3 resultados para storia Dakar colonizzazione Sarkozy Francia Africa tratta colonialismo
em BORIS: Bern Open Repository and Information System - Berna - Suiça
Resumo:
BACKGROUND Prisoners represent a vulnerable population for blood-borne and sexually transmitted infections which can potentially lead to liver fibrosis and ultimately cirrhosis. However, little is known about the prevalence of liver fibrosis and associated risk factors among inmates in sub-Saharan Africa. METHODS Screening of liver fibrosis was undertaken in a randomly selected sample of male inmates incarcerated in Lome, Togo and in Dakar, Senegal using transient elastography. A liver stiffness measurement ≥9.5 KPa was retained to define the presence of a severe liver fibrosis. All included inmates were also screened for HIV, Hepatitis B Virus (HBV) and Hepatitis C Virus (HCV) infection. Substances abuse including alcohol, tobacco and cannabis use were assessed during face-to-face interviews. Odds Ratio (OR) estimates were computed with their 95 % Confidence Interval (CI) to identify factors associated with severe liver fibrosis. RESULTS Overall, 680 inmates were included with a median age of 30 years [interquartile range: 24-35]. The prevalence of severe fibrosis was 3.1 % (4.9 % in Lome and 1.2 % in Dakar). Infections with HIV, HBV and HCV were identified in 2.6 %, 12.5 % and 0.5 % of inmates, respectively. Factors associated with a severe liver fibrosis were HIV infection (OR = 7.6; CI 1.8-32.1), HBV infection (OR = 4.8; CI 1.8-12.8), HCV infection (OR = 52.6; CI 4.1-673.8), use of traditional medicines (OR = 3.7; CI 1.4-10.1) and being incarcerated in Lome (OR = 3.3; CI 1.1-9.8) compared to Dakar. CONCLUSIONS HIV infection and viral hepatitis infections were identified as important and independent determinants of severe liver fibrosis. While access to active antiviral therapies against HIV and viral hepatitis expands in Africa, adapted strategies for the monitoring of liver disease need to be explored, especially in vulnerable populations such as inmates.
Resumo:
Il paesaggio attuale è un'eredità del passato.Solo chi conosce e capisce il passato è in grado di gestire il futuro.Lo studio dell'evoluzione naturale passata è utile quindi non solo per la comprensione dell'origine del nostro ambiente,ma anche per la pianificazione della gestione futura.Solo da pochi decenni si è per esempio riusciti a capire che gli estesi castagneti del Sud delle Alpi non hanno origine naturale,ma sono dovuti alla mano dell'uomo,che, al tempo della colonizzazione romana,ha iniziato a coltivare il castagno in maniera sistematica. Ma come è possibile ricostruire vicende della natura tanto remote? Sul fondo dei laghi e nelle torbiere i resti fossili di vegetali (p.es.polline e microcarboni) e di animali si sono accumulati nel corso dei millenni, rimanendo inalterati a causa della mancanza di ossigeno e quindi di organismi distruttori. Attraverso la trivellazione e l'analisi in laboratorio degli strati di questi sedimenti è possibile ricostruire il tipo di polline (e per analogia di vegetazione) e la frequenza di microcarboni (e quindi di incendi di bosco) che si sono succeduti nel corso dei millenni. E' quanto è stato fatto nel corso dell'ultimo decennio da parte dell'Università di Berna nei Laghi di Origlio e di Muzzano,ottenendo risultati interessanti e per certi versi anche inaspettati. A partire dal 5.500 a.C.la frequenza degli incendi è aumentata a causa dell'azione dell'uomo:i primi contadini delle nostre terre utilizzavano infatti il fuoco come mezzo per eliminare la foresta e guadagnare spazi aperti per l'agricoltura e l'allevamento del bestiame.Una pratica che nel corso dei millenni ha provocato anche una forte selezione della vegetazione arborea,distruggendo le foreste originali. La trasformazione del paesaggio forestale da parte dell'uomo non è quindi un fenomeno limitato agli ultimi 2.000 anni,ma ha le proprie radici nel Neolitico,oltre 7.000 anni orsono.Nel periodo del Ferro (800-15 a.C.),l'utilizzo del fuoco nella gestione del paesaggio diventa una pratica molto ricorrente, come dimostrano i picchi estremi della frequenza dei microcarboni.Bisognerà attendere l'introduzione del castagno durante l'Epoca Romana per assistere a un netto cambiamento di approccio:i castagneti diventano boschi di reddito da gestire senza l'aiuto del fuoco. A partire da questo momento,la frequenza degli incendi diminuisce drasticamente. Grazie a questi studi è stato quindi possibile capire l'origine della nostra attuale copertura boschiva e intuire quali sarebbero senza l'intervento dell'uomo le specie dominanti nei nostri boschi. Informazioni di estrema importanza per una futura gestione selvicolturale in sintonia con la natura.