2 resultados para LPN- CERC-C31194

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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La volontà di ritornare a un'Italia completamente unita sotto un'unica fede religiosa, quella cattolica, costituisce uno degli elementi che caratterizzarono il regime fascista. Sorge spontaneo chiedersi quali furono le sorti delle altre denominazioni religiose, insediatesi relativamente da poco tempo sul suolo italiano, e come esse reagirono di fronte a questo nuovo potere che cercò di screditarle e limitarle fino a farle scomparire. Si parla spesso della religione ebraica, la minoranza più colpita dalla dittatura: essa dovette subire numerosi provvedimenti che finirono per sfociare in un'aperta persecuzione. Tuttavia, parlare della realtà ebraica durante il regime fascista di Benito Mussolini sarebbe un argomento decisamente troppo esteso per questo mio breve elaborato finale. Mi concentrerò quindi sulle altre minoranze religiose esistenti all'epoca in Italia, tutte riconducibili al protestantesimo, per riflettere sui loro rapporti con il regime e sulle conseguenze che derivarono da determinati provvedimenti presi dal governo. Le mie considerazioni sulle minoranze religiose durante il fascismo inizieranno dai primi atti del nuovo regime, come gli episodi della marcia su Roma e l'attentato all'onorevole Matteotti, fino ad arrivare ad analizzare gli effetti di alcune azioni messe in atto dal governo in ambito religioso e la posizione assunta dalle diverse fedi. Infine, non potendomi soffermare su ogni singola denominazione e sul loro comportamento alla fine della Seconda guerra mondiale, osserverò in linea generale la realtà della Chiesa avventista, indicando i cambiamenti salienti che avvennero nel secondo dopoguerra.

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ra le tante sfide che l'Europa è costretta a fronteggiare al giorno d'oggi, sicuramente una delle più importanti riguarda l'accoglienza dei rifugiati. Approcciarsi a questa problematica non è facile, e questo elaborato vuole offrire una prospettiva storica su come è stata affrontata un'altra grande crisi di questo tipo nel passato: l'accoglienza dei profughi ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. L'elaborato andrà ad analizzare innanzi tutto la politica nazista che negli anni '30 costrinse migliaia di ebrei all'emigrazione, per fornire il contesto storico del problema; verranno poi descritte le reazioni delle principali potenze democratiche europee e le convenzioni adottate a livello internazionale per fronteggare l'emergenza. Queste risoluzioni, in realtà, non furono concretamente efficaci nella protezione dei rifugiati ebrei, che rimasero in balia delle democrazie occidentali. A tal proposito verrà descritto il caso del transatlantico St. Louis, che salpò dalla Germania carico di passeggeri ebrei da portare in salvo, ma che venne rifiutato da tutti i Paesi in cui cercò di attraccare. Verrà posta poi una particolare attenzione sul ruolo che assunse il Regno Unito nell'accoglienza dei rifugiati ebrei, e su quale fu la risposta del Paese all'ondata di antisemitismo che si stava diffondendo in Europa prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche se non si manifestarono in persecuzioni violente, infatti, i cittadini inglesi furono portatori di pregiudizi di base xenofoba, e ora come allora è possibile ritrovare tracce di questa ostilità verso lo staniero nella stampa e nella campagna elettorale che ha portato la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea.