3 resultados para Stair nesting

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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The Adriatic Sea is considered a feeding and developmental area for Mediterranean loggerhead turtles, but this area is severely threatened by human impacts. In the Adriatic Sea loggerhead turtles are often found stranded or floating, but they are also recovered as by-catch from fishing activities. Nevertheless, information about population structuring and origin of individuals found in the Adriatic Sea are still limited. Cooperation with fishermen and a good network of voluntary collaborators are essential for understanding their distribution, ecology and for developing conservation strategies in the Adriatic Sea. In this study, a comparative analysis of biometric data and DNA sequence polymorphism of the long fragment of the mitochondrial control region was carried out on ninety-three loggerheads recovered from three feeding areas in the Adriatic Sea: North-western, North-eastern and South Adriatic. Differences in turtles body sizes (e.g. Straight Carapace Length) among the three recovery areas and relationship between SCL and the type of recovery were investigated. The origin of turtles from Mediterranean rookeries and the use of the Adriatic feeding habitats by loggerheads in different life-stages were assessed to understand the migratory pathway of the species. The analysis of biometric data revealed a significant difference in turtle sizes between the Southern and the Northern Adriatic. Moreover, size of captured turtles resulted significantly different from the size of stranded and floating individuals. Actually, neritic sub-adults and adults are more affected by incidental captures than juveniles because of their feeding behavior. The Bayesian mixed-stock analysis showed a strong genetic relationship between the Adriatic aggregates and Mediterranean rookeries, while a low pro¬portion of individuals of Atlantic origin were detected in the Adriatic feeding grounds. The presence of migratory pathways towards the Adriatic Sea due to the surface current system was reinforced by the finding of individuals bearing haplotypes endemic to the nesting populations of Libya, Greece and Israel. A relatively high contribution from Turkey and Cyprus to the Northwest and South Adriatic populations was identified when the three sampled areas were analyzed independently. These results have to be taken in account in a conservative perspective, since coastal hazards, affecting the population of turtles feeding in the Adriatic Sea may also affect the nesting populations of the Eastern Mediterranean with a unique genetic pattern.

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La tesi in oggetto ha lo scopo di valutare la fattibilità di sviluppare, sulla base di dati sperimentali, un metodo previsionale per il comportamento a fatica della lega AlSi10Mg prodotta mediante Laser Powder Bed Fusion, adattabile a componenti di dimensioni qualsiasi. La lega è stata trattata con invecchiamento diretto (T5) ottimizzato per ottenere una parziale riduzione delle tensioni residue senza comprometterne la durezza. Partendo da prove di fatica a flessione rotante condotte seguendo il metodo statistico Stair-Case per la definizione della resistenza a fatica, si vuole correlare il difetto killer, ossia quello che innesca la rottura del provino, alla caratterizzazione dei difetti condotta pre-prova con tomografia computerizzata ad alta risoluzione (µCT). Il difetto killer, osservato sulle superfici di frattura, viene analizzato in termini di dimensione, posizione e forma. Contemporaneamente è stato sviluppato un metodo per l’analisi dei difetti ottenuta con µCT tale da poter identificare quelli considerati più pericolosi, sulla base dello stato tensionale del campione, di posizione e dimensione dei difetti. Inoltre, è stata eseguita una caratterizzazione microstrutturale sulle sezioni trasversali dei campioni per valutare la quantità, dimensione e forma dei difetti e confrontarla con i dati di µCT. Per mostrare la relazione tra le dimensioni del difetto killer e la resistenza a fatica è stato adottato il diagramma di Kitagawa-Takahashi, con il modello di El Haddad. Dal confronto tra le metodologie è stata riscontrata una buona correlazione tra i difetti individuati come pericolosi dai dati di µCT e quelli che hanno effettivamente portato a rottura il campione, osservati in frattografia, supportando quindi la possibilità di sviluppare un metodo previsionale del comportamento a fatica. Quantitativamente, le dimensioni dei difetti killer sono nell’intervallo 90-130 µm e si trovano ad una distanza massima dalla superficie di non oltre 250 µm.

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La tesi in oggetto ha lo scopo di determinare l’effetto della sabbiatura sul comportamento a fatica della lega AlSi10Mg prodotta mediante Laser Powder Bed Fusion e trattata termicamente. I parametri di processo e di trattamento termico (T5 e T6) sono stati precedentemente ottimizzati. Al fine di determinare l’effetto della sabbiatura su topografia superficiale e microstruttura dei campioni, si sono condotte molteplici analisi avvalendosi di strumenti quali profilometria, microscopia ottica ed in scansione, analisi di tensioni residue con diffrazione a raggi X e prove di durezza. Attraverso prove di fatica per flessione rotante, eseguite secondo il metodo Stair-Case per la determinazione della resistenza a fatica, e successiva caratterizzazione delle superfici di frattura si vuole correlare il difetto killer, ossia quello responsabile del cedimento per fatica, alle caratteristiche morfologiche e microstrutturali. Il difetto killer viene caratterizzato in termini di dimensione e distanza dalla superficie e per mostrare la relazione fra la dimensione del difetto killer e la resistenza a fatica si adotta il diagramma di Kitagawa-Takahashi con modellazione di Murakami ed EL Haddad. Si è evidenziato che tutti i difetti killer sono riconducibili a lack-of-fusion con dimensione superiore ai 100 μm ad una profondità compresa fra i 150 e i 200 μm, indipendentemente dal trattamento termico o meccanico applicato. In termini di fatica si osserva che il trattamento T6 conferisce al materiale migliori proprietà rispetto a quello T5. Il processo di sabbiatura, confrontato con quello di lucidatura superficiale, ha portato a miglioramenti in termini di durezza e tensioni residue di compressione, ma si è rivelato quasi ininfluente sulla resistenza a fatica. Sulla base di quanto sopra, si conferma la possibilità di applicazione della sabbiatura in ambito industriale a componenti meccanici, anche in sostituzione della lucidatura, ottenendo un beneficio anche economico.