2 resultados para Pagurus

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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La proliferazione di strutture di difesa costiere ha determinato un interesse crescente circa l’ecologia di questi ambienti artificiali. Ricerche precedenti svolte lungo le coste del Nord Adriatico avevano evidenziato che mentre i substrati naturali in questa regione sono abbondantemente colonizzati da specie algali, i substrati artificiali tendono ad essere quantitativamente poveri di specie algali e dominati da specie di invertebrati. La seguente tesi ha analizzato l’ipotesi che tali differenze nella crescita di alghe tra habitat naturali ed artificiali potessero essere legate ad una iversa pressione da parte di organismi erbivori. Il lavoro si è focalizzato sulla specie Cystoseira barbata che è naturalmente presente nella regione di studio, ma che negli ultimi 70 anni ha subito una significativa regressione. Si volevano pertanto analizzare i fattori che possono favorire o inibire la crescita di Cystoseira su strutture artificiali di difesa costiera, al fine di poter valutare la possibilità di utilizzare questi substrati artificiali come mezzo per la conservazione di questa specie. I principali obiettivi del lavoro erano: 1. individuare e caratterizzare le potenziali specie erbivore presenti nei siti di studio che potessero limitare la crescita di C. barbata 2. analizzare se ci sono differenze nell’abbondanza di erbivori tra i siti artificiali e quelli naturali. 3. testare se il diverso stadio di sviluppo dell’alga o le modalità di trapianto potessero influenzarne la suscettibilità alla predazione. Mediante esperimenti in campo ho testato gli effetti dell’esclusione di erbivori sulla sopravvivenza e la crescita di Cystoseira barbata. Ho inoltre effettuato test in laboratorio determinare per individuare il potenziale ruolo come erbivori di varie tipologie di organismi, quali anfipodi, paguri e pesci. I risultati confermano l’importanza dell’erbivoria nel determinare il successo dei trapianti e ci dicono che gli erbivori da ricercare superano 1 cm di grandezza. In più, si è osservato che modalità di trapianto che distanzino i talli dal fondo aumentano la sopravvivenza dei talli, mentre non sono state osservate differenze in funzione della taglia dell’alga. Attraverso i test di laboratorio è stato possibile escludere gli Anfipodi come potenziali erbivori mentre Pagurus bernardus ha dimostrato un’effettiva azione di consumo dell’alga. Al contrario, i tests effettuati per approfondire la dieta di alcune specie di blennidi, composta almeno in parte da alghe, non hanno fornito conferme, almeno per il momento. Mediante visual census, si è inoltre escluso il ruolo di grandi erbivori quali ricci e salpe, scarsi nei siti di studio. Il lavoro fino a qui svolto indica, tuttavia, chiaramente che gli ambienti artificiali possono essere influenzati dall’azione di organismi predatori in maniera maggiore rispetto agli ambienti rocciosi circostanti. Questa ipotesi è particolarmente interessante in quanto rappresenterebbe una differenza fondamentale nel funzionamento delle strutture artificiali rispetto agli ambienti rocciosi naturali.

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The spatio-temporal distribution of megistobenthic crustacean assemblages from the Antalya Gulf, located in the Levantine Sea is described. In order to provide a comprehensive overview of the spatio-temporal patterns of the crustacean community, 3 transect including depth of 10, 25, 75, 125 and 200 m, were studied between 2014 and 2015 to investigate their association with a set of environmental parameters in representative months of each season (spring, summer, autumn and winter). For its economic importance in Levantine waters, a focus analysis of deep-water rose shrimp Parapenaeus longirostris (Lucas, 1846) was done, to investigate the length frequency composition of the population of the Antalya Gulf. A total of 58 crustacean species were encountered in the study area, of these species identified, 18 species were recognized as alien species in the Mediterranean Sea. Throughout the year the most frequent species of the study were the hermit crab Pagurus prideaux (Leach, 1815) and Parapenaeus longirostris (Lucas, 1846) followed by the Indo-Pacific swimming crab Charybdis longicollis (Leene, 1938) and by the invasive shrimp Marsupenaeus japonicus (Spence Bate, 1888). Few species contributing to a high amount to the total biomass were found throughout the year. These species were Charybdis longicollis and Parapenaeus longirostris. Stations of the study area showed similar values of diversity indices of benthic crustacean community among the three transect. The highest values of faunistic indices were detected in autumn and winter (October and February), and also varied along the depth gradient, with the highest values found between 25 and 75 meters. The multivariate analyses conducted on the abundance data point out major differences between depths and between seasons. Therefore, according to cluster analysis and ordination over abundance and biomass, three main crustacean assemblages were detected: the first corresponding to shallow bottoms (10, 25 meters), the second corresponding to intermediate waters (75 meters) and the last to deeper waters (125, 200 meters). Depth was the main factor governing the distribution of megistobenthic crustacean in the area. Besides the depth, the structure of the sediment is the most important factor in determining the crustacean assemblage. Therefore, all factors governing the crustacean distribution were found to be related to the bottom depth. The population of Parapenaeus longirostris in the Antalya Gulf showed significant differences in depth. It was found that females dominated the population of the study area (65.11%), and were significantly larger than males for each cohort identified. The size-weight relationships revealed a slight negative allometry in growth, a bit more pronounced in females than in males.