3 resultados para Paleo diet

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Food items and nematode parasites were identified from the stomachs of 42 individuals of Phocoena phocoena, 6 of Lagenorhynchus acutus and 8 of L. albirostris stranded off the coastal waters of Northern Scotland between 2004 and 2014. Post-mortem examinations have revealed heavy parasitic worm burdens. Four nematode species complex as Anisakis spp., Contracaeucum spp., Pseudoterronova spp., and Hysterothylacium spp. were recorded. Data on presence of the anisakid species in cetaceans, reported a significative relationship between the presence of Hysterothylacium and the month of host stranding; suggesting a decrease of larval H. aduncum abundance in the period between April and August due to a seasonal effect related to prey availability. Similarly, the parasite burden of the all anisakid genera was related to the year fraction of stranding, and a relationship statistically significant was found just for L. albirostris with an increase between April and October. This finding is explained by a seasonality in occurrence of white-beaked dolphins, with a peak during August, that might be related to movements of shared prey species and competition with other species (Tursiops truncatus). Geographical differences were observed in parasites number of all anisakid species, which was the highest in cetaceans from the East area and lowest in the North coast. The parasites number also increased significantly with the length of the animal and during the year, but with a significant seasonal pattern only for P. phocoena. Regarding diet composition, through a data set consisting of 34 harbour porpoises and 1 Atlantic white-sided dolphins, we found a positive association between parasite number and the cephalopods genus Alloteuthis. This higher level of parasite infection in squid from this area, is probably due to a quantitative distribution of infective forms in squid prey, an abundance of the final host and age or size maturity of squid.

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Il sistema carsico dei Piani Eterni e la Valle del Mis si trovano in provincia di Belluno, all'interno del parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Questi due sistemi geologici sono attualmente in fase di studio e la presente tesi, ha come scopo la correlazione tra i livelli paleo-freatici di grotta dei Piani Eterni e le superfici a bassa pendenza (terrazzi glaciali, kame e superfici di spianamento) dell'adiacente Val del Mis. L'elaborato è stato sviluppato prevalentemente su ArcMap (Gis) e su Excel, mentre su Datagraph sono stati ottenuti i grafici che mostrano i confronti altimetrici e quantitativi tra condotte e superfici. I risultati ottenuti dalla fase di analisi della tesi, mostrano che le correlazioni sono evidenti e grazie alle datazione U-Th di alcuni speleotemi del sistema carsico, sono state avanzate sia una ipotetica ricostruzione dell'antico reticolo di drenaggio della Valle del Mis, sia la causa per la quale questo drenaggio, attualmente, si presenti in maniera estremamente diversa da quello passato.

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Nel presente lavoro sono state analizzate le distribuzioni quantitative dei Foraminiferi planctonici e bentonici presenti in una carota e in un box core prelevati nel Mare di Ross in Antartide durante la campagna KOPRI ANTA03 nel Febbraio 2013 nell’ambito del progetto di ricerca congiunto Corea- Italia finanziato dal Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA). Scopo del lavoro è stato quello di comprendere l’evoluzione ambientale dell’area in base alla distribuzione quantitativa e qualitativa delle associazioni a Foraminiferi nel tardo Quaternario. In base alla distribuzione quantitativa dei Foraminiferi identificati, la sequenza sedimentaria della carota C2 è stata suddivisa in tre intervalli corrispondenti a tre principali fasi paleoceanografiche/paleoclimatiche. La prima fase, più antica di 18 ka, caratterizzata dall’assenza o rarità di forme documenta un ambiente con presenza di copertura glaciale. La seconda, depositatasi tra 18 ka e ~8 ka è caratterizzata da una maggiore variabilità intraspecifica e riflette un miglioramento delle condizioni climatiche. La terza, corrisponde ad un periodo compreso tra ~8 ka e ~2 ka. La presenza di forme agglutinanti e l’assenza di Foraminiferi a guscio calcareo suggeriscono la presenza di condizioni di dissoluzione carbonatica sul fondale in un ambiente marino libero da copertura glaciale. La documentazione di numerosi individui allo stadio giovanile di Neogloboquadrina pachyderma durante l’intervallo B ha reso possibile avanzare ipotesi riguardo la strategia di sopravvivenza di questa specie in ambiente estremo quale il ghiaccio antartico. La somiglianza morfologica tra individui giovanili di Neogloboquadrina pachyderma riscontrata durante il nostro studio nei sedimenti a livello fossile nella carota con individui giovanili della stessa specie provenienti da campioni di ghiaccio marino antartico documentati in bibliografia, ha permesso di supportare la tesi dello sviluppo di tali forme nei pori del “microghiaccio”.