999 resultados para Traduzione Letteratura Delibes
Resumo:
La thse est articule en trois grandes sections, consacres respectivement: (I) la traduction potique en Italie partir des annes 1540 jusqu' la fin du XVIme sicle (II), la rception des Mtamorphoses d'Ovide travers la rflexion thorique et les rcritures en italien (III), la plus clbre des versions italiennes du pome latin, celle de Giovanni Andrea dell'Anguillara (1507-1570 env.), parue Venise en 1561. Le premier chapitre (La traduzione poetica nel Cinquecento) prend en considration plus d'une trentaine de traductions d'auteurs classiques parues en Italie entre 1540 et 1580. L'examen dtaill du pritexte qui accompagne les ditions (prfaces, commentaires, ddicaces) montre l'existence d'un riche dbat autour de la traduction littraire ainsi que la prsence d'un public vaste et diversifi comme destinataire de ces oeuvres. Dans ce contexte, la traduction en langue vulgaire de l'oeuvre d'Ovide, et particulirement des Mtamorphoses, constitue un cas fort intressant. Le deuxime chapitre (Aspetti della ricezione delle Metamorfosi nel Cinquecento) offre un ample aperu sur la rception du pome latin travers ses principales ditions, commentaires et interprtations. En s'appuyant sur les travaux de A. Moss et D. Javitch, ce chapitre (II. 2 Usi e funzioni delle Metamorfosi in ambito teorico e poetico) montre les contradictions existant dans les jugements sur les Mtamorphoses au XVIme sicle, partags entre l'admiration pour la virtuosit du pote latin et l'cho des prjugs moraux et stylistiques hrits de la critique ancienne. La potique du Cinquecento en effet devait faire face deux problmes majeurs poss par le texte d'Ovide: au niveau structurel son caractre polycentrique et digressif, inconciliable avec le modle pique virgilien chri par le sicle; au niveau thmatique la prsence de rcits de phnomnes jugs invraisemblables, comme notamment celui de la mtamorphose. L'analyse des traductions des Mtamorphoses en italien entre 1530 et 1570 prend en considration autant les rcritures partielles (dues aux potes Luigi Alamanni, Bernardo Tasso, Girolamo Parabosco) que les versions intgrales du pome. Parmi ces dernires, une attention particulire a t rserve l'adaptation du vnitien Ludovico Dolce, Le Trasformationi (1553), libre rcriture sur le modle du Roland Furieux. La dernire partie du travail est entirement consacre la clbre version de Giovanni Andrea dell'Anguillara, pote et traducteur dans le cercle du cardinal Alessandro Farnese. Comme le dmontre l'analyse compare du texte italien et de l'original latin, cette belle infidle (qui supplanta la version de Dolce et fut rimprime maintes fois jusqu'au XIX sicle) doit son succs son parfait quilibre entre fidlit la structure du pome et une attitude trs libre dans la narration, qui n'hsite pas actualiser et contaminer le texte ovidien avec des auteurs modernes tels que l'Arioste ou Bandello. L'appendice comprend une bibliographie exhaustive des ditions de la traduction d'Anguillara parues au XVIme sicle.
Resumo:
Nella mia tesi di dottorato mi concentro sul poema di Lucrezia Marinelli, L'Enrico, ovvero Bisanzio acquistato, pubblicato a Venezia nel 1635, indagando le strategie messe in atto dall'autrice per rivisitare il genere epico in un'ottica di riscatto femminile. Rispetto al canone epico e, in particolare, al modello di riferimento - la Gerusalemme liberata del Tasso - le vicende nodali sono, infatti, riscritte da un punto di vista chiaramente femminile. Pur occupandomi principalmente dell'opera di Marinelli, in alcuni casi nel corso del mio lavoro propongo dei confronti con altri poemi epici e cavallereschi prodotti da donne - in particolare I tredici canti del Floridoro di Moderata Fonte (1581) - volti a mostrare come le scrittrici avessero degli intenti comuni, dialogando in maniera critica con i modelli maschili da cui, tuttavia, traggono ispirazione. Nei primi capitoli del mio lavoro prendo in esame alcuni personaggi tradizionali dell'epica (le guerriere, la maga, ...) presenti ne L'Enrico e ne ripercorro gli episodi topici (le sortite notturne, l'eroe sull'isola, ...) dimostrando come, pur inserendosi coerentemente nel genere epico, siano caratterizzati in modo sostanzialmente diverso rispetto alla precedente tradizione maschile. Il primo capitolo si concentra sulle figure di guerriere, le quali presentano - rispetto ai precedenti modelli - differenze notevoli: non si lasciano coinvolgere in vicende amorose e non finiscono per essere sottomesse o uccise da un uomo, mantenendo cos coerentemente intatti i valori di forza e indipendenza. Neppure la maga sull'isola - presa in esame nel capitolo dedicato alle Altre figure di donne idealizzate - coinvolta in vicende sentimentali o caratterizzata sensualmente. L'autrice la rappresenta, non alla stregua di una tentatrice al servizio delle forze del male, ma come una donna colta, casta e disposta ad aiutare il cavaliere naufragato sulla sua isola. Nello stesso capitolo sono indagate anche altre figure femminili idealizzate, per taluni aspetti meno innovative, ma ugualmente interessanti: la Vergine, la personificazione di Venezia e la Musa. Queste rappresentazioni dal carattere iconico, presentano, infatti, diverse caratteristiche in comune con i personaggi pi attivi del poema, le guerriere e la maga. Il capitolo Delle pene e delle tragedie amorose dedicato all'amore e ai suoi esiti tragici. Le figure di donna coinvolte sono le madri, le mogli e Idillia, in cui riconoscibile il personaggio topico della "damigella in difficolt". Queste protagoniste, destinate a soffrire perch abbandonate dall'uomo che amano - il quale sente pi forte il richiamo della guerra rispetto a quello dell'amore - servono da exempla, dimostrando che attaccamento affettivo e dipendenza conducono inesorabilmente all'infelicit. Rispetto al canone epico Marinelli riscatta alcune figure femminili, permettendo alle sue guerriere di prendersi la rivincita, vendicando la morte di eroine quali Camilla e Clorinda. Conseguentemente, alcuni guerrieri sono destinati a morire per mano di una donna. Nel quarto capitolo, mi concentro proprio su La sconfitta degli eroi, mettendo in luce come l'autrice proponga una sua personale regola del contrappasso, volta a cambiare (e addirittura invertire) le sorti dei personaggi che animano il suo poema. Questi aspetti risultano essere ancora pi significativi se confrontati con l'opera - data alle stampe per la prima volta nel 1600 - intitolata Nobilt et eccellenza delle donne. In questo trattato Marinelli sosteneva la superiorit del genere femminile su quello maschile. Alcune delle posizioni assunte nello scritto giovanile sono confermate dai personaggi e dalle vicende che animano l'Enrico. Confronti puntuali fra trattato e poema epico sono effettuati nell'ultimo capitolo del mio lavoro, sottolineando come fra le due opere vi siano delle affinit volte a confermare l'eccellenza delle donne.
Resumo:
This article proposes a synthetic examination of the modifications that can be found in the official City of Barcelona publications regarding urban transformations in the city in the last 20 years. The main objective is to understand the relationship between urban planning projects and the books published by the citys various administrations, as well as correspondent urban and social policies. An attempt is made to analyse what has been the programmatic development in light of similar parameters of comparison based on a hypothesis in which the publications, like the projects, have a double role of synthesis with respect to the past and the construction of a collective imaginary on the city regarding the future
Resumo:
Traducci de l'original en castell: Ernest Abadal Acceso abierto a la ciencia Editorial UOC 2012[http://hdl.handle.net/2445/24542]
Resumo:
La tesi propone l'edizione critica dele traduzioni del Bellum Catilinae e del Bellum Iugurthinum di Sallustio eseguite dall'umanista ferrarese Ludovico Carbone intorno agli anni '70 del Quattrocento. I testi sono accompagnati dagli apparati delle varianti e delle correzioni d'autore; dal testo latino dell'edizione Ernout, con la segnalazione in corsivo delle parti in cui pare evidente che l'umanista aveva di fronte un testo latino diverso; e da note di commento in cui si riportano eventualmente lezioni della tradizione dell'opera sallustiana che potrebbero essere all'origine della traduzione. Nell'introduzione viene delineato il ruolo svolto da Ludovico Carbone nella Ferrara del secondo Quattrocento, tra corte, universit e vita cittadina; particolare attenzione data alle osservazioni sulla lingua italiana dell'umanista e alla sua frequentazione della letteratura in volgare. L'esame della tradizione e della diffusione dell'opera di Sallustio ha lo scopo di comprendere il significato della scelta operata dal traduttore e di cercar di capire che tipo di modello poteva trovarsi di fronte. I due volgarizzamenti sono inseriti nel contesto storico e culturale di Ferrara, che vide in questi anni un'intensa attivit di traduzione - spesso su diretta richiesta del principe -, tra i cui autori si distinsero Matteo Maria Boiardo e Niccol Leoniceno. Inoltre, per una comprensione pi completa dell'operazione del Carbone, viene ricostruita la figura del dedicatario delle due traduzioni, Alberto d'Este, e la sua importanza all'interno della storia di Ferrara sia dal punto di vista politico che cultuale; operazione che permette di aggiungere elementi utili a una datazione pi precisa delle opere qui pubblicate. Una parte centrale del lavoro riguarda l'analisi delle modalit di traduzione che mostra come l'operazione del Carbone, pur mantenendosi molto rispettosa del testo di partenza, abbia ambizioni letterarie. Lo sforzo del traduttore incentrato in particolar modo sulla resa dei vocaboli e sul ritmo del periodare. E' interessante notare come l'umanista, la cui prosa latina ha un periodare ampio e ricco di subordinate su modello ciceroniano, in volgare mantenga queste caratteristiche stilistiche solo nelle lettere dedicatorie, mentre nella traduzione il suo stile si uniforma in gran parte al modello di Sallustio. La Nota al testo d conto dei rapporti tra i manoscritti e dei criteri di edizione delle due opere. Nella Nota linguistica si trova un'analisi sistematica e approfondita della lingua del manoscritto autografo del Catilinario, mentre per gli altri manoscritti sono segnalati gli usi linguistici solo in funzione di una loro collocazione geografica. Un esame contrastivo delle abitudini linguistiche dei copisti rispetto a quelle del Carbone alla base della scelta del manoscritto da utilizzare per l'edizione del Giugurtino, per il quale non si dispone di un autografo. Un capitolo dedicato all'analisi delle varianti evolutive del manoscritto londinese contenente il Catilinario. Lo studio del lessico utilizzato nelle traduzioni ha portato alla costituzione del Glossario, che - attraverso un confronto con numerosi vocabolari e testi di area ferrarese o limitrofa - registra e illustra le pi significative forme dialettali, i tecnicismi e i latinismi particolarmente crudi, rari o il cui significato si discosta da quello assunto pi frequentemente in volgare. Si segnalano alcuni termini le cui prime attestazioni compaiono nella lingua volgare proprio in questo periodo.