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em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La standardisation de la langue française a inévitablement eu des conséquences soit dans l’attitude de défense du français, soit dans l’inquiétude de ceux qui parlent une autre langue. Cette étude veut établir une comparaison entre le rapport langue du pouvoir/langues non officielles et le rapport professeur/élève en milieu scolaire. La distinction entre langue officielle et dites « langues minoritaires » sera mis en relation avec la langue des jeunes, qui, à l’école, se confrontent et entrent en collision avec la langue de leur professeur. En effet, les classes hétérogènes et l’influence de la langue maternelle auprès des élèves, fils d’immigrés, exposent les enseignants à toute une série de difficultés liées aux différences culturelles. Les dénonciations et les cas de violence dans les écoles mettront l’accent également sur l’opinion publique et sur le type de mesures mises en relief par les Institutions publiques. L’aire géographique prise en considération inclut Paris et ses environs même si quelques exemples d’enquêtes menées dans d’autres parties de la France et à l’étranger seront cités.
Resumo:
Lo studio del fenomeno dei Grands Ensembles nella metropoli di Parigi ci ha portati alla conoscenza di una realtà sociale, politica, geografica e architettonica così complessa e dalle tante sfaccettature. La storia che noi abbiamo studiato e con la quale ci siamo interfacciati, toccando e vivendo la periferia con mano, si legge chiaramente tutt’oggi. A partire dal boulevard Périphérique, grande infrastruttura ad anello che segna una distanza fisica e psicologica tra Parigi e la sua Banlieue. Nel corso degli anni, il sistema Monocentrico di Parigi ha portato al celebre lavoro del Grand Paris, proposta visionaria che cerca di recuperare la periferia per renderla protagonista di un modello policentrico.In questo contesto la nostra area di progetto, vicina fisicamente a Parigi ma incastrata in un sistema di enclave che segna la vera distanza, quella psicologica, dal centro, pone un problema che riapre le mille questioni che abbiamo cercato di analizzare. La demolizione di più di 200 alloggi sociali, per motivi legati al disagio sociale, alla delinquenza e alla perifericità più intrinseca dei grands ensambles, è alla radice dei nostri ragionamenti e della nostra proposta. Sennett sostiene che “ Se le città devono diventare un luogo più equo, la progettazione deve imprimere un ordine sin dalle fondamenta. La Ville deve portare alla Cité”1. Noi proponiamo di aprire per riabitare, costruendo spazi che torneranno ad essere popolati e di conseguenza protetti e curati, a disposizione della comunità e pronti a servire i bisogni anche dei più piccoli e dei più deboli. “ Si tratta di pensare una città più agibile, più semplice, dove i cittadini siano considerati di più”