2 resultados para Scolelepis

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Il presente studio si colloca nell’ambito del progetto europeo (FP7) THESEUS, fra i cui scopi c’è quello di fornire informazioni su vulnerabilità e resilienza degli habitat costieri in seguito all’aumento di frequenza delle inondazioni dovuto al sea level rise. E’ stata indagata la zona intertidale di spiagge sabbiose, come recettore di cambiamenti climatici. All’interno dell’habitat intertidale le comunità macrobentoniche sono di solito individuate come indicatori delle variazioni dei parametri fisico-chimici e morfodinamici. Lo scopo di questo lavoro è consistito nell’analisi delle comunità macrobentoniche e della loro interazioni con le variabili ambientali lungo tre spiagge del Nord Adriatico sottoposte a fenomeni di erosione e differenti fra di loro per caratteristiche morfodinamiche: Lido di Spina, Bellocchio e la zona della Bassona di Lido di Dante. La risposta delle comunità bentoniche è stata indagata utilizzando i dati tassonomici delle specie e raggruppando le stesse nei rispettivi gruppi trofici. Le variabili ambientali considerate sono state quelle relative alla tipologia del sedimento e quelle relative alla morfodinamica Le comunità macrobentoniche delle spiagge di Lido di Spina e di Lido di Dante sono risultate relativamente più simili tra loro, nonostante i due siti fossero i più distanti. A Lido di Spina e Lido di Dante sono state rinvenute associazioni di specie, come Scolelepis squamata ed Eurydice spinigera, tipiche delle spiagge sabbiose europee esposte al moto ondoso. In questi due siti, è risultato dominante il bivalve Lentidium mediterraneum, la cui ecologia e modalità di distribuzione aggregata permette di evidenziare il maggiore idrodinamismo che caratterizza i due siti. A Bellocchio, invece, è stato riscontrato un maggior numero di specie. Questo sito è caratterizzato dalla presenza di patch di giovanili del bivalve Mytilus galloprovincialis che sembrerebbe determinare il pattern del resto della comunità fungendo da ecosystem engineer. In termini di gruppi trofici, a Lido di Spina e a Lido di Dante prevalgono Filtratori, Carnivori e Detritivori di Superficie mentre Bellocchio è dominato da Filtratori e Misti discostandosi dagli altri siti per le sue condizioni del tutto particolari. Per quanto riguarda i descrittori abiotici, Lido di Spina e Lido di Dante, rispetto a Bellocchio, presentano una fascia intertidale più corta, pendenze maggiori, granulometrie più grossolane e risultando quindi, in generale, meno dissipative.

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La presente tesi si inserisce nel contesto del progetto europeo Theseus, che ha l’obiettivo di pianificare strategie di difesa sostenibili nei confronti dell’erosione costiera e del rischio di inondazioni. E’ stata indagata la zona intertidale di sei spiagge della costa emiliano-romagnola, diverse per caratteristiche morfodinamiche, grado di antropizzazione e modalità di gestione contro l’erosione. Lido di Spina, Bellocchio e lido di Dante sono siti più naturali, Cervia, Cesenatico e Cesenatico sud sono antropizzati per la presenza di strutture di difesa costiera o attività di bulldozing. Lo scopo principale è stato quello di valutare la risposta della componente macrobentonica a variazioni morfodinamiche conseguenti alla differente gestione. I principali risultati possono essere così riassunti. Bellocchio, sito naturale, si è rivelato il più differente per tipologia di sedimento, fine e argilloso, e comunità presenti, con specie non tipiche delle spiagge sabbiose, quali Polydora e Mytilus galloprovincialis. Lido di Dante, anch’esso naturale, si pone all’opposto, con un sedimento più grossolano e caratterizzato sia dalla dominanza di Lentidium mediterraneum, la cui presenza evidenzia il maggiore grado di idrodinamismo del sito, sia dalle specie Scolelepis squamata ed Eurydice spinigera, tipiche delle spiagge sabbiose esposte al moto ondoso. Cervia, Cesenatico e Cesenatico sud presentano un numero di specie e di individui minore rispetto agli altri siti, come probabile conseguenza della gestione antropica, e comunità che rispecchiano le variazioni idrodinamiche dovute alla presenza di barriere. In generale, le differenze individuate sia fra le comunità che fra i descrittori sedimentari e morfodinamici, sembrano dovute alle caratteristiche peculiari dei siti e dal grado di antropizzazione piuttosto che dalla presenza di un vero e proprio gradiente morfodinamico o geografico. Questi risultati portano un contributo sostanziale alla problematica generale dell’impatto conseguente ai cambiamenti climatici e alla messa in opera di programmi di gestione sostenibili da un punto di vista anche ambientale.