6 resultados para LIM,Nativi digitali,Immigrati digitali,mappa cognitiva
em BORIS: Bern Open Repository and Information System - Berna - Suiça
Resumo:
Zyxin is a versatile component of focal adhesions in eukaryotic cells. Here we describe a novel binding partner of zyxin, which we have named LIM-nebulette. LIM-nebulette is an alternative splice variant of the sarcomeric protein nebulette, which, in contrast to nebulette, is expressed in non-muscle cells. It displays a modular structure with an N-terminal LIM domain, three nebulin-like repeats, and a C-terminal SH3 domain and shows high similarity to another cytoskeletal protein, Lasp-1 (LIM and SH3 protein-1). Co-precipitation studies and results obtained with the two-hybrid system demonstrate that LIM-nebulette and Lasp-1 interact specifically with zyxin. Moreover, the SH3 domain from LIM-nebulette is both necessary and sufficient for zyxin binding. The SH3 domains from Lasp-1 and nebulin can also interact with zyxin, but the SH3 domains from more distantly related proteins such as vinexin and sorting nexin 9 do not. On the other hand, the binding site in zyxin is situated at the extreme N terminus as shown by site-directed mutagenesis. LIM-nebulette and Lasp-1 use the same linear binding motif. This motif shows some similarity to a class II binding site but does not contain the classical PXXP sequence. LIM-nebulette reveals a subcellular distribution at focal adhesions similar to Lasp-1. Thus, LIM-nebulette, Lasp-1, and zyxin may play an important role in the organization of focal adhesions.
Resumo:
Several studies have linked overexpression of the LIM and SH3 domain protein 1 (LASP1) to progression of breast, colon, liver, and bladder cancer. However, its expression pattern and role in human prostate cancer (PCa) remained largely undefined. Analysis of published microarray data revealed a significant overexpression of LASP1 in PCa metastases compared to parental primary tumors and normal prostate epithelial cells. Subsequent gene-set enrichment analysis comparing LASP1-high and -low PCa identified an association of LASP1 with genes involved in locomotory behavior and chemokine signaling. These bioinformatic predictions were confirmed in vitro as the inducible short hairpin RNA-mediated LASP1 knockdown impaired migration and proliferation in LNCaP prostate cancer cells. By immunohistochemical staining and semi-quantitative image analysis of whole tissue sections we found an enhanced expression of LASP1 in primary PCa and lymph node metastases over benign prostatic hyperplasia. Strong cytosolic and nuclear LASP1 immunoreactivity correlated with PSA progression. Conversely, qRT-PCR analyses for mir-203, which is a known translational suppressor of LASP1 in matched RNA samples revealed an inverse correlation of LASP1 protein and mir-203 expression. Collectively, our results suggest that loss of mir-203 expression and thus uncontrolled LASP1 overexpression might drive progression of PCa.
Resumo:
La nostra proposta presenta alcuni aspetti e risultati di un progetto dell'Università di Berna che si occupa delle conseguenze del pensionamento sulle competenze plurilingui di immigrati italiani nella Svizzera tedesca. Rifacendoci a De Bot (2007), che ha definito come “language related major life events” i momenti nella vita rilevanti per mutamenti delle competenze linguistiche, ipotizziamo che il pensionamento possa costituire un punto di svolta nella biografia linguistica di migranti (ma non solo) anche se finora mancano gli studi sull’argomento. Nel caso delle persone prese in considerazione il pensionamento rappresenta un momento fondamentale, quasi paragonabile, per le conseguenze che implica, al momento della migrazione. Se quest'ultima è stata, nella maggior parte dei casi, caratterizzata dalla ricerca di lavoro, la nuova fase della vita dopo il pensionamento comporta mutamenti nelle reti sociali e ha conseguenze anche per l'uso delle lingue. Un punto centrale della ricerca è la domanda di come i migranti affrontino questo momento all’interno della situazione diglossica della Svizzera tedesca, in cui lo svizzero tedesco è stato imparato attraverso il contatto strumentale e accanto ad esso si è mantenuta la lingua d'origine (cfr.Berruto 1991). La metodologia applicata consiste in due fasi: nella prima si utilizzano questionari per ottenere informazioni generali sui dati demografici e sulla situazione sociale, e per elicitare autovalutazioni delle competenze linguistiche. Nella seconda si effettuano interviste semiguidate per ottenere informazioni più approfondite sulla vita e sulle biografie linguistiche. Per ottenere dati relativi alle competenze linguistiche, viene inoltre utilizzato un test di competenza dello svizzero tedesco, sviluppato all’interno del progetto sulla base del SOPI (cfr.Kenyon 2000).
Pensionamento e plurilinguismo. Un'indagine qualitativa su immigrati italiani e su svizzeri tedeschi
Resumo:
Che cosa succede con le competenze linguistiche quando una persona va in pensione? Perde delle competenze perché si indebolisce il contatto con la rete sociale del lavoro o acquisisce nuove competenze grazie alla maggiore disponibilità di tempo (frequentando per esempio un corso di lingua)? Partendo da queste domande il presente lavoro indaga la tematica finora poco studiata della percezione di cambiamenti riguardo all’uso e alle competenze delle lingue durante il processo del pensionamento. Dopo aver passato in rassegna il quadro interdisciplinare degli studi incentrati sulla terza età, viene discusso il complesso di fattori che interagiscono nelle dinamiche del pensionamento. Nella seconda parte del lavoro, si presenta invece una serie di indagini empiriche svolte dall’autrice che offrono un primo approccio sociolinguistico ai mutamenti legati a questo importante momento della vita.
Resumo:
In diesem Artikel möchten wir einen Blick in die Sprachenvielfalt eines besonderen Deutschkurses werfen. Es handelt sich dabei um einen Kurs für pensionierte italienische Migrantinnen in Bern. Die Teilnehmerinnen, alle älter als 70 Jahre, mit meist geringer Schulbildung, haben sich dazu entschlossen, nach der Pensionierung die Sprache des Gastlandes zu erlernen oder ihre Kompetenzen zu verbessern. Wie frühere Studien zeigen konnten, hatten viele Immigranten der 60er Jahre in der Schweiz auf Grund der Diglossie (Werlen 2007) Probleme die deutsche Standardsprache zu erlernen oder sie haben keine der Varietäten gelernt weil Zeit, Motivation und Angebot fehlten. Ein weiteres Resultat dieser diglossischen Situation, mit welcher die Migranten konfrontiert sind, ist ihre Sprachkompetenz, welche als Varietätenkontinuum zwischen einem Deutschschweizer Dialekt und der Standardsprache betrachtet werden kann. Daher werden wir anhand einiger Unterrichtssequenztranskriptionen die sprachlichen Varietäten von vier Kursteilnehmerinnen analysieren und die Funktion der verschiedenen Sprachen und Sprachvarietäten innerhalb des Kurses bestimmen.