1 resultado para Shimura Varietäten Torelli locus
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
VILLA CAPELLO - MORA: PROGETTO DI RESTAURO E RIFUNZIONALIZZAZIONE Il restauro da intendere come un intervento diretto sullopera, e anche come sua eventuale modifica, condotta sempre sotto un rigoroso controllo tecnico-scientifico e storico-critico, se parliamo di conservazione, intendiamo loperare in un intento di salvaguardia e di prevenzione, da attuare proprio per evitare che si debba poi intervenire con il restauro, che comprende un evento traumatico per il manufatto. Un seconda parola chiave in questo discorso la materia il restauro interviene sulla materia di un monumento e questa costituisce il tramite dei valori culturali antichi, la sua conservazione e il suo restauro garantisce la trasmissione anche dei significati estetici, storici simbolici del costruito. Ma certamente influisce il tempo sulle cose per cui il progetto di restauro non pu astenersi dallintervenire, in una logica di minimo intervento, di reversibilit, di facile lettura. Il concetto di nuovo in un opera antica, concetto che a parere personale, pare centrare in pieno il problema. Il nuovo infatti deve avere carattere di autonomia e di chiara leggibilit: come l<<aggiunta>> di Boito deve essere inequivocabilmente opera nuova, come prodotto figurativo e materiale autonomo, chiara ed inequivocabile espressione <<della nostra cultura e del nostro tempo>>. Ne deriva riassumendo che oggi lobbiettivo deve essere quello di conservare da un lato senza non sotrarre altra materia alla fabbrica e di valorizzare, ossia aggiungere, nuove presenze di cultura contemporanea. Per questo si parler di progetto di restauro e rifunzionalizzazione. La fabbrica ha subito nel corso dellultimo decennio una serie di rovinose manomissioni, che a differenza di quelle operate in tempi pi antichi (coincidenti con esigenze funzionali corrispondenti alla logica delladattare) appaiano ben pi gravi, e contribuiscono a peggiorare la lettura del fabbricato. Il Veneto e soprattutto la zona intorno a Bassano del Grappa presenta una infinit di dimore padronali casini di caccia, resti di antiche residenze (colombare, oratori, ecc.) risalenti al periodo di maggior fioritura della residenza di Villa della Serenissima. Nel caso specifico di studio , quindi della rifunzionalizzazione delledificio, la domanda sorge spontanea; Come ristabilire un senso a questi spazi? E nellipotesi di poter realmente intervenire che cosa farne di questi oggetti?. E ultimo ma non ultimo in che modo poter ristabilire un dialogo con ledificio in una lettura corretta del suo significato non solo per quel che riguarda la materia ma anche per ci che ci trasmette nel viverlo, nellusufruirne nel fatto stesso di poterlo vedere, passandoci davanti. t. Lidea si forma prima ancora da un esigenza del territorio, il comune di Cassola dove ha sede la Villa,pur avendo un discreto numero di abitanti e collocandosi in posizione nevralgica in quanto molto vicino al centro diBasssano (ne quasi la promulgazione), non possiede uno spazio espositivo /rappresentativo, un edificio a carattere pubblico, sede di eventi culturali locali e non. Villa Capello Mora, potrebbe rispondere bene a questo tipo di utilizzo. Si deciso di pensare ad un luogo a carattere espositivo che possa funzionare durante tutto lanno e nei periodi etsivi includa anche il giardino esterno. Il progetto muove da due principi il principio di reversibilit e quello del minimo intervento sottolinenando volutamente che siano gli ogetti esposti e lo spazio dei locali a fare da protagonisti, Punti chiave nellinterpretazione degli spazi sono stati i percorsi, la narrazione degli oggetti esposti avviene per momenti e viene rimarcata nellallestimento tramite i materiali i colori e le superfici espositive, perch nel momento in cui visito una mostra o un museo, come se stessi vivendo la narrazione di un qualcosa, oggetto semplice od opera complessa che sia inteso nellambito museale-espositivo esso assume una capacit di trasmissione maggiore rispetto a qundo lo stesso ogetto si trova in un contesto differente, la luce e la sua disposizione nello spazio, fanno s che il racconto sia narrato, bene o male, ancora pi importante lo sfondo su cui si staglia lopera, che pu essere chiuso, come una serie di scatole dentro la scatola (edificio) oppure aperto, con singole e indipendenti pannellature dove ledificio riveste il carattere proprio di sfondo. Scelta la seconda delle due ipotesi, si voluto rimarcare nella composizione degli interni i momenti della narrazione, cos ad esempio accedendo dallingresso secondario (lato nord-ovest) al quale si dato lingresso alla mostra, -superata la prima Hall- si viene, catapultati in uno spazio porticato in origine aperto e che prevediamo chiuso da una vetrata continua, portata a debita distanza dal colonnato. Questo spazio diventa la prima pagina del testo, una prima pagina bianca, uno spazio libero, di esposizione e non di relax e di presentazione dellevento, uno spazio distributivo non votato solo a questo scopo, ma passibile di trasformazione. A rimarcare il percorso una pavimentazione in cemento lisciato, che invita laccesso alle due sale espositive a sinista e a destra delledificio. Nellala a sinistra (rispetto al nord) si apre la stanza con camino seicentesco forse un tempo ad uso cucina? Sala che ospita dei pannelli a sospesi a muro e delle teche espositive appese a soffitto. Lala di destra, diametralmente opposta, lunica che al piano terra mantiene la pavimentazione originale, stabiliva il vero atrio dentrata, nel XVII sec. riconoscibile da quattro colonne tuscaniche centrali a reggere un solaio ligneo, in questa stanza il percorso segnato a terra torna nella disposizione dei pannelli espositivi che si dispongono in un a formare un vero corridoio, tra uno e latro di questi pannelli degli spazi sufficienti a intravedere le colonne centrali, i due lati dello stretto percorso non sono paralleli e aprono in senso opposto a due restanti spazi dellintero salone, La sala suddivisa cos in queste tre parti - una di percorrenza due di esposizione - , risulta modificata nella lettura che ne annulla loriginale funzione. Questa nuova forma, non vuole essere permanente infatti i pannelli non sono fissi. la narrazione avviene cos per momenti, per parti, , che non devono necessariamente far comprendere il tutto, ma suggerirlo. Cos come per il percorso che non obbligato ma suggerito. A terminare il piano altre due sale di minore dimensione e di modesto carattere, nelle quali sono presenti pannellature a parete come nella prima sala. Lallestimento prosegue al piano primo a cui si accede tramite due rampe, trattate nel progetto difformemente, in base al loro stato e al loro significato, la rampa pi recente (XIX sec) rompe lo spazio al piano nobile stravolgendo lingresso a questo salone, che originariamente avveniva salendo dalla scala principale e oltrepassando un disimpegno. La scala ottocentesca introduce direttamente allambiente che ora risulta liberato dalle superfetazioni dello scorso secolo, mostrandosi come era stato previsto in origine. Questa rottura dello spazio viene marcata nel progetto da un volume che imprigiona la rampa e segna linizio della sala espositiva, la sala delle architetture. Al centro della sala in un gioco di pieni e vuoti i pannelli, espositivi, distaccati di poco gli uni dagli altri questa volta non a incorniciare delle colonne ma a richiamo delle pitture murali che raffiguranti una loggia alludono ad una lettura per parti e scandiscono lo spazio in una processione di eventi. A seguito del gioco sono presenti in senso ortogonale ai pannelli sopradescritti ulteriori pannellature appese ad una struttura metallica indipendente dalle capriate lignee. Tale struttura assume ad una duplice funzione, funge sia da irrigidimento della struttura (edificio) che da supporto alla pannellatura, ad essa infatti collegata una fune, che entrer in tensione, quando il pannello verr ad appendersi. Infine questa fune passante da due puleggie permetter al pannello di traslare da un lato allaltro delledificio, bloccandosi nella posizione desiderata tramite freno interno, azionato manualmente.