2 resultados para Veer, Kees van der

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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L’interazione spin-orbita (SOI) nel grafene è attualmente oggetto di intensa ricerca grazie alla recente scoperta di una nuova classe di materiali chiamati isolanti topologici. Questi materiali, la cui esistenza è strettamente legata alla presenza di una forte SOI, sono caratterizzati dall’interessante proprietà di avere un bulk isolante ed allo stesso tempo superfici conduttrici. La scoperta teorica degli isolanti topologici la si deve ad un lavoro nato con l’intento di studiare l’influenza dell’interazione spin-orbita sulle proprietà del grafene. Poichè questa interazione nel grafene è però intrinsecamente troppo piccola, non è mai stato possibile effettuare verifiche sperimentali. Per questa ragione, vari lavori di ricerca hanno recentemente proposto tecniche volte ad aumentare questa interazione. Sebbene alcuni di questi studi abbiano mostrato un effettivo aumento dell’interazione spin-orbita rispetto al piccolo valore intrinseco, sfortunatamente hanno anche evidenziato una consistente riduzione della qualità del grafene. L’obbiettivo che ci si pone in questa tesi è di determinare se sia possibile aumentare l’interazione spin-orbita nel grafene preservandone allo stesso tempo le qualità. La soluzione proposta in questo lavoro si basa sull’utilizzo di due materiali semiconduttori, diselenio di tungsteno WSe2 e solfuro di molibdeno MoS2, utilizzati da substrato su cui sopra verrà posizionato il grafene formando così un’eterostruttura -nota anche di “van der Waal” (vdW)-. Il motivo di questa scelta è dovuto al fatto che questi materiali, appartenenti alla famiglia dei metalli di transizione dicalcogenuri (TMDS), mostrano una struttura reticolare simile a quella del grafene, rendendoli ideali per formare eterostrutture e ancora più importante, presentano una SOI estremamente grande. Sostanzialmente l’idea è quindi di sfruttare questa grande interazione spin-orbita del substrato per indurla nel grafene aumentandone così il suo piccolo valore intrinseco.

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Il rilevatore Probe for LUminosity MEasurement (PLUME) è un luminometro per l’esperimento LHCb al CERN. Fornirà misurazioni istantanee della luminosità per LHCb durante la Run 3 a LHC. L’obiettivo di questa tesi è di valutare, con dati simulati, le prestazioni attese di PLUME, come l’occupanza dei PMT che compongono il rivelatore, e riportare l’analisi dei primi dati ottenuti da PLUME durante uno scan di Van der Meer. In particolare, sono state ottenuti tre misure del valore della sezione d’urto, necessarie per tarare il rivelatore, ovvero σ1Da = (1.14 ± 0.11) mb, σ1Db = (1.13 ± 0.10) mb, σ2D = (1.20 ± 0.02) mb, dove i pedici 1D e 2D corrispondono a uno scan di Van der Meer unidimensionale e bidimensionale. Tutti i risultati sono in accordo tra loro.