, le certificazioni richieste, facendone un’analisi comparativa di un mercato rispetto agli altri. Sempre nella stessa ottica, si è inoltre effettuata una sintetica analisi del mercato dei dispositivi medici nei paesi emergenti, in quanto sono già, e lo diventeranno sempre più, una risorsa importante per una azienda con una visione internazionale del mercato. In questo elaborato di tesi sono stati ampiamente descritti ed analizzati i diversi sistemi di regolamentazione dei dispositivi medici e si è effettuata una valutazione comparativa tra i diversi sistemi legislativi e normativi che condizionano il mercato dei dispositivi medici. Un fabbricante con una visione internazionale della propria azienda deve conoscere perfettamente le legislazioni vigenti in materia di dispositivi medici. Per l'impresa, la conoscenza e la pratica della norma è indispensabile ma, ancor più, l'informazione e la consapevolezza dell'evoluzione della norma è determinante per la crescita competitiva. Il business mondiale dei dispositivi medici infatti ha subito profondi cambiamenti, con l'introduzione nei diversi paesi di complesse procedure di certificazione e autorizzazione, che sono in continua evoluzione. Tutto questo richiede una dimestichezza con le norme di settore e un continuo aggiornamento tecnico-normativo: sono indispensabili per le imprese competenze adeguate, in grado di affrontare tematiche tecnico-scientifiche e di adempiere a quanto prevedono le norme nazionali ed internazionali. Comprendere le opportunità, conoscere le regole e le barriere per l'ingresso in un determinato mercato, è sempre più importante per le imprese interessate ai processi di internazionalizzazione. Per meglio comprendere un mercato/paese, occorre la conoscenza dei peculiari aspetti regolatori, ma anche la conoscenza della specifica cultura, tradizione, società. In questo quadro, conoscere e praticare le norme non è sufficiente, sapere come evolvono le norme e le regole è per le imprese un fattore determinante per la competitività.
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En el marco de la Teoría de la Polifonía (Ducrot, 1984) y de los estudios sobre la heterogeneidad enunciativa (Authier-Revuz, 1984 y 1995), este trabajo se propone analizar ciertas formas de "heterogeneidad enunciativa mostrada marcada" en libros de texto de secundario e indagar los efectos de sentido que producen. Según Authier-Revuz (1984 y 1995), la heterogeneidad enunciativa mostrada altera la unicidad aparente del discurso al incorporar otras voces. Abarca las "formas no marcadas", en donde la presencia del otro aparece sin señales explícitas -por ejemplo, el discurso indirecto libre o la ironía-, y las "formas marcadas", en las que la otredad se distingue unívocamente mediante determinados recursos lingüísticos, es decir que el yo delimita las zonas de contacto que le devuelven la ilusión de ser dueño de las palabras. Algunos ejemplos de este tipo de heterogeneidad mostrada marcada son las palabras entrecomilladas o destacadas con itálicas que, al aludir al juicio del locutor sobre su propia enunciación, configuran el procedimiento que Authier-Revuz (1995) denomina "modalización autonímica". Desde esta perspectiva teórica y en un corpus de libros de texto de secundario de distintas disciplinas, analizamos las formas de modalización autonímica y distinguimos ciertos usos específicos, como las "comillas pedagógicas" y las de lo "políticamente correcto". Por un lado, proponemos que estas formas constituyen "modos del decir pedagógicos" que operan como mecanismos de regulación discursiva y de control del "correcto decir". Por otro lado, damos cuenta de que esos modos del decir funcionan como estrategias de simplificación que manifiestan un gesto didáctico, al señalar los términos que pertenecen o bien que se apartan del "correcto decir" -ya sea conceptual, ya sea ideológico-. Finalmente, explicamos cómo estas formas contribuyen a consolidar una subjetividad pedagógica reguladora de los sentidos, que se erige como custodio del saber legítimo y guía del aprendizaje
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En el marco de la Teoría de la Polifonía (Ducrot, 1984) y de los estudios sobre la heterogeneidad enunciativa (Authier-Revuz, 1984 y 1995), este trabajo se propone analizar ciertas formas de "heterogeneidad enunciativa mostrada marcada" en libros de texto de secundario e indagar los efectos de sentido que producen. Según Authier-Revuz (1984 y 1995), la heterogeneidad enunciativa mostrada altera la unicidad aparente del discurso al incorporar otras voces. Abarca las "formas no marcadas", en donde la presencia del otro aparece sin señales explícitas -por ejemplo, el discurso indirecto libre o la ironía-, y las "formas marcadas", en las que la otredad se distingue unívocamente mediante determinados recursos lingüísticos, es decir que el yo delimita las zonas de contacto que le devuelven la ilusión de ser dueño de las palabras. Algunos ejemplos de este tipo de heterogeneidad mostrada marcada son las palabras entrecomilladas o destacadas con itálicas que, al aludir al juicio del locutor sobre su propia enunciación, configuran el procedimiento que Authier-Revuz (1995) denomina "modalización autonímica". Desde esta perspectiva teórica y en un corpus de libros de texto de secundario de distintas disciplinas, analizamos las formas de modalización autonímica y distinguimos ciertos usos específicos, como las "comillas pedagógicas" y las de lo "políticamente correcto". Por un lado, proponemos que estas formas constituyen "modos del decir pedagógicos" que operan como mecanismos de regulación discursiva y de control del "correcto decir". Por otro lado, damos cuenta de que esos modos del decir funcionan como estrategias de simplificación que manifiestan un gesto didáctico, al señalar los términos que pertenecen o bien que se apartan del "correcto decir" -ya sea conceptual, ya sea ideológico-. Finalmente, explicamos cómo estas formas contribuyen a consolidar una subjetividad pedagógica reguladora de los sentidos, que se erige como custodio del saber legítimo y guía del aprendizaje
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En el marco de la Teoría de la Polifonía (Ducrot, 1984) y de los estudios sobre la heterogeneidad enunciativa (Authier-Revuz, 1984 y 1995), este trabajo se propone analizar ciertas formas de "heterogeneidad enunciativa mostrada marcada" en libros de texto de secundario e indagar los efectos de sentido que producen. Según Authier-Revuz (1984 y 1995), la heterogeneidad enunciativa mostrada altera la unicidad aparente del discurso al incorporar otras voces. Abarca las "formas no marcadas", en donde la presencia del otro aparece sin señales explícitas -por ejemplo, el discurso indirecto libre o la ironía-, y las "formas marcadas", en las que la otredad se distingue unívocamente mediante determinados recursos lingüísticos, es decir que el yo delimita las zonas de contacto que le devuelven la ilusión de ser dueño de las palabras. Algunos ejemplos de este tipo de heterogeneidad mostrada marcada son las palabras entrecomilladas o destacadas con itálicas que, al aludir al juicio del locutor sobre su propia enunciación, configuran el procedimiento que Authier-Revuz (1995) denomina "modalización autonímica". Desde esta perspectiva teórica y en un corpus de libros de texto de secundario de distintas disciplinas, analizamos las formas de modalización autonímica y distinguimos ciertos usos específicos, como las "comillas pedagógicas" y las de lo "políticamente correcto". Por un lado, proponemos que estas formas constituyen "modos del decir pedagógicos" que operan como mecanismos de regulación discursiva y de control del "correcto decir". Por otro lado, damos cuenta de que esos modos del decir funcionan como estrategias de simplificación que manifiestan un gesto didáctico, al señalar los términos que pertenecen o bien que se apartan del "correcto decir" -ya sea conceptual, ya sea ideológico-. Finalmente, explicamos cómo estas formas contribuyen a consolidar una subjetividad pedagógica reguladora de los sentidos, que se erige como custodio del saber legítimo y guía del aprendizaje