17 resultados para Zona retrorubral

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Il presente lavoro di tesi si inserisce allinterno del progetto ENI SEALINE-Monitoraggio Linea di Costa e Sedimenti Ravennache segue il progetto appena concluso Valutazione Impatto Ambientale Sealine Ravenna(Protocollo dIntesa fra Eni e ARPA Agenzia Regionale Prevenzione ed Ambiente). Il progetto in questione prende il nome di PROGETTO SEALINE 3 e riparte dai precedenti risultati e relative conclusioni ottenute nellarco dei PROGETTI SEALINE 1 e 2. Le Sealines sono oleodtti che si snodano da Punta Marina fino ai terminali SAROM, oggi in gestione allazienda Eni, impattando un area di circa 290 km2. Limpatto attuale degli oleodotti appartenenti al complesso SEALINE A e SEALINE B se pur dismessi negli anni 70 e bonificati nel 2003 rimane argomento preponderante per lo stato della qualit ambientale e nello specifico delle acque adriatiche. Indispensabile a tale scopo lo studio della comunit macrobentonica che caratterizza la zona; un analisi temporale relativa questultima, relativa a tre anni di campionamento (2005-2006-2010) ha visto considerate 23 stazioni suddivise tra zone di controllo e Sealines. La comunit si dimostrata fluttuante nel tempo e nello spazio con particolare discostamento tra zone impattate e non. Analisi collaterali sulla struttura di comunit hanno inoltre evidenziato il ruolo della batimetria nel guidare tale differenze; il fattore geografico in questione stato sottolineato dallanalisi delle specie caratterizzanti le diverse batimetrie; specie quali Corbula gibba o Ampelisca diadema sono risultate vincolanti nel caratterizzare tali differenze. Lanalisi sul gruppo trofico delle specie appartenenti alla comunit di Sealines, in relazione non solo al fattore batimetrico, ma anche a fattori quali concentrazioni lungo la colonna dacqua di clorofilla a, e granulometria hanno posto laccento delle differenze su un gradiente geospaziale e non di tipo area-sito.

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The present work is part of the European project THESEUS (Innovative technologies for safer Europeans coasts in a changing climate). The main goals are to provide adequate integrated methodologies for strategic planning of sustainable coastal defence. The present study investigates the structure and composition of meiobenthonic populations of the intertidal zone in four beaches along the Northern Adriatic coast of Emilia Romagna: Lido di Spina, Bellocchio, Lido di Dante e Cervia. The four sites are different for the level of human impacts and for the different management interventions against coastal erosion. The analysis of biotic and abiotic variables revealed different responses due mainly to site-specific characteristics of the investigated sites, in particular as regards the site of Bellocchio. The growing interest in ecosystems of sandy beaches has recently highlighted the importance of the ecological role of meiofauna, emphasizing the need to develop studies aimed to conservation as well as to the use of these organisms as descriptors of the environmental status. The present study showed that the response of the organisms of meiofauna was highly sensitive to the specific environmental conditions of the four sites considered. Therefore it appears to be possible to consider the response of meiofauna to environmental and anthropogenic stressors as supplementary information to the responses of macrobenthic communities, which have been, until now, widely recognized and used as syncretic indicators of the ecosystem status.

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Dalla collaborazione fra il Comune di Ravenna ed ENI ha preso origine il progetto RIGED Ra ossia il Progetto di ripristino e gestione delle dune costiere ravennati. Nellambito di tale attivit sperimentale si voluto effettuare una caratterizzazione dellidrologia di una limitata, ma rappresentativa, porzione dellacquifero freatico costiero situata in un cordone di dune posto nella Pineta di Lido di Classe, a sud di Foce Bevano. Lo studio si pone di essere rappresentativo per le caratteristiche idrogeologiche delle dune costiere adriatiche nella zona di Ravenna. A tale fine stato valutato landamento di alcuni parametri chimico-fisici delle acque sotterranee; inoltre, stata monitorata mensilmente la profondit della tavola dacqua (water table - WT). Questi monitoraggi hanno permesso di descrivere la distribuzione delle acque dolci e di quelle salate nonch la loro dinamica stagionale. Infine, stata eseguita unanalisi idro-geochimica con lintento di valutare la tipologia delle acque presenti nellarea in esame e la loro eventuale variazione stagionale. Per la raccolta dei campioni stata sfruttata linnovativa metodologia a minifiltri utilizzata da alcuni anni nel nord dellEuropa, in modo particolare in Olanda. Questa tecnica ha due caratteristiche peculiari: i tempi di campionamento vengono ridotti notevolmente ed, inoltre, permette unottima precisione e rappresentativit delle acque di falda a diverse profondit poich si effettua un campionamento ogni 0,50 m. Lunico limite riscontrato, al quale vi comunque rimedio, il fatto che la loro posizione risulti fissa per cui, qualora vi siano delle fluttuazioni dellacquifero al di sopra del minifiltro pi superficiale, queste non vengono identificate. consigliato quindi utilizzare questo metodo di campionamento poich risulta essere pi performante rispetto ad altri (ad esempio al sistema che sfrutta lo straddle packers SolinstTM ) scegliendo tra due diverse strategie per rimediare al suo limite: si aggiungono minifiltri superficiali che nel periodo estivo si trovano nella zona vadosa dellacquifero oppure si accompagna sempre il campionamento con una trivellata che permetta il campionamento del top della falda. Per quanto concerne la freatimetria il campionamento mensile (6 mesi) ha mostrato come tutta larea di studio sia un sistema molto suscettibile allandamento delle precipitazioni soprattutto per la fascia di duna prossima alla costa in cui la scarsa vegetazione e la presenza di sedimento molto ben cernito con una porosit efficace molto elevata facilitano la ricarica dellacquifero da parte di acque dolci. Inoltre, sul cordone dunoso lacquifero si trova sempre al di sopra del livello medio mare anche nel periodo estivo. Per questa caratteristica, nel caso lacquifero venisse ricaricato artificialmente con acque dolci (Managed Aquifer Recharge), potrebbe costituire un efficace sistema di contrasto allintrusione salina. Lo spessore dacqua dolce, comunque, molto variabile proprio in funzione della stagionalit delle precipitazioni. Nellarea retro-dunale, invece, nel periodo estivo lacquifero freatico quasi totalmente al di sotto del livello marino; ci probabilmente dovuto al fatto che, oltre ai livelli topografici prossimi al livello medio mare, vi una foltissima vegetazione molto giovane, ricresciuta dopo un imponente incendio avvenuto circa 10 anni fa, la quale esercita una notevole evapotraspirazione. importante sottolineare come durante la stagione autunnale, con lincremento delle precipitazioni la tavola dacqua anche in questarea raggiunga livelli superiori a quello del mare. Dal monitoraggio dei parametri chimico fisici, in particolare dal valore dellEh, risulta che nel periodo estivo lacquifero un sistema estremamente statico in cui la mancanza di apporti superficiali di acque dolci e di flussi sotterranei lo rende un ambiente fortemente anossico e riducente. Con larrivo delle precipitazioni la situazione cambia radicalmente, poich lacquifero diventa ossidante o lievemente riducente. Dalle analisi geochimiche, risulta che le acque sotterranee presenti hanno una composizione esclusivamente cloruro sodica in entrambe le stagioni monitorate; lunica eccezione sono i campioni derivanti dal top della falda raccolti in gennaio, nei quali la composizione si modificata in quanto, il catione pi abbondante rimane il sodio ma non si ha una dominanza di un particolare anione. Tale cambiamento causato da fenomeni di addolcimento, rilevati dallindice BEX, che sono causati allarrivo delle acque dolci meteoriche. In generale, si pu concludere che la ricarica superficiale e la variazione stagionale della freatimetria non sono tali da determinare un processo di dolcificazione in tutto lacquifero dato che, nelle zone pi profonde, si rivela la presenza permanente di acque a salinit molto superiore a 10 g/L. La maggior ricarica superficiale per infiltrazione diretta nelle stagioni a pi elevata piovosit non quindi in grado di approfondire linterfaccia acqua dolce-acqua salata e pu solamente causare una limitata diluizione delle acque di falda superficiali.

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Il prodotto principale del lavoro la Carta Geologica alla scala 1:5.000 che ha portato un avanzamento delle conoscenze nella zona in esame. Dal punto di vista stratigrafico il Gruppo dei Calcari Grigi stato suddiviso nelle formazioni gi distinte nei Fogli CARG Tione, Mal, Trento e Asiago: la Formazione di Monte Zugna, Fm. Di Loppio, Fm. Di Rotzo, Fm. Di Grigno. stato possibile anche rilevare e cartografare lOolite di S. Vigilio, anche detta Encrinite di Monte Agaro, con uno spessore di circa 5 m sino alla zona di Sass de Falares, cio pi ad est di quanto noto in letteratura. E stato osservato che la Linea di Belluno non un piano unico, ma comprende altre due faglie: la Linea di Monte Piad che consiste in una faglia inversa che taglia in cerniera lAnticlinale del Monte Coppolo, e poco a sud la Linea di Sasso Falares che rappresenta la faglia che ha generato la piega per propagazione di faglia del Coppolo, e proseguendo poi verso lalto ha tagliato tutta la piega emergendo in superficie. In tal modo si forma il duplex di Sasso Falares, arrangiato in una blanda coppia anticinale-sinclinale tipica della geometria di queste strutture, che risulta delimitato a nord dalla linea omonima e a sud dalla L. di Belluno s.s. che si incontrano a quota circa 700 m. Si potuta anche ricostruire la cinematica del piano principale del thrust di Belluno studiando laffioramento eccezionale messo a nudo di recente. Gli assi degli sforzi, agenti in compressione, ricostruiti tramite lanalisi meso-strutturale, testimoniano una compressione orientata NNW-SSE, correlabile con lEvento Valsuganese del Serravalliano-Tortoniano, legato ad un asse compressivo N340 che rappresenta levento principale nella regione sudalpina. Anche lEvento compressivo del Cattiano-Burdigalliano con asse N30 ed una compressione orientata circa E-W correlabile con lEvento Scledense del Messiniano-Pliocene risultano dallanalisi strutturale.

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Il lavoro si propone di definire lassetto geologico strutturale dellarea compresa tra la Valle del Torrente Cismon ed il Sass de Falares, a nord di Lamon (BL). Le novit che si sono potute aggiungere alla cartografia esistente, dal punto di vista stratigrafico sono: 1) La suddivisione del gruppo dei Calcari Grigi in quattro formazioni presenti pi a occidente, quali la formazione di Monte Zugna, la formazione di Loppio, la formazione di Rotzo e la formazione del Grigno che in queste zone non erano ancora state evidenziate. La presenza di diffusi noduli di selce grigio-giallastra presenti nella parte medio-alta della formazione di Monte Zugna che testimoniano la persistenza di un ambiente subtidale nel Lias al passaggio tra Alto di Trento e Bacino Bellunese. 2) La presenza dellEncrinite di Monte Agaro (Oolite di S.Vigilio) con uno spessore esiguo di 5 m sul Monte Coppolo ed anche in cresta a Sass de Falares. In ambito tettonico: 1) Si accertato che lanticlinale del Monte Coppolo tagliata dalla faglia inversa del M.Piad con direzione circa E O e immergente a N con uninclinazione di circa 70 spezzando la piega quasi in cerniera; la si pu riconoscere sul versante S ed E del M. Coppolo dove disloca la Fm. di M. Zugna e la Dolomia Principale. 2) Si ricostruito lassetto tettonico del Sass de Falares, che risulta essere una scaglia tettonica (duplex) compresa tra la Linea di Sass de Falares e la Linea di Belluno. 3) LAnticlinale del M. Coppolo si generata per propagazione di una faglia che corrisponde alla Linea di Sass de Falares che in seguito ha tagliato lanticlinale con meccanismi di fault bend folding. Infine per ultima si formata la Linea di Belluno s.s. a basso angolo con un raccorciamento maggiore di 2 km. Il sovrascorrimento di Belluno pertanto non una struttura unica ma si sfrangia in 3 strutture tettoniche separate: Linea di M.Piad, Linea di Sass de Falares e Linea di Belluno s.s. 4) In Val della Selva stato invece fatta la scoperta pi importante di questo lavoro, visto che si potuto osservare direttamente il piano principale della Linea di Belluno affiorante sulla strada forestale che porta verso la localit Pugnai e quindi studiarlo e tracciarlo con precisione sulla carta. Esso ha direzione N68 ed un inclinazione di 30 verso NNW; mette a contatto la Fm. di M. Zugna con la Maiolica. Nellaffioramento si potuta definire lanatomia della zona di taglio con associazioni di piani R, R, P e tettoniti S-C. 5) La ricostruzione della sezione geologica ci ha permesso di riconoscere lorganizzazione degli strati coinvolti nella deformazione. Attraverso programmi appositi quali Georient e Software Carey sono stati ricostruiti gli assi di massima compressione tramite lanalisi meso-strutturale: essi testimoniano una compressione orientata NNW-SSE, in accordo con lEvento Valsuganese del Serravalliano-Tortoniano, legato ad un asse compressivo N340 che rappresenta levento principale nella regione sudalpina, ma sono stati riconosciuti anche assi di compressione orientati NE-SW e circa E-W correlabili con lEvento Insubrico del Miocene inf. e con lEvento Scledense del Messiniano - Pliocene.

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Questo elaborato ha come obiettivo il rilevamento geologico di dettaglio di alcuni affioramenti del basamento polimetamorfico della Falda del Tonale, nella zona del Passo Val Clapa (Alta Val di Non, TN), e di verificare lattribuzione delle litologie allUnit dUltimo, di alto grado metamorfico, o a quella del Tonale, di pi basso grado. In due affioramenti nelle immediate vicinanze del Passo Val Clapa sono stati rinvenuti principalmente gneiss e gneiss migmatitici a granato e cianite, anfiboliti e miloniti, mentre in un affioramento a E del passo gneiss migmatitici a granato e cianite, migmatiti (stromatiti e nebuliti) e ultramafiti. Le foliazioni, definite dallorientazione preferenziale dei minerali, indicano due direzioni principali: unorientazione NNE-SSW, immergente verso ESE, rilevata nelle rocce milonitiche, che stata correlata alla presenza della linea della Val Clapa; unorientazione NW-SE, immergente verso NE, insieme ad una blanda piega con asse orientato NNE-SSW, rilevata nelle ultramafiti e nelle loro rocce incassanti. Sono state inoltre misurate le giaciture dei principali set di fratture che interessano gli ammassi ed stata documentata la presenza di pseudotachiliti allinterno delle miloniti. Il corpo ultramafico stato cartografato al contatto fra stromatiti e nebuliti e quindi allinterno dellUnit dUltimo. Le miloniti, invece, rimangono di attribuzione incerta, anche se il loro ritrovamento in associazione con anfiboliti retrocesse in facies scisti verdi e di pegmatiti faccia propendere per unassegnazione allUnit del Tonale. Unanalisi di dettaglio degli gneiss affioranti nelle vicinanze delle miloniti permetterebbe di classificarli come paragneiss a sillimanite, caratteristici dellUnit del Tonale, o come paragneiss a granato e cianite, diagnostici dellUnit dUltimo, contribuendo alla corretta attribuzione geologica di questi terreni.

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Laumento della frequenza di accadimento e dellintensit di eventi di tempesta rappresenta una seria minaccia per gli ambienti costieri, in particolare per quelli dominati da spiagge sabbiose. Nel seguente lavoro di tesi si voluto approfittare di un evento di flooding che ha interessato la spiaggia di Cesenatico (Febbraio 2015), provocando un lieve arretramento della linea di riva, per valutare la risposta del comparto macrobentonico a uno shift da zona intertidale a quella di primo subtidale. I dati relativi al periodo post-disturbo (after), mostrano variazioni sia dal punto di vista dellambiente fisico che delle comunit bentoniche ad esso associate; per quanto riguarda i campioni del 2015, si osservata una diminuzione della media granulometrica e un aumento della materia organica rispetto al 2011 (before). Si evidenziano differenze anche tra le comunit bentoniche before e after levento, con valori di abbondanza, numero di taxa e diversit maggiori in after, nonch dellintera struttura di comunit in cui si osservano variazioni di dominanza di particolari specie e linsediamento di specie non presenti prima dellevento. In before c una dominanza di S. squamata, un polichete fossatorio tipico dellintertidale. In after risultato che molte pi specie concorrono nel determinare i pattern osservati, ed emerge una netta dominanza di L. mediterraneum e dei tanaidacei del genere Apseudes. I valori delle variabili ambientali e biotiche sono stati utilizzati per costruire un modello previsionale FNB (fuzzy naive Bayes) che stato utilizzato con i dati abiotici relativi allafter per prevedere i pattern di comunit. Dalle simulazioni si osserva che i pattern spaziali del macrobenthos seguono levoluzione dellintero sistema, confermando uno shift da intertidale a primo subtidale e pu essere usato come base per comprendere gli effetti di un flooding costiero su sistemi vulnerabili qual la spiaggia di Cesenatico.

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Il presente lavoro riguarda lo studio delle colate detritiche, fenomeno che rappresenta un importante argomento di studio sia per la sua caratterizzazione e analisi a livello scientifico che per attuare una corretta pianificazione e gestione del territorio. Nellambiente alpino, ed in particolare nellarea Dolomitica, le colate detritiche rappresentano un fenomeno complesso, le cui caratteristiche di velocit ed intensit, congiuntamente alla difficile previsione temporale, determinano lalto grado di pericolosit che espone a rischi elevati infrastrutture e persone. Il monitoraggio delle colate detritiche assume quindi una notevole importanza nella determinazione delle condizioni idrologiche e morfologiche che inducono la generazione e la propagazione di tali fenomeni. Il presente lavoro ha come obiettivo la caratterizzazione della risposta idrologica nella zona dinnesco di un canale detritico, localizzato nella Conca Ampezzana. La caratterizzazione stata definita attraverso lanalisi dei dati ottenuti dal monitoraggio eseguito mediante una stazione di rilevamento appositamente progettata e realizzata.