4 resultados para Festival de la Luna Verde (1992 : San Andrés )
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Il presente elaborato ha lobiettivo di analizzare il fenomeno dellimmigrazione, soprattutto quella clandestina, attraverso una proposta di traduzione verso il francese del romanzo Solo la luna ci ha visti passare , pubblicato dalla scrittrice italiana Francesca Ghirardelli nel maggio 2016. Il romanzo la testimonianza di una ragazzina curda-siriana che, tra luglio e agosto 2016, ha intrapreso un lungo viaggio in camion dalla Siria allEuropa passando per la costa balcanica. Il presente elaborato suddiviso in tre capitoli. Il primo capitolo incentrato sulla presentazione del romanzo Solo la luna ci ha visti passare dal punto di vista contenutistico e stilistico. Inoltre, sar inserita la trascrizione, tradotta in francese, di unintervista radiofonica con lautrice Francesca Ghirardelli. Nel secondo capitolo viene proposta la traduzione del capitolo II e di una parte del capitolo III del romanzo in questione, seguita da un commento volto a ragionare sulle difficolt riscontrate e le tecniche impiegate durante il processo traduttivo. Infine, nellultimo capito sar illustrata la storia dellimmigrazione in Italia e in Francia e verr analizzata linfluenza di questo fenomeno sulle letterature di entrambi i paesi.
Resumo:
Prima di procedere con il progetto sono state fatte sezioni storiche dellarea, in epoche indicative, per comprendere quelle che sono le invarianti e le caratteristiche di tale tessuto. Da qui si dedotto lo schema generatore dellinsediamento che parte dallidentificazione degli assi viari (pedonali e carrabili) gi presenti nellarea, che fanno diretto riferimento allo schema cardo-decumanico generatore dellimpianto angioino della citt. Con il tracciamento si individuano gli isolati base, che con variazioni formali e tipologiche hanno originato gli edifici di progetto. I corpi di fabbrica generatori della planimetria, dialogano e rimangono a stretto contatto con i pochi edifici agibili, per i quali sono previsti consolidamenti e ristrutturazioni, qualora necessari. Inevitabile stato il confronto con lorografia, prestando particolare attenzione a non annullare con linserimento degli edifici il dislivello presente, ma lasciarlo percepire chiaramente: lattacco a terra di ogni edificio avviene gradualmente, passando dai due piani fuori terra a monte ai tre, quattro a valle. Ovviamente non tutti gli assi sono stati trattati allo stesso modo, ma conseguentemente alla loro funzione e carattere di utilizzo. Analizzando la struttura viaria dellintera area, si presentano schematicamente due anelli di circonvallazione del centro urbano: uno pi esterno, di pi recente costruzione, rappresentato da via XX Settembre, e uno pi vecchio, che rimane rasente al centro storico, costituito dal viale Duca Degli Abruzzi, che prosegue in viale Giovanni XXIII e termina nel viadotto Belvedere. Questultimo asse rappresenta sicuramente un importante collegamento cittadino, sia per la vicinanza al centro, sia per le porzioni di citt messe in comunicazione; nonostante ci il viadotto ha subito, allaltezza di viale Nicol Persichetti, uno smottamento dopo il 6 aprile, ed essendo un elemento di scarso valore architettonico e spaziale, la sua presenza stata ripensata. Compiendo una deviazione su via XX Settembre al termine di viale Duca Degli Abruzzi, che va a sfruttare la gi presente via Fonte Preturo, non si va a rivoluzionante lodierno assetto, che confluisce comunque, qualche centinaio di metri dopo, in via XX Settembre si eliminano le connotazioni negative che il viadotto avrebbe sul rinnovato ingresso al centro storico. La vivibilit tende a favorire cos collegamento e alleterogeneit degli spazi pi che la separazione fisica e psicologica: il concetto di citt fa riferimento alla vita in comune; per favorirla importante incentivare i luoghi di aggregazione, gli spazi aperti. Dalle testimonianze degli aquilani la vita cittadina vedeva il centro storico come principale luogo dincontro sociale. Esso era animato dal numeroso popolo di studenti, che lo manteneva attivo e vitale. Per questo nelle intenzioni progettuali si pone laccento su una visione attiva di citt con un carattere unitario come sostiene Ungers3. La funzione di collegamento, che crea una struttura di luoghi complementari, pu essere costituita dal sistema viario e da quello di piazze (luoghi sociali per eccellenza). Via Fontesecco ha la sua terminazione nellomonima piazza: questo spazio urbano sfruttato, nella conformazione attuale, come luogo di passaggio, piuttosto che di sosta, per questo motivo deve essere ricalibrato e messo in relazione ad un sistema pi ampio di quello della sola via. In questo sistema di piazze rientra anche la volont di mettere in relazione le emergenze architettoniche esistenti nellarea e nelle immediate vicinanze, quali la chiesa e convento dellAddolorata, Palazzo Antonelli e la chiesa di San Domenico (che si attestano tutte su spazi aperti), e la chiesa di San Quinziano su via Buccio di Ranallo. In questottica larea dintervento intesa come appartenente al centro storico, parte del sistema grazie alla struttura di piazze, e allo stesso tempo come zona filtro tra centro e periferia. La struttura di piazze rende larea complementare alla trama di pieni e vuoti gi presente nel tessuto urbano cittadino; la densit pensata nel progetto, vi si accosta con continuit, creando un collegamento con lesistente; allontanandosi dal centro e avvicinandosi quindi alle pi recenti espansioni, il tessuto muta, concedendo pi spazio ai vuoti urbani e al verde. Via Fontesecco, il percorso che delimita il lato sud dellarea, oltre ad essere individuata tra due fronti costruiti, inclusa tra due quinte naturali: il colle dellAddolorata (con le emergenze gi citate) e il colle Belvedere sul quale sinnesta ora il viadotto. Questi due fronti naturali hanno caratteri molto diversi tra loro: il colle dellAddolorata originariamente occupato da orti, ha un carattere urbano, mentre il secondo si presenta come una porzione di verde incolto e inutilizzato che pu essere sfruttato come cerniera di collegamento verticale. Lo stesso declivio naturale del colle dAddolorata che degrada verso viale Duca Degli Abruzzi, viene trattato nel progetto come una fascia verde di collegamento con il nuovo insediamento universitario. Lidea alla base del progetto delledilizia residenziale consiste nel ricostruire insediamenti che appartengano parte della citt esistente; si tratta quindi, di una riscoperta del centro urbano e una proposta di maggior densit. Il tessuto esistente integrato per ottenere isolati ben definiti, in modo da formare un sistema ben inserito nel contesto. Le case popolari su via Fontesecco hanno subito con il sisma notevoli danni, e dovendo essere demolite, hanno fornito loccasione per ripensare allassetto del fronte, in modo da integrarlo maggiormente con il tessuto urbano retrostante e antistante. Attualmente la conformazione degli edifici non permette unintegrazione ideale tra i percorsi di risalita pedonale al colle dellAddolorata e la viabilit. Le scale terminano spesso nella parte retrostante gli edifici, senza sfociare direttamente su via Fontesecco. Si quindi preferito frammentare il fronte, che rispecchiasse anche lassetto originario, prima cio dellintervento fascista, e che consentisse comunque una percezione prospettica e tipologica unitaria, e un accesso alla grande corte retrostante. Il nuovo carattere di via Fontesecco, risultante dalle sezioni stradali e dalle destinazioni duso dei piani terra degli edifici progettuali, quello di un asse commerciale e di servizio per il quartiere. Lintenzione, cercando di rafforzare larea di progetto come nuovo possibile ingresso al centro storico, quella di estendere lasse commerciale fino a piazza Fontesecco, in modo da rendere tale spazio di aggregazione vitale: I luoghi sono come monadi, come piccoli microcosmi, mondi autonomi, con tutte le loro caratteristiche, pregi e difetti, inseriti in un macrocosmo urbano pi grande, che partendo da questi piccoli mondi compone una metropoli e un paesaggio.4[...] Arretrando verso laltura dellAddolorata inserita la grande corte del nuovo isolato residenziale, anchessa con servizi (lavanderie, spazi gioco, palestra) ma con un carattere diverso, legato pi agli edifici che si attestano sulla corte, anche per lassenza di un accesso carrabile diretto; si crea cos una gerarchia degli spazi urbani: pubblico sulla via e semi-pubblico nella corte pedonale. La piazza che domina lintervento (piazza dellAddolorata) chiusa da un edificio lineare che funge da quinta, il centro civico. Molto flessibile, presenta al suo interno spazi espositivi e un auditorium a diretta disposizione del quartiere. Sempre sulla piazza sono presenti una caffetteria, accessibile anche dal parco, che regge un sistema di scale permettendo di attraversare il dislivello con la fascia verde del colle, e la nuova ala dellHotel Duca degli Abruzzi, ridimensionata rispetto alloriginale (in parte distrutto dal terremoto), che si va a collegare in maniera organica alledificio principale. Il sistema degli edifici pubblici completo con la ricostruzione del distrutto Istituto della Dottrina Cristiana, adiacente alla chiesa di San Quinziano, che va a creare con essa un cortile di cui usufruiscono gli alunni di questa scuola materna ed elementare. Analizzando lintorno, gran parte dellabitato definito da edifici a corte che, allinterno del tessuto compatto storico riescono a sopperire la mancanza di spazi aperti con corti, pi o meno private, anche per consentire ai singoli alloggi una giusta illuminazione e areazione. Nel progetto si passa da due edifici a corti semi-private, chiusi in se stessi, a un sistema pi grande e complesso che crea un ampio cortile urbano, in cui gli edifici che vi si affacciano (case a schiera e edifici in linea) vanno a caratterizzare gli spazi aperti. Vi in questa differenziazione lintenzione di favorire linterazione tra le persone che abitano il luogo, il proposito di realizzare elementi di aggregazione pi privati di una piazza pubblica e pi pubblici di una corte privata. Le variazioni tipologiche degli alloggi poi, (dalla casa a schiera e i duplex, al monolocale nelledilizia sociale) comportano unaltrettanta auspicabile mescolanza di utenti, di classi sociali, et e perch no, etnie diverse che permettano una flessibilit nellutilizzo degli spazi pubblici.
Resumo:
Oggetto di lavoro della tesi, un programma di riqualificazione dellarea urbana riguardante il bastione Miralfiore a Pesaro, situato in un punto strategico, poich compreso tra la stazione ferroviaria, laccesso sud alla citt da via Miralfiore, e il Teatro Rossini, che affaccia su Piazza Lazzarini. Lobiettivo principale del programma, la creazione di un polo culturale, che possa valorizzare le caratteristiche storiche e morfologiche dellarea, ridando vita alle antiche mura del bastione, e riportando in auge il nome del teatro cittadino, il Teatro Rossini. Il bastione, attualmente ospita la sede dellAzienda Ospedaliera San Salvatore, per la quale in sede di discussione, la proposta della realizzazione di un nuovo polo ospedaliero tra Pesaro e Fano, che di fatto porterebbe alla graduale liberazione di un vuoto urbano allinterno del centro storico. Lintervento, prevede la creazione di due musei, il primo dei quali dedicato allesposizione permanente, che ospiter apparati di produzione, di scena, di pubblicistica e didattici riguardanti Rossini e lopera. Laltro museo adibito allesposizione temporanea, pensata per ospitare mostre e rappresentazioni, sia durante lOpera Rossini Festival, in parallelo al Museo Permanente, che durante il restante periodo dellanno. Al teatro originario stato affiancato un Auditorium, dotato di una sala da 1200 posti, che permetter alla citt di ospitare spettacoli e rappresentazioni di portata maggiore. Sono stati predisposti inoltre degli edifici per uffici, insieme alledificio dellex ospedale, che assume cos una nuova funzione, i quali ospiteranno oltre agli uffici di pertinenza dei due musei, la Fondazione Rossini ed altre istituzioni, A completare il progetto, abbiamo previsto una stecca di edifici residenziali che affacciano su via Oberdan, ed un Presidio Sanitario Territoriale, conforme alle nuove norme sanitarie nazionali, che garantisce una presenza medica costante. Lintero complesso immerso nel verde, in parte privato, adibito ad area espositiva esterna del Museo Temporaneo, ed in parte pubblico, che oltre ad avvolgere larea del bastione, continua sulla fascia di via della Liberazione, fino a congiungersi con il bastione degli Orti Giulii.
Resumo:
Dopo aver svolto un laboratorio di progettazione alla scuola Saint-Luc a Bruxelles e un workshop la ville et leau a Venezia ho scelto di mantenere come progetto di tesi la riqualificazione dellisola di San Pietro in Castello a Venezia. Progettare a Venezia vuol dire progettare in una citt stratificata e densa dove per i margini non hanno oggi profili definiti, ma hanno bisogno di ritrovare unimmagine che hanno perso nel tempo. La scelta del margine est ci porta in una Venezia minore che non ha conosciuto grandi trasformazioni, ma che, al contrario, stata oggetto di pianificazione solo negli ultimi anni senza successo. Presenta spazi aperti non qualificati e che nel progetto vengono integrati. La presenza di costruzioni di tipo residenziale di bassa qualit ha portato alla scelta di demolire quegli edifici che non si integrano con il contesto sostituendoli con nuovi alloggi sia per artisti che per famiglie. Questi nuovi volumi trovano un completamento con lesistente tessuto residenziale che si scelto di valorizzare. Lo spazio pubblico torna ad assumere nel progetto quella qualit e forma data dallinserimento di cortine murarie che delimitano lo spazio privato da quello pi sociale della calle, del nuovo campiello e del parco. Il progetto di riabitare il margine dellisola di San Pietro in Castello prevede a livello urbanistico un progetto che non tocca solo il tessuto residenziale, ma si occupa anche del riordino del sistema del verde, degli spazi dei luoghi di lavoro cantieristico di tipo navale tipico dellisola e del ripensamento dei nuovi percorsi come il riuso di un edificio esistente come galleria.