162 resultados para Pluralité
Resumo:
L’osteoartrosi è la malattia delle articolazioni più comune al mondo ed è spesso causa di condizioni fortemente disabilitanti. Date le limitazioni dei trattamenti attualmente proposti per la gestione dei pazienti osteoartrosici è di grande interesse la ricerca di soluzioni alternative. A tal fine Fin-Ceramica S.p.A. desidera progettare un innovativo sostituto osteocondrale in collagene attivato con un’emergente classe di macromolecole polimeriche: i dendrimeri. Questi polimeri offrono un’unica opportunità di mostrare all’interfaccia con il tessuto naturale una pluralità di gruppi funzionali favorendo, con un’adeguata ingegnerizzazione, le interazioni biologiche e sostenendo la vitalità e l’attività cellulare. In questo lavoro di tesi, con in mente una futura convalida di processo necessaria a garantire la sicurezza e l’affidabilità del prodotto, sono stati sviluppati nuovi metodi per verificare ed ottimizzare la reazione di sintesi del dendrimero, per caratterizzare il materiale ottenuto e per creare legami covalenti fra collagene e dendrimero attivando potenzialmente il sostituto osteocondrale. Il primo obiettivo è stato conseguito sfruttando la presenza o l’assenza di gruppi amminici disponibili ai terminali del dendrimero in crescita e la formazione di un prodotto di scarto cromoforo durante la sintesi. In relazione a questi elementi sono stati individuati metodi semplici ed efficaci, quali la spettrofotometria ultravioletta ed i saggi colorimetrici con TNBS e ninidrina, per monitorare ogni step di reazione portandolo a compimento e ricavare i tempi necessari a tale scopo. Il dendrimero ottenuto è stato quindi caratterizzato tramite spettrometria infrarossa in trasformata di Fourier. Nota la composizione teorica della nostra macromolecola quest’analisi ha consentito l’identificazione del materiale prodotto ed ha inoltre permesso di dimostrare la ripetibilità dello specifico processo di sintesi dendrimerica. Infine per individuare una possibile procedura di funzionalizzazione del collagene con il dendrimero sono stati sperimentati due differenti metodi relativi a due diversi agenti crosslinkanti. Per rilevare un’eventuale modifica delle proprietà superficiali dei campioni realizzati, conseguente alla presenza dei dendrimeri, ne è stata valutata la bagnabilità attraverso la misura dell’angolo di contatto. La determinazione per uno dei due metodi di un significativo aumento di idrofilicità rispetto al campione di controllo ha verificato la fattibilità della reazione di funzionalizzazione del collagene con il dendrimero sintetizzato in questa ricerca identificando un possibile reagente ed una relativa procedura. I risultati ottenuti da queste ricerche costituiscono informazioni necessarie all’attività di convalida del processo di sintesi del dendrimero ed alla realizzazione del sostituto osteocondrale attivato progettato da Fin-Ceramica.
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Il lavoro a partire dalla traduzione del romanzo autobiografico Je ne parle pas la langue de mon père dell’autrice francese di origine algerina Leïla Sebbar, si propone di riflettere sul rapporto tra esilio e meticciato culturale e sulla relazione che questi intrattengono con la traduzione. Il primo capitolo vuole fornire un’introduzione al tema della migrazione nella letteratura postcoloniale in quanto luogo privilegiato per la costruzione di paradigmi identitari, con particolare riferimento alle letterature francofone, al caso maghrebino e algerino. In questo ambito un’attenzione speciale è dedicata alle scritture femminili e a come la prospettiva di genere arricchisca il panorama letterario migrante di inedita sensibilità e complessità. La seconda sezione si focalizza sull’opera di Leïla Sebbar e sulla peculiare posizione che l’autrice occupa nel contesto francofono contemporaneo per terminare con un’analisi puntuale della pluralità delle istanze di Je ne parle pas la langue de mon père in quanto significanti delle tematiche dell’esilio e del meticciato. In particolare viene presa in considerazione la natura ibrida del genere testuale e l’apporto lessicale e sintattico della lingua arabo-berbera come elemento stilistico e identitario. Il terzo capitolo presenta una personale proposta di traduzione italiana del testo, nella prospettiva di una pubblicazione all’interno di un reale scenario editoriale. Basandomi sulle problematiche incontrate in sede traduttiva, ho cercato di definire il ruolo del traduttore e di valutare l’adeguatezza degli strumenti di cui dispone, tanto all’interno del testo quanto nell’apparato paratestuale, al momento di veicolare lingue terze e mondi altri. Una parentesi è dedicata all’esame dei limiti legati alla ricezione di un testo di questo tipo nel mondo editoriale italiano. Infine, la personale esperienza traduttiva viene raffrontata con alcuni contributi all’interno del dibattito contemporaneo sulla traduzione della letteratura postcoloniale.
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"We are not jealous of gods, we do not serve them, we do not fear them, but at the risk of our lives, we attest for their multiple existence, and are stirred to be of their chancy keeping when they are no more remembered of". What could mean such a sentence written by René Char? Is it still possible to think and to experiment, here and now, after centuries of monotheism, something like a plurality of gods? What is it to be a pagan? Rereading Homer, and then Plato, Nietzsche and Lyotard, we could risk the following de´Çü nition: pagan is someone able to suppose, between performance and cosmos, that the one coming up to him is, may be, some god.
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"We are not jealous of gods, we do not serve them, we do not fear them, but at the risk of our lives, we attest for their multiple existence, and are stirred to be of their chancy keeping when they are no more remembered of". What could mean such a sentence written by René Char? Is it still possible to think and to experiment, here and now, after centuries of monotheism, something like a plurality of gods? What is it to be a pagan? Rereading Homer, and then Plato, Nietzsche and Lyotard, we could risk the following de´Çü nition: pagan is someone able to suppose, between performance and cosmos, that the one coming up to him is, may be, some god.
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"We are not jealous of gods, we do not serve them, we do not fear them, but at the risk of our lives, we attest for their multiple existence, and are stirred to be of their chancy keeping when they are no more remembered of". What could mean such a sentence written by René Char? Is it still possible to think and to experiment, here and now, after centuries of monotheism, something like a plurality of gods? What is it to be a pagan? Rereading Homer, and then Plato, Nietzsche and Lyotard, we could risk the following de´Çü nition: pagan is someone able to suppose, between performance and cosmos, that the one coming up to him is, may be, some god.
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Les réseaux d'entreprises formatrices constituent un modèle du système de formation professionnelle en alternance Suisse. Petites et moyennes entreprises peuvent ainsi mutualiser la formation des apprentis. Quelles raisons poussent les entreprises à participer à ce nouveau type d’organisation ? Quels conflits et tensions naissent au sein de ces réseaux ? Les analyses s’appuient sur quatre cas de réseaux et sur la théorie de l'économie des conventions. Ces réseaux naissent d’une pluralité de motifs de participation, source d’insatisfaction dans les entreprises et de conflits dans les réseaux tout au long du parcours de formation.
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A presente tese apresenta uma proposta de mudança lógico-epistemológica na abordagem do tema da realização dos direitos humanos universais: de uma lógica binária de conformidade jurídica para uma lógica de graus de compatibilidade jurídica. Realiza, ainda, uma exposição sobre a obra de Mireille Delmas-Marty, com foco na doutrina do pluralismo ordenado, cuja noção enfrenta o desafio lógico que é conciliar a universalidade dos direitos humanos com a diversidade cultural. A tese apresenta o pluralismo ordenado estruturado sobre o seguinte tripé: admitir, pensar e resguardar o múltiplo. Admitir o múltiplo é assumir que os limites do conjunto dos direitos humanos é difuso, impreciso, permeável. Pensar o múltiplo é rever as noções de tempo, espaço e hierarquia para os direitos humanos. Resguardar o múltiplo é forjar mecanismos que conciliem controle e flexibilidade, como a margem nacional de apreciação elaborada pela Corte Europeia de Direitos Humanos. A partir disso, a tese explora essa noção como uma espécie de margem de incerteza que exige transparência e zelo para a manutenção da ordem em um contexto plural. Ademais, aponta os critérios comumente utilizados para a verificação da extensão da margem: destacadamente parâmetros relacionados à natureza do direito em questão, à construção de uma jurisprudência internacional e à identificação de uma harmonia entre as legislações nacionais. Este tripé conduz a um projeto de harmonização jurídica em escala global, norteada pelos direitos humanos, afastando, em regra, a pretensão de unificação normativa, sendo que o limite dessa harmonização encontra-se nos crimes contra a humanidade, em razão da violação da diversidade dos seres humanos. A presente tese demonstra que essa necessidade de mudança lógica está em sintonia com as transformações ocorridas nas últimas décadas na ciência e na filosofia da lógica. Apresenta a lógica difusa como ícone do rompimento com o princípio binário da lógica clássica e como fundamento para a mudança da perspectiva de conformidade para graus de compatibilidade. Defende, por fim, um pluralismo lógico, em que teorias clássica e não clássica devem ser consideradas como ferramentas a serem aplicadas a diferentes desafios.
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Le projet de recherche-création proposé survole la québécité à travers un pan majeur de l’étude des Amériques : le territoire. L’adoption du territoire québécois, de son espace, et de sa densité – effectué à la fois sous un axe méridional (le Saint-Laurent) et septentrional (le Nord) –, s’effectue dans mon corpus acousmatique à travers l’utilisation de concepts théoriques établis par plusieurs figures québécoises et internationales. La description des sources d'inspiration du cycle d’œuvres acousmatique proposé, étant principalement issues de sphères extramusicales — la démarche de divers artistes et chercheurs québécois ayant contribué à l’émergence poétique de mon corpus tels que Pierre Perrault, René Derouin, Daniel Chartier, et Louis-Edmond Hamelin — y tient une place importante. La portion musicale est effectuée de façon analytique à l’aide de deux méthodes propres au genre électroacoustique – analyse typologique de Pierre Schaeffer, et fonctionnelle de Stéphane Roy –, qui, à travers l’œuvre de certains compositeurs de musiques électroniques internationaux permettent de souligner la pluralité des conceptions territoriales et le réseau sémantique universel sous-jacent, laissant place à une lecture plus large de cette thématique. La méthodologie proposée permet donc à la fois de cerner l’universel – modèles naturels, références psychoacoustiques –, le local – utilisation de poèmes québécois, référents animaux ou anecdotiques précis tels que des cris d’oiseaux et des prises sonores du Saint-Laurent –, et la relation dichotomique entre la nature et la culture dans mon corpus, afin qu’émerge un discours musical cohérent basé sur le territoire québécois.
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Tít. tomado de la anteport.
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Cet article explicite les différentes structures syntaxiques périphrastiques construites sur aller et sur venir. A partir de celles-ci sera exposée – de façon contrastive– la pluralité des effets de sens repérables en discours, plus précisément ceux déjà suffisamment stabilisés pour accéder à leur conscientisation, à leur (éventuelle) mention dans les grammaires, et à leur description par les linguistes. Lorsque c’est possible, les tours périphrastiques seront suivis d’une équivalence par un autre temps verbal, qui permet, parfois mais pas toujours, de bien distinguer lesdits effets de sens. Dans un second temps, on proposera pour chacune des deux formes une explicitation de sa valeur en langue, qui soit à même de rendre compte du pluriel des effets de sens produits en discours. Chacun des tours répertoriés mérite évidemment un développement bien plus conséquent que ce que nous lui accordons dans les cadres de cet article. On ne traitera pas ici notamment des restrictions sur l’aspect et les temps verbaux, l’agentivité du sujet, le type de procès qui suit l’auxiliaire, la négation. L’analyse sera conduite sur le français, avec quelques aperçus sur les autres langues romanes.
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L'obiettivo di questa tesi è quello di sviluppare una analisi dell'idea dell'immortalità dell'anima dalle Enneadi di Plotino attraverso la comprensione del discorso dell'anima come eterno, e unità-pluralità ricerca di semplicità con la Uno sulla temporalità del corpo multiple. Per fare ciò, abbiamo iniziato cercando di analizzare brevemente le plotinianas ipostasi (l'Uno, lo spirito e l'anima) per stabilire meglio le basi del pensiero di Plotino quando si discute l'idea dell'anima e la sua immortalità. Cerchiamo di esaminare il pensiero epistéme di Plotino e la sua dialettica, al fine di sviluppare una comprensione del rapporto tra materia e forma sensibile e intelligibile. In questo modo, si sviluppa nelle Enneadi di Plotino il ruolo fondamentale del Logos e il Logoi nella formazione dell'anima. Analizziamo anche la processione (Proódos) e ritorno (Epistrophé) le implicazioni degli aspetti dell'eternità sulla purificazione dell'anima nella temporalità del corpo. Cerchiamo in ultima analisi, l'idea dell'immortalità dell'anima dalla conoscenza stessa immortalità sulla semplicità di Colui, cioè, l'ultima volta che la ricerca della conoscenza di sé dalla dimenticanza di sé per è solo con l'Uno: il "Elimina ogni cosa" (Aphele pánta).
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Il termine pervasive computing incarna l’idea di andare oltre il paradigma dei personal computers: è l’idea che qualsiasi device possa essere tecnologizzato ed interconnesso con un network distribuito, costituendo un nuovo modello di interazione uomo-macchina. All’interno di questo paradigma gioca un ruolo fondamentale il concetto di context-awareness, che fa riferimento all’idea che i computer possano raccogliere dati dall’ambiente circostante e reagire in maniera intelligente e proattiva basandosi su di essi. Un sistema siffatto necessita da un lato di una infrastruttura per la raccolta dei dati dall’ambiente, dall'altro di un supporto per la componente intelligente e reattiva. In tale scenario, questa tesi ha l'obiettivo di progettare e realizzare una libreria per l'interfacciamento di un sistema distribuito di sensori Java-based con l’interprete tuProlog, un sistema Prolog leggero e configurabile, scritto anch'esso in Java ma disponibile per una pluralità di piattaforme, in modo da porre le basi per la costruzione di sistemi context-aware in questo ambiente.
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Le projet de recherche-création proposé survole la québécité à travers un pan majeur de l’étude des Amériques : le territoire. L’adoption du territoire québécois, de son espace, et de sa densité – effectué à la fois sous un axe méridional (le Saint-Laurent) et septentrional (le Nord) –, s’effectue dans mon corpus acousmatique à travers l’utilisation de concepts théoriques établis par plusieurs figures québécoises et internationales. La description des sources d'inspiration du cycle d’œuvres acousmatique proposé, étant principalement issues de sphères extramusicales — la démarche de divers artistes et chercheurs québécois ayant contribué à l’émergence poétique de mon corpus tels que Pierre Perrault, René Derouin, Daniel Chartier, et Louis-Edmond Hamelin — y tient une place importante. La portion musicale est effectuée de façon analytique à l’aide de deux méthodes propres au genre électroacoustique – analyse typologique de Pierre Schaeffer, et fonctionnelle de Stéphane Roy –, qui, à travers l’œuvre de certains compositeurs de musiques électroniques internationaux permettent de souligner la pluralité des conceptions territoriales et le réseau sémantique universel sous-jacent, laissant place à une lecture plus large de cette thématique. La méthodologie proposée permet donc à la fois de cerner l’universel – modèles naturels, références psychoacoustiques –, le local – utilisation de poèmes québécois, référents animaux ou anecdotiques précis tels que des cris d’oiseaux et des prises sonores du Saint-Laurent –, et la relation dichotomique entre la nature et la culture dans mon corpus, afin qu’émerge un discours musical cohérent basé sur le territoire québécois.
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Mémoire numérisé par la Direction des bibliothèques de l'Université de Montréal.