999 resultados para Teatro-Francia


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Compendio del panorama teatral en Francia durante el a??o 1949. Se mencionan los directores de escena que han ca??do en el olvido durante este a??o, y los j??venes que han cosechado ??xito, los grandes escritores teatrales del a??o, y los actores que representan los papeles de estas obras. Se valora el conjunto de cada obra representada en la escena francesa de este a??o, especialmente, las de Roger Vailland y Juan Bernardo Luc.

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UANL

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En este artículo, se especifica que cuando se habla de teatro se abarca un gran abanico de acciones teatrales para poder luchar contra las exclusiones de los diferentes grupos sociales y, por tanto, de la fractura que puede conllevar a nivel social. En este sentido, el autor nos lleva a una visión nueva del teatro y de cómo su desarrollo ha influido enormemente en diferentes corrientes que utilizan la sinergia elaboradora durante todo este tiempo para mejorar la calidad de la relación con el otro. El autor plantea seis modelos y los analiza desde la realidad francesa.

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Noticia de la representación escénica de la fábula 'La Cigale et la Fourmi' de La Fontaine y 'Les Boulingrin', de Georges Courteline, con motivo de la celebración del Día de Francia, en el Instituto Femenino de Almería.

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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La società siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sa’d Allah Wannus. Breve presentazione. - “ Riti di segni e trasformazioni.”, (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume è il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri più intimi, le contraddizioni e le angosce di una società in crisi. Interessante l’analisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella società e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - “ I giorni ubriachi.” , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta l’occidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie l’ordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sa’d Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sa’d Allah Wannus (1941 – 1997) è sicuramente uno dei principali protagonisti nell’ambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento è quello di analizzare l’opera di quest’autore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno d’oggi ancora quasi interamente non tradotte dall’arabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della società araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Sa’ad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla città di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studierà con Jean-Louis Barrault, e dove farà la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha l’occasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonché di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sarà chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece più importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, L’elefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ra’s al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra ma’a Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re è il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attività artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah ‘arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sarà capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David l’anno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E’ l’inizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritornerà a scrivere solamente nel 1989, con l’inizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta un’analisi della struttura dell’elite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (‘an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 l’UNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per un’amara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engagè: l’importanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Un’analisi dell’influenza e dell’importanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della società araba, e soprattutto il suo impegno costante nell’uso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della società contemporanea. Punto cardine dell’opera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E’ il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la società araba ripropone e che Wannus ha cercato più volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla società araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. L’individuo, la famiglia, la società ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo l’essere umano nella sua fragilità. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.

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Este artículo es una reelaboración de: «El señor Presidente: el teatro de un demonio escondido», publicado en la revista Taller de Letras (P. Universidad Católica de Chile) 31 (2002), 125-139; la ponencia presentada en el Congreso «Un siécle de Miguel Angel Asturias, un siglo 1899-1999» organizado por la Universidad de Toulouse-Le Mirail y la Universidad de Poitiers, Francia, en mayo de 1999, y en un subcapítulo del libro de la autora y Flora Ovares, El sello del ángel. Ensayos sobre literatura centroamericana (Costa Rica, Universidad Nacional, 2000).

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Resumen: Este trabajo busca demostrar cómo la escena de “El Jardín de Isabel” (acto IV, escena ii) en la obra La tragedia española de Thomas Kyd es un ejemplo de una escena espejo. Inicialmente se observa cómo esta escena está laxamente conectada con el resto de la obra y la misma no sufriría un cambio significativo de ser la escena eliminada; la característica de “prescindible” de ésta, es propia de una escena espejo. La escena del Jardín de Isabel es luego estudiada en profundidad para dejar en evidencia cómo resume la obra y la simboliza. El personaje de Isabel es examinado en detalle, siguiendo una sensibilidad pictórica y, a través de una interpretación temática y simbólica, Isabel es presentada como Piedad, Testigo de Justicia Divina y Venganza. Finalmente el espacio es también analizado como locus amoenus al ser inicialmente un lugar de encuentro de los enamorados y locus eremus luego de la maldición de Isabel. Luego del estudio de estos aspectos de esta escena espejo, se pone en evidencia cómo la misma “refleja” los temas centrales de la obra: la verdad se revela con el tiempo, hay que ser paciente y esperar la justicia divina y, por último, la venganza sólo condena al vengador.

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Contenido: El catálogo de la literatura perdida: estado actual y porvenir / Alan Deyermond – Imágenes del sufrimiento en “Molino rojo” de Jacobo Fijman / María Amelia Arancet Ruda – El misterio de Virgilio / Héctor Ciocchini – La búsqueda del instante en “Piedra de sol”, de Octavio Paz / Sara Beatriz Fernández March – Amadís en su profecía general / Javier Roberto González – Dos obras del teatro de ideas de Vicente Martínez Cuitiño / Luis Martínez Cuitiño – Los textos germánicos en la lápida de Borges: algunas precisiones y una traducción errada / José Luis Moure – Cuestionamiento del lenguaje en la poesía en prosa argentina: Alejandra Pizarnik y María Rosa Lojo / Ana María Rodríguez Francia – Los tránsitos en la teoría y prácticas textuales en Dürrenmatt / María Luisa Punte – Notas – Reseñas bibliográficas

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Resumen: El artículo afirma que en la Teatrología argentina de los últimos años ha crecido la conciencia y la responsabilidad de los investigadores respecto de la pregunta epistemológica. Se llama base epistemológica para el estudio teatral a la elección de las condiciones de conocimiento que determinan los marcos, las capacidades y las limitaciones teóricas, metodológicas, historiológicas, analíticas, críticas y pedagógicas de un investigador ante su objeto de estudio. La determinación de la base epistemológica depende del posicionamiento consciente del investigador respecto de su relación científica con el teatro. El artículo afirma que diferentes líneas científicas construyen concepciones del teatro diferentes. Finalmente se describe la base epistemológica de la Filosofía del Teatro, disciplina de innovación en los estudios teatrales de la Argentina.

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Contenido: El amanuense de Borges / Roberto Alifano – Presencia de la muerte en Los conjurados / María Amelia Arancet Ruda – Borges y el género biográfico / Graciela del Carmen Barreiro – Alemania en Borges / Claudia E. de Belva – Perfiles biográficos en La intrusa de Carlos Hugo Christensen / Armando Capalbo – Borges y la literatura oral / Norma Carricaburo – Hacia un cronotopo rioplatense en Borges: su lectura de La tierra purpúrea de Guillermo E. Hudson / Laura F. Cilento – Borges “Autor universal entre dos mundos” / Héctor Ciocchini – Jorge Luis Borges en el canon occidental / Jorge Dubatti – La estructura circular en dos cuentos de Jorge Luis Borges / Sara Beatriz Fernández March – Borges y su concepción de la historia / Teresita Frugoni de Fritzsche – Borges y la isotopía de la incertidumbre / Mariano García ; clara Miri – Algunas consideraciones sobre el uso del diálogo en la narrativa borgeana / Javier Roberto González – Cervantes por Borges: las lecturas posibles / Silvina Cristina Lstra Paz – Civilización y barbarie: dos versiones del sueño de la historia / María Rosa Lojo – Algunas preferencias literarias en “Los Amigos”, de Jorge Luis Borges / Nora Longhini – El Astrólogo postergado: Xul Solar y Borges en la década del 20 / Fabiana Elisa Martínez – El “arte poética” de Borges, una estética de la duración / Luis Martínez Cuitiño – Aproximaciones al pensamiento de Jorge Luis Borges: la vuelta al humanismo / Graciela Maturo – Los hacedores en El hacedor de Borges / Valeria Melchiore – Jorge L. Borges: Autobiografía y (Auto)ficción / Ros aE. M. D. Penna – Polifonía y contrapunto en la narrativa de Jorge Luis Borges / Elisa Rey – Borges o la pregunta por el ser / Ana María Rodríguez Francia – Emerson y Borges, dos americanos ante la Historia / María Alejandra Rosarossa – Un homenaje a Jorge Luis Borges en La prisión de la libertad de Michael Ende / Nora Lía Sormani – La memoria de Shakespeare: Borges y el laberinto de la memoria / María Esther Vázquez – Reseñas bibliográficas

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Resumen: Este ensayo establece una territorialización de los lenguajes teatrales alternativos como zona específica de la cultura urbana, y los historiza en la tradición de la escena independiente argentina. Analiza el contexto específico de la crisis financiera que eclosionó en 2001 y la producción más reciente, dando cuenta de un periodo tan conflictivo en lo económico como prolífico en lo teatral. Se describen las actividades de gestión y producción escénicas, que incluyen la búsqueda de espacios, subsidios y respaldo institucional, y la implementación de estrategias de difusión y explotación. Estas labores específicas son desarrolladas de manera particular por numerosos teatristas argentinos de entre 30 y 40 años, ya legitimados, incluso a nivel internacional. Estos dramaturgos-actores-directores co-construyen representaciones sociales compartidas, y manifiestan diferentes modalidades estratégicas asociativas, tales como la rotación de roles y el trabajo en colaboración.