7 resultados para Palladio, Andrea, 1508-1580.

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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L’obiettivo che l’elaborato si prefigge consiste nel dar forma ad un progetto palladiano rimasto sulla carta attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche. Nello specifico si è ricostruita Villa Mocenigo in forma tridimensionale attraverso uno schizzo del progetto fatto su carta dallo stesso Palladio nel 1550. Lo schizzo della pianta, conservato al RIBA di Londra, anticiperebbe il successivo progetto finale pubblicato ne “I Quattro Libri dell’Architettura” ma rimasto comunque incompiuta. Il linguaggio di base utilizzato per la definizione dell’ipotesi progettuale del modello 3D è stato attinto dalle regole generali di proporzionamento “alla maniera degli antichi” che lo stesso Architetto illustra nel suo trattato. Al fine di rendere l’ipotesi ricostruttiva il più possibile in linea con il metodo di proporzionamento palladiano, come esercitazione, si è partiti dallo studio preparatorio di un altro progetto: Villa Sarego, edificata solo in parte. A partire quindi dalla ricostruzione 3D basata sui disegni dei rilievi eseguiti dal CISAAP è stata avanzata l’ipotesi di ricostruzione totale della villa, completa della parte incompiuta. Lo studio sintetizzato in questo elaborato ha anche riguardato: la composizione architettonica e lo studio delle regole proporzionali evolutesi nel tempo; il processo di digitalizzazione e archiviazione delle opere palladiane e i progetti attualmente in corso; escursus storico sulle ville romane; le opera di Palladio, costruite e progettate.

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In questo studio si esamina la ricostruzione di Porta Aurea a Ravenna, edificio di epoca romana ormai scomparsa ma di cui rimangono molti documenti sia a livello di tradizione storica locale che per quanto riguarda disegni di illustri architetti come Andrea Palladio. Il processo di ricostruzione si articola sull’uso di materiale distintamente catalogato a seconda di diversi gradi di incertezza. Per giungere alla costruzione sono state effettuate anche due campagne di rilievo con la tecnica di acquisizione del Laser Scanner Leica C10 all-in-one. La prima presso il Museo Nazionale di Ravenna, dove sono tutt’oggi conservati alcuni frammenti architettonici di pregio provenienti da Porta Aurea. Una seconda indagine di rilievo è stata invece effettuata presso le mura di Ravenna in Via di Porta Aurea ove rimangono i resti delle porzioni di mura o meglio torrioni verticali che incorniciavano il monumento ravennate. Sintesi finale di questo lavoro è il raggiungimento di un modello “possibile” ma comunque ideale desunto dall’intreccio di diverse fonti iconografiche al fine di una possibile fruizione museale presso lo stesso Museo Nazionale di Ravenna.

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At first, the main author of the book was presented together with the Italian source text: it was pointed out her double role of author and protagonist of the very events narrated in the book, inspired from facts which truly happened and which have to do with the story of her family. Afterwards, the translation part itself follows. Some pages taken from the original Italian book were translated into English; the parts which have been chosen are various extracts which were thought as a leading thread to understand the meaning and the intention of the entire book. After the translation, the analysis part was presented, where idiomatic expressions which can be found in great quantity throughout the book, are explained and commented. Here, clarifications can also be found concerning geographical and historical references, and something about the main characters who stand for people that truly existed. Finally some other little extracts from the book were included: they were translated and some translating choices were explained. These extra parts were integrated in the thesis in order to point out the main difficulty of translating the book La Collina, that is, the presence of a great deal of idiomatic and slang expressions both of everyday colloquial use and concerning the field of drugs. The English translation of these parts had to sound natural and spontaneous to an English-speaking readership, which should not notice they were translated from Italian. A great deal of research on the Internet was carried out in order to make sure those expressions didn’t seem contrived and unnatural in English: this was one of the main concerns of the translation.

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Nel presente elaborato mi propongo di sviluppare un’analisi sulla letteratura postcoloniale, concentrandomi su un ramo specifico di quest’ultima, la black British literature, con annessa proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo “Never far from nowhere”, pubblicato nel 1996 da una delle maggiori esponenti della narrativa black British, la scrittrice inglese di origini giamaicane Andrea Levy.  Nel primo capitolo, l’intento principale è quello di far luce sulle analogie esistenti fra traduzione letteraria e letteratura postcoloniale.  Nel secondo capitolo, mi concentrerò in particolare sulla black British literature: la narrativa inglese prodotta dagli immigrati provenienti dai Paesi del Commonwealth, sviluppatasi in Gran Bretagna in seguito al flusso migratorio degli anni Cinquanta.  Il terzo capitolo sarà dedicato alla biografia e alle opere di Andrea Levy, agli episodi che hanno in qualche modo segnato la sua vita e determinato la sua scelta di diventare scrittrice.  Nel quarto capitolo, infine, presenterò il romanzo che ho scelto di tradurre, Never far from nowhere. Seguirà un commento alla traduzione in cui ripercorro tutti i passaggi che mi sono parsi più problematici da tradurre.  L’obiettivo di questo elaborato è di valorizzare un genere letterario che è stato a lungo sottovalutato, nonostante la sua enorme portata storica e ideologica, il suo carattere di testimonianza e la valenza che ha assunto non solo per l’identità black British, ma per l’identità britannica a tutto tondo.

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Il segreto di Pietramala (La nave di Teseo, 2018) è il primo romanzo di Andrea Moro e si caratterizza per la discussione di teorie linguistiche all’interno di una veste narrativa. A partire dai contenuti del romanzo, i cinque capitoli in cui si articola l’elaborato propongono una riflessione sul ruolo che la linguistica riveste e sul modo in cui emerge nella narrazione, sui principi di analogia e anomalia e sul rapporto tra sintassi e cervello, sull’acquisizione del linguaggio e sull’ipotesi di una lingua primigenia, sulla linguistica come scienza empirica e sulla natura della sintassi, sull’impossibilità di stilare graduatorie di valore delle lingue.

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Una delle domande che ha da sempre profondamente interessato l’ambito degli studi linguistici è se sia la lingua a riflettere la società dei parlanti o se sia la società dei parlanti a essere plasmata dalla lingua. O, ancora, se esse non siano direttamente coinvolte in una dinamica di reciproca influenza che permette loro di modellarsi a vicenda. Qualunque sia la risposta, certo è che negli ultimi tempi la società ha cambiato radicalmente il proprio modo di pensare e approcciarsi ad alcune tematiche, quali, ad esempio, la questione dell’identità di genere e dei diritti delle comunità LGBTQ+. È dunque inevitabile che il linguaggio che ha a che fare con tale ambito della società rimanga inalterato e non subisca cambiamenti in termini di usi e caratteristiche. L’obiettivo di queste pagine è quello di esplorare le problematiche legate all’uso improprio del linguaggio in relazione alle identità di genere non binarie, facendo riferimento in particolare al testo poetico e alla sua traduzione e fornendo, infine, un esempio pratico di come poche accortezze possano rendere il linguaggio totalmente inclusivo e più accomodante per coloro che attraversano i confini del binarismo di genere.

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La valorizzazione di biomasse lignocellulosiche rappresenta la strada che la chimica può percorrere per svincolarsi dalle fonti fossili e virare verso un futuro incentrato sulla sostenibilità ambientale. In quest’ottica, l’acido levulinico (AL) e i suoi esteri, detti alchil levulinati, ottenibili dalla valorizzazione di biomasse di scarto, rappresentano una classe di composti di grande interesse industriale. Infatti, dalla loro riduzione è possibile ottenere g-valerolattone (GVL), un’importante molecola piattaforma per l’industria chimica, o alchil valerati, composti interessanti per diverse branche dell’industria chimica e per la formulazione di bio-carburanti. Già da tempo è nota la possibilità di effettuare la riduzione di AL in fase liquida in presenza di alcoli come H-Donor secondo un meccanismo detto Catalytic Transfer Hydrogenation che può essere promosso da ossido di zirconio (ZrO2). Recentemente, è stato ottimizzato un processo che impiega i reagenti appena citati in un reattore continuo operante in fase gassosa con ZrO2 come catalizzatore. In questo lavoro, si è dopato tale sistema catalitico con palladio, al fine di promuovere le reazioni di riduzione consecutiva al GVL e si sono ottimizzati i parametri operativi come tempo di contatto, temperatura e rapporto tra substrato e H-Donor.