4 resultados para Ceramic raw material

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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I Poliidrossialcanoati (PHA) sono poliesteri completamente biodegradabili, prodotti da microrganismi come fonte di energia e di carbonio per la sintesi di nuovo materiale cellulare, utilizzando come substrato materie prime rinnovabili. Questi poliesteri sono considerati potenziali candidati per la sostituzione delle materie plastiche convenzionali. Tuttavia, i più alti costi di produzione dei PHA in confronto a quelli delle materie plastiche derivanti dal petrolio, rappresentano il principale ostacolo per la parziale sostituzione di questi ultimi con i biopolimeri. Gli alti costi sono principalmente dovuti all'utilizzo di colture microbiche pure (in cui sia presente un solo ceppo batterico) e substrati puri e costosi. Nell'ultimo decennio è stato sviluppato un processo di produzione a tre stadi alternativo e potenzialmente a minor costo, basato sull'utilizzo di colture microbiche miste (Mixed Microbials Culture, MMC) e una varietà di substrati organici a costo contenuto o nullo, quali alcuni rifiuti dell’industria agro-alimentare. Il presente studio si è concentrato sulla prima fase del processo di produzione dei PHA da colture miste, la fermentazione acidogenica, utilizzando siero di latte come fonte di carbonio per produrre acidi organici. In particolare questo lavoro ha avuto come obiettivo quello di studiare come diverse condizioni operative utilizzate nella fase di fermentazione acidogenica possono influenzare la concentrazione e il profilo degli acidi organici prodotti. Sono stati valutati anche gli effetti dei diversi profili degli acidi organici sulla fase di selezione della coltura microbica, in termini di capacità di stoccaggio di PHA e composizione polimerica.

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The aim of this thesis is to provide a geochemical characterization of the Seehausen territory (a neighborhood) of Bremen, Germany. In this territory it is hosted a landfill of dredged sediments coming both from Bremerhaven (North See) and Bremen harbor (directly on the river Weser). For this reason this work has been focused also on possible impacts of the landfill on the groundwaters (shallow and deep aquifer). The Seehausen landfill uses the dewatering technique to manage the dredged sediments: incoming sediments are put into dewatering fields until they are completely dried (it takes almost a year). Then they are randomly sampled and analyzed: if the pollutants content is acceptable, sediments are treated with other materials and used instead of raw material for embankment, bricks, etc., otherwise they are disposed in the landfill. During this work it has been made a study of the natural geology and hydrogeology of the whole area of interest, especially because it is characterized by ancient natural salt deposits. Then, together with the Geological Survey of Bremen and the Harbor Authority of Bremen there have been identified all useful piezometers for a monitoring net around the landfill. During the sampling campaign there have been collected data of the principal anions and cations, physical parameters and stable water isotopes. Data analysis has been focused particularly on Cl, Na, SO4 and EC because these parameters might be helpful to attribute geochemical trends to the landfill or to a natural background. Furthermore dataloggers have been installed for a month in some piezometers and EC, pressure, dissolved oxygen and temperature data have been collected. Finally there has been made a deep comparison between current and historical data (1996 – 2011) and between old interpolation maps and current ones in order to see time trends of the aquifer geochemistry.

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Groundwater represents the most important raw material. Germany struggles to maintain the best water quality possible by providing advanced monitoring systems and legal measures to prevent further pollution. In areas involved in the intensive growing of plantations, one of the major contamination factors derives from nitrate. The aim of this master thesis is the characterisation of the Water Protection Area of Bremen (Germany). Denitrification is a natural process, representing the best means of natural reduction of the hazardous nitrate ion, which is dangerous both for human health and for the development of eutrophication. The study has been possible thanks to the collaboration with the University of Bremen, the Geological Service of Bremen (GDfB) and Peter Spiedt (Water Supply Company of Bremen). It will be defined whether nitrate amounts in the groundwater still overcome the threshold legally imposed, and state if the denitrification process takes place, thanks to new samples collected in 2015 and their integration with historical data. Gas samples have been gathered to test them with the “N2/Ar method”, which is able to estimate the denitrification rate quantitatively. Analyses stated the effective occurrence of the reaction, nevertheless showing that it only affects the chemical of the deep aquifers and not shallow ones. Temporal trends concentrations of nitrate have shown that no real improvement took place in the past years. It will be commented that despite the denitrification being responsible for an efficacious lowering in the nitrate ion, it needs reactive materials to take place. Since the latter are finite elements, it is not an endless process. It is thus believed that is clearly necessary to adopt a better attitude in order to maintain the best chemical qualities possible in such an important area, providing drinking water.

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In questo studio sono stati analizzati 11 campioni provenienti dalla zona vulcanica dell’arco Eoliano, gentilmente concessi da ISMAR-CNR Bologna. Lo scopo del lavoro è stato quello di ricercare arricchimenti di alcuni elementi critici, di grande importanza economica e a rischio di approvvigionamento. Lo scopo principale è verificare se la zona può contenere possibili risorse minerarie. La composizione degli elementi maggiori e in traccia dei campioni è stata ottenuta tramite XRF. I campioni analizzati, sono stati aggregati ad altri campioni del Tirreno meridionale (oggetto di altre tesi), ottenendo un database di 71 campioni. Questo set esteso di dati è stato utilizzato per costruire grafici composizionali e sono state evidenziate possibili relazioni tra gli elementi maggiori e una selezione di elementi in traccia. Dai grafici, è risultato che la maggior parte degli elementi in traccia presenta una relazione positiva con Si, Ti, Al, Fe e K, ad indicare che gli apporti detritici continentali costituiscono un fattore di arricchimento di elementi critici. Tutti gli elementi hanno una correlazione negativa con il Ca, indicando che carbonati o sedimenti ricchi in Ca non costituiscono un target per la ricerca di elementi critici. Le concentrazioni sono state confrontate con un valore di cut-off per giacimenti impoveriti. Dal confronto, l’unico elemento la cui soglia di cut-off viene superata in tutti i campioni, è il manganese (Mn). Elementi come ferro (Fe), uranio (U), vanadio (V) e scandio (Sc), presentano picchi di concentrazione in alcuni campioni, la cui popolazione è limitata a poco più di due o tre elementi provenienti dalla zona del Bacino di Paola. Pertanto non sono da considerare una possibile risorsa e possiamo quindi concludere che il Mn costituisce l’unica risorsa mineraria “valida” nella zona.