3 resultados para Binge

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Il presente studio è stato effettuato per comprendere le abitudini degli studenti universitari britannici in termini di consumo di alcol e i rischi legati a due fenomeni frequenti nel Regno Unito: il binge drinking (consumo eccessivo di alcol in un breve lasso di tempo, spesso per raggiungere velocemente lo stato di ebbrezza) e, in misura minore, il drink spiking (contaminazione di bevande con droghe o alcol). Attraverso un’analisi di studi accademici, sondaggi e articoli della stampa britannica, verrà presentato nella prima parte il ruolo dell’alcol nel Regno Unito, verranno fornite varie definizioni di binge drinking ed evidenziate le variazioni di significato del termine nel tempo. Saranno, poi, presentati i livelli di assunzione di riferimento di alcol emessi dall’NHS, il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, seguiti da un’analisi sull’uso dell’alcol nel Regno Unito. Per quanto riguarda gli studenti universitari, verranno analizzati i motivi che li spingono al consumo di alcol, il binge drinking e le NekNomination (giochi alcolici online), l’uso dei pre-drinks (ritrovi serali tra amici per bere alcol prima di uscire) e le modalità in cui college e università aiutano gli studenti per evitare loro di incorrere in rischi legati all’alcol. In particolare, verranno analizzati drink spiking, violenze sessuali e fisiche, rischi per la salute e morte accidentale, e verranno presentate alcune strategie applicate per evitarli. La seconda parte verterà sull’analisi e discussione dei risultati di un sondaggio realizzato a Durham (Regno Unito) nel febbraio 2015 attraverso interviste a studenti universitari britannici e portieri di college e proprietari e membri dello staff di pub e bar locali con domande basate sulle loro esperienze, opinioni ed eventuali testimonianze riguardo il consumo di alcol, i fenomeni e i rischi sopra menzionati. Lo studio ha portato a vari risultati che hanno permessi di confermare e ampliare conoscenze pregresse sui temi trattati.

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Background. La percezione di malattia gioca un ruolo importante nei disturbi del comportamento alimentare. Leventhal nel suo modello teorico dell’illness perception spiega che la rappresentazione di malattia si divide in diverse componenti, come la percezione di controllo e le aspettative di durata nel tempo. Obiettivo. L’obiettivo di questo elaborato è quello di realizzare una rassegna sistematica della letteratura sulle caratteristiche e le implicazioni della percezione di malattia nei disturbi del comportamento alimentare. Metodi. Per compiere la revisione sistematica della letteratura si è fatto riferimento a due banche dati: Pubmed e Scopus. Sono stati individuati articoli inerenti all’argomento trattato attraverso l’incrocio di diverse parole chiave, poi, sono stati esclusi diversi articoli non inerenti. Infine, sono stati approfonditi e confrontati tra loro i risultati dei 13 studi inclusi. Risultati. Nell’anoressia nervosa spesso il paziente non riesce a ricondurre i propri sintomi a un disturbo del comportamento alimentare e la malattia viene avvertita come parte integrante della propria vita. Questa percezione di malattia si traduce in una scarsa aderenza terapeutica. Nella bulimia nervosa si ha una scarsa identità di malattia, ma è più probabile che si riconosca di avere un problema e si cerchi un trattamento. Nel disturbo da binge-eating si ha una maggiore percezione di malattia rispetto all’anoressia nervosa. I disturbi del comportamento alimentare inoltre sono caratterizzati da una scarsa consapevolezza emotiva. Conclusioni. Prendere in considerazione questo tema è importante in quanto, in base alla percezione di malattia del paziente, lo specialista, in particolare il dietista, può modificare la terapia per adeguarla alle caratteristiche del caso specifico. Le rappresentazioni di malattia forniscono infatti al dietista informazioni utili sul livello di disagio e sulla fase di motivazione al cambiamento in cui si trova il paziente.

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Il presente studio analizza l’attuale tendenza del sistema televisivo statunitense all’ibridazione con i modelli affermati già nell’era dominata dai network prima, e dalla CATV poi. Dopo una mappatura storica che permette di comprendere e apprezzare i continui cambiamenti dell’industria televisiva, lo scritto si concentra sull’analisi delle varie strategie manageriali (e sulle retoriche) che stanno alla base delle prime fasi dei servizi non lineari. Si esaminano inoltre le modalità che governano ora i tentativi di recupero di esperienze che sembravano ormai superate per lasciare spazio proprio ai modelli OTT. Infatti, data la non sostenibilità sul lungo periodo delle forme economiche, distributive, produttive, etc., adottate delle piattaforme streaming come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+, queste cercano ora di ricostruire una dimensione lineare, alla cui matrice troviamo la weekly release, la pubblicità, la sincronizzazione sociale, la diretta e altro ancora – si pensi ai casi Pluto TV e Peacock TV, esempi di servizi HVOD (Hybrid Video on Demand) che stanno tracciando dei nuovi percorsi pur senza dimenticare ciò che ha funzionato in passato.