871 resultados para Pleasant Touch


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Il tatto assume un'importanza fondamentale nella vita quotidiana, in quanto ci permette di discriminare le caratteristiche fisiche di un oggetto specifico, di identificarlo e di eventualmente integrare le suddette informazioni tattili con informazioni provenienti da altri canali sensoriali. Questa è la componente sensoriale-discriminativa del tatto. Tuttavia quotidianamente il tatto assume un ruolo fondamentale durante le diverse interazioni sociali, positive, come quando abbracciamo o accarezziamo una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo e negative, per esempio quando allontaniamo una persona estranea dal nostro spazio peri-personale. Questa componente è la cosiddetta dimensione affettiva-motivazionale, la quale determina la codifica della valenza emotiva che l'interazione assume. Questa componente ci permette di creare, mantenere o distruggere i legami sociali in relazione al significato che il tocco assume durante l'interazione. Se per esempio riceviamo una carezza da un familiare, questa verrà percepita come piacevole e assumerà un significato affiliativo. Questo tipo di tocco è comunente definito come Tocco Sociale (Social Touch). Gli aspetti discriminativi del tatto sono stati ben caratterizzati, in quanto storicamente, il ruolo del tatto è stato considerato quello di discriminare le caratteristiche di ciò che viene toccato, mentre gli aspetti affettivi sono stati solo recentemente indagati considerando la loro importanza nelle interazioni sociali. Il tocco statico responsabile dell'aspetto discriminante attiva a livello della pelle le grandi fibre mieliniche (Aβ), modulando a livello del sistema nervoso centrale le cortecce sensoriali, sia primarie che secondarie. Questo permette la codifica a livello del sistema nervoso centrale delle caratteristiche fisiche oggettive degli oggetti toccati. Studi riguardanti le caratteristiche del tocco affiliativo sociale hanno messo in evidenza che suddetta stimolazione tattile 1) è un particolare tocco dinamico che avviene sul lato peloso delle pelle con una velocità di 1-10 cm/sec; 2) attiva le fibre amieliniche (fibre CT o C-LTMRs); 3) induce positivi effetti autonomici, ad esempio la diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca; e 4) determina la modulazione di regioni cerebrali coinvolte nella codifica del significato affiliativo dello stimolo sensoriale periferico, in particolare la corteccia insulare. Il senso del tatto, con le sue due dimensioni discriminativa e affiliativa, è quotidianamente usato non solo negli esseri umani, ma anche tra i primati non umani. Infatti, tutti i primati non umani utilizzano la componente discriminativa del tatto per identificare gli oggetti e il cibo e l'aspetto emotivo durante le interazioni sociali, sia negative come durante un combattimento, che positive, come durante i comportamenti affiliativi tra cui il grooming. I meccanismi di codifica della componente discriminativa dei primati non umani sono simili a quelli umani. Tuttavia, si conosce ben poco dei meccanismi alla base della codifica del tocco piacevole affiliativo. Pur essendo ben noto che i meccanorecettori amilienici C-LTMRs sono presenti anche sul lato peloso della pelle dei primati non umani, attualmente non ci sono studi riguardanti la correlazione tra il tocco piacevole e la loro modulazione, come invece è stato ampiamente dimostrato nell'uomo. Recentemente è stato ipotizzato (Dunbar, 2010) il ruolo delle fibre C-LTMRs durante il grooming, in particolare durante il cosiddetto swepping. Il grooming è costituito da due azioni motorie, lo sweeping e il picking che vengono eseguite in modo ritmico. Durante lo sweeping la scimmia agente muove il pelo della scimmia ricevente con un movimento a mano aperta, per poter vedere il preciso punto della pelle dove eseguire il picking, ovvero dove prendere la pelle a livello della radice del pelo con le unghie dell'indice e del pollice e tirare per rimuovere parassiti o uova di parassiti e ciò che è rimasto incastrato nel pelo. Oltre il noto ruolo igenico, il grooming sembra avere anche una importante funzione sociale affiliativa. Come la carezza nella società umana, cosi il grooming tra i primati non umani è considerato un comportamento. Secondo l'ipotesi di Dunbar l'attivazione delle C-LTMRs avverrebbe durante lo sweeping e questo porta a supporre che lo sweeping, come la carezza umana, costituisca una componente affiliativa del grooming, determinando quindi a contribuire alla sua codifica come comportamento sociale. Fino ad ora non vi è però alcuna prova diretta a sostegno di questa ipotesi. In particolare, 1) la velocità cui viene eseguito lo sweeping è compatibile con la velocità di attivazione delle fibre CT nell'uomo e quindi con la velocità tipica della carezza piacevole di carattere sociale affiliativo (1-10 cm/sec)?; 2) lo sweeping induce la stessa modulazione del sistema nervoso autonomo in direzione della modulazione del sistema vagale, come il tocco piacevole nell'uomo, attraverso l'attivazione delle fibre CT?; 3) lo sweeping modula la corteccia insulare, cosi come il tocco piacevole viene codificato come affiliativo nell'uomo mediante le proiezioni delle fibre CT a livello dell'insula posteriore? Lo scopo del presente lavoro è quella di testare l'ipotesi di Dunbar sopra citata, cercando quindi di rispondere alle suddette domande. Le risposte potrebbero consentire di ipotizzare la somiglianza tra lo sweeping, caratteristico del comportamento affiliativo di grooming tra i primati non umani e la carezza. In particolare, abbiamo eseguito 4 studi pilota. Nello Studio 1 abbiamo valutato la velocità con cui viene eseguito lo sweeping tra scimmie Rhesus, mediante una analisi cinematica di video registrati tra un gruppo di scimmie Rhesus. Negli Studi 2 e 3 abbiamo valutato gli effetti sul sistema nervoso autonomo dello sweeping eseguito dallo sperimentatore su una scimmia Rhesus di sesso maschile in una tipica situazione sperimentale. La stimolazione tattile è stata eseguita a diverse velocità, in accordo con i risultati dello Studio 1 e degli studi umani che hanno dimostrato la velocità ottimale e non ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs. In particolare, nello Studio 2 abbiamo misurato la frequenza cardiaca e la variabilità di questa, come indice della modulatione vagale, mentre nello Studio 3 abbiamo valutato gli effetti dello sweeping sul sistema nervoso autonomo in termini di variazioni di temperatura del corpo, nello specifico a livello del muso della scimmia. Infine, nello Studio 4 abbiamo studiato il ruolo della corteccia somatosensoriale secondaria e insulare nella codifica dello sweeping. A questo scopo abbiamo eseguito registrazioni di singoli neuroni mentre la medesima scimmia soggetto sperimentale dello Studio 2 e 3, riceveva lo sweeping a due velocità, una ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs secondo gli studi umani e i risultati dei tre studi sopra citati, ed una non ottimale. I dati preliminari ottenuti, dimostrano che 1) (Studio 1) lo sweeping tra scimmie Rhesus viene eseguito con una velocità media di 9.31 cm/sec, all'interno dell'intervallo di attivazione delle fibre CT nell'uomo; 2) (Studio 2) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina una diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca se eseguito alla velocità di 5 e 10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 1 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina l'aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della variabilità di questa, quindi il decremento dell'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; 3) (Studio 3) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina l'aumento della temperatura corporea a livello del muso della scimmia se eseguito alla velocità di 5-10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 5 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina la diminuzione della temperatura del muso; 4) (Studio 4) la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia insulare posteriore presentano neuroni selettivamente modulati durante lo sweeping eseguito ad una velocità di 5-13 cm/sec ma non neuroni selettivi per la codifica della velocità dello sweeping minore di 5 cm/sec. Questi risultati supportano l'ipotesi di Dunbar relativa al coinvolgimento delle fibre CT durante lo sweeping. Infatti i dati mettono in luce che lo sweeping viene eseguito con una velocità (9.31 cm/sec), simile a quella di attivazione delle fibre CT nell'uomo (1-10 cm/sec), determina gli stessi effetti fisiologici positivi in termini di frequenza cardiaca (diminuzione) e variabilità della frequenza cardiaca (incremento) e la modulazione delle medesime aree a livello del sistema nervoso centrale (in particolare la corteccia insulare). Inoltre, abbiamo dimostrato per la prima volta che suddetta stimolazione tattile determina l'aumento della temperatura del muso della scimmia. Il presente studio rappresenta la prima prova indiretta dell'ipotesi relativa alla modulazione del sistema delle fibre C-LTMRs durante lo sweeping e quindi della codifica della stimolazione tattile piacevole affiliativa a livello del sistema nervoso centrale ed autonomo, nei primati non umani. I dati preliminari qui presentati evidenziano la somiglianza tra il sistema delle fibre CT dell'uomo e del sistema C-LTMRs nei primati non umano, riguardanti il Social Touch. Nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune discrepanze tra i risultati da noi ottenuti e quelli invece ottenuti dagli studi umani. La velocità media dello sweeping è di 9.31 cm / sec, rasente il limite superiore dell’intervallo di velocità che attiva le fibre CT nell'uomo. Inoltre, gli effetti autonomici positivi, in termini di battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca e temperatura a livello del muso, sono stati evidenziati durante lo sweeping eseguito con una velocità di 5 e 10 cm/sec, quindi al limite superiore dell’intervallo ottimale che attiva le fibre CT nell’uomo. Al contrario, lo sweeping eseguito con una velocità inferiore a 5 cm/sec e superiore a 10 cm/sec determina effetti fisiologici negativo. Infine, la corteccia insula sembra essere selettivamente modulata dallo stimolazione eseguita alla velocità di 5-13 cm/sec, ma non 1-5 cm/sec. Quindi, gli studi sul sistema delle fibre CT nell’uomo hanno dimostrato che la velocità ottimale è 1-10 cm/sec, mentre dai nostri risultati la velocità ottimale sembra essere 5-13 cm / sec. Quindi, nonostante l'omologia tra il sistema delle fibre CT nell'umano deputato alla codifica del tocco piacevole affiliativo ed il sistema delle fibre C-LTMRs nei primati non umani, ulteriori studi saranno necessari per definire con maggiore precisione la velocità ottimale di attivazione delle fibre C-LTMR e per dimostrare direttamente la loro attivazione durante lo sweeping, mediante la misurazione diretta della loro modulazione. Studi in questa direzione potranno confermare l'omologia tra lo sweeping in qualità di tocco affiliativo piacevole tra i primati non umani e la carezza tra gli uomini. Infine, il presente studio potrebbe essere un importante punto di partenza per esplorare il meccanismo evolutivo dietro la trasformazione dello sweeping tra primati non umani, azione utilitaria eseguita durante il grooming, a carezza, gesto puramente affiliativo tra gli uomini.

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Findings from an Australian case study of adult women expose general, light and basic use of mobile phones. Participants used their mobile phone mainly for coordination and to a lesser extent for practicing intrinsic interactions motivated by emotional support purposes. This paper focuses on social and emotional support over the mobile phone. Though crucial to individuals, emotional support seems to be a neglected area of research among mobile communication studies, all the more so when focusing on adult women. This study addresses this literature gap. The empirical findings are based on a case study of 26 women over 35 years of age residing in one coastal Australian town. The research design included a combination of quantitative and qualitative methods. This paper examines the communication methods adult women use for social and emotional support, and analyses reasons and social implications of this limited intrinsic communication use pattern over the mobile phone.

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Little is known about the psychological underpinnings of young people’s mobile phone behaviour. In the present research, 292 young Australians, aged 16–24 years, completed an online survey assessing the effects of self-identity, in-group norm, the need to belong, and self-esteem on their frequency of mobile phone use and mobile phone involvement, conceptualised as people’s degree of cognitive and behavioural association with their mobile phone. Structural equation modelling revealed that age (younger) and self-identity significantly predicted the frequency of mobile phone use. In contrast, age (younger), gender (female), self-identity and in-group norm predicted young people’s mobile phone involvement. Neither self-esteem nor the need to belong significantly predicted mobile phone behaviour. The present study contributes to our understanding of this phenomenon and provides an indication of the characteristics of young people who may become highly involved with their mobile phone.

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Emotional processes modulate the size of the eyeblink startle reflex in a picture-viewing paradigm, but it is unclear whether emotional processes are responsible for blink modulation in human conditioning. Experiment 1 involved an aversive differential conditioning phase followed by an extinction phase in which acoustic startle probes were presented during CS+, CS-, and intertrial intervals. Valence ratings and affective priming showed the CS+ was unpleasant postacquisition. Blink startle magnitude was larger during CS+ than during CS-. Experiment 2 used the same design in two groups trained with pleasant or unpleasant pictorial USs. Ratings and affective priming indicated that the CS+ had become pleasant or unpleasant in the respective group. Regardless of CS valence, blink startle was larger during CS+ than CS- in both groups. Thus, startle was not modulated by CS valence.

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This study aimed to examine the effects on driving, usability and subjective workload of performing music selection tasks using a touch screen interface. Additionally, to explore whether the provision of visual and/or auditory feedback offers any performance and usability benefits. Thirty participants performed music selection tasks with a touch screen interface while driving. The interface provided four forms of feedback: no feedback, auditory feedback, visual feedback, and a combination of auditory and visual feedback. Performance on the music selection tasks significantly increased subjective workload and degraded performance on a range of driving measures including lane keeping variation and number of lane excursions. The provision of any form of feedback on the touch screen interface did not significantly affect driving performance, usability or subjective workload, but was preferred by users over no feedback. Overall, the results suggest that touch screens may not be a suitable input device for navigating scrollable lists.

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This article examines an unexplored area of consumer research—the effect of accidental interpersonal touch (AIT) from a stranger on consumer evaluations and shopping times. The research presents a field experiment in a retail setting. This study shows that men and women who have been touched by another consumer when examining products report more negative brand evaluations, negative product beliefs, less willingness to pay, and spend less time in-store than their control (no-touch) counterparts. Our findings indicate that the AIT effect is especially negative for touch from a male stranger for both men (same-sex touch) and women (opposite-sex touch). Directions are provided for future study that highlight potential moderators and process explanations underlying the AIT effect.

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Touch keyboarding as a vocational skill is disappearing at a time when students and educators across alleducational sectors are expected to use a computer keyboard on a regular basis. there is documentation surrounding the embedding of Information and Communication Technology (ICT) within the curricula and yet within the National Training Packages touch keyboarding, previously considered a core component, is now an elective in the Business Services framework. This situation is an odds with current practice overseas where touch keyboarding is a component of primary and secondary curricula. From Rhetoric to Practice explores the current issues and practice in teaching and learning touch keyboarding in primary, secondary and tertiary institutions. Through structured interview participants detailed current practice of teachers and their students. Further, tertiary students participated in a training program aimed at achquiring touch keyboarding as a skill to enhance their studies. The researcher's background experience of fifteen years teaching touch keyboarding and computer literacty to adults and 30 years in Business Services trade provides a strong basis for this project. The teaching experience is enhanced by industry experience in administration, course coordination in technical, community and tertiary institutions and a strong commitment to the efficient usage of a computer by all. The findings of this project identified coursework expectations requiring all students from kindergarten to tertiary to use a computer keyboard on a weekly basis and that neither teaching nor learning tough keyboarding appears in the primary, secondary and tertiary curricula in New South Wales. Further, teachers recognised tough keyboarding as the prefered style over 'hunt and peck' keyboarding while acknowledging the teaching and learning difficulties of time constraints, the need for qualified touch keyboarding teachers and issues arising when retraining students from existing poor habits. In conclusion, this project recommends that computer keyboarding be defined as a writing tool for education, vocation and life, with early instruction set in primary schooling area and embedding touch keyboarding with the secondary, technical and tertiary areas and finally to draw the attention of educational authorities to the Duty Of Care aspects associated with computer keyboarding in the classroom.

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Designers of systems that attempt to support people in maintaining social connectedness should pay attention to the physical interaction characteristics of the systems they create. Systems today mostly accept the dominant computer interface configuration of screens, keyboards and mice, which are not always a good fit for settings outside the office, such as the home. We argue by reference to two design exemplars for a design philosophy that engages a broader range of people's abilities for skilled physical action when designing for social connectedness.

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We are aware of global concerns of sustainability and are encouraged on many fronts to modify our behaviour to save the planet but sometimes this understanding is more intellectual than motivated. An opportunity was identified within the university environment to activate a pilot study to investigate the level of voluntary student engagement in saving energy if a plant/digital interface were introduced. We postulate that people may be more inclined to participate in a "green" activity if they are more directly aware of the benefits. This project also seeks to discover if the introduction of nature (green plants) as the interface would encourage users to increase participation in socially responsive activities. Using plants as the interface offers an immediate sensory connection between the participants and the outcome of their chosen actions. This may generate a deeper awareness of the environment by enabling the participant to realise that their one small action in an ordinary day can contribute positively to larger global issues.

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Building knowledge economies seems synonymous with re-imaging urban fabrics. Cities producing vibrant public realms are believed to have better success in distinguishing themselves within a highly competitive market. Many governments are heavily investing in cultural enhancements burgeoning distinctive cosmopolitan centers of which public art is emerging as a significant stakeholder. Brisbane’s goal to grow a knowledge-based economy similarly addresses public art. To stimulate engagement with public art Brisbane City Council has delivered an online public art catalogue and assembled three public art trails, with a fourth newly augmented. While many pieces along these trails are obviously public others question the term ‘public’ through an obscured milieu where a ‘look but don’t touch’ policy is subtly implied. This study investigates the interactional relationship between publics and public art, and in doing so, explores the concept of accessibility. This paper recommends that installations of sculpture within an emerging city should be considered in terms of economic output measured through the degree in which the public engages.

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We report on an alternative OCGM interface for a bulletin board, where a user can pin a note or a drawing, and actually shares contents. Exploiting direct and continuous manipulations, opposite to discrete gestures, to explore containers, the proposed interface supports a more natural and immediate interaction. It manages also the presence of different simultaneous users, allowing for the creation of local multimedia contents, the connection to social networks, providing a suitable working environment for cooperative and collaborative tasks in a multi-touch setup, such as touch-tables, interactive walls or multimedia boards

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This paper discusses the idea and demonstrates an early prototype of a novel method of interacting with security surveillance footage using natural user interfaces in place of traditional mouse and keyboard interaction. Current surveillance monitoring stations and systems provide the user with a vast array of video feeds from multiple locations on a video wall, relying on the user’s ability to distinguish locations of the live feeds from experience or list based key-value pair of location and camera IDs. During an incident, this current method of interaction may cause the user to spend increased amounts time obtaining situational and location awareness, which is counter-productive. The system proposed in this paper demonstrates how a multi-touch screen and natural interaction can enable the surveillance monitoring station users to quickly identify the location of a security camera and efficiently respond to an incident.

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Cross-talk between microtubule networks and sites of cell-matrix and cell-cell adhesion has profound impact on these structures and is essential for proper cell organization, polarization and motility. Components of adhesion sites can interact directly with microtubules or with proteins that specifically associate with microtubule plus ends and minus ends and in this way capture, stabilize or destabilize microtubules. In their turn, microtubules can serve as routes for delivery of structural and regulatory factors that control adhesion site turnover. In addition, the microtubule lattice or growing microtubule plus ends can serve as diffusional sinks that accumulate and scaffold regulatory molecules, thereby affecting their activity in the vicinity of adhesions. Combination of these mechanisms underlies the functional co-operation between microtubules and adhesion sites and defines their dynamic behavior.