2 resultados para maltese

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Obiettivo del lavoro di tesi è l’analisi della vulnerabilità delle strutture della città di Augusta, che è una delle aree campione scelte dal progetto europeo ASTARTE, riguardante fra l’altro la stima e la mitigazione del rischio da tsunami nei mari europei. Per prima cosa sono state ricercate le strutture tettoniche che possono dare origine a terremoti di grande magnitudo, e che possono causare in seguito devastanti tsunami, nella zona della Sicilia orientale. La Scarpata Maltese è risultata essere la caratteristica morfologica dominante in questa zona del Mediterraneo. Per l’analisi di vulnerabilità sono state utilizzate due diverse metodologie: il modello SCHEMA (SCenarios for Hazard-induced Emergencies MAnagement) e il modello PTVA-3 (Papathoma Tsunami Vulnerability Assessment). Il metodo SCHEMA, di tipo quantitativo, è un metodo più semplice in quanto si avvale della fotointerpretazione per assegnare ad una costruzione la classe di appartenenza in base alla sua tipologia. Poi, attraverso le matrici del danno, si assegna un livello di danno (da D0, nessun danno, a D5, collasso) in base all’altezza della colonna d’acqua. Il metodo PTVA-3, di tipo qualitativo, risulta invece essere più complicato. Infatti, per arrivare all’assegnazione dell’indice di vulnerabilità relativa (RVI), che fornisce una stima del danno subito da una data struttura, si ha bisogno di assegnare un certo numero di attributi. L’indice RVI è dato dalla somma pesata tra la vulnerabilità strutturale e la vulnerabilità dovuta all’intrusione d’acqua (percentuale di piani inondati). In conclusione si è fatto un confronto tra i due metodi, ottenendo una sovrastima del metodo PTVA-3 rispetto al metodo SCHEMA nella quantificazione del livello di danneggiamento degli edifici.

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This study focused on the role of oceanographic discontinuities and the presence of transitional areas in shaping the population structure and the phylogeography of the Raja miraletus species complex, coupled with the test of the effective occurrence of past speciation events. The comparisons between the Atlantic African and the North-Eastern Atlantic-Mediterranean geographic populations were unravelled using both Cytochrome Oxidase I and eight microsatellite loci. This approach guaranteed a robust dataset for the identification of a speciation event between the Atlantic African clade, corresponding to the ex Raja ocellifera nominal species, and the NE Atlantic-Mediterranean R. miraletus clade. As a matter of fact, the origin of the Atlantic Africa and the NE Atlantic-Mediterranean deep split dated about 11.74MYA and was likely due to the synergic influence currents and two upwelling areas crossing the Western African Waters. Within the Mediterranean Sea, particular attention was also paid to the transitional area represented by Adventura and Maltese Bank, that might have contributed in sustaining the connectivity of the Western and the Eastern Mediterranean geographical populations. Furthermore, the geology of the easternmost part of Sicily and the geo-morphological depression of the Calabrian Arc could have driven the differentiation of the Eastern Mediterranean Sea. Although bathymetric and oceanographic discontinuity could represent barriers to dispersal and migration between Eastern and Western Mediterranean samples, a clear and complete genetic separation among them was not detected. Results produced by this work identified a speciation event defining Raja ocellifera and R. miraletus as two different species, and describing the R. miraletus species complex as the most ancient cryptic speciation event in the family Rajidae, representing another example of how strictly connected the environment, the behavioural habits and the evolutionary and ecologic drivers are.