979 resultados para Audience development,Cultura,Città,Rigenerazione urbana,Eventi culturali,Frida nel Parco


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Lo scritto ha l’obiettivo di definire dinamiche e cronologie di quel complesso processo espansionistico che portò Roma alla conquista dei territori dell’Ager Gallicus, partendo dall’analisi dettagliata della cultura materiale e dei rispettivi contesti di provenienza emersi dalle recenti indagini archeologiche realizzate dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università degli Studi di Bologna nella città di Senigallia. In armonia con quanto testimoniato dalle sequenze stratigrafiche documentate, si delineano quattro principali fasi di vita dell’abitato: la prima preromana, la seconda riferibile alla prima fase di romanizzazione del sito, la terza inerente allo sviluppo dell’insediamento con la fondazione della colonia romana e l’ultima riferibile all’età repubblicana. Emerge con chiarezza la presenza già dalla fine del IV-inizio III a.C., di un insediamento romano nel territorio della città, sviluppatosi con la fondazione di un’area sacra e la predisposizione di un’area produttiva. La scelta del sito di Sena Gallica fu strategica: un territorio idoneo allo sfruttamento agricolo e utile come testa di ponte per la conquista dei territori del Nord Italia. Inoltre, questo centro aveva già intrecciato rapporti commerciali con gli insediamenti costieri adriatici e mediterranei. La presenza di ceramica di produzione locale, il rinvenimento di elementi distanziatori e le caratteristiche geomorfologiche del sito, fanno ipotizzare la presenza in loco di un’officina ceramica. Ciò risulta di grande importanza dato che tutte le attestazioni ceramiche prodotte localmente e rinvenute nel territorio, fino ad oggi sono attribuite alle officine di Aesis e Ariminum. Dunque Sena Gallica sarebbe stata un centro commerciale e produttivo. La precoce presenza di ceramica a Vernice Nera di tipo romano-laziale prodotte localmente prima dell’istituzione ufficiale della colonia, che permette di ipotizzare uno stanziamento di piccoli gruppi di Romani in territori appena conquistati ma non ancora colonizzati, attestata a Sena Gallica, trova riscontro anche in altri centri adriatici come Ariminum, Aesis, Pisaurum, Suasa e Cattolica.

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La tesi rappresenta un intervento architettonico e urbano sull’area destinata al “Central Park”, che si inserisce nel contesto del Masterplan di Jesolo di Kenzo Tange del 1997. Un’analisi delle dinamiche storiche, dello sviluppo della città balneare, dei punti di forza e delle criticità territoriali, ha portato alla definizione dell’area di progetto e delle intenzioni progettuali, sia a scala urbana, sia a scala architettonica. Il progetto si basa sulla creazione di un grande parco centrale che funga da luogo di svago e relax, ma anche da sito privilegiato per lo studio della natura del territorio. All’interno di un sistema di fasce, che scandisce l’intero intervento, è stato progettato un giardino botanico che lega tra loro i quattro edifici destinati allo studio e alla cultura: il museo di storia naturale, la biblioteca, la sala conferenze e i laboratori didattici per bambini. Le architetture sono disposte secondo un sistema lineare che crea una sequenza di spazi chiusi e aperti. La progettazione degli edifici si articola su uno punto di partenza comune, identificato nell’isolato quadrato e nel tipo a corte. Seguendo un principio di trasformazione sperimentato da Oswald Mathias Ungers, ogni architettura ha successivamente raggiunto il proprio sviluppo e le proprie caratteristiche spaziali e volumetriche.

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Ipotesi progettuale dell'area industriale ed agricola periurbana mirandolese.

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Sostituzione di tessuto urbano nella città di Mirandola. Tentativo di ridefinizione dell'identità del viale di collegamento fra centro storico e stazione attraverso lo studio della teoria della città per parti.

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Progetto edificio residenziale

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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con un’analisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato l’evoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema più grande dove non è possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si è deciso di valorizzare con una strategia diversa con criteri ben precisi. Così viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi più aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la varietà di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della città romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi più leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi più strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto più leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti l’impiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, è stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine più intatte possibile, mentre l’intervento di musealizzazione più importante è destinato alla domus, che contiene i resti più rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.

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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con un’analisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato l’evoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema più grande dove non è possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si è deciso di valorizzare gli elementi presenti con criteri ben precisi. Così viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi più aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la varietà di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della città romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi più leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi più strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto più leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti l’impiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, è stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine più intatte possibile, mentre l’intervento di musealizzazione più importante è destinato alla domus, che contiene i resti più rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.

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El presente trabajo tiene por objetivo explorar las formas de la educación física en Rosario durante la entreguerras. Especialmente nos interesa reconstruir la trayectoria de un maestro de esgrima que estuvo en el centro del desarrollo de estas actividades a lo largo de este período, experimentando en su propia trayectoria las transformaciones de la cultura física urbana. Juan Bautista Arrospidegaray nació en Rosario en 1876 y fue formado como maestro de esgrima. Su trayectoria se inició en una academia privada de esgrima de la ciudad y continuó con la organización de Batallones Escolares del Centenario. Se unió al Cuerpo de Bomberos de Rosario, fue director del Departamento Municipal de Esgrima, miembro de la Comisión Directiva del Tiro Federal de Rosario, profesor de educación física de los colegios confesionales San José y Sagrado Corazón de Rosario, fundador del grupo Vanguardias de la Patria de Rosario, Director del Stadium Municipal e Inspector de Plazas y Campos de Deportes de la Municipalidad de Rosario. Arrospidegaray promovió y se vinculó muy estrechamente con la cultura física de Rosario y ocupó a lo largo de su recorrido profesional algunos puestos clave que le permitieron incidir y prestar cierta tónica al desarrollo de las actividades físicas de la ciudad. La siguiente ponencia intenta reconstruir a través de su figura, las variaciones, las continuidades, los conflictos y las reconfiguraciones de la cultura física de Rosario a lo largo de casi medio siglo

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El presente trabajo tiene por objetivo explorar las formas de la educación física en Rosario durante la entreguerras. Especialmente nos interesa reconstruir la trayectoria de un maestro de esgrima que estuvo en el centro del desarrollo de estas actividades a lo largo de este período, experimentando en su propia trayectoria las transformaciones de la cultura física urbana. Juan Bautista Arrospidegaray nació en Rosario en 1876 y fue formado como maestro de esgrima. Su trayectoria se inició en una academia privada de esgrima de la ciudad y continuó con la organización de Batallones Escolares del Centenario. Se unió al Cuerpo de Bomberos de Rosario, fue director del Departamento Municipal de Esgrima, miembro de la Comisión Directiva del Tiro Federal de Rosario, profesor de educación física de los colegios confesionales San José y Sagrado Corazón de Rosario, fundador del grupo Vanguardias de la Patria de Rosario, Director del Stadium Municipal e Inspector de Plazas y Campos de Deportes de la Municipalidad de Rosario. Arrospidegaray promovió y se vinculó muy estrechamente con la cultura física de Rosario y ocupó a lo largo de su recorrido profesional algunos puestos clave que le permitieron incidir y prestar cierta tónica al desarrollo de las actividades físicas de la ciudad. La siguiente ponencia intenta reconstruir a través de su figura, las variaciones, las continuidades, los conflictos y las reconfiguraciones de la cultura física de Rosario a lo largo de casi medio siglo

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El presente trabajo tiene por objetivo explorar las formas de la educación física en Rosario durante la entreguerras. Especialmente nos interesa reconstruir la trayectoria de un maestro de esgrima que estuvo en el centro del desarrollo de estas actividades a lo largo de este período, experimentando en su propia trayectoria las transformaciones de la cultura física urbana. Juan Bautista Arrospidegaray nació en Rosario en 1876 y fue formado como maestro de esgrima. Su trayectoria se inició en una academia privada de esgrima de la ciudad y continuó con la organización de Batallones Escolares del Centenario. Se unió al Cuerpo de Bomberos de Rosario, fue director del Departamento Municipal de Esgrima, miembro de la Comisión Directiva del Tiro Federal de Rosario, profesor de educación física de los colegios confesionales San José y Sagrado Corazón de Rosario, fundador del grupo Vanguardias de la Patria de Rosario, Director del Stadium Municipal e Inspector de Plazas y Campos de Deportes de la Municipalidad de Rosario. Arrospidegaray promovió y se vinculó muy estrechamente con la cultura física de Rosario y ocupó a lo largo de su recorrido profesional algunos puestos clave que le permitieron incidir y prestar cierta tónica al desarrollo de las actividades físicas de la ciudad. La siguiente ponencia intenta reconstruir a través de su figura, las variaciones, las continuidades, los conflictos y las reconfiguraciones de la cultura física de Rosario a lo largo de casi medio siglo

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Cultura material i qualitat de la vida urbana