3 resultados para estensioni trascendenti basi di trascendenza teorema degli zeri di Hilbert teorema di Lüroth
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Resumo:
Partendo dalla nozione kierkegaardiana dell'Io come un rapportarsi propongo discutere in questo testo il concetto di altro nei diversi stadi esistenziali: l'estetico, l'etico ed il religioso. Cerco prima di descrivire il problema dell'Io nella filosofia di Kierkegaard rispetto alla questione da lui enunciata fin dall'inizio del saggio sulla Malattia Mortale (KIERKEGAARD, 2013a), ossia che la coscienza possa porre a se stesso o debba esser posta da un altro. Poi la mia ricerca appunta verso la nozione dell'altro nell'estetico come occasione per il godere del se stesso e appunta anche verso la nozione dell'altro come immagine dell'Io, un secondo Io, nello stadio etico. Alla fine arrivo al religioso dove, per il teologo danese, l'altro prende il senso di un altro come altro, una realtà in sé, dato che nel religioso l'altro è, prima di tutto, il Dio – la vera fonte della realtà dell'Io stesso – ed è ancora il prossimo, tutte le altre persone che, insieme all'Io, devono nella sua singolarità diventare spirito, coscienza coesa nella esistenza. Quest'altro religioso è pertanto il punto centrale della filosofia sociale kierkegaardiana, giacché nella posizione del prossimo egli è infatti il primo Tu (KIERKEGAARD, 2003).
Resumo:
Nella storiografia filosofica spagnola non esiste, probabilmente, una definizione ambigua e problematica come quella che riguarda la cosiddetta "Scuola di Barcellona". La tesi principale di questo articolo è che tale scuola non giunse mai a nascere, ma ne esistette soltanto una forma embrionale che non poté maturare perché, in conseguenza della situazione politica venutasi a creare con la guerra civile (1936-1939), i suoi componenti si dispersero nell'esilio. Ciò nonostante, è possibile riconoscere alcuni tratti comuni, seppur labili e (forse) non sostanziali, nella diaspora degli intellettuali catalani che rendono possibile definirla, con le dovute cautele, "Scuola di Barcellona". Tali caratteristiche comuni si possono far risalire a colui che, in un certo senso, fu il fondatore della scuola, essendo il principale maestro delle nuove leve filosofiche della Catalogna all'inizio del XX secolo: Jaume Serra Hunter.
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Die Weihnachtsfeier. Ein Gespräch di Friedrich Schleiermacher è uno degli esempi più interessanti di come, nel romanticismo, forma letteraria, contesto vitale e autobiografico, tesi filosofiche costituissero un complesso unitario e spesso di difficile interpretazione. Nel caso del dialogo schleiermacheriano sul Natale è possibile distinguere due livelli di lettura storiografica: uno, rivolto soprattutto al contesto, consente di identificare i riferimenti biografici e l'ambiente reale a cui allude l'autore; un secondo, strettamente legato al primo, ma non necessariamente riducibile ad esso, ha invece un valore, per così dire, "autointerpretativo". Alla luce di questo secondo livello di lettura, questa breve opera di Schleiermacher mostra di essere ben più di uno scritto occasionale per il Natale del 1806. Esso nasconde e rivela al contempo, nelle trame di un gioco di rimandi e allusioni biografiche, la volontà di rottura con il circolo romantico, a cui pure il dialogo è dedicato, e segna l'inizio per l'autore di una riflessione nuova e autonoma.