953 resultados para anelli raggi Einstein lensing cosmologia


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La Tesi presenta uno studio sulla distribuzione dei raggi di Einsten compiuta su campioni di ammassi simulati. Il codice utilizzato, MOKA, consente la costruzione di vasti campioni di ammassi in differenti cosmologie e con differenti parametri strutturali. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli ottenuti dalla simulazione cosmologica N-body ad alta risoluzione MUSIC. Sono stati quindi prodotti campioni di ammassi per sette valori diversi della normalizzazione dello spettro di potenza e 7 valori diversi del parametro di densità della materia mantenendo la geometria piatta

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B0218+357 è un blazar soggetto al lensing che si trova a z=0.944. Questo sistema consiste in due componenti compatte (A e B) e un anello di Einstein. Recentemente è stato associato ad una sorgente gamma soggetta a burst osservata con il satellite Fermi-LAT. Questo blazar ha mostrato una forte variabilità in banda γ da agosto a settembre del 2012. Gli episodi di variabilità osservati hanno consentito di misurare per la prima volta in banda gamma il ritardo temporale previsto dalla teoria del lensing gravitazionale. Le osservazioni in banda gamma sono state seguite da un programma di monitoring con il Very Long Baseline Array (VLBA) in banda radio con lo scopo di verificare l’esistenza di una correlazione tra l’emissione nelle due bande. In questa Tesi tali osservazioni radio sono state analizzate con lo scopo di studiare la variabilità di B0218+357 e, quindi, attestare la connessione tra l’emissione alle alte energie e quella in banda radio. L’obiettivo principale di questo lavoro di Tesi è quello di studiare l’evoluzione della densità di flusso, dell’indice spettrale e della morfologia delle immagini A e B e delle loro sottocomponenti. I dati analizzati sono stati ottenuti con l’interferometro VLBA a tre frequenze di osser- vazione: 2.3, 8.4 GHz (4 epoche con osservazioni simultanee alle due frequenze) e 22 GHz (16 epoche). Le osservazioni hanno coperto un periodo di circa due mesi, subito successivo al flare in banda gamma. La riduzione dei dati è stata effettuata con il pacchetto AIPS. Dall’analisi delle immagini, nella componente B è possibile riconoscere la tipica struttura nucleo-getto chiaramente a tutte e tre le frequenze, invece nella componente A questa struttura è identificabile solo a 22 GHz. A 2.3 e 8.4 GHz la risoluzione non è sufficiente a risolvere nucleo e getto della componente A e l’emissione diffusa risulta dominante. Utilizzando il metodo dello stacking sulle immagini a 2.3 GHz, è stato possibile rivelare le parti più brillanti dell’Einstein ring associato a questa sorgente. Questo è stato possibile poiché la sorgente non ha mostrato alcun segno di variabilità significativa né di struttura né di flusso nelle componenti. Quindi dall’analisi delle curve di luce delle due componenti A e B non è emersa una variabilità significativa chiaramente associabile al flare osservato in banda gamma. Per verificare questo risultato, le curve di luce ottenute sono state confrontate con le osservazioni del radio telescopio OVRO (15 GHz) nel periodo corrispondente alle nostre osservazioni. La curva di luce OVRO è risultata in pieno accordo con le curve di luce ottenute durante questo lavoro di tesi e ha confermato che B0218+257 non ha mostrato un’importante attività radio nel periodo delle osservazioni VLBA. In definitiva, la mancanza di variabilità radio associata a quella osservata nei raggi gamma può essere dovuta al fatto che la regione in cui si è originato il flare gamma è otticamente spessa alle lunghezze d’onda radio, oppure non esiste una precisa correlazione tra le due emissioni, rimanendo quindi un problema aperto da investigare.

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We report the discovery of a short-duration microlensing candidate in the northern field of the POINT-AGAPE pixel lensing survey toward M31. Almost certainly, the source star has been identified on Hubble Space Telescope archival images, allowing us to infer an Einstein crossing time of t(E) = 10.4 days, a maximum magnification of A(max) similar to 18, and a lens-source proper motion mu (rel) > 0.3 mu as day(-1). The event has a projected separation of 8' from the center of M31, beyond the bulk of the stellar lens population. There are three plausible identifications/locations for the lensing object: a massive compact halo object (MACHO) in either M31 or the Milky Way, or a star in the M31 disk. The most probable mass is 0.06 M-. for an M31 MACHO, 0.02 M-. for a Milky Way MACHO, and 0.2 M-. for an M31 stellar lens. While the stellar interpretation is possible, the MACHO interpretation is the most probable for halo fractions above 20%.

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Pós-graduação em Física - IFT

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We have extended the Boltzmann code CLASS and studied a specific scalar tensor dark energy model: Induced Gravity

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Dissertação de mest. em Física - área de especialização em Física para Ensino, Faculdade de Ciências e Tecnologia, Univ. do Algarve, 2003

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Emotions play a central role in mediation as they help to define the scope and direction of a conflict. When a party to mediation expresses (and hence entrusts) their emotions to those present in a mediation, a mediator must do more than simply listen - they must attend to these emotions. Mediator empathy is an essential skill for communicating to a party that their feelings have been heard and understood, but it can lead mediators into trouble. Whilst there might exist a theoretical divide between the notions of empathy and sympathy, the very best characteristics of mediators (caring and compassionate nature) may see empathy and sympathy merge - resulting in challenges to mediator neutrality. This article first outlines the semantic difference between empathy and sympathy and the role that intrapsychic conflict can play in the convergence of these behavioural phenomena. It then defines emotional intelligence in the context of a mediation, suggesting that only the most emotionally intelligent mediators are able to emotionally connect with the parties, but maintain an impression of impartiality – the quality of remaining ‘attached yet detached’ to the process. It is argued that these emotionally intelligent mediators have the common qualities of strong self-awareness and emotional self-regulation.

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We describe a novel method of fabricating atom chips that are well suited to the production and manipulation of atomic Bose–Einstein condensates. Our chip was created using a silver foil and simple micro-cutting techniques without the need for photolithography. It can sustain larger currents than conventional chips, and is compatible with the patterning of complex trapping potentials. A near pure Bose–Einstein condensate of 4 × 104 87Rb atoms has been created in a magnetic microtrap formed by currents through wires on the chip. We have observed the fragmentation of atom clouds in close proximity to the silver conductors. The fragmentation has different characteristic features to those seen with copper conductors.

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In this paper, we study the Einstein relation for the diffusivity to mobility ratio (DMR) in n-channel inversion layers of non-linear optical materials on the basis of a newly formulated electron dispersion relation by considering their special properties within the frame work of k.p formalism. The results for the n-channel inversion layers of III-V, ternary and quaternary materials form a special case of our generalized analysis. The DMR for n-channel inversion layers of II-VI, IV-VI and stressed materials has been investigated by formulating the respective 2D electron dispersion laws. It has been found, taking n-channel inversion layers of CdGeAs2, Cd(3)AS(2), InAs, InSb, Hg1-xCdxTe, In1-xGaxAsyP1-y lattice matched to InP, CdS, PbTe, PbSnTe, Pb1-xSnxSe and stressed InSb as examples, that the DMR increases with the increasing surface electric field with different numerical values and the nature of the variations are totally band structure dependent. The well-known expression of the DMR for wide gap materials has been obtained as a special case under certain limiting conditions and this compatibility is an indirect test for our generalized formalism. Besides, an experimental method of determining the 2D DMR for n-channel inversion layers having arbitrary dispersion laws has been suggested.

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