2 resultados para procedural and substantive knowledge

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Lo scopo di questa tesi è lo studio degli aspetti procedurali e dosimetrici in angiografie periferiche che utilizzano la CO2 come mezzo di contrasto. La tecnica angiografica consiste nell’imaging radiologico di vasi sanguigni tramite l’iniezione di un mezzo di contrasto, e il suo uso è in costante incremento a causa dell’aumento di pazienti con malattie vascolari. I mezzi di contrasto iodati sono i più comunemente utilizzati e permettono di ottenere immagini di ottima qualità, ma presentano il limite di una elevata nefrotossicità. La CO2 è considerata un’interessante alternativa al mezzo iodato, per la sua acclarata biocompatibilità, soprattutto per pazienti con elevati fattori di rischio (diabete e/o insufficienza renale). Il suo utilizzo presenta comunque alcuni aspetti problematici, dovuti allo stato gassoso e al basso contrasto intrinseco rispetto alla soluzione iodata. Per quest’ultimo motivo si ritiene generalmente che l’utilizzo della CO2 comporti un aumento di dose rispetto ai mezzi di contrasto tradizionali. Il nostro studio, effettuato su diversi apparati radiologici, ha dimostrato che i parametri di emissione radiologica sono gli stessi per i protocolli di angiografia tradizionale, con iodio, e quelli che utilizzano CO2. Questa evidenza suggerisce che i protocolli CO2 operino solo sul trattamento delle immagini ottenute e non sulla modalità di acquisizione, e dal punto di vista dosimetrico l’angiografia con CO2 è riconducibile all’angiografia tradizionale. L’unico fattore che potrebbe portare a un effettivo incremento di dose al paziente è un allungamento dei tempi di scopia e di procedura, che andrebbe verificato con una campagna di misure in ambito clinico. Sulla base della stessa evidenza, si ritiene che la visualizzazione della CO2 possa essere ulteriormente migliorata attraverso l’ottimizzazione dei parametri di emissione radiologica (kVp, frame rate e durata degli impulsi) attualmente predisposti per l’uso di mezzi di contrasto iodati.

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To be able to interpret patterns of biodiversity it is important to understand the processes by which new species evolve and how closely related species remain reproductively isolated and ecologically differentiated. Divergence and differentiation can vary during speciation and it can be seen in different stages. Groups of closely related taxa constitute important case studies to understand species and new biodiversity formation. However, it is important to assess the divergence among them at different organismal levels and from an integrative perspective. For this purpose, this study used the brown seaweeds genus Fucus as a model to study speciation, as they constitute a good opportunity to study divergence at different stages. We investigated the divergence patterns in Fucus species from two marginal areas (northern Baltic Sea and the Tjongspollen area), based on phenetic, phylogenetic and biological taxonomical criteria that are respectively characterised by algal morphology, allele frequencies of five microsatellite loci and levels of secondary polyphenolic compounds called phlorotannins. The results from this study showed divergence at morphological and genetic levels to certain extent but complete lack of divergence at biochemical level (i.e. constitutive phlorotannin production) in the Baltic Sea or Norway. Morphological divergence was clearly evident in Tjongspollen (Norway) among putative taxa as they were identified in the field and this divergence corresponds with their neutral genetic divergence. In the Baltic, there are some distinguishable patterns in the morphology of the swedish and finnish individuals according to locality to certain extent but not among putative taxa within localities. Likewise, these morphological patterns have genetic correspondence among localities but not within each locality. At the biochemical level, measured by the phlorotannin contents there were neither evidence of divergence in Norway or the Baltic Sea nor any discernable aggregation pattern among or within localities. Our study have contributed with further understanding of the Baltic Sea Fucus system and its intriguingly rapid and recent divergence as well as of the Tjongspollen area systems where formally undescribed individuals have been observed for the first time; in fact they appear largely differentiated and they may well warrant a new species status. In current times, climate change threatens, peripheral ecosystems, biodiversity, and increased knowledge of processes generating and maintaining biodiversity in those ecosystems seem particularly important and needed.