2 resultados para meat hydrolysates
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Nel settore alimentare viene utilizzata un’elevata quantità di materie plastiche per conservare i prodotti e facilitarne la distribuzione. L’utilizzo di questi polimeri ha un costo ambientale piuttosto elevato, per questo trovare surrogati ecosostenibili diventa sempre più importante. In questa tesi abbiamo testato l’efficacia del confezionamento di un prodotto altamente deperibile, quale carne di pollo, con un biofilm a base di chitosano. Il chitosano è polisaccaride largamente presente in natura, dotato di caratteristiche chimico-fisiche che permettono l’ottenimento di un film con proprietà meccaniche e di barriera simili ai polimeri tradizionali, oltre a possedere attività antibatterica. Abbiamo realizzato film contenenti chitosano e altri biocomposti, quali montmorillonite, nanoparticelle di ossido di zinco e olio essenziale di rosmarino, per un totale di 6 film con diversa composizione. Tramite analisi microbiologiche e chimico-fisiche abbiamo confrontato l’efficacia dei diversi film prodotti rispetto ad un controllo (carne conservata in un contenitore asettico). Le analisi sono state svolte in doppio, a 0, 3, 7, 10, 15 giorni di conservazione ad una temperatura di 4°C. In diversi film abbiamo ottenuto una riduzione significativa rispetto al controllo (p<0,05) della conta totale dei microrganismi mesofili aerobici (TMAM) e delle Enterobacteriaceae. La rilevazione del pH e dell’acidità titolabile ha fornito risultati in linea a quelli microbiologici. I campioni nel biofilm hanno spesso subito una variazione significativa (p<0,05) dell’umidità rispetto al controllo, a causa dell’elevata permeabilità al vapore acqueo. L’analisi dei TBARS non ha spesso riportato differenze significative rispetto al controllo (p>0,05), e quando presenti, è perché il campione era più ossidato del controllo (p<0,05). Invece, è stato ottenuto un miglioramento significativo (p<0,05) dello Hue angle tra i film e il controllo. I risultati ottenuti forniscono le basi per studi aggiuntivi.
Resumo:
L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato quello di valutare l’effetto della modalità di raffreddamento delle carcasse (lenta o veloce) e della presenza dell’anomalia SM sull’acidificazione muscolare post-mortem. Inoltre, è stato valutato l’effetto del genere, del peso alla macellazione e della categoria di allevamento degli animali sull’incidenza dell’anomalia SM. Dai rilievi effettuati su un totale di 74.000 muscoli P. major è emersa un’incidenza totale pari al 5,4%, superiore del 90% negli individui femmine rispetto ai maschi. La categoria di peso degli animali ha esercitato un effetto significativo sull’incidenza dell’anomalia, che è risultata superiore negli individui più pesanti, mentre la categoria di allevamento non è risultata influente, a prescindere dal genere degli animali. Dalle analisi effettuate su 52 carcasse, non è emersa alcuna interazione significativa tra la modalità di raffreddamento e l’incidenza dell’anomalia SM. I valori di pH muscolare durante la fase di pre-rigore non sono risultati significativamente differenti in funzione della modalità di raffreddamento, ad eccezione del pH a 120 minuti post-mortem, mentre è emerso come i petti miopatici mostrino pH significativamente inferiori rispetto alla controparte normale fino a 3 h post-mortem, per poi presentare valori superiori al termine della prova (24 h), presumibilmente a causa del loro ridotto potenziale glicolitico. I risultati ottenuti rappresentano un punto di partenza per futuri studi finalizzati alla comprensione dell’effetto dei fattori di macellazione sull’insorgenza e/o sul peggioramento dell’anomalia, così come delle cause che rendono l’incidenza dell’anomalia maggiore negli individui di sesso femminile.