5 resultados para Implementação Ex-Post

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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A fronte delle politiche di gestione e mitigazione del rischio alluvionale definite dalla Direttiva Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE), risulta necessario sviluppare modelli che riescano a quantificare le conseguenze economiche causate da eventi alluvionali a diversi settori, tra cui il settore agricolo. In questo lavoro di tesi si è posto l’obiettivo di estendere un modello disponibile in letteratura per la stima del danno subito alle colture più diffuse (i.e., seminativi; AGRIDE-c, Molinari et al., 2019) ad altre colture pluriennali, i frutteti, in particolar modo pereti e meleti. Il modello è stato sviluppato a scala regionale, facendo quindi riferimento ai valori di resa, prezzo e costi delle operazioni caratteristici delle pratiche agricole dell’Emilia-Romagna. L’applicazione è stata effettuata su cinque Aree a Potenziale Rischio Significativo (APSFR) del Distretto del fiume Po' e ricadenti all’interno del medesimo territorio regionale (Panaro, Secchia, Reno, Enza, Parma-Baganza). Il modello rappresenta uno strumento utilizzabile dalle Autorità competenti sia ex-post, per la stima speditiva del danno economico subìto dagli agricoltori colpiti dall’alluvione e il loro eventuale risarcimento, che ex-ante, ovvero come strumento di supporto decisionale per le attività di tipo Cost-Benefit Analysis (CBA) nell’ambito dei piani di gestione e mitigazione del rischio.

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Il progetto presentato si basa sulla ridefinizione dell’isolato storico dell’ex-convento dei gesuiti di Mirandola posto a nord-est del centro e che nel corso del XVI secolo ha definito l’ampliamento orientale della città. Attualmente l’isolato si trova in uno stato di perdita di definizione, situazione molto pericolosa in vista del periodo di ricostruzione post-sisma che potrebbe portare ad una perdita dell’intero sistema dei gesuiti e di conseguenza ad un perdita di comprensione del sistema urbano. Il progetto quindi si pone l’obiettivo di chiarire l’assetto urbano dell’isolato attraverso la demolizione dell’edificato incongruo e forviante del ‘900 e l’aggiunta minimale, rispetto alle dimensioni totali del complesso , di architetture funzionalmente utili ad una ripresa della città ed in particolare modo del centro storico. Da un punto di vista prettamente architettonico l’idea che è stata portata avanti è stata quella di un continuo lavoro di comprensione ed elaborazione, generando così differenti sistemi architettonici al variare delle condizioni che si presentavano.

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Decolonizzare il progetto di riqualificazione interrogandosi su chi siano i reali beneficiari dell’intervento, in particolar modo quando si opera all’interno dei délaissés o del Terzo paesaggio (Patrick Bouchain, Forêt des délaissés-Gilles Clemant, Manifesto del Terzo paesaggio), non è solo atto speculativo ma anche etico-politico per un’architettura che ha il dovere di confrontarsi prolificamente con le sfide della contemporaneità. Si sono analizzate le origini e i motivi alla base del pensiero coloniale, oggetto di studio dei post-colonial studies. Gli studi decoloniali cercano di offrire nuove chiavi di lettura per l’individuazione della permanenza delle categorie coloniali nella descrizione dei processi promuovendone la decostruzione. Si evidenzia quindi come la causa ambientalista fatichi a sussistere finché non diventa intersezionale allo sradicamento dei suddetti paradigmi. Si elabora un progetto interspecie nel quale l’architettura si volge a tutti gli esseri viventi, schierandosi apertamente contro coloro che, in nome del profitto, continuano a degradare i beni comuni. Non si tratta di un revival delle esperienze utopiche, ma una presa di coscienza che trasforma la speculazione in pragmatismo, attraverso la messa in discussione di pratiche consolidate all’interno di determinati contesti. Come caso applicativo si è scelto quello dell’ Ex cementificio Marchino, uno fra i tanti esempi di archeologia industriale presenti a Prato. Il complesso abbandonato da più di 60 anni, vede la presenza di fenomeni riappropriativi da parte dell’elemento naturale a tal punto da aver ricostituito al suo interno un personale equilibrio ecosistemico, trasfigurando la cementizia in opera-luogo adatto ad accogliere la biodiversità urbana. La scelta del sito è un atto apertamente provocatorio, in quanto questo - situato alle pendici della Calvana - è oggetto dell’ennesimo fenomeno di speculazione edilizia qualificato, ancora una volta, come intervento di riqualificazione urbana.

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La tesi analizza e approfondisce la fine del dominio coloniale dell’Italia nel Corno d’Africa, verificatosi a partire dalla durissima sconfitta causata dalle forze Alleate durante la Seconda Guerra Mondiale. L’Italia repubblicana, al termine del conflitto, cercò di riottenere la restituzione degli ex possedimenti coloniali e, grazie al mandato dell’ONU, ritornò in Somalia con il complesso ed impegnativo compito di predisporre l’indipendenza del paese africano; il bilancio dell’AFIS fu incerto sia per gli italiani sia per i somali, anche se l’Italia tentò di ripresentarsi nella ex colonia in modo diverso rispetto al periodo coloniale. Viene affrontato il caso degli italiani d'Etiopia al ritorno l’imperatore Hailé Selassié che restaurò, dopo la breve occupazione dell’Italia, la sovranità etiopica con la conseguente indipendenza. Si ripercorrono gli avvenimenti accaduti dal 1941 al 1952 in Eritrea, che incisero profondamente sulla vita  della comunità italiana sia italiana che eritrea, inclusa a caccia agli italiani condotta dagli shiftà dal 1949 al 1951. Viene trattato anche il concetto di “Italiani, brava gente”, utilizzato dopo la Seconda Guerra Mondiale per autoassolversi dalle proprie colpe e responsabilità per i crimini di guerra commessi. Infine si cerca di tracciare di tracciare un bilancio non facile della decolonizzazione italiana che concluse un'epoca, quella coloniale, lasciando il Corno d’Africa, per la sua particolare posizione geografica tra Africa e Medio Oriente, al centro di importanti interessi globali che fanno riferimento purtroppo anche alla lotta al terrorismo, al contrasto della pirateria marittima ed è inoltre stato caratterizzato nella storia postcoloniale da numerosi conflitti.