211 resultados para Cella
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Studio dei carichi presenti su cuscinetti alle estremità dell'utensile MAS1, rullo di 30mm. Studio in condizione critica ideale e in condizione reale con rilevazione con cella di carico.
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La tesi contiene uno studio sperimentale sul comportamento di una sabbia limosa del sottosuolo della laguna veneta e propone un'interpretazione dei risultati sperimentali ottenuti alla luce dei presupposti teorici di un approccio costitutivo avanzato noto come "Plasticità Generalizzata". Il programma sperimentale è consistito nella realizzazione di prove edometriche e prove triassiali su campioni di sabbia provenienti dal sito di Treporti, situato in prossimità della bocca di Lido. La risposta sperimentale, in termini di modulo volumetrico, è stata messa a confronto con i risultati di alcuni studi di letteratura, con particolare riferimento a quelli condotti da Jefferies & Been (2000). La disponibilità di prove di compressione edometrica realizzate nella cella K0 e la conseguente possibilità di valutare il coefficiente di spinta a riposo ha permesso di interpretare le prove in termini di tensione media efficace p' e di verificare l'applicabilità al caso in esame degli approcci di letteratura disponibili, spesso sviluppati a partire da prove di compressione isotropa effettuate in cella triassiale. Il comportamento tenso-deformativo osservato è stato successivamente simulato con un modello costitutivo per sabbie sviluppato nell'ambito della Plasticità Generalizzata. In particolare sono state utilizzate tre diverse formulazioni, che costituiscono un avanzamento dell'iniziale modello costitutivo proposto da Pastor, Zienkiewicz e Chan (1990), basate sull'uso di un parametro di stato del materiale definito rispetto alle condizioni di Stato Critico. Dal confronto tra previsioni del modello e risposta sperimentale è stato possibile individuare la formulazione che meglio simula il comportamento meccanico osservato sia in compressione edometrica sia in prove di taglio ed è stato proposto un set di parametri costitutivi ritenuti rappresentativi del terreno studiato.
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In questa tesi vengono studiate alcune caratteristiche dei network a multiplex; in particolare l'analisi verte sulla quantificazione delle differenze fra i layer del multiplex. Le dissimilarita sono valutate sia osservando le connessioni di singoli nodi in layer diversi, sia stimando le diverse partizioni dei layer. Sono quindi introdotte alcune importanti misure per la caratterizzazione dei multiplex, che vengono poi usate per la costruzione di metodi di community detection . La quantificazione delle differenze tra le partizioni di due layer viene stimata utilizzando una misura di mutua informazione. Viene inoltre approfondito l'uso del test dell'ipergeometrica per la determinazione di nodi sovra-rappresentati in un layer, mostrando l'efficacia del test in funzione della similarita dei layer. Questi metodi per la caratterizzazione delle proprieta dei network a multiplex vengono applicati a dati biologici reali. I dati utilizzati sono stati raccolti dallo studio DILGOM con l'obiettivo di determinare le implicazioni genetiche, trascrittomiche e metaboliche dell'obesita e della sindrome metabolica. Questi dati sono utilizzati dal progetto Mimomics per la determinazione di relazioni fra diverse omiche. Nella tesi sono analizzati i dati metabolici utilizzando un approccio a multiplex network per verificare la presenza di differenze fra le relazioni di composti sanguigni di persone obese e normopeso.
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In questa tesi si presenta la realizzazione di un data-set ad alta risoluzione (30 secondi d'arco) di precipitazioni mensili (per il periodo 1921-2014), per la regione del Trentino-Alto Adige. Esso è basato su una densa rete di stazioni con osservazioni di lunga durata, sottoposte ai necessari controlli di qualità. La tecnica di interpolazione si basa sull'assunzione che la configurazione spazio-temporale del campo di una variabile meteorologica su una certa area possa essere descritta con la sovrapposizione di due campi: i valori normali relativi a un periodo standard (1961-1990), ossia le climatologie, e le deviazioni da questi, ossia le anomalie. Le due componenti possono venire ricostruite tramite metodologie diverse e si possono basare su data-set indipendenti. Per le climatologie bisogna avere un elevato numero di stazioni (anche se disponibili per un lasso temporale limitato); per le anomalie viceversa la densità spaziale ha un rilievo minore a causa della buona coerenza spaziale della variabilità temporale, mentre è importante la qualità dei dati e la loro estensione temporale. L'approccio utilizzato per le climatologie mensili è la regressione lineare pesata locale. Per ciascuna cella della griglia si stima una regressione lineare pesata della precipitazione in funzione dell'altitudine; si pesano di più le stazioni aventi caratteristiche simili a quelle della cella stessa. Invece le anomalie mensili si ricavano, per ogni cella di griglia, grazie a una media pesata delle anomalie delle vicine stazioni. Infine la sovrapposizione delle componenti spaziale (climatologie) e temporale (anomalie) consente di ottenere per ogni nodo del grigliato una serie temporale di precipitazioni mensili in valori assoluti. La bontà dei risultati viene poi valutata con gli errori quadratici medi (RMSE) e i coefficienti di correlazione di Pearson delle singole componenti ricostruite. Per mostrare le potenziali applicazioni del prodotto si esaminano alcuni casi studio.
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The investigation and modelling of permafrost distribution, particularly in areas of discontinuous permafrost, is challenging due to spatial heterogeneity, remoteness of measurement sites and data scarcity. We have designed a strategy for standardizing different local data sets containing evidence of the presence or absence of permafrost into an inventory for the entire European Alps. With this brief communication, we present the structure and contents of this inventory. This collection of permafrost evidence not only highlights existing data and allows new analyses based on larger data sets, but also provides complementary information for an improved interpretation of monitoring results.
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En “De las alegorías a las novelas", Jorge Luis Borges ensayaba una distinción entre ambas y al mismo tiempo, trazaba una zona de ambigua coexistencia dejando así abierta la posibilidad de entrelazar aquello que “dicho de otro modo", que en el sentido etimológico de la alegoría (oscuro ingenio, en la concepción de Sir Edmond Spenser); con lo que se supone propio de la narrativa en relación con lo particular, en oposición a lo genérico o conceptual que suele adscribirse a la alegoría continuando la definición (negativa) del romanticismo. La revisión del término por parte de Walter Benjamin, Edward Honig o Arthur Fletcher, lo mismo el texto de Borges, incitan a una reconsideración de “lo alegórico" en sus posibilidades narrativas en la literatura contemporánea. Nos proponemos examinar esta cuestión tomando como texto paradigmático el Adán Buenosayres de Leopoldo Marechal en un análisis que al mismo tiempo que considera la función y sentido de lo alegórico en el texto de este último, examina los alcances de la categoría ampliando su marco según las nuevas perspectivas mencionadas y las posibilidades que ofrece el texto literario.
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Se presentan resultados preliminares del proyecto de investigación UBACYT (Programación 2010/12) 'Consumo de sustancias psicoactivas y expectativas hacia el alcohol en niños escolarizados entre 8 y 12 años', Director: Marcelo Grigoravicius. El objetivo de este proyecto es indagar el consumo de sustancias psicoactivas en niños y niñas entre 8 y 12 años de edad pertenecientes a una población clínica y una población no-clínica. Además se indagan y analizan las actitudes, valores y creencias que los niños poseen respecto del uso de dichas sustancias. Este proyecto continúa relevamientos anteriores, incluyendo a la vez, una franja etárea menor a las estudiadas tradicionalmente. En el presente trabajo se presentan los resultados preliminares de la primera etapa de relevamiento desarrollada durante 2010 con niños de la población clínica. Metodología: La muestra está; conformada por un total de 22 niños: 14 varones y 8 niñas que asisten a un Servicio de atención clínica de niños, dependiente de la Segunda Cátedra de Psicoanálisis: Escuela Inglesa de la Facultad de Psicología de la Universidad de Buenos Aires, ubicado en un partido del sur del conurbano bonaerense. Ninguno de estos niños cuenta con cobertura social, requisito para recibir asistencia en dicho Servicio. En todos los casos se recibió expresa autorización de sus padres o adultos responsables para la participación en la investigación. Se administró el CORIN: Conductas de Riesgo en Niños (Miguez, 1998) Fuente: CONICET/Programa de Epidemiología Psiquiátrica. Se trata de un instrumento conformado por 47 ítems de respuesta cerrada, que evalúa situaciones de riesgo de uso de sustancias psicoactivas en niños escolarizados. Indaga la existencia del consumo de sustancias psicoactivas (alguna vez en la vida, en el último año, en el último mes) y las actitudes, valores y creencias relacionadas con dicho consumo. Asimismo, indaga las percepciones del niño acerca de su ambiente familiar. También se administró un protocolo de datos sociodemográficos. Se trata de un instrumento con ítems para la recolección y sistematización de datos como sexo, edad, escolaridad, situación laboral, situación familiar, vivienda, antecedentes familiares de consumo de sustancias psicoactivas, relación con pares. Resultados y Conclusiones: Una amplia mayoría de niños, un 90(20 casos), considera que si un chico de su edad toma cerveza puede dañar su salud, y el mismo porcentaje manifiesta que 'si se sirve alcohol en una fiesta, eso puede ocasionar problemas', mientras que sólo el 9(2 casos) considera que en esa situación 'no pasa nada'. No obstante se ha registrado que un 36de la muestra (8 casos), afirma haber tomado alcohol en alguna oportunidad. Este porcentaje está compuesto por un 25de niños de entre 11 y 12 años y un 75comprendido entre los 8 y 10 años de edad. Resulta importante resaltar que todos los niños que afirman haber consumido alcohol alguna vez, son los mismos que opinan que la presencia de alcohol en una fiesta puede provocar problemas. Para concluir, se registra la existencia de consumo de alcohol en edades más tempranas que las estudiadas hasta el momento. Se observa una relación entre el consumo de alcohol y las situaciones del contexto familiar de los niños (padres separados, violencia familiar, pérdidas, problemas de alcohol o drogas en la familia). Asimismo, se observa una contradicción entre las actitudes, valores y creencias manifiestas de los niños y sus conductas efectivas de consumo. Interesa utilizar dichos resultados para la planificación de estrategias de prevención en salud mental en la niñez
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Se presentan resultados preliminares del proyecto de investigación UBACYT (Programación 2010/12) 'Consumo de sustancias psicoactivas y expectativas hacia el alcohol en niños escolarizados entre 8 y 12 años', Director: Marcelo Grigoravicius. El objetivo de este proyecto es indagar el consumo de sustancias psicoactivas en niños y niñas entre 8 y 12 años de edad pertenecientes a una población clínica y una población no-clínica. Además se indagan y analizan las actitudes, valores y creencias que los niños poseen respecto del uso de dichas sustancias. Este proyecto continúa relevamientos anteriores, incluyendo a la vez, una franja etárea menor a las estudiadas tradicionalmente. En el presente trabajo se presentan los resultados preliminares de la primera etapa de relevamiento desarrollada durante 2010 con niños de la población clínica. Metodología: La muestra está; conformada por un total de 22 niños: 14 varones y 8 niñas que asisten a un Servicio de atención clínica de niños, dependiente de la Segunda Cátedra de Psicoanálisis: Escuela Inglesa de la Facultad de Psicología de la Universidad de Buenos Aires, ubicado en un partido del sur del conurbano bonaerense. Ninguno de estos niños cuenta con cobertura social, requisito para recibir asistencia en dicho Servicio. En todos los casos se recibió expresa autorización de sus padres o adultos responsables para la participación en la investigación. Se administró el CORIN: Conductas de Riesgo en Niños (Miguez, 1998) Fuente: CONICET/Programa de Epidemiología Psiquiátrica. Se trata de un instrumento conformado por 47 ítems de respuesta cerrada, que evalúa situaciones de riesgo de uso de sustancias psicoactivas en niños escolarizados. Indaga la existencia del consumo de sustancias psicoactivas (alguna vez en la vida, en el último año, en el último mes) y las actitudes, valores y creencias relacionadas con dicho consumo. Asimismo, indaga las percepciones del niño acerca de su ambiente familiar. También se administró un protocolo de datos sociodemográficos. Se trata de un instrumento con ítems para la recolección y sistematización de datos como sexo, edad, escolaridad, situación laboral, situación familiar, vivienda, antecedentes familiares de consumo de sustancias psicoactivas, relación con pares. Resultados y Conclusiones: Una amplia mayoría de niños, un 90(20 casos), considera que si un chico de su edad toma cerveza puede dañar su salud, y el mismo porcentaje manifiesta que 'si se sirve alcohol en una fiesta, eso puede ocasionar problemas', mientras que sólo el 9(2 casos) considera que en esa situación 'no pasa nada'. No obstante se ha registrado que un 36de la muestra (8 casos), afirma haber tomado alcohol en alguna oportunidad. Este porcentaje está compuesto por un 25de niños de entre 11 y 12 años y un 75comprendido entre los 8 y 10 años de edad. Resulta importante resaltar que todos los niños que afirman haber consumido alcohol alguna vez, son los mismos que opinan que la presencia de alcohol en una fiesta puede provocar problemas. Para concluir, se registra la existencia de consumo de alcohol en edades más tempranas que las estudiadas hasta el momento. Se observa una relación entre el consumo de alcohol y las situaciones del contexto familiar de los niños (padres separados, violencia familiar, pérdidas, problemas de alcohol o drogas en la familia). Asimismo, se observa una contradicción entre las actitudes, valores y creencias manifiestas de los niños y sus conductas efectivas de consumo. Interesa utilizar dichos resultados para la planificación de estrategias de prevención en salud mental en la niñez
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Se presentan resultados preliminares del proyecto de investigación UBACYT (Programación 2010/12) 'Consumo de sustancias psicoactivas y expectativas hacia el alcohol en niños escolarizados entre 8 y 12 años', Director: Marcelo Grigoravicius. El objetivo de este proyecto es indagar el consumo de sustancias psicoactivas en niños y niñas entre 8 y 12 años de edad pertenecientes a una población clínica y una población no-clínica. Además se indagan y analizan las actitudes, valores y creencias que los niños poseen respecto del uso de dichas sustancias. Este proyecto continúa relevamientos anteriores, incluyendo a la vez, una franja etárea menor a las estudiadas tradicionalmente. En el presente trabajo se presentan los resultados preliminares de la primera etapa de relevamiento desarrollada durante 2010 con niños de la población clínica. Metodología: La muestra está; conformada por un total de 22 niños: 14 varones y 8 niñas que asisten a un Servicio de atención clínica de niños, dependiente de la Segunda Cátedra de Psicoanálisis: Escuela Inglesa de la Facultad de Psicología de la Universidad de Buenos Aires, ubicado en un partido del sur del conurbano bonaerense. Ninguno de estos niños cuenta con cobertura social, requisito para recibir asistencia en dicho Servicio. En todos los casos se recibió expresa autorización de sus padres o adultos responsables para la participación en la investigación. Se administró el CORIN: Conductas de Riesgo en Niños (Miguez, 1998) Fuente: CONICET/Programa de Epidemiología Psiquiátrica. Se trata de un instrumento conformado por 47 ítems de respuesta cerrada, que evalúa situaciones de riesgo de uso de sustancias psicoactivas en niños escolarizados. Indaga la existencia del consumo de sustancias psicoactivas (alguna vez en la vida, en el último año, en el último mes) y las actitudes, valores y creencias relacionadas con dicho consumo. Asimismo, indaga las percepciones del niño acerca de su ambiente familiar. También se administró un protocolo de datos sociodemográficos. Se trata de un instrumento con ítems para la recolección y sistematización de datos como sexo, edad, escolaridad, situación laboral, situación familiar, vivienda, antecedentes familiares de consumo de sustancias psicoactivas, relación con pares. Resultados y Conclusiones: Una amplia mayoría de niños, un 90(20 casos), considera que si un chico de su edad toma cerveza puede dañar su salud, y el mismo porcentaje manifiesta que 'si se sirve alcohol en una fiesta, eso puede ocasionar problemas', mientras que sólo el 9(2 casos) considera que en esa situación 'no pasa nada'. No obstante se ha registrado que un 36de la muestra (8 casos), afirma haber tomado alcohol en alguna oportunidad. Este porcentaje está compuesto por un 25de niños de entre 11 y 12 años y un 75comprendido entre los 8 y 10 años de edad. Resulta importante resaltar que todos los niños que afirman haber consumido alcohol alguna vez, son los mismos que opinan que la presencia de alcohol en una fiesta puede provocar problemas. Para concluir, se registra la existencia de consumo de alcohol en edades más tempranas que las estudiadas hasta el momento. Se observa una relación entre el consumo de alcohol y las situaciones del contexto familiar de los niños (padres separados, violencia familiar, pérdidas, problemas de alcohol o drogas en la familia). Asimismo, se observa una contradicción entre las actitudes, valores y creencias manifiestas de los niños y sus conductas efectivas de consumo. Interesa utilizar dichos resultados para la planificación de estrategias de prevención en salud mental en la niñez
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In questo lavoro di tesi viene affrontato il tema del Miglioramento Continuo all'interno di un caso di studio reale. Viene posta come obiettivo la verifica delle potenzialità dei principi del Miglioramento Continuo nel settore di confezionamento e trasformazione di prodotti liquidi alimentari. Il progetto riguarda il reparto di consulenza della multinazionale svedese Tetra Pak, che offre l'implementazione del sistema ad un'azienda cliente sita nel Regno Unito. L'implementazione del progetto si sviluppa da un primo accurato studio della situazione aziendale, a seguito del quale sono state riscontrate necessità di cambiamento in aree specifiche. Successivamente a questa prima fase di studio segue una seconda fase di pianificazione e sviluppo della strategia di miglioramento che ha visto coinvolti il personale Tetra Pak e il personale dell'azienda locale. Il processo di miglioramento viene applicato inizialmente su una cella pilota, selezionata all'interno delle linee produttive dell'azienda cliente, per poi essere espanso a tutto il reparto produttivo qualora il risultato misurato confermi le aspettative.
Resumo:
Research conducted by Abt Associates.
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Mode of access: Internet.