888 resultados para Processes of maxima
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The inhibitory effects of nitrite (NO2-)/free nitrous acid (HNO2-FNA) on the metabolism of Nitrobacter were investigated using a method allowing the decoupling of the growth and energy generation processes. A lab-scale sequencing batch reactor was operated for the enrichment of a Nitrobacter culture. Fluorescent in situ hybridization (FISH) analysis showed that 73% of the bacterial population was Nitrobacter. Batch tests were carried out to assess the oxygen and nitrite consumption rates of the enriched culture at low and high nitrite levels, in the presence or absence of inorganic carbon. It was observed that in the absence of CO2, the Nitrobacter culture was able to oxidize nitrite at a rate that is 76% of that in the presence of CO2, with an oxygen consumption rate that is 85% of that measured in the presence of CO2. This enabled the impacts of nitrite/FNA on the catabolic and anabolic processes of Nitrobacter to be assessed separately. FNA rather than nitrite was likely the actual inhibitor to the Nitrobacter metabolism. It was revealed that FNA of up to 0.05 mg HNO2-N center dot L-1 (3.4 mu M), which was the highest FNA concentration used in this study, did not have any inhibitory effect on the catabolic processes of Nitrobacter. However, FNA initiated its inhibition to the anabolic processes of Nitrobacter at approximately 0.011 mg HNO2-N center dot L-1 (0.8 mu M), and completely stopped biomass synthesis at a concentration of approximately 0.023 mg HNO2-N center dot L-1 (1.6 mu M). The inhibitory effect could be described by an empirical inhibitory model proposed in this paper, but the underlying mechanisms remain to be revealed.
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Il presente lavoro ha lo scopo di comprendere i processi sottesi ai pattern di coesistenza tra le specie di invertebrati sorgentizi, distinguendo tra dinamiche stocastiche e deterministiche. Le sorgenti sono ecosistemi complessi e alcune loro caratteristiche (ad esempio l’insularità, la stabilità termica, la struttura ecotonale “a mosaico”, la frequente presenza di specie rare ed endemiche, o l’elevata diversità in taxa) le rendono laboratori naturali utili allo studio dei processi ecologici, tra cui i processi di assembly. Al fine di studiare queste dinamiche è necessario un approccio multi-scala, per questo motivi sono state prese in considerazione tre scale spaziali. A scala locale è stato compiuto un campionamento stagionale su sette sorgenti (quattro temporanee e tre permanenti) del Monte Prinzera, un affioramento ofiolitico vicino alla città di Parma. In questa area sono stati valutati l’efficacia e l’impatto ambientale di diversi metodi di campionamento e sono stati analizzati i drivers ecologici che influenzano le comunità. A scala più ampia sono state campionate per due volte 15 sorgenti della regione Emilia Romagna, al fine di identificare il ruolo della dispersione e la possibile presenza di un effetto di niche-filtering. A scala continentale sono state raccolte informazioni di letteratura riguardanti sorgenti dell’area Paleartica occidentale, e sono stati studiati i pattern biogeografici e l’influenza dei fattori climatici sulle comunità. Sono stati presi in considerazione differenti taxa di invertebrati (macroinvertebrati, ostracodi, acari acquatici e copepodi), scegliendo tra quelli che si prestavano meglio allo studio dei diversi processi in base alle loro caratteristiche biologiche e all’approfondimento tassonomico raggiungibile. I campionamenti biologici in sorgente sono caratterizzati da diversi problemi metodologici e possono causare impatti sugli ambienti. In questo lavoro sono stati paragonati due diversi metodi: l’utilizzo del retino con un approccio multi-habitat proporzionale e l’uso combinato di trappole e lavaggio di campioni di vegetazione. Il retino fornisce dati più accurati e completi, ma anche significativi disturbi sulle componenti biotiche e abiotiche delle sorgenti. Questo metodo è quindi raccomandato solo se il campionamento ha come scopo un’approfondita analisi della biodiversità. D’altra parte l’uso delle trappole e il lavaggio della vegetazione sono metodi affidabili che presentano minori impatti sull’ecosistema, quindi sono adatti a studi ecologici finalizzati all’analisi della struttura delle comunità. Questo lavoro ha confermato che i processi niche-based sono determinanti nello strutturare le comunità di ambienti sorgentizi, e che i driver ambientali spiegano una rilevante percentuale della variabilità delle comunità. Infatti le comunità di invertebrati del Monte Prinzera sono influenzate da fattori legati al chimismo delle acque, alla composizione e all’eterogeneità dell’habitat, all’idroperiodo e alle fluttuazioni della portata. Le sorgenti permanenti mostrano variazioni stagionali per quanto riguarda le concentrazioni dei principali ioni, mentre la conduttività, il pH e la temperatura dell’acqua sono più stabili. È probabile che sia la stabilità termica di questi ambienti a spiegare l’assenza di variazioni stagionali nella struttura delle comunità di macroinvertebrati. L’azione di niche-filtering delle sorgenti è stata analizzata tramite lo studio della diversità funzionale delle comunità di ostracodi dell’Emilia-Romagna. Le sorgenti ospitano più del 50% del pool di specie regionale, e numerose specie sono state rinvenute esclusivamente in questi habitat. Questo è il primo studio che analizza la diversità funzionale degli ostracodi, è stato quindi necessario stilare una lista di tratti funzionali. Analizzando il pool di specie regionale, la diversità funzionale nelle sorgenti non è significativamente diversa da quella misurata in comunità assemblate in maniera casuale. Le sorgenti non limitano quindi la diversità funzionale tra specie coesistenti, ma si può concludere che, data la soddisfazione delle esigenze ecologiche delle diverse specie, i processi di assembly in sorgente potrebbero essere influenzati da fattori stocastici come la dispersione, la speciazione e le estinzioni locali. In aggiunta, tutte le comunità studiate presentano pattern spaziali riconoscibili, rivelando una limitazione della dispersione tra le sorgenti, almeno per alcuni taxa. Il caratteristico isolamento delle sorgenti potrebbe essere la causa di questa limitazione, influenzando maggiormente i taxa a dispersione passiva rispetto a quelli a dispersione attiva. In ogni caso nelle comunità emiliano-romagnole i fattori spaziali spiegano solo una ridotta percentuale della variabilità biologica totale, mentre tutte le comunità risultano influenzate maggiormente dalle variabili ambientali. Il controllo ambientale è quindi prevalente rispetto a quello attuato dai fattori spaziali. Questo risultato dimostra che, nonostante le dinamiche stocastiche siano importanti in tutte le comunità studiate, a questa scala spaziale i fattori deterministici ricoprono un ruolo prevalente. I processi stocastici diventano più influenti invece nei climi aridi, dove il disturbo collegato ai frequenti eventi di disseccamento delle sorgenti provoca una dinamica source-sink tra le diverse comunità. Si è infatti notato che la variabilità spiegata dai fattori ambientali diminuisce all’aumentare dell’aridità del clima. Disturbi frequenti potrebbero provocare estinzioni locali seguite da ricolonizzazioni di specie provenienti dai siti vicini, riducendo la corrispondenza tra gli organismi e le loro richieste ambientali e quindi diminuendo la quantità di variabilità spiegata dai fattori ambientali. Si può quindi concludere che processi deterministici e stocastici non si escludono mutualmente, ma contribuiscono contemporaneamente a strutturare le comunità di invertebrati sorgentizi. Infine, a scala continentale, le comunità di ostracodi sorgentizi mostrano chiari pattern biogeografici e sono organizzate lungo gradienti ambientali principalmente collegati altitudine, latitudine, temperatura dell’acqua e conducibilità. Anche la tipologia di sorgente (elocrena, reocrena o limnocrena) è influente sulla composizione delle comunità. La presenza di specie rare ed endemiche inoltre caratterizza specifiche regioni geografiche.
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This paper develops a structured method from the perspective of value to organise and optimise the business processes of a product servitised supply chain (PSSC). This method integrates the modelling tool of e3value with the associated value measurement, evaluation and analysis techniques. It enables visualisation, modelling and optimisation of the business processes of a PSSC. At the same time, the value co-creation and potential contribution to an organisation’s profitability can also be enhanced. The findings not only facilitate organisations that are attempting to adopt servitisation by helping avert any paradox, but also help a servitised organisation to identify the key business processes and clarify their influences to supply chain operations.
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Adopting a grounded theory methodology, the study describes how an event and pressure impact upon a process of deinstitutionalization and institutional change. Three case studies were theoretically sampled in relation to each other. They yielded mainly qualitative data from methods that included interviews, observations, participant observations, and document reviews. Each case consisted of a boundaried cluster of small enterprises that were not industry specific and were geographically dispersed. Overall findings describe how an event, i.e. a stimulus, causes disruption, which in turn may cause pressure. Pressure is then translated as a tension within the institutional environment, which is characterized by opposing forces that encourage institutional breakdown and institutional maintenance. Several contributions are made: Deinstitutionalization as a process is inextricable from the formation of institutions – both are needed to make sense of institutional change on a conceptual level but are also inseparable experientially in the field; stimuli are conceptually different to pressures; the historical basis of a stimulus may impact on whether pressure and institutional change occurs; pressure exists in a more dynamic capacity rather than only as a catalyst; institutional breakdown is a non-linear irregular process; ethical and survival pressures as new types were identified; institutional current, as an underpinning mechanism, influences how the tension between institutional breakdown and maintenance plays out.
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Aggregation and caking of particles are common severe problems in many operations and processing of granular materials, where granulated sugar is an important example. Prevention of aggregation and caking of granular materials requires a good understanding of moisture migration and caking mechanisms. In this paper, the modeling of solid bridge formation between particles is introduced, based on moisture migration of atmospheric moisture into containers packed with granular materials through vapor evaporation and condensation. A model for the caking process is then developed, based on the growth of liquid bridges (during condensation), and their hardening and subsequent creation of solid bridges (during evaporation). The predicted caking strengths agree well with some available experimental data on granulated sugar under storage conditions.
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One of main problems of corporate information systems is the precise evaluation of speed of transactions and the speed of making reports. The core of the problem is based on the DBMS that is used. Most DBMS which are oriented for high performance and reliability of transactions do not give fast access to analytical and summarized data and vice versa. It is quite difficult to estimate which class of database to use. The author of the article gives a concise observation of the problem and a possible way to be solved.