1 resultado para Hannikainen, Väinö

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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La pratica dell’appassimento fa parte della cultura mediterranea sin dall’era del Neolitico. Tale tecnica veniva praticata anche nell’Antica Grecia e successivamente nelle diverse regioni dell’Impero Romano. Il presente elaborato si propone, attraverso lo studio dello stato dell’arte relativamente ai vini passiti, di illustrare alcune tecniche di vinificazione, approfondire le caratteristiche salienti di questa tipologia di vino e delinearne il posizionamento sul mercato. In particolare, si sono prese in considerazione le tre tecniche di appassimento comunemente utilizzate: appassimento in campo, in fruttaio e in cella. Per quanto concerne l’appassimento in campo, si è fatto un approfondimento in merito agli effetti indotti dalla Botrytis cinerea, muffa nobile la cui presenza sulle uve permette di dar vita a vini botritizzati dalle caratteristiche distintive, come nel caso dell’Albana Passito di Romagna. I metodi di appassimento che prevedono l’utilizzo di un locale apposito (fruttaio e cella) si differenziano per il controllo della temperatura e dell’umidità e quindi il processo di disidratazione dell’acino avviene in tempi più rapidi e con minor rischio di sviluppo di patogeni. Lo sviluppo di queste tecniche come ha impattato sul consumo di vino passito? Negli ultimi anni il consumo di vino sta aumentando, e l’Italia è uno dei principali paesi produttori e consumatori. Il vino passito però, data la sua complessità e le particolari occasioni d’uso, occupa un piccolo spazio in questo scenario ed è caratterizzato da una concentrazione nel consumo delle produzioni locali, faticando a occupare un posto di rilievo sul mercato. Nonostante ciò, vi sono anche casi di successo, come quello dell’Amarone della Valpolicella DOCG, che lasciano ben sperare in uno sviluppo futuro.