1 resultado para Café - Aspectos econômicos - Paraíba do Sul, Rio, Vale - História

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Il presente studio ha come obiettivi lanalisi, la modellazione numerica e la caratterizzazione del rischio idrogeologico di due siti dellAppennino bolognese interessati negli ultimi due anni da colate detritiche, Serraglio (Comune di Castiglione dei Pepoli) e Chiapporato (Comune di Camugnano). Lo studio stato condotto in collaborazione con il Servizio Tecnico di Bacino Reno della Regione Emilia-Romagna, che ha reso disponibile la documentazione relativa ai due eventi analizzati. I predetti eventi possono esser definiti anomali in relazione sia alla loro collocazione essendo il fenomeno delle colate detritiche diffuso principalmente in aree montuose caratterizzate da unaltitudine media rilevante, come larco alpino sia al fatto che non sono n catalogati n ricordati a memoria duomo eventi, in tali localit, precedenti a quelli in esame. Il rischio idrogeologico, indotto dalla possibilit non remota di nuovi eventi, dato non dal volume o dallarea interessata dai fenomeni, ma piuttosto dallestrema velocit caratterizzante le colate detritiche, appunto definite come manifestazioni parossistiche lungo la rete idrografica secondaria con trasporto in massa di sedimenti. Lanalisi effettuata ha anche fornito loccasione per effettuare un confronto tra due realt, quella di Serraglio e quella di Chiapporato, accomunate dalla stessa tipologia di evento, ma differenti in relazione alluso del suolo, alle caratteristiche geomorfologiche e alle modalit di propagazione nel corso dellevento. Labitato di Serraglio, sito nella frazione di Baragazza, stato colpito da una colata detritica il 20 gennaio 2009. Da un punto di vista geologico e geomorfologico la localit sovrastata da un versante boscato notevolmente acclive, caratterizzato dallaffioramento della cosiddetta Formazione di Cervarola: tali rocce, appartenenti alla categoria delle arenarie e solitamente presenti in strati compatti, in seguito alla naturale degradazione dovuta agli agenti atmosferici hanno dato luogo ad un detrito composto da blocchi e ciottoli di varia dimensione immersi in una matrice sabbiosa. Il distacco avvenuto proprio in questo materiale detritico, reso instabile dal notevole apporto pluviometrico verificatosi nei giorni precedenti. La colata, sviluppatasi in seguito alla fluidificazione del materiale coinvolto in uno scivolamento di detrito di ridotta volumetria, si incanalata in uno dei rii effimeri che drenano il versante con traiettorie tra loro pseudo parallele. Il debris flow, accelerato da un dislivello complessivo di 125 m, ha poi raggiunto due abitazioni, fortunatamente non abitate al momento dellevento, depositando uno spessore detritico di oltre 1,5 m nella zona di transito prima di proseguire verso valle nella sua frazione pi fine, incanalandosi di fatto lungo lo stradello asfaltato di accesso alle abitazioni e interessando la strada provinciale che collega Castiglione dei Pepoli alluscita autostradale di Roncobilaccio. Da un punto di vista meteo-climatico il mese di gennaio 2009 stato caratterizzato da precipitazioni fortemente superiori alla media, accompagnate da una ridotta insolazione. La continua oscillazione dello zero termico tra 0 e 900 m ha dato luogo alla formazione di uno spessore nivale al suolo di circa 20 cm tre giorni prima dellevento e poi al suo rapido scioglimento contestualmente allaumento termico, dato dalla risalita di aria calda umida di origine africana, accompagnata da quella perturbazione che ha poi di fatto innescato il fenomeno. Nelle 48 ore precedenti levento sono stati registrati apporti nivo-pluviometrici corrispondenti ad oltre 130 mm, che hanno causato la completa saturazione del detrito superficiale, linnesco dello scivolamento di detrito e la sua successiva fluidificazione. Il distacco del materiale detritico, la sua movimentazione e la notevole erosione che ha caratterizzato lalveo del rio durante il fenomeno quantificata mediamente in 20 cm sono state favorite dalle mediocri condizioni di salute del castagneto che copre il versante interessato dallevento: la totale assenza di manutenzione e labbandono della coltivazione a pali del bosco hanno inibito la naturale funzione stabilizzante del boscato, trasformatosi da fattore inibente a fattore predisponente il fenomeno. La seconda colata detritica analizzata ha invece interessato la strada comunale che collega la frazione di Stagno allabitato di Chiapporato, splendida borgata cinquecentesca, frequentata soprattutto da turisti ed escursionisti durante la stagione estiva. Il versante sede della colata, occorsa in data 8 novembre 2010, caratterizzato da numerosi affioramenti della cosiddetta Formazione di Stagno, arenarie intervallate da strati marnoso-pelitici. Tale litotipo, soggetto alla naturale degradazione indotta dagli agenti atmosferici, origina un detrito composto da massi e ciottoli, raccoltisi, nellarea in esame, in un canalone posto ai piedi di una scarpata pseudo verticale delimitante il pianoro di Val di Sasso. Tale materiale detritico stato poi fluidificato dalle abbondanti piogge, depositando, dopo oltre 320 metri di dislivello, circa un metro di detrito sul piano stradale per poi proseguire la sua corsa verso il Torrente Limentra e il Bacino di Suviana. Levento stato innescato da precipitazioni intense e persistenti che hanno depositato al suolo oltre 69 mm di pioggia in 25 ore. Nel mese precedente il fenomeno sono stati misurati oltre 530 mm di pioggia, quantitativi superiori alla media climatologica, che hanno sicuramente accelerato anche la degradazione della scarpata e laccumulo di detriti nellarea sorgente. Le colate sopra descritte sono state poi simulate utilizzando il modello DAN-W (Dynamic ANalysis) del prof. Oldrich Hungr della University of British Columbia (Canada). Tale modello si basa su una discretizzazione della massa movimentata tramite il metodo degli elementi di contorno e sulla soluzione alle differenze finite di tipo Lagrangiano dellequazione di De Saint Venant. Lequazione del moto, integrata verticalmente, applicata a colonne strette di flusso (elementi di contorno). Lequazione di continuit invece risolta riferendosi agli elementi di massa delimitati dai predetti elementi di contorno. Il numero di incognite principali eguaglia il numero di equazioni disponibili ed il problema quindi completamente determinato. Gli altri parametri caratterizzanti la colata sono determinati tramite interpolazioni basate sullipotesi che sia la superficie del flusso sia quella della traiettoria siano ragionevolmente lisce. La soluzione esplicita ed avviene per step temporali successivi. Al fine della determinazione dei parametri lutilizzatore ha la possibilit di scegliere tra vari modelli reologici, quantificanti il termine di resistenza caratterizzante il moto. Su indicazione dellautore del modello sono stati utilizzati il modello frizionale e quello di Voellmy, che, in casi simili, forniscono risultati pi realistici (in relazione alla modellizzazione di colate di detrito). I parametri utilizzati per la calibrazione sono lo spessore di detrito depositato sul piano stradale, nel caso di Chiapporato, e a tergo della prima abitazione investita dalla colata nel caso di Serraglio, unitamente alla massima distanza raggiunta dai detriti. I risultati ottenuti utilizzando il modello reologico frizionale mostrano profili di velocit scarsamente rappresentativi, con una costante sovrastima della stessa, a fronte di una migliore capacit descrittiva degli spessori accumulatisi. Il modello di Voellmy ha invece prodotto andamenti di velocit pi realistici, confrontabili con i valori forniti dalla letteratura internazionale, riuscendo al contempo a quantificare con precisione laccumulo di detrito rilevato a seguito degli eventi. I valori dei parametri utilizzati nella modellazione sono stati ricavati dalle indicazioni dellautore del modello affiancate dai range resi disponibili dalla letteratura. Entrambe le caratterizzazioni reologiche sono poi state oggetto di unanalisi di sensitivit ai fini di quantificare il peso dei parametri utilizzati. Il modello frizionale si rivelato particolarmente sensibile allandamento del coefficiente di attrito basale e al coefficiente di pressione dei pori, con un lieve preponderanza del primo, mentre il modello reologico di Voellmy si mostrato fortemente influenzato dal coefficiente di turbolenza e dal coefficiente di attrito, pressoch paritari nelleffettivo condizionamento dei risultati. Gli output ottenuti simulando levento di Serraglio sono risultati generalmente meno realistici di quelli ricavati nel caso di Chiapporato: ci probabilmente dovuto alle caratteristiche reologiche proprie del fenomeno occorso a Serraglio, classificabile come un ibrido tra un mud flow e un debris flow. Sono state infine avanzate proposte di intervento e di monitoraggio dei siti indagati, al fine di una mitigazione del rischio idrogeologico gravante sulle aree esaminate. Il caso di Serraglio presenta, a parere dello scrivente, un rischio idrogeologico pi elevato, se paragonato a quello presente a Chiapporato, dati la vicinanza ad un centro abitato e lo status quo caratterizzante il versante sede del dissesto. Nei circa 18 mesi trascorsi dopo levento stato possibile rilevare un progressivo ampliamento della nicchia di distacco dello scivolamento, poi evolutosi in colata con andamento tipicamente retrogressivo. Lo stato della vegetazione permane in condizioni problematiche, con frequenti ribaltamenti e sradicamenti (processi noti in letteratura come chablis) dei castagni presenti, con un conseguente aumento dellerosione superficiale del versante e lapporto detritico allinterno del rio. Tale detrito poi trattenuto allinterno dellalveo da una serie di briglie naturali formatesi a seguito della caduta di varie piante allinterno del canale stesso a causa del passaggio del debris flow o a fenomeni di chablis. La forte sovraescavazione occorsa in occasione della colata ha poi favorito linnesco di una serie di piccoli scivolamenti superficiali confluenti nel rio stesso, anchessi apportatori di detrito, ingrediente principale per un nuovo debris flow. inoltre da notare come la zona di runout tuttora parzialmente occupata dal detrito depositatosi a seguito dellevento: tale configurazione, causando di fatto una riduzione della potenziale area di sfogo di un nuovo debris flow, acuisce il rischio di unestensione areale verso valle degli effetti di un nuovo fenomeno, con un conseguente possibile maggior coinvolgimento dellabitato di Serraglio. stato quindi proposto di attuare unadeguata regimazione dellarea boschiva caratterizzante il versante, unitamente ad una regimazione fluviale del rio, tramite la realizzazione di briglie in legno e pietrame essendo larea non cantierabile e la rimozione degli accumuli detritici in seno allalveo stesso. La nicchia di distacco principale e le nicchie secondarie dovranno poi essere oggetto di opportuna stabilizzazione. Pi a valle stata suggerita la rimozione dellaccumulo detritico presente nellarea di runout e la realizzazione di unadeguata opera di ricezione delle acque del rio e di eventuali nuove colate: a tal fine si ipotizzato il ripristino dellantico alveo, successivamente deviato e tombato per permettere ledificazione dellabitazione poi investita dalla colata. stato inoltre proposto un monitoraggio attraverso linstallazione di un pluviometro, tarato con opportune soglie di allarme, dotato di datalogger e modem GPRS al fine di comunicare in tempo reale, ai tecnici incaricati e agli abitanti, un eventuale superamento della soglia di allarme. Il caso di Chiapporato invece caratterizzato da problematiche connesse al rischio idrogeologico meno rilevanti di quelle presenti a Serraglio. Ci dovuto allo scarso traffico caratterizzante la strada comunale e allassenza di altri edifici o infrastrutture potenzialmente coinvolgibili da un nuovo evento. La probabilit del verificarsi di una nuova colata per concreta, considerata la forte erosione caratterizzante il versante: trascorsi sei mesi dallevento, stato possibile rilevare nellarea sorgente un accumulo medio di detrito di circa mezzo metro di spessore. Le cause del dissesto, a differenza di Serraglio, non sono in alcun modo imputabili allazione antropica: si tratta infatti della naturale evoluzione del versante sovrastante il piano stradale. Si propone quindi la collocazione di cartelli stradali indicanti il pericolo di caduta massi e colate detritiche agli automobilisti e ai pedoni, unitamente allinstallazione di un cavo a strappo posto lungo lalveo torrentizio collegato ad un semaforo dislocato nei pressi del guado della strada comunale sul rio Casale. Leventuale verificarsi di un nuovo evento comporterebbe la lacerazione del cavo installato e lattivazione del semaforo e di un eventuale allarme acustico con conseguente inibizione del traffico stradale in occasione del transito del debris flow. Nel contesto geologico e geomorfologico dellAppennino tosco-emiliano i debris flow rappresentano una tipologia di dissesto da frana poco diffusa, ma comunque potenzialmente presente nelle aree dove i processi di alterazione e degradazione degli ammassi rocciosi affioranti generino accumuli di detrito e in condizioni morfologiche caratterizzate da elevate pendenze dei versanti. Questo studio ha permesso di approfondire la conoscenza di questi fenomeni, che presentano una magnitudo notevolmente inferiore rispetto al contesto alpino, ma la cui interferenza con lattivit antropica acuisce notevolmente il rischio idrogeologico nelle zone interessate. Si sottolinea, inoltre, che nellattuale contesto climatico caratterizzato da sempre pi frequenti piogge brevi ed intense ed eventi cosiddetti di rain on snow, la frequenza sia temporale che spaziale di tali fenomeni di dissesto appare destinata ad aumentare, anche in aree in precedenza non interessate.