3 resultados para Concrete -- Effect of temperature on

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Tolerance to low temperature and high pressure may allow shallow-water species to extend bathymetric range in response to changing climate, but adaptation to contrasting shallow-water environments may affect tolerance to these factors. The brackish shallow-water shrimp Palaemon varians demonstrates remarkable tolerance to elevated hydrostatic pressure and low temperature, but inhabits a highly variable environment: environmental adaptation may therefore make P. varians tolerances unrepresentative of other shallow-water species. Critical thermal maximum (CTmax), critical hydrostatic pressure maximum (CPmax), and acute respiratory response to hydrostatic pressure were assessed in the shallow-water shrimp Palaemon serratus, which inhabits a more stable intertidal habitat. P. serratus’ CTmax was 22.3°C when acclimated at 10°C, and CPmax was 5.9, 10.1, and 14.1 MPa when acclimated at 5, 10, and 15°C respectively: these critical tolerances were consistently lower than P. varians. Respiratory responses to acute hyperbaric exposures similarly indicated lower tolerance to hydrostatic pressure in P. serratus than in P. varians. Contrasting tolerances likely reflect physiological adaptation to differing environments and reveal that the capacity for depth-range extension may vary among species from different habitats.

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Transgenerational plasticity (TGP), a type of maternal effect, occurs when the environment experienced by one or both the parents prior to fertilization directly translates, without changing DNA sequences, into changes in offspring reaction norms. Evidence of such effects has been found in several traits throughout many phyla, and, although of great potential importance - especially in a time of rapid climate change - TGP in thermal growth physiology had never been demonstrated for vertebrates until the first experiment on thermal TGP in sheepshead minnows, who, given sufficient time, adaptively program their offspring for maximal egg viability and growth at the temperature experienced before fertilization. This study on sheepshead minnows from South Carolina and Connecticut investigates how population, parent temperature, and offspring temperature affect egg production, size, viability, larval survival and growth rates, whether these effects provide evidence of TGP, and whether and how they vary with length of exposure time (5, 12, 19, 26, 33 and 43 days) of the parents to the new experimental temperatures of either 26°C or 32°C. Several results are consistent with those obtained in the previous TGP study, which outline a sequence of events consisting of an initial adjustment period to the new temperatures, in which egg production decreases and no signs of TGP are present, followed by a shift to TGP (towards 26-33 days of exposure) in which parents start to produce more eggs which are better adapted to the new thermal environment. Other results present new information, such as signs of TGP in the parent temperature effect on egg sizes already around 20 days of exposure. The innovative idea of populations being able to adapt to rapidly shifting environments through non-genetic mechanisms such as TGP opens new possibilities of survival of species and will have important implications on ecology, physiology, and contemporary evolution.

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La crescente attenzione verso un utilizzo attento, sostenibile ed economicamente efficiente della risorsa idrica rende di primaria importanza il tema delle perdite idriche e della gestione efficiente dei sistemi idrici. La richiesta di controlli dell’uso dell’acqua è stata avanzata a livello mondiale. Il problema delle perdite idriche nei Paesi industrializzati è stato così affrontato con specifiche normative e procedure di best practice gestionale per avanzare una valutazione delle perdite idriche e una limitazione degli sprechi e degli usi impropri. In quest’ambito, la pressione gioca un ruolo fondamentale nella regolazione delle perdite reali. La regolazione delle pressioni nelle diverse ore del giorno consente, infatti, di poter agire su queste ultime perdite, che aumentano all’aumentare della pressione secondo una cosiddetta legge di potenza. La motivazione della presente tesi è originata dalla necessità di quantificare il livello di perdita idrica in un sistema acquedottistico in relazione alla pressione all’interno del sistema stesso. Per avere una stima realistica che vada al di là della legge della foronomia, si vuole valutare l’influenza della deformabilità della condotta in pressione fessurata sull’entità delle perdite idriche, con particolare attenzione alle fessurazioni di tipo longitudinale. Tale studio è condotto tramite l’introduzione di un semplice modello di trave alla Winkler grazie al quale, attraverso un’analisi elastica, si descrive il comportamento di una generica condotta fessurata longitudinalmente e si valuta la quantità d’acqua perduta. I risultati ottenuti in condizioni specifiche della condotta (tipo di materiale, caratteristiche geometriche dei tubi e delle fessure, etc.) e mediante l’inserimento di opportuni parametri nel modello, calibrati sui risultati forniti da una raffinata modellazione tridimensionale agli elementi finiti delle medesime condotte, verranno poi confrontati con i risultati di alcune campagne sperimentali. Gli obiettivi del presente lavoro sono, quindi, la descrizione e la valutazione del modello di trave introdotto, per stabilire se esso, nonostante la sua semplicità, sia effettivamente in grado di riprodurre, in maniera realistica, la situazione che si potrebbe verificare nel caso di tubo fessurato longitudinalmente e di fornire risultati attendibili per lo studio delle perdite idriche. Nella prima parte verrà approfondito il problema della perdite idriche. Nella seconda parte si illustrerà il semplice modello di trave su suolo elastico adottato per l’analisi delle condotte in pressione fessurate, dopo alcuni cenni teorici ai quali si è fatto riferimento per la realizzazione del modello stesso. Successivamente, nella terza parte, si procederà alla calibrazione del modello, tramite il confronto con i risultati forniti da un’analisi tridimensionale agli elementi finiti. Infine nella quarta parte verrà ricavata la relazione flusso-pressione con particolare attenzione all’esponente di perdita, il cui valore risulterà superiore a quello predetto dalla teoria della foronomia, e verrà verificata l’effettiva validità del modello tramite un confronto con i risultati sperimentali di cui è stata fatta menzione in precedenza.