4 resultados para Sea urchin paracentrotus lividus embryo larval bioassay
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Paracentrotus lividus è un echinoderma bentonico marino appartenente alla classe Echinoidea, comune in tutto il Mar Mediterraneo e lungo le coste atlantiche dalla Scozia al Marocco. Questa specie è estremamente importante dal punto di vista ecologico in quanto specie chiave nella strutturazione della comunità bentonica macroalgale. Inoltre in tempi recenti il mercato delle sue gonadi ha subito una forte espansione rendendolo una specie di interesse economico in numerosi paesi europei. Il crescente prelievo sta gradualmente portando al depauperamento della risorsa, per questo motivo il riccio di mare è oggetto di numerosi studi e programmi a fini conservazionistici. Una maggiore conoscenza del ciclo riproduttivo della specie potrebbe risultare utile per una migliore gestione della risorsa. Pertanto, questo studio si propone di indagare sulla biologia di P. lividus in due aree distinte della Sardegna: Su Pallosu, nella Penisola del Sinis Sardegna centro-occidentale, e nell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo, Sardegna nordorientale, al fine di far luce sulle dinamiche del ciclo riproduttivo. Le informazioni bibliografiche a riguardo evidenziano l’influenza dei fattori ambientali quali fotoperiodo, idrodinamismo, temperatura e tipologia di pascolo sull’andamento del ciclo biologico e il momento di spawning. Diversi autori hanno osservato in Mar Mediterraneo sia un unico ciclo riproduttivo che due eventi riproduttivi annuali a conferma dell’ampia variabilità dell’andamento gonadico. Nel presente lavoro al fine di mettere in relazione le caratteristiche dell’habitat con il ciclo riproduttivo delle popolazioni in oggetto è stato analizzato l’andamento dell’Indice Gonadosomatico (IGS) su individui di diverse taglie/età, come rapporto fra il peso delle gonadi e il peso dell’individuo; inoltre a conferma dello stadio di maturazione è stata effettuata l’analisi istologica delle gonadi su campioni fissati e inclusi in paraffina, sezionati a 7μm e colorati con ematossilina-eosina prima di essere osservati al microscopio ottico. Mediante analisi d’immagine di foto subacquee utilizzando il programma Seascape è stata caratterizzata la componente macroalgale bentonica e la componente abiotica degli habitat (sabbia e roccia non vegetata) con particolare attenzione al calcolo della percentuale di ricoprimento delle specie vegetali. Inoltre i siti sono stati caratterizzati rispetto all’esposizione dei venti dominanti con elaborazione dei dati del periodo di campionamento per direzione, frequenza e intensità.
Resumo:
Il presente lavoro di tesi si inserisce nel Progetto “Monitoraggio dei sedimenti del litorale” dell’ARPA-Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente, e ne prende in considerazione parte dei risultati. Il progetto è nato con l’obiettivo di fornire una caratterizzazione dei sedimenti della costa emiliano-romagnola sommersa. Nello specifico questa tesi ha riguardato l’apprendimento e l’esecuzione delle analisi ecotossicologiche dei sedimenti compiute su due specie, l’Ampelisca diadema (Costa, 1853) e il Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816), allo scopo di determinare lo stato di contaminazione dei sedimenti considerati e classificarli secondo classi di giudizio di tossicità predefinite. A tali test ecotossicologici sono stati sottoposti campioni di sedimenti campionati nel 2010 in 104 siti e 4 diverse batimetrie posti lungo tutto il litorale emiliano-romagnolo. I risultati ottenuti nell’ambito dei due test ecotossicologici sono stati analizzati separatamente e confrontati con dati riguardanti la batimetria e le caratteristiche chimico-fisiche dei sedimenti raccolti (granulometria, contenuto di contaminanti) al fine di poter spiegare il ruolo delle componenti abiotiche nella definizione della tossicità. A tale scopo sono state eseguite delle analisi univariate e multivariate (PCA) dei dati. In seguito si sono stati comparati i risultati ottenuti nei due test. Il presente lavoro ha permesso di avere un quadro preliminare dello stato di contaminazione dei sedimenti della costa sommersa dell’Emilia-Romagna
Resumo:
Climate change is occurring at a faster rate than in the past, with an expected increase of mean sea surface temperatures up to 4.8°C by the end of this century. The actual capabilities of marine invertebrates to adapt to these rapid changes has still to be understood. Adult echinoids play a crucial role in the tropical ecosystems where they live. Despite their role, few studies about the effect of temperature increase on their viability have been reported in literature. This thesis work reports a first systematic study on several Caribbean echinoids about their tolerance to temperature rise in the context of global warming. The research - carried out at the Bocas del Toro Station of the Smithsonian Tropical Research Institute, in Panama - focalized on the 6 sea urchins Lytechinus variegatus, L. williamsi, Echinometra lucunter, E. viridis, Tripneustes ventricosus and Eucidaris tribuloides, and the 2 sand dollars Clypeaster rosaceus and C. subdepressus. Mortality and neuromuscular well-being indicators - such as righting response, covering behaviour, adhesion to the substrate, spine and tube feet movements - have been analysed in the temperature range 28-38°C. The righting time RT (i.e., the time necessary for the animal to right itself completely after inversion) measured in the 6 sea urchin species, demonstrated a clearly dependence on the water temperature. The experiments allowed to determine the “thermal safety margin” (TSM) of each species. Echinometra lucunter and E. viridis resulted the most tolerant species to high temperatures with a TSM of 5.5°C, while T. ventricosus was the most vulnerable with a TSM of only 3°C. The study assessed that all the species already live at temperatures close to their upper thermal limit. Their TSMs are comparable to the predicted temperature increase by 2100. In absence of acclimatization to such temperature change, these species could experience severe die-offs, with important consequences for tropical marine ecosystems.
Resumo:
Under the global change scenario, the possible effects of ocean warming were investigated on the larvae of five species of Caribbean Echinoids: Echinometra lucunter, Echinometra viridis, Clypeaster rosaceus, Tripneustes ventricosus and Lytechinus williamsi. Their thermal tolerance was evaluated rearing them for six days under different temperature regimes (26, 28, 30, 32, 34, 36°C). The larval sensitivity to the treatments was evaluated on the base of survival and growth. The rearing at higher temperatures has revealed a great suffering state of the larvae by inducing both reduction of live larvae and abnormality in their development. The extent of impact of the treatments varied from species to species, evidencing different levels of thermal tolerance. Anyway, higher temperature treatments have shown a general lethal threshold at about 34°C for most of the species. As an exception, the lethal threshold of Echinometra species was 36°C, few larvae of which being still capable of survive at the temperature of 34°C. The studies have also analyzed the effect of water warming on the larvae growth in terms of size and symmetry. The results put in evidence the presence of a critical upper temperature (about 32°C) at which the larvae of all species reveal a great suffering state that translates in the reduction of size (i.e., of body, stomach and postero-dorsal arm) and abnormalities (i.e., strong difference in the lengths of the two postero-dorsal arms). As sea surface temperatures are predicted to increase of 4-5°C by 2100, the high percentage of abnormal larvae and their scarce survival observed at 32- 34°C treatments indicate that the early stages of these species could be affected by future global warming.